A volte ci ripensa.
Samuel odiava il lago.
Una distesa bianca di ghiaccio che si fondeva con il paesaggio candido.
Pensava che qualsiasi cosa sarebbe potuta spuntare da quel bianco indistinto.
Dalla sua finestra osservava i turbini di ghiaccio e neve che si sollevavano dalla superficie congelata.
Odiava il lago.
Perchè? Era per lui un piacere osservare scorci e paesaggi insoliti, qualsiasi cosa potesse ricordargli qualcosa di magico.
Quello era indubbiamente un bel vedere.
I mulinelli di vento alzavano e abbassavo fiocchi di neve che danzavano in armonia davanti ai suoi occhi.
I suoi occhi si illuminavano riflettendo quello spetacolo.
Perchè odiare il lago allora?

Quando vuoi tanto qualcosa che per te è speciale, hai paura che una volta ottenuta non lo sia più.

Questo era il lago. Qualcosa di magico, qualcosa che desiderava. Qualcosa a portata di mano.
Sarebbe bastato aprire la porta per ottenere quella magia.
Ma l'avrebbe voluta poi?
Una volta immerso nel bianco, con il rumore del vento intorno a lui.
Sarebbe stato felice di essere parte di quello spettacolo?
Forse per lui era meglio rimanere a contemplarlo da lontano, col desiderio ardente di possederlo latente dentro di lui.
Il lago era fermo davanti a lui, non si muoveva.
Il ghiaccio era cristallino, coperto da un sottile strato di neve.
Non faceva nulla, ma lo faceva soffrire.

Samuel lo odiava.

Non poteva non pensarci, era lì, pronto per lui.
Non poteva andarci, sarebbe finita la sua magia.

Ora, a volte ci ripensa.
Samuel non odia il lago,  il suo odio è stato compensato dall'amore.
Ora che è diventato un tutt'uno con il bianco, non è pentito.
La magia c'è ancora.
Adesso lui fa parte della magia.
Fa parte del vento freddo che spira tutto intorno, fa parte della neve che viene catturata dal turbinio delle correnti.
I suoi occhi non riflettono più quello spettacolo, ora è lui lo spettacolo.