Anime & Manga > No. 6
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Autore: Starish    10/09/2011    5 recensioni
[Nezumi & Sion]
Non vi era differenza, quello era vero. Nessuna tra ciò che io avevo fatto fino a quel momento per continuare a sopravvivere e l'atto che Sion aveva compiuto... Entrambi eravamo assassini.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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forgive me Premessa: I dialoghi sono tratti dall'episodio 10 dell'anime, ma la caratterizzazione è tratta dalla novel. Abbiamo cercato di immaginarci (in modo abbastanza tragico xD) cosa sarebbe potuto accadere se Sion non fosse tornato in se dopo quello che aveva fatto :3 Teniamo comunque OOC perchè nessuno, se non l'autrice, sa davvero come potrebbero andare le cose di fronte ad una situazione del genere~
Sperando sia una piacevole lettura, vi lasciamo ad essa!

***

Si trovava di fronte a me, proprio davanti ai miei occhi. Camminava senza esitazione verso l'uomo steso a terra in un lago di sangue, implorante di risparmiargli la vita, ma lui non accennava a fermarsi.

"Sion..." Silenzio, nemmeno una parola usciva dalle sue labbra. "Aspetta... Che stai facendo...?"

Non riuscivo a credere a quello che stava succedendo, davvero. Nei suoi occhi, una volta così limpidi di pura positività, non vi era alcuna emozione. Io lo chiamavo, gli parlavo, ma era come se non fosse neanche capace di udire le mie parole. Era... impazzito.
Ancora dei passi nella direzione dell'uomo, di nuovo il silenzio accompagnato dal rumore di essi, fino a che non si sentì quello della pistola, puntata ormai verso il nemico.

"Ehi... Non può davvero succedere, tu non faresti mai..."
"Risparmiami..." Un sussurro.

Non sembrava umano, non aveva niente di quello che una persona poteva essere. Ma quegli occhi... sapevano il significato della parola 'umanità'? Impossibile.
Pure io, che avevo ormai ucciso forse troppe persone, non riuscivo ancora ad abituarmi a quella sensazione. Nessuno era nato per uccidere, a nessuno sarebbe mai piaciuto farlo, anche il più abile assassino, in cuor suo, avrebbe avuto un minimo di indecisione prima di finire la sua vittima.

"Fermati, Sion... Basta... Smettila..."

Ma lui non la ebbe. Non so di preciso che cosa disse, non sentii bene le parole che uscirono dalle sue labbra...

"SION!!"

...so solo che sparò. Sui suoi vestiti colava il sangue dell'uomo da lui ucciso, della vita della persona di cui si era fatto carico.

"Si...on..." Sentii gli occhi inumidirsi senza che neanche me ne rendessi conto, forse trascinato da ciò a cui essi avevano appena assistito. Non volevo crederci, la mia mente non voleva accettare una cosa del genere o, per meglio dire, non poteva. Glielo avevo chiesto, lo avevo implorato prima di mettere piede in quel posto. Per un momento avevo fatto finta di niente, avevo pensato che magari fosse solo perchè la situazione lo aveva richiesto... ma non potevo più ignorarlo. "Sei... cambiato." Sussurrai, abbassando lo sguardo mentre le lacrime scorrevano definitivamente lungo le mie guance.

Già, era cambiato. Non era più lo Sion che avevo conosciuto, che mi aveva salvato... A cui avevo promesso la mia stessa esistenza.
Lo vidi fissare con sguardo glaciale la sua vittima. Un patetico uomo, stupido per aver provato a fermarci quando eravamo fin troppo disperati ad uscirne vittoriosi, non c'è che dire.
Sentii trattenere una risatina mentre osservava il corpo inanime, poi si lasciò andare, esplodendo in un riso spontaneo.

"Oh sì, sono cambiato. Dal giorno in cui mi sei apparso davanti, Nezumi." Disse.

Non ero stato io a dirgli di scegliere? Che era tutto o bianco o nero? E lui aveva scelto. Niente di più semplice, no? Più e più volte mi ero reputato colpevole. Se non gli fossi capitato davanti quella notte, se non fossi ricomparso nella sua vita anni dopo, tutto quello non sarebbe successo. Sarebbe stato il solito ragazzo puro di cuore, pronto ad aiutare il primo in difficoltà...
Fissò la pistola che aveva in mano, sorridendo. Era così facile uccidere qualcuno con quegli aggeggi, vero Sion?

"Su Nezumi, non è da te piangere a quel modo." Fece notare.

Vero, non era da me piangere a quel modo, ma non era neanche da me far finta di niente quando proprio lui era ormai un'altra persona.
Alzai lo sguardo, posandolo poi sull'uomo che giaceva ai suoi piedi, e in seguito sulla pistola che ancora teneva in pugno. Non riuscii a trattenere un conato tanto il ribrezzo che provai in quell'istante. Ero stato io a trasformarlo in un assassino? Tutto ciò che avevo fatto era per salvare Safu... per continuare a vederlo sorridere, per nient'altro...
Era così sbagliato desiderare ciò?

"Sembri pensieroso..." Si avvicinò, raggiungendomi in pochi passi e facendo leva sulle ginocchia per arrivare alla mia altezza. Aveva la stessa espressione di un bambino imbronciato, espressione che ben presto scomparve per lasciar spazio ad uno strano sorriso, seguito a sua volta da una risata. Puntò infine la pistola contro di me per un secondo, per poi usarla per farmi alzare il viso e fare in modo che lo guardassi negli occhi.
"Cosa c'è che non va? Sei abituato a vedere la gente morire." Il sorriso non era ancora scomparso.

Era impossibile pure per me sopportare una cosa del genere. Sarei passato su qualsiasi cosa, su qualsiasi persona, uomo, donna o bambino che fosse. Ma non lui.

"Perchè...?" Mi venne naturale chiederlo.
"Sinceramente? Ho solo scelto, come mi avevi detto tu. Nemico o alleato." Non riuscivo a credere a ciò che sentivo, soprattutto per la semplicità con cui gli uscivano quelle parole. "Non ha più importanza Safu o No.6... io ti proteggerò, è questa la mia scelta, non dovrebbe farti piacere?" Mi accarezzò una guancia, spostandomi poi la frangia.

Allontanai di scatto la sua mano, d'istinto.

"Io non volevo questo!" Era l'ultima cosa che avrei chiesto in vita mia, anzi, se avessi potuto non avrei mai fatto accadere una cosa del genere.

Di nuovo una lacrima scese dai miei occhi.

"Come ero prima non ti andava bene, mi sembra di ricordare. Continuavi a sgridarmi, a dirmi che saremmo diventati nemici..." Ribadì, avvicinandosi e leccando via quella perla lungo la guancia.
"Ti ho portato io a questo?" Gli presi le spalle tra le mani, scuotendolo un po'. "Pensavi davvero che una cosa del genere potesse succedere!?" Avrei voluto che si fosse affidato a me, soltanto questo!!

Lo abbracciai subito dopo, cingendogli il collo con entrambe le braccia.

"Non voglio che tu sia considerato un assassino..." Un singhiozzo.
"Anche tu hai ucciso...dove sta la differenza?" Domandò con un filo di voce. "Perché solo io devo essere considerato un mostro? L'ho fatto per proteggerti, volevo solo che ti salvassi... Che potessimo tornare a casa insieme per tornare ai nostri giorni sereni... Questo... Era l'unico modo, no?"

Non c'era differenza, quello era vero. Nessuna tra ciò che io avevo fatto fino a quel momento per continuare a sopravvivere e l'atto che Sion aveva compiuto... Entrambi eravamo assassini.
Lo strinsi ancora di più a me, provando poi a pensare a come sarebbe stato rivedermi la scena di pochi minuti prima nei miei sogni. Sarei riuscito a sopportare un tale peso quando avevo cercato di attrarre a me tutti i peccati al suo posto? Impossibile.
Quello che avevo fatto, lasciato andare al vento per un gesto del genere, per non essere riuscito a rendermi conto dei proiettili che erano indirizzati a me. Se li avessi schivati, Sion sarebbe rimasto lo stesso?
Fissai il mio sangue colato sul pavimento a causa delle ferite infertemi, riconducendomi per un attimo al dolore che, in ogni caso, avevo fatto finta di non provare. Ero stato, e lo ero anche in quel momento, troppo impegnato a dannarmi.
 
"Non siamo diversi... Sion..."

Allungai la mano verso la pistola dietro di lui, cadutami una volta subito il colpo da parte dell'uomo. Aveva sicuramente trovato qualcosa di strano nella mia voce, anche all'interno del suo limbo di follia lo avrebbe notato. Qualcosa si era rotto. Tanto dentro Sion, quanto dentro di me.

"Nezumi?"
"Ho cercato di proteggerti, di tenerti al sicuro, ho pregato che non ti immischiassi in cose pericolose." Allentai appena la presa su di lui, in modo da poterlo guardare dritto in quegli occhi, diversi ma allo stesso tempo fin troppo conosciuti. "Sono un egoista, lo sono stato e sempre lo sarò, non posso farci niente... Faccio finta che le mie decisioni siano quelle giuste, senza preoccuparmi di quello che pensi tu. Tutt'ora, penso che sia corretto quello che sto facendo..."

Egoista. Assassino. Soltanto queste due parole riecheggiavano nella mia testa.
Sorrisi, osservando la pistola che tenevo ormai in mano e sospirando subito dopo. In un secondo mi alzai, indietreggiando di qualche passo. Lui rimase lì, come se il tempo si fosse in qualche modo congelato, e mi fissava, quasi fossi una figura evanescente.
Ma non era un sogno, lo capì all'istante. Mi conosceva ormai, sapeva che cosa avevo in mente, le mie intenzioni gli erano ben chiare.

Quella era la fine.

Vidi i suoi occhi rossi luccicanti di follia tornare per un breve attimo ad essere i soliti.

"No..." Aveva un tono rassegnato nella voce.
"Se solo quel giorno non fossi venuto da te in cerca di un nascondiglio... Tutto questo non sarebbe probabilmente successo."

Vivi la tua vita, Sion. Torna dalle persone che ami, da coloro che stanno aspettando il tuo ritorno. Torna a vivere la tua umanità.

Fu una cosa talmente veloce che neanche mi resi conto di ciò che successe. Le lacrime della persona che amavo, il suo corpo caldo che teneva il mio tra le proprie braccia, la sua voce che vibrava nelle mie orecchie ma che mano a mano andava sfumando. Tutto stava giungendo al termine, qualsiasi cosa avessi creato, ogni desiderio in cui avevo sperato. Ebbi soltanto la forza di sussurrare le parole che mai ero riuscito a dirgli, seppur in cuore mio erano sempre presenti.

"Mi dispiace..."
  
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