Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Rebl_fleur    10/09/2011    5 recensioni
Matt Jeevas era un giovane fotografo 26enne. Grazie al suo talento era riuscito a entrare in fretta nel complicato settore della moda e realizzava servizi fotografici per stilisti, pubblicità e riviste. Era alto, con un bel fisico; capelli ramati che la gente usava definire 'rossi' e grandi occhi verdi e luminosi: spesso e volentieri passava anche lui per un modello. Attualmente lavorava per Elle in California; viveva in un comodo appartamento in una zona centrale di Los Angeles e frequentava la famosa attrice e modella Misa Amane. Tutto nella sua vita sembrava perfetto..
Matt notò con sua grande sorpresa che il ragazzo alto con il caschetto biondo e gli occhi glacialmente azzurri che corrispondeva al nome di Mihael Keehl non aveva aperto bocca per tutto il tempo. Lo osservò, curioso: ora che non aveva più la camicia semiaperta da boscaiolo e i jeans larghi, indossava un completo di pelle nera attillata e se ne stava sulle sue a braccia conserte. [..] Decisamente, il lavoro di modello gli calzava perfettamente.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Un po' tutti | Coppie: Matt/Mello, Matt/Misa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Magazines and Photographs
confused

«E' fantastico. Sono contento per te!».
Matt sorrise raggiante. Era davvero felice per Misa: l'avevano scelta come protagonista in un nuovo film. Non che il film fosse particolarmente interessante: da come Misa aveva descritto la trama, era la classica commediola da due soldi in cui il fighetto del liceo si innamora della tipa sfigata.
Ma la sua indole gentile gli impediva di rivelare alla ragazza quello che realmente pensava, conscio che avrebbe danneggiato il suo umore e il suo sorriso contagioso. Era per quello che gli piaceva quella ragazza: non perchè fosse stupenda, non per la fama, e neanche per la sua intelligenza, visto che non ne aveva molta; era il suo sorriso ad averlo attirato.
Misa, ancora armata di quel sorriso a trentadue denti, si avvicinò al suo ragazzo, intenzionata a baciarlo, ma una fastidiosa presenza (non riusciva a definirla altrimenti) interruppe quel momento romantico.
Tremendamente sdolcinato e disgustoso; era invece il modo in cui Mihael definì la scenetta davanti ai suoi occhi. Si autoconvinse che il fastidio che provava era a causa della mielosità del momento, sommato all'astio nei confronti di quella biondina che aveva preso in antipatia dal primo momento in cui le aveva parlato al telefono, più il desiderio ardente di non essere lì.
Ma purtroppo c'era.
«Un po' di attenzione, domani. Non vorrei che ti dimenticassi il cervello», mormorò Mihael mentre porgeva il cellulare al rosso, sfoggiando un'espressione di disappunto.
Matt si voltò, sorpreso. 
«In effetti ultimamente sono tra le nuvole. Come posso ringraziarti?», domandò con un lieve sorriso imbarazzato.
In genere gli avrebbe detto solo "grazie" e sarebbe tornato tranquillamente al suo appuntamento, ma proprio non voleva mettere fine alla conversazione. Quel ragazzo era stato zitto tutto il giorno: in un certo senso si sentiva onorato ad essere riuscito a farsi rivolgere la parola.
«Non devi fare niente». Mihael abbozzò qualcosa di simile a un sorriso e fece per andarsene, ma una mano serrata attorno al suo polso lo fermò.
Si voltò lentamente e fissò gli occhi inespressivi in quelli smeraldini di Matt.
«Che ne dici di sederti con noi? Non abbiamo ancora ordinato..»
«No, grazie. Non vorrei rovinare il vostro appuntamento..»
«Ma dai! Ti sei disturbato a venire fin qui per riportarmi il cellulare, e poi non rovini proprio niente!». Matt tentò col sorriso più convincente che avesse in repertorio. Non si spiegava quello che stava facendo. 
Perchè aveva invitato quel ragazzo a pranzare con loro? E perchè insisteva così tanto? Si sentiva quasi male all'idea che quel giovane dai capelli color dell'oro smettesse di parlargli e se ne andasse.
Nonostante fosse riluttante, Misa aveva scorto la sincera speranza negli occhi del suo ragazzo. Non sapeva perchè, ma evidentemente Matt ci teneva che quel suo amico non andasse via, così parlò.
«Ma sì! Dai, sei venuto fin qui apposta, resta!»
Mihael guardò intensamente entrambi poi, non sapeva neanche lui perchè visto che desiderava solo andarsene, scostò una sedia e si accomodò al tavolo.
 
Fissava il soffitto da mezz'ora ormai, perso nei propri pensieri. Era tanto tempo che non si stendeva tranquillo sul suo letto senza una buona ragione. 
Quella mattina era stata strana, dall'inizio. 
Si era svegliato presto, come sua abitudine di saltare in piedi dopo le necessarie otto ore di sonno. Non amava oziare, gli piaceva muoversi. Forse era iperattivo. 
Aveva fatto colazione -se divorare tre tavolette di cioccolato extra fondente si possa definire tale- e poi si era fatto una doccia. Guardando sul frigorifero dove stavano incollati diversi post-it si era ricordato del casting per posare su Elle e si era vestito per poi uscire di corsa. 
A qualunque provino si presentasse, lo sceglievano sempre: rimanevano tutti incantati dal suo sguardo di ghiaccio, tutti volevano quegli occhi sulle proprie copertine. 
Questa volta però fu parecchio strano. Il fotografo sembrava avere la sua età e se non lo avesse visto con la Nikon in mano avrebbe detto che era anche lui in quel posto per il provino. Senza neanche rendersene conto si era ritrovato a sbirciare continuamente in direzione di quel ragazzo dai capelli rossicci e gli occhi di un meraviglioso verde smeraldo, aveva studiato ogni sua mossa e memorizzato il suono della sua risata.
Si era reso presto conto che quel ragazzo amava ridere e far ridere; il sorriso presenziava sempre sulle sue labbra rosee. Quasi invidiava la semplicità con cui quel ragazzo sorrideva. Lui non ne era mai stato granchè capace. 
Quando aveva notato che il fotografo guardava nella sua direzione più del dovuto si era incuriosito e lo aveva fissato di rimando con la sua espressione glaciale. Quando poi aveva sentito che era fidanzato aveva lottato per non corrugare la fronte dalla confusione. Perchè lo fissava di continuo se era impegnato? Ciò non fece altro che aumentare la sua curiosità.
E -colpo di fortuna- si era presentata l'occasione: il fotografo aveva dimenticato il cellulare e lui ne aveva approfittato per riportarglielo. 
Vedere la sua ragazza era stata una doccia fredda: sapeva benissimo chi era quella. Misa Amane, ecco chi era. La super star del momento. 
Ma lui non era il tipo da farsi intimorire e si era seduto al tavolo con loro -non prima di fingere esitazione- accavallando le gambe e lanciando varie volte occhiate altezzose alla biondina. Aveva fatto un po' lo stronzo a dirla tutta: il modo in cui aveva giocato con i capelli e gli sguardi che aveva lanciato al rosso erano segnali espliciti, ma il ragazzo sembrò non notarli o comunque non gli diede peso.
Anche quel comportamento aveva contribuito a confonderlo più di quanto non lo fosse già. Fingeva di non capire o faceva sul serio?
Non trovando risposta, aveva deciso che ci avrebbe capito qualcosa. Si, doveva capire come stavano le cose.

 
«Non vuoi che salga con te?». Misa lo fissava facendo gli occhietti dolci con un'espressione imbronciata.
Matt alzò gli occhi al cielo.
«Misa.. Domani c'è il servizio fotografico. Non posso permettermi di fare tardi nè di essere stanco. Devo lavorare al pieno delle mie forze!». 
Mai come quella volta si era davvero sforzato di essere gentile. La verità era che non aveva nessunissima voglia di portarsi Misa a casa -il che era strano- ma attribuì immediatamente quella mancanza alla necessità di lavorare bene, l'indomani. 
«E va bene. Ci rivediamo a pranzo domani?»
«Non dovevi pranzare con il cast del tuo nuovo film?»
Misa era quasi sorpesa. «Oh.. Già. Allora..»
«Ti chiamo io», promise Matt con un sorriso. Che Misa ricambiò.
«Okay! Ci vediamo Matty!»
La ragazza dai codini biondi si alzò un po' sulle punte per dargli un bacio e Matt si fece istintivamente indietro. Misa lo guardò con un sopracciglio inarcato. 
"Ma che cazzo mi prende?", pensò il rosso, arrabbiato con sè stesso. 
Le sorrise, e lei parve rilassarsi. Si chinò a sfiorarle le labbra con le proprie, ma appena dopo un istante schizzò dentro al portoncino e si infilò di corsa nell'ascensore.
Misa rimase a fissare il vuoto davanti a sè, confusa. Si sfiorò con la punta di un dito le labbra, dove avrebbero dovuto esserci ancora quelle di Matt. Non poteva di certo dirsi un bacio, quello che le aveva dato. Non l'aveva quasi neanche toccata! 
"Oh, beh. E' tardi, Misa-Misa deve tornare a casa!", pensò. Estrasse il cellulare dalla borsetta e chiamò un taxi.


 
ndRebl_fleur: Ce l'ho fatta! Premetto che non sono tanto convinta da questo capitolo, per niente. Ma ho provato a cambiarlo in diversi modi senza sentirmi mai pienamente soddisfatta. Spero non sia esageratamente deludente.
Non so, scrivete quello che volete -insulti, consigli, critiche, insomma, tutto quello che vi passa per la testa!- e sarò felice di rispondervi. Grazie a chiunque abbia letto/recensito/preferito/seguito/ricordato ^^
xoxo
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Rebl_fleur