Fango.
Pioggia, polvere e fango.
E rottami sparsi ovunque, lamiere roventi dall’esplosione ritemprate dalla pioggia battente.
I passi del guerriero sono strascicati. È faticoso camminare nel fango, anche se Lantis direbbe che il cuore è più pesante dei piedi.
Si ferma, si lascia cadere in ginocchio: è stanco,  fatica a respirare. Forse è la ferita di Nova: ha smesso di sanguinare, ma fa ancora male, lì sotto lo sterno. O forse quella ferita è solo il centro di gravità di  ogni suo dolore. Perché ci deve essere anche il cuore da quelle parti. E forse anche l’anima.

Si chiede come abbia fatto quella ferita a non ucciderlo. Il suo corpo deve essere più forte di quanto credesse: non ha mai combattuto battaglia senza riportare ferite, ma è sempre sopravvissuto. Sembra che a lui non sia concesso di tornare a essere polvere e pioggia.
Il dolore è un macigno nel petto che lo attrae a terra, ma lui non vuole cadere. Gli piega la schiena e la testa, ma le braccia lo sostengono: solo le sue lacrime si uniscono al fango.
Eagle.
Emeraude.
Zagato.
Nessuna esequie per loro, nessuna tomba. Solo polvere e pioggia.
E per lui... solo lacrime nel fango.