Sono di nuovo qui con la mia nuovissima creazione, questa volta un AU a cui penso da giorni. Ha un significato particolare per me poiché mi ricorda una persona speciale. Dedico infatti questa fanfiction al mio migliore amico, che è sempre il mio punto di riferimento. Questa volta ho davvero bisogno di recensioni per sapere se devo continuarla o meno, quindi fatevi sentire mi raccomando! Inutile dire che i personaggi non mi appartengono. A presto!
Sara
PROLOGUE: HOW DID WE GET TO THIS POINT?
Era la
settima volta quella settimana.
Rick non poteva più sopportare l’arroganza della
moglie Meredith e la sua
indifferenza verso tutto ciò che riguardava la loro famiglia
e la loro casa.
Doveva
essere suo il compito di passare a prendere Alexis a
scuola, ma ovviamente Victoria’s Secret aveva avuto il
sopravvento e Alexis si
era ritrovata ad aspettare nel parcheggio per più di
un’ora, decidendo poi di
prendere il bus e tornare a casa da sola. C’era poi stata la
faccenda
dell’abito da tremila dollari comprato per una serata di gala
e sapientemente
dimenticato sul sedile di un taxi. Come ciliegina sulla torta, Meredith
aveva
persino cominciato a criticare il lavoro di Rick, ritenendo che
passasse troppo
tempo facendo ricerche che lei definiva “inutili”.
E
ora, semplicemente, non potevano smettere di litigare.
“Sono stanco!”
sbottò Richard Castle battendo
entrambi i pugni sul tavolo e rivolgendo alla moglie uno sguardo
avvelenato
“Sono stanco di questo tuo continuo lamentarti e interferire
con il mio lavoro,
questo tuo atteggiamento..! Mi stai facendo impazzire
Meredith!”
Alexis
era seduta immobile ad un estremo del tavolo con la
forchetta tra le mani, lo sguardo fisso sul suo piatto di patatine
fritte;
Meredith lo stava invece fronteggiando a braccia conserte.
“Non
ti permetto di parlarmi in questo modo!” replicò
lei
furibonda puntandogli un dito contro “Tu non hai nulla di quello
che un bravo marito e padre dovrebbe avere! Nulla! E non ti
azzardare mai
più a
giudicarmi!”
La tensione stava salendo in
maniera spropositata e Rick stava cercando in tutti i modi di calmarsi:
sapeva
che altrimenti gli sarebbe sfuggito qualcosa di spiacevole che avrebbe
poi
rimpianto.
Quella
donna lo stava totalmente facendo impazzire, non
avrebbe mai retto
un’altra mezz’ora
in sua compagnia, l’unica cosa che voleva era andarsene e non
essere costretto
a rivederla.
“Vai al
diavolo
Meredith”
Prima
che Alexis avesse il tempo di alzarsi dalla sedia per
raggiungerlo, lui aveva già afferrato la giacca ed era
sparito sbattendo furiosamente
la porta di casa, lasciando entrambe nel silenzio più
assoluto.
Javier Esposito e Kevin Ryan
non riuscivano a capire come
Non era umanamente possibile che Kate preferisse trascorrere
il tempo al distretto piuttosto che
“Hey Kate..” disse Esposito avvicinandosi
“Hai intenzione di
rimanere qui tutta la notte?”.
Kate alzò lentamente lo sguardo dal monitor del pc e
annuì.
“Devo sbrigare tutte queste pratiche per il Capitano.
Andrò a prendere qualcosa
da mangiare a Remy’s e poi tornerò qui”.
Esposito sospirò. “Continuo a credere
che tu abbia bisogno di riposo detective. E te lo ripeto, se vuoi
unirti a me e
Ryan per una partita a poker sei sempre la benvenuta. Ma, dato che
è una tua
scelta..” si infilò la giacca e sistemò
la sedia della scrivania “.. ci vediamo
domani”. Le fece l’occhiolino e Kate sorrise in
risposta. “’Notte Esposito, ‘notte
Ryan”. I due si allontanarono verso l’ascensore.
Secondo
Rick, Remy’s serviva i burgers
migliori dell’intera città. Una
vera e propria consolazione nei momenti in cui Meredith diventava una
palla al
piede o quando si sentiva troppo oppresso dagli eventi. Dal momento in
cui era
uscito dall’appartamento sapeva che sarebbe andato
lì a prendersi qualche
istante per riflettere; poi sarebbe ritornato a casa, avrebbe
rassicurato
Alexis dicendole che non c’era nulla che non andasse e infine
si sarebbe
rifugiato nel suo studio, magari trascorrendo la notte intera davanti
alla
scrivania dato che non aveva la benché minima intenzione di
affrontare
nuovamente Meredith.
Parcheggiò velocemente e quando
scese dalla macchina il vento gelido di metà dicembre lo
assalì in pieno,
quindi si diresse a passo spedito all’interno.
C’era un invitante profumo di
cibo e la temperatura era perfetta. Magari sarebbe potuto rimanere
lì tutta la
notte! Ordinò un doppio cheeseburger e si sedette ad un
tavolo appartato nell’angolo
del locale.
Fu quando
la porta si aprì e il
suo sguardo si alzò leggermente che la vide.
I lunghi
capelli castani e mossi
le ricadevano dolcemente sulle spalle; era avvolta in un paio di jeans
che le
mettevano in risalto le forme perfette e da un maglione blu scuro, e a
giudicare dall’espressione doveva essere parecchio stanca.
Rick non ebbe il
tempo di pensare che lo sguardo della giovane donna incontrò
il suo, e una
lunga sequenza di immagini si proiettò nella sua mente.
Salì le scale con
l’intento di entrare ma una mano lo bloccò
prendendolo per un braccio.
“E lei chi è?”
Si voltò, ritrovandosi
davanti ad una donna molto affascinante che lo squadrava con un
sopracciglio
alzato. Prima che lui potesse dire qualunque cosa, lei
sollevò il distintivo.
“Detective Kate Beckett, polizia di New York. Ha per caso un
buon motivo per
venire a disturbare le nostre indagini sulla scena del
delitto?”. Castle
deglutì e pensò a quanto fosse bella ma allo
stesso tempo pericolosa con quella
pistola che le spuntava dalla cintura. “Ehm.. Io sono Richard
Castle,
giornalista del New York Times. Immagino abbia sentito parlare di me..?
Quello
del fenomenale articolo sul..” “..caso Marshall, mi
ricordo” completò lei
alzando gli occhi al cielo. “Senta, non per essere scortese
ma abbiamo delle
indagini in corso qui. La stampa avrà le informazioni di cui
necessita solo
dopo che avremo finito di analizzare tutti gli elementi..”.
“E’ stato un piacere
conoscerla.. detective Beckett” mormorò lui
porgendole la mano. Lei la strinse.
“Anche per me”.
Si allontanò dal
palazzo e mentre attraversava la strada realizzò che stava
ancora sorridendo.
Un timido sorriso si era aperto sul volto di lei non appena
aveva incontrato il suo sguardo. La vide ordinare e rimase totalmente
sorpreso
quando si accorse che stava lentamente venendo verso di lui spostando
una
ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Signor Castle..”
“Detective Beckett.. che sorpresa rivederla”
La serata andava decisamente migliorando.