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Autore: FrozenShiver    11/09/2011    3 recensioni
Dean continua a urlare.
Invano.
Alla notte.
Vorrebbe che urlare servisse a qualcosa.
Ma non serve.
Come non serve vivere ormai.
Dean ama Castiel.
Lo ama davvero.
Ma sa che non sarà mai capace di sostituire Sammy. Il suo Sammy. Suo fratello.
La sua spina nel fianco.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione, Sesta stagione
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-Dean, dove vorresti morire?- chiede ad un tratto l’angelo, così, di punto in bianco.
-qui- risponde il biondo, con l o sguardo perso nell’infinita della notte che si apre immensa appena al di la della finestra.
-in una vecchia stanza di motel, che puzza e cade a pezzi?- l’angelo sembra sorpreso.
È vero, puzza.
-no, razza di idiota!- sbotta Dean seccato dalla mancata intuizione di Castiel –qui. Tra le tue braccia. Nel tuo amore. –
Il moro si china, per baciare la lacrima che scende dall’occhio dell’altro.
-cosa ti rende triste, Dean?- Castiel capisce sempre quando Dean soffre.
Sempre. Sempre. Sempre.
-vorrei che tu non andassi via … - risponde lui, alzandosi e sciogliendo l’abbraccio dell’angelo.
-lo so Dean, neanche io vorrei, ma ho dei doveri. E con i conflitti post apocalisse che avan… -  non riesce a terminare la frase.
Dean sta poggiando la mano sul vetro appannato, dando le spalle a Castiel.
Poi si volta, di scatto.
-non andare via, ti prego.- gli occhi imploranti riflessi nello sguardo dell’angelo, le mani strette a pugno.
-perché hai così paura di stare da solo, Dean?- Castiel è confuso, non ha mai visto Dean spaventato come in questi giorni.
Questi giorni.
I giorni dopo la morte di Sam.
I giorni in cui, per vedersi, si rifugiano in qualche squallido motel.
I giorni in cui Castiel va via lasciando Dean solo, perché adesso il paradiso ha bisogno del suonuovo sceriffo.
-è perché … quando sono da solo … riesco a pensare- Dean abbassa la testa, sconfortato e in imbarazzo davanti all’amante.
-e pensare ti spaventa?- Castiel è ancora più confuso, ma inizia ad innervosirsi.
Il biondo cerca di evitare lo sguardo dell’angelo, decisamente troppo curioso.
-Dean guardami! – tuona il moro –perché hai paura di pensare?!-  chiede,ancora più insistente.
Il cacciatore alza lo sguardo avvilito, gli occhi lucidi.
Guarda l’angelo. il suo angelo.
-Dean!- lo ammonisce Castiel avvicinandosi – rispondimi!- scandisce bene le parole.
Dean abbassa nuovamente lo sguardo, distrutto.
Sembra un bambino che è appena stato sgridato.
-perché quando penso mi viene sempre in mente lui. – Dean sta cercando di non piangere, sta cercando di essere forte. Ma non ci riesce dannazione, non ci riesce.
Castiel rimane muto, mentre vede il cacciatore cadere sulle sue stesse ginocchia, schiacciato dal dolore e dal rimorso.
Dean si piega in avanti, verso il pavimento, le braccia serrate allo stomaco come per evitare alle sue stesse viscere di uscire fuori.
-ascolta Dean!- la voce dell’angelo è dolce, soave,ma ferma –non puoi salvare tutti.-
-ascolta tu stupido figlio di puttana- la rabbia del biondo inizia a farsi sentire davvero.
Tutta la rabbia accumulata negli anni di caccia. Tutta. Adesso.
-era mio fratello! Mio fratello!- il ragazzo si scaglia contro l’angelo.
Ma la creatura mistica scompare, in un fruscio d’ali, lasciandosi dietro solo un ombra come l’odore di zolfo nella valle di Elah.
-sei un bastardo Castiel! Un bastardo!-
Dean continua a urlare.
Invano.
Alla notte.
Vorrebbe che urlare servisse a qualcosa.
Ma non serve.
Come non serve vivere ormai.
Dean ama Castiel.
Lo ama davvero.
Ma sa che non  sarà mai capace di sostituire Sammy. Il suo Sammy. Suo fratello.
La sua spina nel fianco.
In uno scatto di rabbia il biondo salta in avanti. Il machete nella mano destra, infilza una parete.
La lama trapassa il cartongesso come il dolore trapassa il cuore del cacciatore.
Sam è andato.
Morto.
Fottuto.
E tu invece, mio caro Dean, sei qui. Solo. Spaventato. Arrabbiato.
Cosa farai adesso? Continuerai a fingere che va tutto bene?
Fingerai che il dolore non ti sta dilaniando l’anima?
Che non ti manca quel ragazzo?
Che non ti manca andare a caccia?
Ma come ti sei ridotto?
Ti guardi allo specchio, distrutto, dentro e fuori.
Non sei tu.
Non sono i tuoi occhi quelli che hai davanti, così vuoti e banali.
Dov’è finito il tuosguardo da tigre?
-Ci sto provando,ad essere forte. Credetemi ci sto provando.- parli a loro. La tua famiglia.
Sam, John.
Tuo fratello, tuo padre.
Ma non sai nemmeno dove cazzo sono.
Forse, alla fine, la punizione più grande è stata la tua Dean.
Non sei morto ma non sei neanche davvero vivo.
Non c’è niente da fare Dean.
Niente.
Così il biondo esce, scappa a rifugiarsi nella notte, che forse è l’unica che ancora lo capisce.
Non andrà meglio.
Magari non andrà neanche peggio, però.
Se esiste davvero un Dio, come può non aiutarti dopo quello che hai fato per lui?
Te lo chiedi anche tu.
Dannazione se te lo chiedi.
Non ti resta che bere.
Pregare.
Sperare.
Attendere.
Morire.
  
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