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Autore: Justice Gundam    11/05/2006    6 recensioni
Seguito di 'Lord of Digital Rings': due anni e mezzo di pace hanno fatto seguito all'ultima vittoria dei bambini prescelti, ma questa pace non è destinata a durare. L'apparizione di misteriosi Digiprescelti oscuri, il ritorno di vecchi amici e nemici, una nuova avventura e delle rivelazioni incredibili che attendono lì, dietro l'angolo... la battaglia prosegue, e la posta in gioco è più alta che mai. Perchè Hikari è vittima di inquietanti visioni? Cosa vogliono gli Alias-3 e il loro capo, il perfido Neo? Quali nemici stanno tornando per vendicarsi? Una ragazza di nome Rei e il suo medaglione custodiranno forse alcune risposte? Questo e altro in questo nuovo capitolo nelle loro vite...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Invasion-02

Digimon Adventure 02: Invasion

Una fanfiction di Digimon scritta da: Justice Gundam

Justice (con gli occhi spalancati davanti allo schermo): O_O

Patamon (arrivandogli da lato e agitandogli un'ala davanti al viso): Autore... autore, sei ancora tra noi? Yuhuuu!

Justice: O_O

Gatomon: Niente da fare, è caduto in catalessi... devono essere state tutte quelle recensioni. Nove in un solo giorno! Devo ammetterlo, un record!

Justice: Dieci... dieci... recensioni... O_O

Gatomon: Sigh... okay, autore, sei rimasto imbambolato abbastanza a lungo a guardare i risultati del tuo muovere le mani sulla tastiera. Ora non ti sembra che sia il momento di fare qualcosa che, per un motivo o per l'altro, non sei riuscito a fare prima? Che so, introdurre i personaggi del tuo prequel?

Justice: Huh? Personaggi del... (si riprende immediatamente) AAAARGH! E' VERO! I personaggi che appariranno in 'Digimon Zero'! Visto che questa storia sarà pubblicata a breve, tanto vale che li presenti adesso! Ehm... allora, ragazzi... ecco a voi i personaggi che, da qui a pochi giorni, vi accompagneranno nella storia che parlerà del primo contatto tra il Mondo Reale e quello Digitale! Vi presento... IL PRIMO GRUPPO DI BAMBINI PRESCELTI!

(Appare un ragazzino di circa dodici anni, dagli scompigliati capelli blu scuro pettinati in una frangia che gli scende sugli occhi, con addosso una maglietta rossa con il grecale nero, pantaloncini corti e larghi con diverse tasche, scarpe da ginnastica rosse... e beh, i classici occhialoni che non possono mancare ad un protagonista di Digimon! Porta un orologio al polso, e ha un'espressione allegra e sbarazzina.)

Ragazzino 1: Ta-daaan! Piacere di conoscervi, fan di Digimon! Il mio nome è Sho Kusanagi, provengo dal Giappone, e sono il leader non ufficiale del primissimo gruppo di bambini prescelti! Amo l'avventura e fare nuovi amici... ma non chiedetemi nulla di matematica o calligrafia!

(Di fianco a lui, arriva una ragazzina della stessa età, una tipetta dall'aria sportiva con lunghi capelli blu elettrico legati in una coda dietro la schiena, con addosso una t-shirt gialla con scritto CALIFORNIA, blue-jeans corti e scarpette bianche. Porta al collo una catenina dorata con appesa una piccola croce.)

Ragazzina 1: Buonasera a tutti, gente! Io sono la sua migliore amica, Yurika Kagura, 12 anni, giapponese. Amo gli sport, in particolare il judo, e ho fama di essere una testarda che non accetta un no come risposta. Piacere!

(Il terzo membro del gruppo è un bambino di colore vestito come un fan del baseball, con berrettino rosso dal frontino girato all'indietro, maglietta bianca con una stela rossa con sotto scritto 'Red Sox', pantaloni blu e scarpe da ginnastica. Sorride e strizza un occhio al pubblico, agitando una mano.)

Ragazzino 2: How do you do, everybody? Io sono Kevin Nicholson, statunitense, nove anni, e sono conosciuto come il più vivace del gruppo! Come potete vedere, amo il baseball, e sono anche un fanatico di musica country! Spero che andremo d'accordo!

(La quarta è una ragazza occhialuta e dall'aria tranquilla, con addosso un'elegante uniforme scolastica, composta da giacchetta e gonna nere con camicia bianca, simile a quella di una scuola pubblica inglese. Porta una piccola cartella nera sotto il braccio, e i suoi capelli castani sono tenuti fermi da un cerchietto.)

Ragazzina 2: Ehm... piacere di conoscervi. Io mi chiamo Jolene Spencer... e ho 11 anni. Sono inglese, mi piace leggere, scrivere storie e... beh, questo è tutto quello che posso dire di me. Spero di essere una buona aggiunta alla squadra!

(Per finire, il quinto è un ragazzo dall'espressione scontrosa, con capelli biondo scuro scompigliati e un pò lunghi, maglietta verde con le maniche rosse macchiata qua e là di olio, blue-jeans e scarpe bianche e rosse. Ha un aspetto piuttosto trascurato, e dà l'impressione di avere di meglio da fare che stare là a presentarsi.)

Ragazzino 3 (disinteressato): E io sono Felipe Ortega. 12 anni, spagnolo. Vi può bastare?

Justice: Capperi, e io che ricordavo gli spagnoli come gente più amichevole... Vabbè, comunque ecco a voi il nuovo (o meglio dire, vecchio) gruppo di bambini prescelti! Molto presto, inizierò a raccontarvi le loro avventure a DigiWorld... le vicende che hanno preparato la strada ai prescelti delle generazioni successive! Conto di scrivere una storia entusiasmante!

Sho: Grazie, signor autore! Ora, per rispondere alle recensioni... possiamo pensarci noi?

Justice: Ma certamente, Sho! Anzi, te ne prego vivamente!

Sho: Yahoo! E allora, sotto con i commenti! Il primo è il buon vecchio Killkenny, che ha graziato questa storia con un voto altissimo! Dieci con tre più! Io dovrei mettere assieme i voti di due o tre dei miei compiti di geometria per ottenere qualcosa che si avvicini!

Yurika: Perchè passi il tuo tempo con il GameBoy invece di studiare, fessacchiotto! Per quanto riguarda Amico Fuzio... grazie della tua recensione, e speriamo che questa storia ti piaccia come le altre!

Kevin: Driger ci ha lasciato una recensione bella lunga, come anche Francesca Akira89... Allora, Driger, grazie dei complimenti... i rimanenti Grandi Signori dei Demoni si sveleranno col tempo, e a parte quello che ha detto l'autore nelle note finali del capitolo precedente, altro non sono autorizzato a rivelare... Puoi stare tranquilla che vedremo, presto o tardi, tutte le altre Digievoluzioni Mega... e anche qualche altra evoluzione che potresti non aspettarti! E per quanto riguarda Mimi... beh, il titolo di questo cap dice tutto, credo! ^_^

Justice: Non so, per il resto, quanto sarà lunga la storia. Sicuramente più di Lord of Digital Rings, forse quanto Reload. Oh, e a Francesca Akira... grazie infinite per i complimenti, troppo buona! Davvero pensi che verrebbe valorizzata di più in versione animata? Hmmm... chissà, magari potrei fare un pensierino su quanto mi hai detto... proseguire sulla strada di scrittore... perchè no, potrebbe essere! Per quanto riguarda la questione romanticismo... beh, non ho voluto fare le cose troppo velocemente, considerando che molti personaggi, nelle mie storie precedenti, erano ancora bambini. Per Taichi e Sora andava bene, visto che erano già abbastanza grandi... ma per Daisuke-Hikari e Ken-Miyako, ho preferito mettere solo qualche lieve accenno! Non ti preoccupare, ci sarà di più in questa storia!

Jolene: Tocca a me? Va bene... la recensione che passo in rassegna è quella di TopoMouse, altro assiduo frequentatore di questa serie... noi tutti ti ringraziamo sentitamente per la tua review positiva, e ti promettiamo che molti misteri si sveleranno con il proseguire della storia. In particolare, quello di Dragomon, che sarebbe dovuto essere un elemento importante nella seconda serie, ma che è stato accantonato in sede di realizzazione...

Felipe: E qui abbiamo le recensioni di Sweet Girl, Titty e Kari89... hmmm, non dicono niente di particolare, e si limitano a fare i complimenti... beh, l'autore vi ringrazia per l'incoraggiamento che gli state dando. Speriamo che la storia si mantenga su questi livelli, sapete com'è, c'è sempre il blocco dello scrittore in agguato...

Justice: Tu vedi sempre il bicchiere mezzo vuoto invece che mezzo pieno, eh? -_-

Felipe (alzando le spalle): Non ci posso fare niente, è il mio modo di fare...

Sho: E' il tuo modo di fare... che ti rende antipatico a tutti!

Felipe: Hey, attento a come parli, tu, giapponesino!

(Sho e Felipe si fissano in cagnesco)

Kevin: Forza, ragazzi! Rissa, rissa! Oh, e intanto che quelli risolvono le loro questioni, io passo alla review di HikariKanna... beh, tu e l'autore non andate d'accordo su molte coppie, ma vi rispettate a vicenda! Cosa succederà ad Hikari? Mantieniti sintonizzata e lo saprai!

Jolene: Ugh... ho sempre odiato i litigi... comunque, a Rika88: l'autore concorda pienamente sulla tua affermazione - Daemon e Dragomon sono stati i grandi esclusi della seconda serie: non sono serviti nemmeno a far andare avanti la trama! Ora, invece, non solo sono presenti entrambi, ma sono anche alleati! E per la faccenda Taiora... beh, l'autore ha pensato che Yamato avrebbe fatto la stessa cosa che Taichi ha fatto nella serie originale...

Justice: Fammi indovinare, Rika: anche tu una fan di Full Metal Alchemist? Bellissima serie! Ne sono già appassionato! Oh, e ha una cosetta in comune con l'universo Digimon: sette individui poco raccomandabili ispirati ai sette peccati capitali! Ora, non è che qualcuno potrebbe dire al leader con gli occhialoni e al lupo solitario della mia storia originale di piantarla? Non vorrei che si prendessero per il collo prima ancora che io inizi a scrivere di loro!

(Sho e Felipe stanno continuando a fissarsi in cagnesco, con tanto di scintille elettriche che corrono tra i loro occhi.)

Yurika (separa i due litiganti prendendoli per un orecchio): Basta, voi due! Non ricominciate a litigare, ne avremo già abbastanza, di problemi, a sopravvivere a tutto ciò che l'autore ci manderà contro... e credetemi, non sarà poco!

Sho: Ahiooo! Yurika-chan, smettila! Mi stacchi l'orecchio!

Felipe: Owww... rimproverato da una femmina... che vergogna...

Yurika: Hai qualcosa contro noi ragazze, SUPERMACHO? >_<

Jolene: Oh, no... anche lei si mette... -_- U

Kevin: Girl power! Girl power! ^_^

Justice: Ehm, grazie Yurika-chan... ma vedi di non farti coinvolgere anche tu! Forse è meglio lasciare che i miei personaggi originali risolvano i loro problemi per conto loro... e passare alla storia! Questo capitolo vedrà il tanto atteso ritorno in scena di Mimi, e forse introdurrà qualche personaggio che assumerà un ruolo maggiore più avanti nella serie! Quindi, vi lascio alla vostra lettura! Buon divertimento!

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Capitolo 2 - Il ritorno di Mimi

"Hmm... che... cosa..."

La ragazza addormentata brontolò nel sonno, disturbata dall'improvvisa sensazione di calore che le investì la guancia e l'occhio destri. Un raggio di luce solare arrivò al suo volto, e le sue orecchie, riattivatesi dopo il lungo sonno, percepirono un lieve e sordo rumore di motori, e delle voci confuse che provenivano da tutt'attorno a lei. La ragazza non vide altro che rosso per qualche secondo, poi si decise ad aprire timidamente gli occhi, stropicciandoseli nel tentativo di svegliarsi completamente. Finalmente, dopo qualche secondo, la visuale tornò normale, ai suoi occhi si presentarono le file di posti dell'aereo che aveva preso: un confortevole volo internazionale, con file laterali e centrali dai comodi sedili foderati di stoffa blu, e bocchettoni di aria condizionata sopra ogni posto a sedere. Davanti a ciascun passeggero, sullo schienale del sedile immediatamente davanti, c'era un piccolo televisore, e su ciascuno dei braccioli si trovava una presa alla quale era possibile inserire delle cuffie per ascoltare musica, o le parole di quanto veniva trasmesso sullo schermo. Buona parte dei finestrini avevano i pannelli abbassati, riducendo notevolmente la quantità di luce che penetrava nel velivolo, ma la visibilità rimaneva buona, e si riusciva a vedere che era ancora giorno.

"Hmm... cavolo... è ancora giorno... pensare che era appena mezzogiorno quando sono partita da San Francisco otto ore fa... sembra quasi che la giornata non finisca mai..." mormorò a bassa voce la ragazza, scuotendo la testa. Era seduta ad uno dei posti esterni della fila centrale, e questo faceva sì che qualche raggio di sole la raggiungesse. Aveva il collo un pò indolenzito per tutto il tempo in cui l'aveva tenuto piegato, la saliva che aveva in bocca aveva assunto uno strano sapore, e si accorse con fastidio di avere la gamba destra addormentata, a causa della posizione che aveva tenuto per molto tempo. Se la scosse per mandare via la sensazione di mille aghi che le trafiggevano la pelle, e si riappoggiò con la spalle allo schienale, sgranchendosi le ossa e rimettendosi a posto i capelli e i vestiti.

Era una ragazza molto carina, su questo nessuno avrebbe potuto discutere: abbastanza alta per una giapponese, dalla pelle leggermente abbronzata e dell'età di circa sedici anni, aveva i capelli un pò lunghi, tinti di un vivace castano ramato che sostituiva il rosa di due anni e mezzo prima, elegantemente pettinati con tanto di riccioli sulla fronte e raccolti in una breve coda dietro la nuca, con un fermaglio rosa fucsia di forma ovale a tenerli fermi. Il suo abbigliamento consisteva di un top rosso sgargiante che le scopriva la pancia, con una bandiera americana a stelle e striscie disegnata sul petto, una gonna bianca che le arrivava quasi alle ginocchia, e un paio di stivaletti bianchi dalla suola alta che la facevano sembrare di uno o due centimetri più alta, con qualche cinghia sul davanti a tenerli fermi. Per finire, i suoi grandi occhi castani, in quel momento ancora assonnati, esprimevano una grande bontà d'animo, ma anche una grande decisione. Sistemata sotto il suo sedile, c'era una borsetta rossa di marca ancora aperta, che la ragazzina si chinò a raccogliere. Addormentata all'interno della borsa, stava una strana creaturina simile ad una piantina verde con braccia e gambe percorsa da venature, tre dita viola al termine di ogni braccio, e un bellissimo fiore rosa, i cui quattro petali in quel momento erano chiusi, sulla testa tonda. La ragazzina sorrise tra sè, vedendo che la sua compagna Digimon stava bene, e fece per chinarsi e rimettere la borsetta a terra quando la strana piantina animata mosse un braccio e si passò un dito sotto l'inesistente naso, mormorando qualcosa nel sonno. Lentamente, il Digimon vegetale aprì uno dei suoi grandi occhi smeraldini e si alzò, spostando di lato un portafogli, alcuni biglietti aerei, e un astuccio per il mae-up, e fece capolino dalla borsa.

"Yaaaawn..." esclamò la creaturina, mentre il fiore che aveva sulla testa si apriva un petalo alla volta, rivelando il giallo della sua parte centrale, e un lungo pistillo giallo ed incurvato che diventava rosso verso la fine. Dopo aver sbattuto gli occhi un paio di volte e aver scacciato il sonno residuo, alzò lo sguardo verso la ragazzina dai capelli castani e le sorrise. "Hey, ciao, Mimi... ragazzi, che dormita che ho fatto... allora, tutto bene?"

"Ciao, Palmon! Sì, tutto bene... e tu, sei riuscita a riposarti?" rispose Mimi Tachikawa, Digiprescelta della Sincerità, a bassa voce, dopo essersi data un'occhiata a lato e aver notato che la donna seduta al suo fianco era ancora addormentata.

"Certamente!" rispose Palmon, riprendendo il tono vivace che le era proprio. Guardò Mimi negli occhi e sbattè le palpebre un paio di volte. "Tu però non mi sembri altrettanto riposata..."

Mimi si coprì la bocca con una mano e fece una risatina. "Si nota molto, eh? Per quanti comodi siano, non ho mai trovato facile prendere sonno su questi sedili... e con il sole che non tramonta mai! Comunque, tra non molto dovremmo arrivare all'aeroporto di Narita..."

"Bene! Non vedo l'ora di incontrare di nuovo i ragazzi!" esclamò Palmon, alzando leggermente la voce. Mimi si mise un dito davanti alle labbra per chiederle di abbassare un pò la voce, poi annuì e le fece una carezza sulla guancia. "Anch'io, Palmon... anch'io..."

Fu in quel momento che Mimi si accorse di una hostess che camminava nel passaggio tra la fila in cui era seduta lei e quella laterale. Alzò una mano per farsi notare, e la giovane donna in uniforme blu se ne accorse subito. "Sì, signorina, mi dica. C'è qualche problema?" chiese gentilmente.

Mimi scosse la testa. "No, nessun problema. Volevo solo chiederle... non sa per caso quanto dovrebbe mancare, più o meno, all'atterraggio?"

"Dovremmo atterrare a Narita tra circa un'ora." rispose la hostess, con un tono che lasciava trasparire la sua professionalità ed esperienza. "Stando ai resoconti che abbiamo ricevuto dal nostro servizio meteo, adesso a Tokyo è l'una pomeridiana del 30 Luglio 2005, la temperatura a terra è di 30 gradi Celsius... ed è una stupenda giornata di sole!"

"Fantastico! Adoro le belle giornate!" esclamò l'entusiasta Palmon, attirandosi le attenzioni della giovane hostess, che la guardò meravigliata per un pò, per poi chinarsi ad accarezzarla.

"Hey, lo sai che sei davvero carina? Quindi tu sei uno di quei... come si chiamano... Digimon..." le disse, grattandole una guancia. Con un sorriso sornione, Palmon accettò le attenzioni. "Indovinato! In carne ed ossa... o forse dovrei dire dati e algoritmi!"

Le due ragazze ridacchiarono della battuta, poi la hostess si rivolse di nuovo a Mimi. "Vorrebbe che le portassi qualcosa, signorina? Il volo durerà ancora un pò..."

"Sì, grazie... un succo di frutta per me... e uno anche per Palmon, se possibile!" rispose la Digiprescelta, la cui partner Digimon si era accomodata sulle sue ginocchia. La hostess rispose con un sorriso e un cenno della testa, e proseguì il suo giro. Con un sospiro di stanchezza, Mimi appoggiò la testa allo schienale della sedia, sentendosi decisamente meglio dopo la levataccia di pochi minuti prima. Il suo sguardo era rivolto verso una delle finestre, che dava sulle maestose nubi bianche fluttuanti nel cielo terso. Sembravano tanti mucchi di morbida lana, talmente dense e candide da far quasi venir voglia di correrci sopra. I raggi di sole che filtravano dai vetri riscaldavano dolcemente lei e Palmon. Mimi chiuse di nuovo gli occhi, godendosi la sensazione di pace e tranquillità di quel momento, che nemmeno la voce dell'altoparlante, annunciata da un breve dlin dlon, riuscì ad infrangere.

"Buongiorno, gentili passeggeri. L'arrivo al Narita International Airport di Tokyo è previsto tra un'ora. Si prega di allacciare la cintura di sicurezza. Vi ringraziamo per aver scelto Delta Airlines, e ci auguriamo che il volo sia stato di vostro gradimento."

"Finalmente... dopo un altro anno, finalmente ci rivediamo, ragazzi..." disse tra sè Mimi, pregustandosi l'arrivo.

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Alle due del pomeriggio, come del resto quasi sempre, l'aeroporto di Narita straripava di persone che correvano avanti e indietro, molte delle quali trascinando con sè pesanti valigie o spingendosele davanti con dei carrelli: la folla mormorante che infestava i terminal creava una sensazione di claustrofobia che il caldo opprimente di quei giorni, mitigato solo in parte dall'aria condizionata, non faceva che rendere più insopportabile la situazione. E il terminal della metropolitana che da Shinjuku arrivava all'aeroporto non faceva eccezione: per quanto il sistema di trasporto sotterraneo della capitale del Giappone fosse lo stato dell'arte, rimaneva sempre il problema del sovraffollamento... e infatti, quando le porte del treno sotterraneo si aprirono, tutte le persone stipate dentro i vagoni come sardine in scatola si riversarono fuori in una disordinata marea, boccheggiando per il calore e la mancanza d'aria. E tra queste, c'erano delle vecchie conoscenze... un familiare gruppetto di ragazzi dai dodici ai diciotto anni, con tanto di Digimon al loro fianco!

"Uff... Acc... La prossima volta mi ricorderò... di non prendere più la metropolitana per andare a Narita..." boccheggiò Taichi Yagami, tenendo in braccio il suo partner, Agumon, in modo che non venisse calpestato dalla folla. "Ugh... Hey, Agumon, lo sai che pesi? Dovresti metterti un pò a dieta!"

"Ma lo sto già facendo, Taichi..." protestò il piccolo dinosauro. "Ho ridotto le tavolette di cioccolato fondente da cinque a tre al giorno!"

Gabumon si passò la zampa dietro la nuca. "Per qualche motivo, credo che non sarà sufficiente a farti perdere peso... soprattutto se te ne stai a guardare la televisione tutto il giorno!". I Digimon e i loro compagni erano costretti ad alzare la voce per farsi sentire nel confuso marasma di esclamazioni, gente che si urtava a vicenda, e piedi che minacciavano di calpestare i loro.

"Cerchiamo... di uscire da questa folla il prima possibile, per favore... il volo di Mimi-san dovrebbe essere arrivato ora... Ahio! Guarda dove metti i piedi, babbeo!" esclamò Miyako, voltandosi irritata verso un ragazzo dai capelli bianchi un pò più grande di lei, che le era 'garbatamente' passato sul piede in quel momento. Il tizio se ne andò senza neanche voltarsi, lasciandosi dietro una Miyako molto arrabbiata in mezzo ad una folla che quasi non si era accorta di ciò che era successo.

"Cafone." mormorò Hawkmon, scuotendo la testa. "Beh, non pensiamo a quello lì, e cerchiamo le scale mobili... quale avete detto che è il terminal dell'aeroporto a cui arriverà il volo da San Francisco?"

"Terminal... acc... e non spingete! Terminal 9 dei voli internazionali!" esclamò Sora, tentando di mantenere l'equilibrio quando la parte della folla in cui lei si trovava si gettò repentinamente a sinistra e rischiò di farla cadere. "Biyomon, scusa... puoi andare a controllare quanto distano le scale mobili?"

"Lo faccio subito, Sora!" rispose l'uccellino rosa, spiccando il volo dalla spalla della sua partner umana e guardandosi attorno. Si levarono alcune voci meravigliate di bambini che osservavano il piccolo ed eroico Digimon volante, ma Biyomon le ignorò e si sollevò in alto sulla folla, subito seguito da Tentomon, Patamon ed Hawkmon, che si guardavano attorno alla ricerca di una qualsiasi indicazione che conducesse al terminal che stavano cercando... finalmente, lo sguardo di Patamon si posò su un cartellone nero affisso ad una parete, con sopra dei kanji bianchi e il disegno di un aereo stilizzato, che indicava una scala mobile posta all'estrema sinistra della stazione. Ma ancora più interessante era la scritta più piccola che stava sotto l'indicazione: 'INTERNATIONAL ARRIVALS: TERMINALS 1-10'.

"Ragazzi, lo abbiamo trovato!" esclamò Patamon, scendendo verso i Digiprescelti e indicando verso sinistra con una zampina. "L'uscita per il terminal a cui Mimi-san dovrà arrivare è tutta a sinistra!"

"Accidenti, proprio verso la fine..." esclamò Daisuke, strizzando un occhio e liberandosi da due persone piuttosto corpulente che gli stavano impedendo di muoversi. "Dobbiamo farci strada in tutto questo ingorgo fino alla fine della stazione... ma perchè non inventano dei vigili anche per il traffico pedonale?"

"Appunto! Risolverebbero un sacco di problemi!" assentì Veemon, esibendosi in uno spettacolare dribbling tra le valigie trascinate e le gambe dei pedoni indaffarati. La battuta fece sorridere un pò tutti.

"Propongo il premio Nobel al primo che proporrà ufficialmente un'idea del genere... ma intanto vediamo di cavarcela da soli! Forza, ragazzi, restiamo uniti e andiamo verso sinistra!" esclamò Taichi, chiamando a sè i suoi amici a cominciare da Yamato e Hikari. Dopo un pò di sforzi, finalmente la squadra dei ragazzi prescelti e dei Digimon riuscì a raggiungere la grande scala mobile che portava ai terminal. Tutti presero fiato, sentendosi immediatamente meglio dopo essere sfuggiti a quella calca pazzesca.

"Non mi è mai piaciuta la folla..." commentò Iori, il cui Digimon, Armadillomon, faceva capolino da uno zainetto beige che il ragazzino si portava sulle spalle. Il piccolo mammifero corazzato rivolse un ultimo sguardo sbalordito al formicaio di persone che si agitava al piano inferiore, e annuì in segno di approvazione.

Dopo aver tirato un paio di respiri, Yamato diede una rapida occhiata al gruppetto di Digiprescelti per assicurarsi che non mancasse nessuno. Contò dodici prescelti e Digimon, quindi fu abbastanza sicuro che nessuno si fosse perso nella ressa infernale, ma volle comunque essere sicuro. "Ragazzi, ci siete tutti? Non si è perso qualcuno?"

"No, fratellone!" rispose Takeru, guardandosi attorno. "Vedo tutti gli altri ragazzi, Patamon è con me... e gli altri Digimon? Ci sono tutti?"

"Presenti, tutti quanti!" rispose Gomamon dalle braccia di Jyou, dando a sua volta un'occhiata in giro. Finalmente, il gruppetto raggiunse la sua destinazione e scese dalla scala mobile, guardandosi attorno per scorgere il terminal che a loro interessava. All'interno dell'aeroporto, la situazione era decisamente più sostenibile: continuava ad esserci una marea di gente, ma era concentrata alle casse, agli imbarcaderi, alle uscite del check-in e ad alcuni negozi duty-free: almeno, lì dentro c'era più spazio per manovrare... per non parlare della sensazione di liberazione che dava l'aria condizionata!

"Uff... almeno qui si respira..." mormorò Gatomon, passandosi una zampina sul corto mantello bianco per rimetterselo a posto. "Allora, avevamo detto Terminal 9, giusto?"

Sora annuì, puntando lo sguardo verso un numero nove situato a destra rispetto a dove si trovavano i ragazzi in quel momento. "Sì... ed eccolo là, c'è già un bel pò di gente in attesa... il volo dovrebbe essere arrivato da poco..."

A confermare le supposizioni della Digiprescelta dell'Amore, giunse un avviso del personale aeroportuale, che risuonò dagli altoparlanti.

'ATTENZIONE. IL VOLO DA-36712, DELLA DELTA AIRLINES, PROVENIENTE DA SAN FRANCISCO, E' ATTERRATO IN QUESTO MOMENTO ALLA PISTA DI NUMERO 3. USCITA PASSEGGERI E CHECK-IN AL TERMINAL 9.'

"Appunto." disse Sora con un cenno della testa, indicando la folla in attesa all'uscita del terminal. "Ora non ci resta che prendere posto e aspettare... per recuperare i bagagli e fare il check-in ci vorrà un pò di tempo..."

In ordine, i ragazzi si diressero verso il terminal, e Sora, Koushiro e Jyou riuscirono in qualche modo a trovare un posto 'in prima fila' tra la folla di parenti, amici e conoscenti in attesa dell'arrivo dei passeggeri. Dopodichè, iniziò la lunga attesa...

Un minuto.

Due minuti.

Tre, quattro, cinque minuti...

Un bel mucchio di minuti. Stavano cominciando a diventare un pò TROPPI minuti per alcuni dei Digiprescelti meno pazienti... in particolare Daisuke, che sbuffò tenendo le braccia incrociate sul petto. "Insomma! Sono passati ben venti minuti, e ancora non si vede scendere nessuno! Cos'è, li hanno messi in quarantena?"

"Un pò di pazienza..." rispose Takeru. "Ci può volere un bel pò di tempo prima che i bagagli vengano scaricati e ritirati... quella volta in cui io e mia mamma siamo andati in Francia a far visita al nonno, c'è stato da aspettare un bel pò prima di poter ritirare le valigie, fare il check-in e lasciare l'aeroporto."

"Okay... huh? Aspettate, mi sembra che qualcuno stia arrivando..." mormorò Daisuke, notando un gruppetto di persone che, valigie alla mano, si accingevano ad uscire dal gate. I ragazzi guardarono attentamente, ma non videro Mimi tra esse. Erano tutti adulti o giovani adulti: i ragazzi distinsero un tizio con i capelli ossigenati e la camicia hawaiiana a fiori, una donna abbronzata che indossava un paio di occhiali da sole... ma nessuna traccia della loro amica.

"Okay, nessun problema... almeno sappiamo che non ci sarà bisogno di attendere ancora troppo a lungo." disse Yamato.

I ragazzi e i loro Digimon si rimisero in attesa, mentre tutt'attorno a loro la gente si scambiava abbracci, convenevoli e quant'altro con i loro amici, parenti e conoscenti appena scesi dall'aereo. La folla si andava sfoltendo man mano che i passeggeri sbarcati e i loro amici si allontanavano, trascinandosi dietro pesanti bagagli e zaini... e quando circa la metà dei componenti originali se ne fu andata, Sora per prima distinse due volti familiari tra la folla dei passeggeri: una ragazza di un anno più giovane di lei, dai lunghi capelli castani ramati, con addosso un top rosso decorato con la bandiera americana, una gonna bianca e stivali bianchi dalla suola alta, che si trascinava dietro un paio di valigie (e una borsetta firmata) con aria leggermente stizzita; e un piccolo Digimon pianta con uno sgargiante fiore sulla testa, che cercava in qualche modo di aiutarla spingendo le valigie.

"Hey, ragazzi, guardate! Eccola lì!" esclamò Sora, felice di rivedere la sua amica. "Hey, Mimi-chan! Palmon! Siamo qui! Mimi-chan!"

"Mimi-saaaan! Siamo quiiiii!" la chiamò Miyako, facendo qualche salto e agitando la mano per farsi vedere.

Quelle voci attirarono l'attenzione di Mimi e Palmon, che alzarono lo sguardo e si trovarono di fronte, ad alcuni metri di distanza, le facce sorridenti e le mani agitate in segno di saluto di un nutrito gruppetto di ragazzi e Digimon. I loro volti si accesero di gioia, e Mimi attraversò il gate quasi saltando dalla gioia, portandosi dietro le valigie con facilità inaspettata.

"Hey, Mimi!" esclamò ridendo Palmon, rimasta indietro a causa dello sprint della sua partner umana. "Certo che ne hai ancora molta di energia!"

"Ragazzi! Che gioia rivedervi! Ci siete tutti!" esclamò Mimi al colmo della felicità, raggiungendo i suoi amici e gettando le braccia attorno al collo di Sora, che ricambiò con gioia l'abbraccio. "Sapeste quanto ho aspettato questo giorno!"

"Anche noi, Mimi-chan!"

"Allora, com'è andato il viaggio?"

"E' stato comodo?"

"E la scuola? Ormai sei al liceo!"

"Ti vedo davvero bene!"

"Allora, com'è andato l'anno?"

La scena che si ripeteva puntuale ogni anno, in occasione della visita di Mimi in Giappone, si ripresentò: queste e simili domande assalirono da ogni direzione le orecchie della sbalordita Digiprescelta della Sincerità, che sbattè gli occhi confusa per due secondi prima che Palmon intervenisse in suo aiuto. "Heilà, ragazzi! Quante domande, aspettate che ci riprendiamo un pò! Siamo ancora un pò frastornate per quel viaggio in aereo!"

"Palmon! Bentornata!" esclamò Hawkmon, scendendo a terra per salutare il piccolo Digimon pianta, come fecero tutti gli altri Digimon. Ben presto anche Palmon si trovò a destreggiarsi tra gli abbracci e i benvenuti dei suoi colleghi Digimon, che accolse festosamente. La gioia regnava sovrana nel gruppetto di ragazzi e mostri digitali, amplificata dall'atmosfera festosa e leggermente caotica che caratterizzava il terminal in quel momento - finalmente, dopo un altro anno, il gruppo era di nuovo riunito! Risate, abbracci, saluti e altre dimostrazioni di affetto si susseguivano senza posa.

Finalmente, una volta sbrigati tutti i dovuti convenevoli, Mimi afferrò le valigie, e il gruppetto iniziò ad allontanarsi dal terminal, ridendo e parlottando allegramente. Avevano deciso di mettersi a parlare da un'altra parte, nella hall dell'aeroporto dove avrebbero creato un ingombro minore e avrebbero potuto discutere con tutta calma, per scambiarsi le ultime notizie e decidere come passare assieme il resto della giornata. Dopotutto, quello era un giorno speciale... e quale modo migliore per trascorrerlo se non una simpatica uscita tra amici? Taichi e Yamato si offrirono di portare le valigie di Mimi, dopodichè, con ordine, l'allegra brigata abbandonò le proprie posizioni e si diresse verso l'uscita dell'aeroporto...

Mentre si allontanavano, però, non si accorsero della spettatrice indiscreta che li stava tenendo d'occhio fin da quando si erano aggregati alla folla in attesa: infatti, seduta vicino ad una finestra del terminal, con il viso coperto da un quotidiano che sembrava sfogliare, una ragazza dai capelli tinti di biondo li stava tenendo d'occhio, facendo capolino di tanto in tanto dai fogli di giornale che teneva in mano. Era una ragazza della stessa età di Mimi, e altrettanto bella... ma non della stessa bellezza elegante e discreta che contraddistingueva la Digiprescelta della Sincerità: quella della bionda era una bellezza più appariscente, più artificiale per certi versi... fino al punto da sembrare volgare e di cattivo gusto. Tutti i suoi vestiti erano neri, a parte qualche bottone e qualche decorazione bianca o color acciaio: dal top che le copriva la parte superiore del busto, lasciandole le spalle nude, alla gonna lunga fino alle ginocchia, agli alti stivali... per finire con i guanti dalle dita mozzate, simili a quelli di un rollerblader, che portava sulle mani. Portava inoltre un braccialetto nero sopra il gomito, e un collarino di pelle nera decorato con delle piccole borchie arrotondate di metallo grigio. I suoi lunghi capelli biondi erano legati in due morbide code laterali, e una frangetta era tenuta sulla fronte da un piccolo fermaglio nero. Portava inoltre un paio di orecchini dorati di forma triangolare, e i suoi occhi verdi, dalle ciglia perfettamente nere e tirate a lucido, erano vivaci e brillanti, e in essi si poteva leggere una leggera vena di cattiveria, accentuata dal rossetto sulle labbra e dall'ombretto nero che le evidenziava le palpebre inferiori.

La ragazza bionda tenne d'occhio gli ingari Digiprescelti, finchè questi non si furono definitivamente confusi con la folla, poi tirò fuori un cellulare rosso, decorato con sticker e altre amenità, da una tasca della gonna, lo aprì e compose un numero, mettendosi poi ad attendere risposta. Risposta che non tardò ad arrivare.

"Pronto?" parlò la ragazza, con voce morbida e quasi melliflua. "Qui è Mari-chan... ascolta, Sigma-kun, ho appena visto i Digiprescelti di Azulongmon al Terminal 9. Credo che resteranno ancora un pò qui all'aeroporto. Li ho contati, sono tutti e dodici... sì... sì, è arrivata anche quell'americanina svampita... puoi restare all'uscita dell'aeroporto e dare conferma quando passano? Okay... perfetto... allora ci vediamo lì... a dopo!"

Con un sogghigno, Mari terminò la chiamata, richiuse il cellulare, e lo rimise a posto, per poi gettare di lato il quotidiano che stava facendo finta di leggere, alzarsi dal suo posto, e dirigersi a sua volta verso l'uscita, intonando tra sè un allegro motivetto...

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Circa un'ora dopo...

"E così mi sono detto: o lo facciamo adesso, o non lo facciamo mai più! E così, io e Ken ci siamo tuffati, abbiamo preso il pallone e siamo scattati verso la porta avversaria passandocelo a vicenda! Il campo era diventato una specie di flipper! Vedessi, la palla non stava ferma un istante nello stesso posto! E alla fine c'eravamo soltanto noi due davanti ai difensori e al portiere... Ken pennella un pallonetto che si stava per esaurire in rete, ma il portiere fa per prenderla al volo... e io allora mi libero dei due marcatori, intervengo al volo e BAM! Gli infilo la palla in rete con un colpo di testa! Così!". Daisuke terminò il racconto delle sue imprese calcistiche con uno schiocco di dita e uno dei suoi classici sogghigni decisi.

"Però, dev'essere stata una bella partita!" rispose Mimi, spalancando leggermente gli occhi. I ragazzi e i Digimon erano appena usciti dal complesso aeroportuale, e si stavano dirigendo verso la stazione dei bus-navetta che li avrebbe portati a Shinjuku, dove avrebbero trascorso il resto della giornata. Avevano passato l'ora successiva all'arrivo in Giappone della loro amica a scambiarsi notizie su come procedeva la vita nei loro paesi: ultime novità, successi ed insuccessi scolastici, episodi buffi, tristi, o semplicemente curiosi della vita di tutti i giorni. Erano tutti molto felici che il gruppo fosse di nuovo riunito, e avevano intenzione di fare sì che quelle settimane che Mimi avrebbe passato in Giappone fossero indimenticabili.

"Hehee... già, quella dell'altra scuola era una squadra niente male... Il risultato è stato incerto per un bel pò..." rispose Daisuke, strizzando un occhio e rimettendosi a posto i classici occhialoni.

"Ma alla fine, la Odaiba High li ha rimandati a casa con le noci nel sacco!" concluse Veemon con entusiasmo. Fu accolto dagli sguardi confusi di tutti gli altri ragazzi.

"Ehm... presumo tu voglia dire, con le pive nel sacco!" lo corresse gentilmente Jyou. Il draghetto alzò le spalle con aria sbarazzina. "Sì, vabbè... noci, pive, quello che è... l'importante è il senso, no?"

Tutti i presenti fecero una breve risata, fermandosi sul marciapiede di fronte all'uscita dell'aeroporto. Era proprio vero che certe cose non sarebbero mai cambiate...

"E... come vanno le cose con la band, Yamato-kun?" chiese Mimi all'amico dai capelli biondi. "Sora-oneesan mi ha detto che in questo periodo state avendo molto successo!"

Yamato annuì. "Infatti. Di recente alcuni produttori discografici si sono detti interessati a commercializzare le nostre canzoni. Io e gli altri ragazzi siamo riusciti a trovare un manager, e ci siamo accordati con una di queste aziende... domani pomeriggio dovremmo iniziare le registrazioni!"

"E pensavamo di invitare anche voi!" proseguì Gabumon. "Sono convinto che gli... 'addetti ai lavori' non avranno nulla in contrario a far entrare qualche amico del vocalista. Allora, vi piace l'idea?"

"Trovo che sia una cosa interessante..." rispose Ken, per poi rivolgersi ai suoi amici. "Voi che ne dite, ragazzi? Domani non dovremmo avere impegni, quindi che ne dite di assistere alle registrazioni e fare, per così dire, da 'portafortuna' a Yamato-san e agli altri?"

"Che è un'eccellente idea!" rispose Taichi, guardandosi indietro e notando che anche gli altri stavano dando cenni di assenso. "Per Yamato si tratta di un'occasione speciale, quindi credo che sarà deliziato di averci al suo fianco! Siete d'accordo con me?"

Tutti, ragazzi e Digimon, alzarono le mani approvando la proposta del leader più anziano.

"Bene! Allora è deciso! Domani a Shinjuku, assisteremo all'inizio della scalata al successo dei Tennage Wolves!" esclamò Daisuke con entusiasmo. "Ma... per quanto riguarda un futuro più immediato... tipo, oggi pomeriggio... avete già in mente di fare qualcosa? Voglio dire, a Shinjuku non c'è che l'imbarazzo della scelta!"

"Proprio per questo abbiamo pensato di decidere sul momento cosa fare!" rispose Miyako. "Trovo che così sia più eccitante! Ma prima, dobbiamo tornare ad Odaiba e permettere a Mimi-san di mettere giù i suoi bagagli."

Wormmon prese la parola. "A proposito, Mimi... come ti sei sistemata per la notte in queste tre settimane? Hai trovato qualche albergo, qualche pensione lì ad Odaiba..."

"Niente di tutto questo." rispose Sora per la sua amica. "Semplicemente, io e mia mamma ci siamo offerte di ospitare Mimi-chan per il tempo che rimarrà in Giappone."

Mimi si mise una mano dietro la nuca, un pò imbarazzata dalla gentilezza della sua amica. "In realtà, non c'era davvero bisogno che ti offrissi, Sora... io e Palmon non vorremmo mai recare disturbo, e poi tre settimane in albergo ad Odaiba non costano poi tanto per noi!". Infatti, la famiglia Tachikawa era decisamente benestante, tra il lavoro di bancario del padre e quello di disegnatrice di moda della madre. Ma Sora agitò una mano davanti a sè, per dire alla sua migliore amica che non c'era problema.

"Non ti preoccupare di dare disturbo, Mimi-chan... fa molto piacere anche a me che Sora possa passare un pò di tempo con te!" cinguettò allegramente Biyomon, guardando poi verso il terminal degli autobus. "Hey, guardate! L'autobus per Odaiba è appena arrivato!"

"Allora, andiamo subito ad occupare qualche posto!" propose Gatomon. "So già che si starà stretti anche lì, ma almeno non vorrei dover stare in piedi come in metropolitana!"

Nessuno se la sentiva di dare torto alla gattina, quindi il gruppetto di amici si fece strada verso la navetta che li avrebbe riportati al quartiere residenziale, continuando a parlottare e a scherzare allegramente tra loro. Uno alla volta, i ragazzi e i loro partner salirono a bordo, con Taichi e Yamato che trascinavano nel veicolo le enormi valigie di Mimi. A Taichi scappò un commento sarcastico: "Accidenti, devo chiedere a Mimi come fa a far stare l'intero armadio del guardaroba in due valigie... considerato quanto pesano..."

"Ma Taichi! Un pò di educazione, santi numi!" lo rimproverò bonariamente Sora. Finalmente, anche l'ultimo dei ragazzi salì sull'autobus e prese posto, mettendosi ad attendere la partenza della corsa.

Vicino all'uscita che i ragazzi avevano preso, un misterioso individuo li stava osservando seminascosto dietro una colonna, cercando di sembrare il più indifferente possibile. Il suo aspetto peculiare stava attrando diversi sguardi verso di lui, anche se il ragazzo non sembrava badarci eccessivamente: i suoi capelli bianchi erano lunghi e pettinati in un paio di grandi frange, solcate da una riga nera che le tagliava in due, che si alzavano verso l'alto per poi ricadere sugli occhi, ma per il resto andavano all'indietro. Il suo vestito dalle maniche lunghe, che gli scendeva fino alle caviglie, era bianco sul petto e sulle maniche, grigio sull'addome, e per il resto era completamente nero, e indossava un paio di scarpe marroni. Ma la caratteristica più peculiare era senza dubbio la maschera argentata, decorata con una stella sulla fronte, che gli copriva completamente il volto, con solo due solchi ovali in corrispondenza degli occhi, che permettevano di scorgere il freddo verde delle sue iridi. In quello sguardo si poteva leggere una grande intelligenza... ma un'intelligenza digiuna da sentimenti e compassione. Non cattiveria vera e propria, ma sicuramente indifferenza e poca considerazione per gli altri. E comunque, maschera o no, Miyako lo avrebbe riconosciuto subito: era lo stesso tizio che le era passato sul piede mentre arrivavano all'aeroporto!

Quando le porte dell'autobus per Odaiba si chiusero, dopo aver fatto salire ancora più di tre decine di altri passeggeri, il ragazzino mascherato infilò una mano nella tasca del suo vestito e ne tirò fuori un cellulare, componendo rapidamente un numero, inviandolo, ed allontanandosi per non far sentire la propria conversazione ad orecchie indiscrete. Si mise il cellulare all'orecchio e iniziò a parlare.

"Pronto?" disse, la voce camuffata dalla maschera. "Sì, qui è Sigma... mi trovo all'uscita dell'aeroporto di Narita. Confermo l'arrivo dei Digiprescelti, sono proprio dodici come avevi detto... Sì... sì, d'accordo... però la prossima volta, Mari-san, sei pregata di fornirmi maggiori dettagli. Ho dovuto cercare a lungo per trovarli... hai idea di quanto grande sia questo aeroporto?"

Una voce femminile, confusa ma distintamente irritata, rispose dall'altro capo della linea, ma il ragazzo mascherato di nome Sigma non sembrò impressionato dal tono aggressivo di Mari. "Va bene... d'accordo, non parliamone più. Comunque, l'importante è che adesso ci siano tutti e dodici. Comunica agli altri che il piano può iniziare... va bene, vi raggiungo dopo... Ciao..." rispose freddamente, poi premette un pulsante rosso sulla tastiera ed interruppe la chiamata, proprio mentre l'autobus per Odaiba si allontanava all'orizzonte.

"Ci sono tutti e dodici... ora però dobbiamo studiarli attentamente e renderci conto delle loro debolezze. Non sarà facile avere la meglio su di loro." riflettè Sigma tra sè, rimettendosi il cellulare in tasca. Comunque, era sicuro che il vantaggio sarebbe stato dalla loro parte, considerato il potere che avrebbero acquisito di lì a poco...

E una volta sistemati i Digiprescelti, per lui ci sarebbe stato un intero mondo a disposizione, da conoscere e su cui sperimentare a suo piacimento...

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Due ore dopo, in una zona sconosciuta della Dark Area...

Daemon annuì, osservando il messaggio apparso sul maxischermo davanti a lui. Era andata proprio come da programma: tutti i Digiprescelti del gruppo originale erano tornati in Giappone, ed era il momento giusto per dare inizio al piano. Con un ghigno malefico sulle labbra, il Demone dell'Ira scrisse una rapida risposta e premette il pulsante di avvio, poi chiuse la comunicazione con un sospiro affaticato. Il firewall che separava la Dark Area dal Mondo Digitale (e, per conseguenza, anche da quello Reale) era veramente molto valido. Non c'era da stupirsi del fatto che nessun Digimon malvagio fosse mai riuscito a valicarlo senza un aiuto esterno: persino la semplice comunicazione tra una dimensione e l'altra richieda una grande quantità di energia. Ma Daemon ne possedeva, più di chiunque altro fosse confinato dietro quella barriera, con la possibile eccezione di Dragomon che poteva essere considerato suo pari. Ed era ben lieto di sacrificarne una parte, visto che, se tutto fosse andato come previsto, molto presto qualcosa di ben più prezioso sarebbe caduto nelle sue mani... il Dark Seed di Ken Ichijouji!

Notando i suoi quattro scagnozzi entrare nella sala, Daemon spense il terminale e si voltò verso di loro. SkullSatamon fece cenno agli altri tre di fermarsi, dopodichè tutti si misero su un ginocchio in attesa dei nuovi ordini.

"Sommo Daemon, ci ha fatto chiamare, e noi siamo venuti." disse lo scheletro gigante, appoggiato al suo scettro. "Ci dica. Ha dei nuovi ordini da sottoporci?"

"Certamente. Ho ricevuto conferma dai nostri agenti nel Mondo Reale che il gruppo dei bambini prescelti si è finalmente riunito, e il nostro piano può finalmente prendere il via!" esclamò Daemon, avvicinandosi ai suoi attendenti. "SkullSatamon! Tu avrai il compito di radunare il nostro esercito, in preparazione alla fase finale! Raggiungi anche le zone più remote della Dark Area, e fai in modo che anche i Vilemon di rango più basso ti seguano! Quando arriveremo nel Mondo Reale, ci servirà fino all'ultimo combattente!"

"Lo consideri già fatto, mio signore!" replicò SkullSatamon, nascondendo a stento la sua contentezza per l'importante compito affidatogli. "I Digimon a lei fedeli, a quest'ora, non staranno aspettando altro che il suo ordine!"

"Ottimo. MarineDevimon, tu torna al palazzo di Dragomon, e comunica che entro breve, i miei Digivice saranno operativi: fa in modo che si ricordi della sua parte nel nostro accordo, okay?"

Il mostro marino annuì, alzandosi dalla sua posizione. Anche lui, come SkullSatamon, sembrava soddisfatto della piega che la situazione stava prendendo... e soprattutto, del fatto che a dargli gli ordini, in quel momento, non fosse l'odiato Dragomon. "Ricevuto, sommo Daemon! Parto immediatamente!"

Per finire, Daemon si rivolse a LadyDevimon e NeoDevimon. "Mentre per quanto riguarda voi due... dovrete assistermi in questa fase del piano, che è quella più delicata. Se vogliamo che i nostri agenti attirino i Digiprescelti nel Mondo Digitale, abbiamo bisogno di fornire loro i mezzi per creare un disturbo sufficiente, non vi pare?"

"Immagino di sì, mio signore..." rispose la donna demoniaca, mentre SkullSatamon e MarineDevimon . "Ma, se permette una domanda, come ha intenzione di fare? Non siamo in grado di inviare loro dei Digimon del nostro esercito, visto che riusciamo giusto a comunicare con il Mondo Reale..."

La domanda venne accolta dal luccichio sinistro degli occhi di Daemon. Era proprio la domanda che il signore dei demoni si aspettava...

"Questa è un'ottima domanda, LadyDevimon... vedi, nel breve tempo che ho passato a DigiWorld, e per i tre anni successivi, mi sono molto interessato ad una particolare tecnica che gli scagnozzi di Mephistomon, allora Arukenimon e Mummymon, utilizzavano per creare Digimon dalle Dark Towers." spiegò Daemon. "Come immagino voi sappiate, Arukenimon era in grado di utilizzare alcuni dei propri dati per modificare la configurazione di una Dark Tower e trasformarla in un Digimon. Il problema era che per creare un Digimon potente c'era bisogno di molti obelischi di controllo, e Mephistomon non ne aveva a disposizione una quantità illimitata. Ma qui, nel Dark Ocean, abbiamo tutto il materiale che vogliamo, e possiamo inviarlo al Mondo Reale... e tutto questo, spendendo una quantità non esigua ma comunque accettabile della mia energia!"

"Capisco..." rispose NeoDevimon, nella sua inquietante voce ultraterrena. "Lei vorrebbe creare dei Digimon artificiali da inviare ai nostri agenti, in modo che facciano loro da partner e permettano loro di provare il caos nel Mondo Digitale. In questo modo, i mocciosi prescelti interverranno di sicuro!". Mentre NeoDevimon parlava, la coltre di ombre che avvolgeva il suo corpo si diradò, permettendo finalmente di vedere il suo vero aspetto: una creatura deforme dalle grandi ali da pipistrello, alta ma ingobbita, che se avesse potuto reggersi in piedi sarebbe stata alta almeno quanto Daemon stesso. Il suo corpo era, abbastanza stranamente, muscoloso, e la sua pelle era nera come il petrolio, talmente lucida da emettere qualche riflesso persino nell'oscurità della sala. I soli indumenti che indossava erano un paio di pantaloni lunghi e ampi di colore grigio che lasciavano scoperti i piedi artigliati, oltre ad una protezione sulla spalla destra, e una maschera bianca priva di espressione, con qualche segno grigio sulle guance e due fori per gli occhi. Le sue lunghe braccia erano piegate in maniera strana, come se le articolazioni dei gomiti fossero state invertite, e gli avambracci, ciascuno armato di tre lame epidermiche dall'aspetto minaccioso e decorato con dei bracciali di ferro sui polsi, erano diretti all'infuori anzichè verso il corpo, dandogli un aspetto ancora più innaturale. Le sue mani erano piuttosto grandi per la sua taglia e gli artigli erano seghettati, in modo da apparire ancora più terrificanti. La creatura aveva i capelli di un peculiare rosso cupo, pettinati in vere e proprie punte sopra la testa, e un paio di corte corna nere gli fuoriuscivano dalle tempie. La sua caratteristica più distintiva era, comunque, la fila di 'bottoni' dorati che, a partire dalla spalla sinistra del demone, scendeva giù attraversando il pettorale sinistro, poi l'addome, e terminando poco sopra l'inguine.

Daemon annuì di nuovo, soddisfatto. Sapeva di aver scelto bene il quarto dei suoi generali...

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: NeoDevimon

Tipo: Angelo Caduto Sintetico

Attributo: Virus

Livello: Ultimate

Attacchi: Deep Sorrow, Guilty Claw

Il nuovo membro d'elite dei Daemon Corps. Digimon malvagio dai misteriosi poteri legati all'oscurità e alle illusioni. E' possibile che si tratti di un'evoluzione di Devimon, ma a parte questo si sa molto poco di lui.

(Nota dell'autore: Angelo Caduto Sintetico? Qualcuno mi spiega cosa vorrebbe dire?)

 

"Esatto, NeoDevimon! Tramite i Digivice creati da me e Dragomon, queste creature artificiali faranno da partner ai nostri Digiprescelti! All'inizio, i nostri uomini non dovranno fare altro che creare un diversivo e dare un pò di filo da torcere ai ragazzi... ma al momento giusto... huhuhuhuuuu... il resto ve lo lascio immaginare!" rispose Daemon, godendo alla vista del sogghigno malefico di LadyDevimon e dell'atteggiamento di NeoDevimon, dai cui gesti traspariva la stessa crudele gioia della collega. "Ma per assegnare loro i partner, avrò bisogno della vostra collaborazione. Chiederò anche a voi di utilizzare un pò del vostro potere per infondere vita ai miei servi artificiali."

LadyDevimon non sembrò avere nulla in contrario. "Per me, non c'è problema. Qualunque cosa pur di uscire da questo schifo di posto e non avere più quell'ammasso di carne troppo cresciuto ad abbaiare ordini a destra e a sinistra!" rispose la demone. "Quando possiamo cominciare, sommo Daemon?"

"Anche adesso, se volete... anzi, prima iniziamo, meglio è!" rispose Daemon. "I Digiprescelti non resteranno insieme troppo a lungo, e se non battiamo il ferro finchè è caldo, non avremo una seconda possibilità tanto presto!"

"Comprensibile. E... come intende comportarsi riguardo a... quell'altra cosa?" chiese NeoDevimon, stringendo involontariamente gli occhi e corrugando la fronte. "E' sicuro che sia una buona idea affidarla a quegli esseri umani?"

Daemon alzò le spalle. "Di questo non devi preoccuparti. Diventerà anch'esso un'utile strumento... soprattutto considerando quanta oscurità e quanto odio sono presenti nel cuore di quel ragazzo... huhuhuu... non avrei mai osato sperare che avremmo trovato un soggetto così adatto a fare da... come dicono nel Mondo Digitale del Sud... ah, sì, 'domatore'... per il progetto Arkadia! A proposito, in che condizioni è al momento?"

"Ottimali, mio signore!" sibilò il demone mascherato. "Ma ci vorrà ancora del tempo prima che raggiunga un livello di crescita accettabile."

"Va bene. Non c'è fretta, mi basta che stia progredendo bene e che quel Dragomon non ne sappia nulla. Al momento giusto, il mio progetto rivelerà la propria utilità. Lasciamo pure che Dragomon faccia quello che deve con Hikari Yagami, per quando si sarà reso conto di cosa si è lasciato sfuggire a causa della sua cecità, sarà troppo tardi!" rispose Daemon. "Ora, è il momento di mettersi al lavoro! Non vogliamo certo fare aspettare i nostri prescelti, vero?"

"Si, signore!" risposero contemporaneamente i due demoni, seguendo il loro signore fuori dalla sala del terminal e in un'altra nella quale era conservata una grande quantità dello stesso granito nero di cui erano composte le Dark Towers. Si fermarono davanti all'enorme cumulo, e Daemon alzò una mano, sollevando una grossa lastra nera con la sola forza del pensiero e depositandola davanti a sè. L'enorme pezzo di granito nero atterrò fragorosamente sul pavimento d'acciaio, pronto per essere lavorato.

"Questo dovrebbe essere sufficiente per creare un Champion..." commentò LadyDevimon, dopo aver dato un'occhiata attenta alle dimensioni e alla consistenza del materiale. "Sommo Daemon, pensa che possa andare bene per creare un partner per i nostri agenti?"

"Hmmm... sì, mi sembra che possa andare." rispose Daemon, esaminato a sua volta il pezzo di granito. "Adesso, cominciamo a infondere energia a questa roccia. I miei Digivice, al momento di inviare questi blocchi senza vita ai nostri prescelti, faranno il resto. State attenti a non completare il processo di trasformazione, o non sarà più possibile inviarli al Mondo Reale senza spendere troppa energia..."

"Ricevuto." risposero all'unisono LadyDevimon e NeoDevimon. Daemon puntò entrambe le mani aperte verso il blocco di roccia nera, e iniziò a concentrarsi, inviando ad esso una minima porzione dei suoi dati. I contorni della pietra sembrarono perdere solidità, le sue dimensioni si ridussero, e la sua forma cominciò lentamente a cambiare...

LadyDevimon e NeoDevimon chiusero gli occhi e si inginocchiarono vicino alla pietra, imitando il loro signore. La creazione dei nuovi Digimon artificiali era iniziata...

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Mondo Digitale. Il luogo di nascita e rinascita conosciuto come Primary Village.

Elecmon, il guardiano delle uova e dei Baby Digimon, fischiettò allegramente trascinandosi dietro una rete carica di pesci, appena catturati dal fiume vicino e fritti da una ben assestata scarica elettrica emessa dalle sue numerose code. Anche per quella giornata, la cena per sè e per i suoi cuccioli era assicurata. Era un periodo in cui le cose stavano andando particolarmente bene al burbero, ma simpatico, Digimon guardiano del Primary Village: da quando i suoi amici umani, i Digiprescelti, avevano annientato le Dark Towers e Mephistomon, tre anni prima, non c'era stato più nulla ad interrompere il suo lavoro e aveva potuto dedicare tutto il suo tempo alla cura dei cuccioli. Dopotutto, trovava bello occuparsi di quelle piccole ed indifese creature, ed insegnare loro tutto quello che c'era da sapere su come vivere a DigiWorld... certo, non era un lavoro facile, con tutti i guai che i piccoli combinavano: ma Elecmon non l'avrebbe scambiato con nulla in tutto il Mondo Digitale!

Si fermò un attimo ad ammirare la pace che lo circondava: il cielo azzurro percorso da dense nuvol bianche, i vivaci colori della città di giocattoli... era da un bel pò di tempo che il Mondo Digitale non aveva più conosciuto tanta tranquillità. Magari tutto questo avesse potuto durare, si disse. Continuare con la vita indaffarata ma spensierata che aveva condotto fino a quel momento non gli sarebbe andato per niente male... senza doversi più preoccupare di invasori malvagi che avrebbero potuto minacciare i suoi cuccioli, e i suoi amici di DigiWorld... Ma il suo momento di riflessione durò un istante, e ben presto tornò al suo dovere di baby-sitter. Sempre continuando a canticchiare il suo motivetto, il piccolo Digimon simile ad un coniglio rientrò nel perimetro del villaggio, tra le culle nelle quali giacevano i cuccioli e le Digi-Tama. Non appena mise la zampa sui cubi di gommapiuma che componevano il terreno del Primary Village, venne accolto dagli schiamazzi festosi e dai vagiti di gioia dei Baby Digimon.

"Eccomi di ritorno, piccoli! Finalmente è ora della pappa!" esclamò Elecmon, ponendo la rete con il pescato davanti a sè e aprendola. "Adesso preparo tutto, e poi si mangia... Huh? E quello cosa..."

Il piccolo mammifero elettrico aveva notato qualcosa di inusuale in una culla abbastanza vicina a lui: quando era uscito a prendere il pesce (cioè, circa quattro minuti prima - il guardiano del Primary Village era uno che teneva alla precisione!), era sicuro che la culla fosse vuota: ma in quel momento, era occupata da un Digi-Tama che lui non ricordava di aver mai visto prima: di dimensioni un pò maggiori della media, era rosso con due grecali blu elettrico che passavano attorno alle estremità superiore ed inferiore, e al centro era decorato da un simbolo particolare: assomigliava al simbolo dell'infinito, essendo un 8 messo orizzontalmente, ed era posto all'interno di un quadrato... ma i lati di quest'ultimo erano divisi in due circa a metà, in modo che della forma geometrica non rimanessero altro che gli angoli. Dopo aver fatto cenno ai cuccioli di aspettare un momento, Elecmon andò a vedere l'uovo appena apparso nella culla, e gli diede un'occhiata scrupolosa. Davvero, non riusciva a capire di cosa potesse trattarsi... quel simbolo inciso sul guscio sembrava quello di una Crest, e si ricordava di aver visto simboli simili sulle uova da cui sarebbero poi nati Agumon, Gabumon, Biyomon, Tentomon... ma quel simbolo non corrispondeva a quello di nessuna Crest conosciuta. Da dove proveniva, e qual era il suo scopo?

Elecmon alzò le spalle. Si trattava comunque di un Digi-Tama, e come tale andava trattato con la massima cura e attenzione. Dopo averlo sistemato meglio, in modo che ricevesse quanto più calore possibile e il cucciolo si trovasse comodo alla nascita, tornò alla sua rete di pesci, iniziando a distribuire il cibo ai piccoli abitanti del Primary Village.

Il Digi-Tama rosso decorato di blu brillò di una calda luce gialla per un attimo, prima di tornare normale. Come se il suo occupante, non ancora sviluppato, avesse già percepito le cure e l'affetto di Elecmon, e volesse in qualche modo ringraziarlo...

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Da tutt'altra parte, Azulongmon, il saggio e nobile Digimon drago che governava il Mondo Digitale dell'Est, sorrise benevolmente, guardando dalla sua dimora in mezzo alle nubi la tenera scena. Ben presto, un nobile gesto che aveva aiutato a salvare il Mondo Digitale sarebbe stato ricompensato...

"BENVENUTO ALLA TUA NUOVA VITA, MIO GIOVANE ED EROICO AMICO. MOLTO PRESTO, IL TUO CORAGGIO E LA TUA GENEROSITA' AVRANNO IL GIUSTO RICONOSCIMENTO..."

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E così, con il ritorno di Mimi in Giappone, riprende la mia storia. Per adesso, scriverò dei capitoli introduttivi, che serviranno a gettare le fondamenta della storia vera e propria. Ma intanto, qualcosa comincia a delinearsi... cosa sarà mai quel Digi-Tama misterioso apparso al Primary Village? E cosa avranno intenzione di fare Daemon, Dragomon e i loro scagnozzi, dei quali ho introdotto due membri proprio in questo chappy? Non vi svelo niente... ah, e se qualcuno si è già fatto un'idea, PER FAVORE non la scriva in una review! Vogliamo mantenerlo, il segreto, no?

Vi ho presentato i protagonisti della mia storia originale, nell'intro di questo capitolo... La prossima volta che leggerete le mie note finali, sarà alla fine del primo capitolo di 'Digimon Zero', che inizierò a stendere tra molto, MOLTO poco! Mentre leggete queste righe, potrebbe già essere in fase di preparazione, fate un pò voi! Quindi... alla prossima volta, amici lettori, e mi raccomando... fatemi sapere cosa ne pensate! Ciao!

 

Justice Gundam

  
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