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Autore: pizia    10/09/2011    2 recensioni
Buffy è morta. I suoi amici la piangono, ma qualcuno non vuole e non può accettarlo ed è disposto a tutto pur di riportarla indietro.
La storia prende inizio dalla fine della quinta stagione di Buffy e la seconda di Angel, e presume che tutto fino ad allora si sia svolto come Wedhon ce l'ha raccontato; da lì in avanti tuttavia, la storia se ne andrà per la sua strada, senza far più alcun riferimento a tutto quello che nei due telefilm è accaduto dopo.
Questa non è la prima fanfiction che pubblico su questo sito, ma è in assoluto la primissima fanfiction che, tanti anni fa, ho scritto (non solo su Buffy, in assoluto). E' un po' "acerba" e fin ora era rimasta nel mio pc. Ora, non so perché, ho deciso di pubblicarla nonostante non sia un capolavoro. Spero che possa piacervi lo stesso. Fatemi sapere se vi interessa che continui a pubblicarla.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I

 
Buffy…è successo qualcosa a Buffy…qualcosa di serio, di dannatamente serio…qualcosa che nemmeno Cordelia, intrappolata con tutti noi nella dimensione di Lorne, ha potuto prevedere. HO FALLITO…mi ero assunto il dolce compito di proteggerla anche a costo della mia stessa vita…e invece nel momento in cui lei ha avuto bisogno del mio aiuto io ero altrove…LEI AVEVA BISOGNO DI ME E IO NON C’ERO…”.
 
Questi erano i pensieri che affollarono in pochissimi istanti la mente, il cuore e l’anima di Angel quando appena tornato nel mondo reale si ritrovò di fronte ad una Willow che non aveva più neanche la forza di parlare ma il cui sguardo valeva più di mille parole.
 
Buffy è morta…la MIA Buffy è morta…no, non è possibile: ho sempre saputo quando lei si trovava in difficoltà…come ho potuto DIMENTICARMI di lei proprio nel momento cruciale, proprio nel momento in cui si è trovata di fronte non ad un semplice demone, ma addirittura ad  una divinità incarnata…MA COME HO POTUTO…l’ho fatto di nuovo: ho ucciso di nuovo un essere umano…HO UCCISO BUFFY…”.
 
“Angel, Angel !!!” Cordelia al suo fianco lo chiamava cercando di richiamare la sua attenzione. “Non è colpa tua”.
 
A quelle parole Angel si riebbe per un attimo e guardò Cordelia con sorpresa: aveva parlato ad alta voce senza neanche rendersene conto oppure Cordelia gli aveva letto nel pensiero? Era forse questo un aspetto ignoto del potere che la stava lentamente logorando? No, probabilmente aveva solo intuito quello che lui stava pensando, ormai lo conosceva abbastanza bene…
Ma fu solo un istante prima che l’angoscia per la perdita dell’unica donna che avesse veramente mai amato in 240 anni di vita, l’unica che fosse stata in grado di regalargli quella tanto temuta felicità pura ed assoluta, riattanagliasse la sua mente sconvolta. Non si accorse neanche quando Wesley lo sorresse e lo mise a sedere giusto un istante prima che crollasse a terra come colpito da un fulmine; non si accorse neanche di quello che gli disse Willow a proposito del funerale prima di andarsene…non riusciva neanche a piangere!!!
In cento anni di sofferenze procurategli da quell’anima che gli avevano reso non si era mai sentito così…vuoto. All’angoscia per le atrocità commesse si era sempre accompagnata la determinazione a porvi un rimedio, al dolore la speranza (soprattutto da quando Buffy era entrata nella sua vita): ora invece c’erano solo disperazione e un terribile senso di incompletezza, come se gli fosse stata strappata dal petto ben più della sua misera anima…
 
Cordelia e Wesley non stavano poi tanto meglio di Angel.
 
Cordelia ricordava fin troppo bene quello che era successo quando aveva espresso il desiderio che Buffy non fosse mai apparsa a Sunnydale: ora la cacciatrice era morta, morta per salvare, per l’ennesima volta, il mondo. Cosa sarebbe successo ora? Glory era stata sconfitta dall’estremo sacrificio di Buffy, ma chi assicurava che presto una minaccia ancora peggiore non sarebbe tornata per distruggere il mondo? E chi ci sarebbe stato allora a proteggere tutti quanti loro? Probabilmente la sua morte avrebbe attivato un’altra cacciatrice, ma chi assicurava che non sarebbe stata un’altra Faith invece che un’altra Buffy? E soprattutto chi le assicurava che in questa nuova cacciatrice lei, Cordelia, avrebbe trovato quell’amica un po’ strana che aveva trovato in Buffy Summers?
 
Wesley ricordò il momento in cui era inorridito venendo a sapere che la cacciatrice di cui doveva occuparsi era alleata con un vampiro (quello stesso vampiro per cui lui ora avrebbe dato la vita e che sicuramente avrebbe fatto altrettanto per lui), anzi, peggio ancora, ne era addirittura innamorata…
Gli venne in mente di quanto male lo avesse accolto al suo arrivo, ma lo aveva fatto solo perché troppo grande era il suo affetto per il signor Giles.
Gli venne in mente di come quella ragazza così sfrontata, quella cacciatrice così poco ortodossa lo avesse cambiato profondamente: lo aveva trasformato da un burattino nelle mani del Consiglio degli Osservatori in quello che era adesso…non sapeva esattamente cosa fosse adesso, ma qualunque cosa fosse gli piaceva molto di più di ciò che era prima, su questo non c’erano dubbi.
No, non aveva passato tantissimo tempo a fianco di Buffy (e comunque in quel poco tempo avevano impedito un’Ascensione…anche se lui non si illudeva troppo riguardo al ruolo che lui aveva ricoperto in questa impresa), ma certo le doveva moltissimo…come tutto il resto del mondo d’altronde…
 
Gunn non conosceva bene Buffy, non l’aveva vista che un paio di volte, ma gli bastava guardare il dolore dipinto sui volti dei suoi amici per provare anch’egli una grande tristezza.
Ma doveva agire, non poteva permettere che Angel si abbandonasse al suo dolore o si lasciasse sconvolgere dalla rabbia …era troppo pericoloso…non poteva permettere che Angel perdesse il controllo su se stesso lasciando spazio al demone che covava in lui e che non attendeva altro che un attimo di debolezza e di smarrimento dell’anima che lo imprigionava per tornare a prendere il sopravvento… Non poteva rischiare che Angelus approfittasse della situazione per ritornare… soprattutto non ora che una cacciatrice era morta e che un’altra era ancora rinchiusa nel carcere di Los Angeles. Scosse allora Angel con tutta la forza che aveva per risvegliarlo dall’apatia in cui era piombato e lo costrinse ad un massacrante allenamento perché sfogasse la rabbia che aveva in corpo, in modo che questa rabbia, non restasse repressa nell’anima del vampiro diventandone una debolezza.
 
Al termine dell’allenamento Angel era completamente svuotato, troppo stanco persino per pensare (e questo lo faceva sentire stranamente meglio) e piombò in un sonno privo di qualsiasi sogno.

 
 
Un paio di settimane più tardi
 
“Angel” sentenziò Xander. “Signor Giles sa benissimo la natura dei miei rapporti con Angel, e quindi sa anche benissimo che non proporrei di richiamarlo a Sunnydale se non fossi certo che è la nostra unica speranza in questo momento. Ma noi non siamo cacciatori: abbiamo sempre aiutato Buffy, ma alla fine quella che polverizzava i vampiri ed uccideva i demoni era sempre e solo lei…”.
 
“Beh, qualche vampiro lo abbiamo polverizzato anche noi, in fondo” replicò una Willow un po’ risentita.
 
“Già qualche vampiro appena uscito dalla tomba che ancora non aveva capito bene dove fosse e soprattutto COSA fosse…questa volta ci troviamo di fronte a qualcosa LEGGERMENTE più pericolosa di un vampiro alle prime armi…Ci serve l’aiuto di Angel, anche se mi pesa terribilmente doverlo ammettere…” concluse infine Xander.
 
“Sì, Xander ha ragione” convenne il signor Giles, che, dal giorno della morte di Buffy, sembrava invecchiato di dieci anni. “E’ meglio telefonare ad Angel”.
 
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Contemporaneamente a Los Angeles.
 
“Ragazzi io sono preoccupata. Lo so che sparire è una cosa che ogni tanto Angel fa, ma questa volta la sua assenza è un po’ troppo prolungata: è da più di due settimane che non si fa vedere: non vorrei che gli fosse successo qualcosa…”.
 
“Io non vorrei che fosse successo qualcosa alla sua anima…” disse Gunn, interrompendo bruscamente Cordelia.
 
“No Gunn, di questo non mi preoccuperei” intervenne Wesley. “Angel non è uno stupido. Per quanto sconvolto possa ancora essere, non permetterebbe mai ad Angelus di riaffiorare… E poi se questo fosse successo, non credi che ce ne saremmo già accorti? Non credi che avrebbe già compiuto stragi di cui saremmo stati i primi ad essere informati…soprattutto visto che probabilmente noi saremmo state le sue prime vittime?”. Quindi rivolgendosi a Cordelia disse: “E non credo neanche che gli sia accaduto qualcosa: sono sicuro che in questo caso tu Cordy ne avresti avuto una visione. Mi è sembrato che ultimamente il vostro rapporto si sia fatto un po’ più stretto di quanto non lo fosse prima…”
 
“Che cosa vorresti insinuare?” chiese Cordelia sulla difensiva.
 
“Assolutamente nulla Cordy. Volevo solo dire che ultimamente mi sembra che tu capisca Angel al volo…ma forse è solo una mia impressione… Comunque vedrete che Angel avrà solo voluto passare un po’ di tempo da solo, probabilmente è ancora a Sunnydale…in fondo è dalla sera del funerale che non lo vediamo. Se proprio volete mettervi il cuore in pace possiamo chiamare il signor Giles e farci dire se sa qualcosa di …”.
 
Wesley non fece in tempo a finire di parlare che il telefono squillò.
 
“Salve signor Giles” rispose Cordelia “stavamo proprio per chiamarla per sapere come sta Angel”.
 
Dall’altra parte del telefono la voce dell’Osservatore suonò sorpresa: “Perché dovrei sapere come sta Angel? Anzi, avevo proprio chiamato per chiedergli di venire a darci una mano contro un demone che è UN TANTINO al di sopra delle nostre forze! Volete dirmi che non sapete dove sia?”.
 
“E’ dalla sera del funerale che non lo vediamo. Credevamo che fosse rimasto un po’ a Sunnydale” affermò Cordelia, nella cui voce cominciava a farsi strada l’ansia.
 
“L’unica cosa che posso dirvi con certezza è che Angel ha lasciato Sunnydale la sera del funerale: l’ho visto io stesso andare via e tendo ad escludere che dopo di allora sia tornato qui…se così fosse stato ci avrebbe già dato una mano con questo demone che ci sta creando non pochi problemi…non credi?”.
 
“Ma accidentaccio signor Giles: non era esattamente questo quello che volevo sentirmi dire da lei !!!” la voce di Cordelia era sempre più concitata, mentre anche sul volto di Wesley cominciava ad apparire un ombra di preoccupazione. “Comunque se ha qualche notizia ce la comunichi immediatamente; noi faremo altrettanto. Per quel che riguarda il vostro demone non so veramente cosa dirvi: potrei dirle che le mando Wesley e Gunn, ma…” e qui la ragazza abbassò la voce sperando che i suoi amici fossero troppo assorti nei loro pensieri per prestare orecchio alle sue parole “…credo che potrebbero darvi ben poco dell’aiuto di cui avete bisogno…è sempre Angel che alla fine fa il “lavoro sporco”…però se siete proprio così disperati…”.

  
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