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Autore: Sara Izzie    10/09/2011    8 recensioni
AU: Richard Castle è un giornalista di cronaca nera con una figlia adolescente e in piena crisi matrimoniale. Kate Beckett è una determinata detective del 12th Precinct con un passato doloroso, incapace di ritrovare l'equilibrio.
Due incontri casuali, prima sulla scena di un crimine e poi a Remy’s, segnano l’inizio di un rapporto di amicizia e di fiducia che li condurrà verso ciò che entrambi stanno cercando: la felicità.
(Rating verde per ora, cambierà nel corso della storia)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Sono di nuovo qui con la mia nuovissima creazione, questa volta un AU a cui penso da giorni. Ha un significato particolare per me poiché mi ricorda una persona speciale. Dedico infatti questa fanfiction al mio migliore amico, che è sempre il mio punto di riferimento. Questa volta ho davvero bisogno di recensioni per sapere se devo continuarla o meno, quindi fatevi sentire mi raccomando! Inutile dire che i personaggi non mi appartengono. A presto!


Sara

PROLOGUE: HOW DID WE GET TO THIS POINT?

 

            Era la settima volta quella settimana. Rick non poteva più sopportare l’arroganza della moglie Meredith e la sua indifferenza verso tutto ciò che riguardava la loro famiglia e la loro casa.
Doveva essere suo il compito di passare a prendere Alexis a scuola, ma ovviamente Victoria’s Secret aveva avuto il sopravvento e Alexis si era ritrovata ad aspettare nel parcheggio per più di un’ora, decidendo poi di prendere il bus e tornare a casa da sola. C’era poi stata la faccenda dell’abito da tremila dollari comprato per una serata di gala e sapientemente dimenticato sul sedile di un taxi. Come ciliegina sulla torta, Meredith aveva persino cominciato a criticare il lavoro di Rick, ritenendo che passasse troppo tempo facendo ricerche che lei definiva “inutili”.
E ora, semplicemente, non potevano smettere di litigare.
        “Sono stanco!” sbottò Richard Castle battendo entrambi i pugni sul tavolo e rivolgendo alla moglie uno sguardo avvelenato “Sono stanco di questo tuo continuo lamentarti e interferire con il mio lavoro, questo tuo atteggiamento..! Mi stai facendo impazzire Meredith!”
Alexis era seduta immobile ad un estremo del tavolo con la forchetta tra le mani, lo sguardo fisso sul suo piatto di patatine fritte; Meredith lo stava invece fronteggiando a braccia conserte.
“Non ti permetto di parlarmi in questo modo!” replicò lei furibonda puntandogli un dito contro “Tu non hai nulla di quello che un bravo marito e padre dovrebbe avere! Nulla! E non ti azzardare mai più a giudicarmi!”
        La tensione stava salendo in maniera spropositata e Rick stava cercando in tutti i modi di calmarsi: sapeva che altrimenti gli sarebbe sfuggito qualcosa di spiacevole che avrebbe poi rimpianto.     
Quella donna lo stava totalmente facendo impazzire, non avrebbe mai retto un’altra mezz’ora in sua compagnia, l’unica cosa che voleva era andarsene e non essere costretto a rivederla.
Vai al diavolo Meredith
Prima che Alexis avesse il tempo di alzarsi dalla sedia per raggiungerlo, lui aveva già afferrato la giacca ed era sparito sbattendo furiosamente la porta di casa, lasciando entrambe nel silenzio più assoluto.

 ~ ~ ~

 

Javier Esposito e Kevin Ryan non riuscivano a capire come mai Kate Beckett non si schiodasse dalla propria scrivania del 12th Precinct nemmeno dopo avere risolto un caso. Avevano provato di tutto: l’avevano anche invitata alle loro serate di poker, così come la sua migliore amica Lanie le aveva programmato –inutilmente- appuntamenti con uomini molto affascinanti sperando così di distrarla dal lavoro.
Non era umanamente possibile che Kate preferisse trascorrere il tempo al distretto piuttosto che fuori in compagnia di un aspirante fidanzato, eppure era proprio ciò che accadeva da tre anni..
“Hey Kate..” disse Esposito avvicinandosi “Hai intenzione di rimanere qui tutta la notte?”.
Kate alzò lentamente lo sguardo dal monitor del pc e annuì. “Devo sbrigare tutte queste pratiche per il Capitano. Andrò a prendere qualcosa da mangiare a Remy’s e poi tornerò qui”. Esposito sospirò. “Continuo a credere che tu abbia bisogno di riposo detective. E te lo ripeto, se vuoi unirti a me e Ryan per una partita a poker sei sempre la benvenuta. Ma, dato che è una tua scelta..” si infilò la giacca e sistemò la sedia della scrivania “.. ci vediamo domani”. Le fece l’occhiolino e Kate sorrise in risposta. “’Notte Esposito, ‘notte Ryan”. I due si allontanarono verso l’ascensore.

 ~ ~ ~

 

Secondo Rick, Remy’s serviva i burgers migliori dell’intera città. Una vera e propria consolazione nei momenti in cui Meredith diventava una palla al piede o quando si sentiva troppo oppresso dagli eventi. Dal momento in cui era uscito dall’appartamento sapeva che sarebbe andato lì a prendersi qualche istante per riflettere; poi sarebbe ritornato a casa, avrebbe rassicurato Alexis dicendole che non c’era nulla che non andasse e infine si sarebbe rifugiato nel suo studio, magari trascorrendo la notte intera davanti alla scrivania dato che non aveva la benché minima intenzione di affrontare nuovamente Meredith.
        Parcheggiò velocemente e quando scese dalla macchina il vento gelido di metà dicembre lo assalì in pieno, quindi si diresse a passo spedito all’interno. C’era un invitante profumo di cibo e la temperatura era perfetta. Magari sarebbe potuto rimanere lì tutta la notte! Ordinò un doppio cheeseburger e si sedette ad un tavolo appartato nell’angolo del locale.
        Fu quando la porta si aprì e il suo sguardo si alzò leggermente che la vide. I lunghi capelli castani e mossi le ricadevano dolcemente sulle spalle; era avvolta in un paio di jeans che le mettevano in risalto le forme perfette e da un maglione blu scuro, e a giudicare dall’espressione doveva essere parecchio stanca. Rick non ebbe il tempo di pensare che lo sguardo della giovane donna incontrò il suo, e una lunga sequenza di immagini si proiettò nella sua mente.

 
        Tre giorni prima Richard Castle camminava verso un palazzo sulla 5th Avenue dove alcune auto della polizia si erano appostate e dove una ventina di ufficiali occupavano lo spazio davanti alla porta d’ingresso. C’era stato un omicidio, il quarto quella settimana, e l’NYPD era in cerca del serial killer responsabile dei delitti. Come giornalista di cronaca avrebbe dovuto ancora una volta riportare tutte le notizie più succulente del caso. Si avviò quindi a passo deciso verso il palazzo.
Salì le scale con l’intento di entrare ma una mano lo bloccò prendendolo per un braccio.
“E lei chi è?”
Si voltò, ritrovandosi davanti ad una donna molto affascinante che lo squadrava con un sopracciglio alzato. Prima che lui potesse dire qualunque cosa, lei sollevò il distintivo. “Detective Kate Beckett, polizia di New York. Ha per caso un buon motivo per venire a disturbare le nostre indagini sulla scena del delitto?”. Castle deglutì e pensò a quanto fosse bella ma allo stesso tempo pericolosa con quella pistola che le spuntava dalla cintura. “Ehm.. Io sono Richard Castle, giornalista del New York Times. Immagino abbia sentito parlare di me..? Quello del fenomenale articolo sul..” “..caso Marshall, mi ricordo” completò lei alzando gli occhi al cielo. “Senta, non per essere scortese ma abbiamo delle indagini in corso qui. La stampa avrà le informazioni di cui necessita solo dopo che avremo finito di analizzare tutti gli elementi..”.
        Allentò la presa sul suo braccio ma si portò davanti a lui incrociando le braccia. Castle non poté fare altro che guardarla e non riuscì a pensare più ad altro se non a quanto quella donna fosse in grado di affascinarlo in così pochi secondi. Si maledisse più volte ordinando a sé stesso di riacquistare un po’ di autocontrollo; estrasse perciò un biglietto dalla tasca dei pantaloni e lo porse alla detective. “Bene allora.. ehm.. quando ha quelle informazioni.. mi contatti a questo numero per cortesia, mi farebbe un grandissimo favore”. Beckett accettò il biglietto un po’ riluttante, poi lo intascò e annuì. “Perfetto. La ringrazio per la comprensione signor Castle”. Lui sorrise. E anche Kate, d’altro canto, pensò subito che fosse incredibilmente affascinante.
“E’ stato un piacere conoscerla.. detective Beckett” mormorò lui porgendole la mano. Lei la strinse. “Anche per me”.
Si allontanò dal palazzo e mentre attraversava la strada realizzò che stava ancora sorridendo.

 
Un timido sorriso si era aperto sul volto di lei non appena aveva incontrato il suo sguardo. La vide ordinare e rimase totalmente sorpreso quando si accorse che stava lentamente venendo verso di lui spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Signor Castle..”
“Detective Beckett.. che sorpresa rivederla”
La serata andava decisamente migliorando.

 

           

  
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