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Autore: Aurora Barone    12/09/2011    1 recensioni
anno 2020, In Giappone sono stati realizzati moltissimi robot che convivono "pacificamente" con gli esseri umani, anche se questa convivenza pacifica è una vera forzatura fatta di prevericazioni da parte degli esseri umani.
Echiko è uno di questi robot, solo che lei in realtà è per metà umana e per metà robot e in passato era un essere umano, ma le è stato cambiato il suo aspetto e la sua memoria è stata cancellata.
Ma se incominciasse a ricordare le sue vere origini? E se il legame con il suo padrone non fosse uno dei migliori, potrebbe riuscire a sottrarsi ad esso? Sopratutto se lui è anche molto bello, seducente e anche molto lunatico...Ma in particolare c'è un braccialetto che impedisce ai robot di sottrarsi al volere dei propri padroni e che impone ai robot di proteggere il proprio padrone dagli eventuali pericoli.
Echiko non riesce ad accettare questa condizione di sottomissione sopratutto perchè Itou è davvero un tipo insolito, prima la tratta male, ma poi la bacia e la tira fuori dai guai. E poi c'è Yoto l'amico di Itou che si mostra interessato a lei, ma Itou sembra non sopportare il fatto che il suo robot frequenti il suo amico...E poi c'è quel robot a scuola che Echiko crede che abbia una voce molto familiare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo finiti nella centrale della polizia a dover dare spiegazioni su quanto fosse accaduto.

Quel poliziotto che ci interrogava anche lui non credeva alla nostra versione dei fatti, poi quando ci domandò i nostri nomi, non appena Itou rispose di essere il figlio di quel famoso scienziato, questo parve peggiorare ulteriormente le cose.

Kayashi Itou interessante!” disse con un espressione che non preannunciava nulla di buono, aveva tirato fuori un fascicolo che parlava proprio di lui.

Bene allora...hai già all'incirca 2 denunce per atti osceni in pubblico e altre 2 per esortazione alla prostituzione, adesso se ne aggiunge anche una per rapimento...siamo messi veramente male!” disse il poliziotto con un espressione ferma e seria.

Per quale motivo dovrei rapire una mocciosa!” disse Itou accanendosi contro il poliziotto.

Non lo so, dimmelo tu!” disse il poliziotto scrutandolo con uno sguardo accusatore.

Non esiste una ragione plausibile per fare una cosa del genere e infatti non ho compiuto nulla di tuttociò!” disse in sua difesa.

Per fornire una prole al tuo robot!” disse guardandomi da cima a fondo.

Ma che sta dicendo!”mi intromisi.

Aborrii dinanzi a quelle infondate accuse.

Insomma avevo la faccia di una che si impossessava dei bambini altrui?

Il poliziotto rimase fermo alla sua ricostruzione dei fatti e non avevo intenzione di darci retta, anzi dopo un po' concluse anche con una accusa ben peggiore delle altre dicendo “ Allora si può presumere che voleste rapirla per compensare alla mancanza di prole, oppure in secondo luogo per abuso sessuale!”

Aspetta crede che io possa abusare di una bambina?!” urlò Itou agitandosi per l'assurdità di quelle accuse.

2 denunce per atti osceni in pubblico e altre 2 per esortazione alla prostituzione...non mi sorprenderei di niente!” disse il poliziotto caparbiamente.

Cioè quanti ragazzi si lasciano un po' a andare in luoghi pubblici con qualche ragazza e poi esortazione alla prostituzione, ancora non l'ho capita questa denuncia...” disse discolpandosi dalle denunce.

Esortazione alla prostituzione... vuoi che te la spieghi, vediamo tu hai dato dei soldi, regalato oggetti a delle ragazze in cambio di prestazioni sessuali...questo si prefigura come esortazione alla prostituzione...” disse il poliziotto con un espressione decisa e autoritaria.

Si, ma...” disse Itou non sapendo più cosa dire per potersi difendere.

Senti avevamo già stabilito che non dovessi più infilarti in situazioni che pregiudicasserò la tua condotta...altrimenti ti avremmo arrestato!” disse il poliziotto con una certa severità impressa nello sguardo.

Ah insomma in questo paese, state diventando dei nazisti del cazzo, non si può più far niente, anche aiutare una bambina a ritrovare i suoi genitori viene reputato reato!” disse con irruenza e sconcerto.

Avreste dovuto limitarvi a portarla alla polizia!” disse di contro il poliziotto, non si era neppure irritato dinanzi le offese di Itou, era impassibile.

Ecco, era tutta colpa mia, se avessi dato retta ad Itou, se l'avessimo portata alla polizia come lui mi aveva detto di fare non ci saremmo infilati in questo guaio.

Molto probabilmente, per questa ragione mi aveva detto di consegnare la bambina alla polizia, per evitare una situazione paradossale come questa.

E' colpa mia! Sono stata io ad insistere per cercare la madre senza ricorrere all'aiuto della polizia. Ma volevo soltanto compiere una buona azione, non pensavo che poteste pensare che volessimo rapire la bambina...” ammisi con rammarico.

Il poliziotto era rigido e inamovibile, sembrava come se non mi avesse neppure udito, non aveva alcun intenzione di credere alle mie parole.

Mi soffermai sull'imponenza della sua figura, era di massiccia costituzione e sembrava anche molto alto anche se da seduto non riuscivo a capirlo, però mi perdevo fra l'enormità delle sue braccia muscolose e delle sue larghe spalle, Itou messo a confronto con quel poliziotto appariva magrolino e insignificante.

Diciamo che faceva impressione: Era un gigante.

Indossava una divisa blu scuro con dei stemmi argentati su cui in uno di questi c'era il simbolo della bandiera giapponese e poi un basco sempre blu scuro in testa.

Quella divisa e quell'aspetto da bestione, fuori dai canoni giapponesi, dato che per la maggior parte erano quasi tutti tendenti ad una corporatura esile e fragile, infatti non aveva l'aria di essere del tutto giapponese, aveva un non so che di diverso da un giapponese comune.

Dopo un po' notai quel braccialetto grigio sul polso, era anche lui un robot oppure era padrone di qualche robot?

Stavo cercando di vedere sul braccio che ideogramma ci fosse, se c'era un numero significava che era un robot, dato che ogni robot doveva avere un codice di identificazione, il mio per esempio era seicentosessantasei, anche considerato il numero del diavolo.

 

Non riuscivo a vedere bene l'ideogramma che c'era inciso,poi stavo cercando di fare tuttociò cercando di non dare nell'occhio.

Comunque non sono un robot, anche se non vedo come la cosa possa far la differenza!” disse cogliendomi in fragrante.

Poi aggiunse“Tra gli interessi di un essere umano e quelli di un robot, prevalgono sempre quelli dell'umano”

Ma in questo caso, ci sono anche i miei interessi che entrano in gioco!” gli fece presente Itou.

Chiama tuo padre e fallo venire qui...” gli ordinò il poliziotto .

Dopo un po' arrivò il padre che si mise parlare animatamente con il poliziotto.

Andiamo, suvvia, crede davvero che mio figlio possa rapire una bambina o che addirrittura volesse molestarla!” disse il padre sconcertato.

I fatti parlano da soli!” rispose il poliziotto.

Vorrà scherzare...insomma...ok non sarà un ragazzo modello, avrà combinato qualche casino di tanto in tanto, ma accusarlo di certe cose!” disse il padre in sua difesa.

E magari si aspetta che creda che un ragazzo con una pessima condotta come lui, possa fare delle buone azioni come quello di aiutare una bambina a ritrovare sua madre?!” disse scetticamente il poliziotto.

Pessima condotta, ne parla come se avesse commesso chissà quali gravi reati!” rispose il padre.

Togliendo atti osceni in pubblico, che magari ok non sarà forse poi tanto grave...ma...vogliamo parlare dell'esortazione alla prostituzione?”

Per l'amor del cielo ha fatto dei regali a delle ragazze che gli piacevano, questo sarebbe esortazione alla prostituzione!” esclamò il padre contrariato.

Ha dato dei soldi e dei regali con il fine di portarsele a letto, quindi si è esortazione alla prostituzione...” disse il poliziotto fermo sulle sue congetture.

Quindi tutti i ragazzi che fanno un regalo a delle ragazze e poi ci vanno a letto, commettono questo efferato reato! Quindi in Giappone non è più legale far un regalo ad una ragazza, sarebbe esortazione alla prostituzione!” disse il padre passando dalla serietà ad una risata isterica.

Signor Kayashi, noi abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per lei e suo figlio dato che lei lavora a servizio della sicurezza del paese, però...quando è troppo è troppo...” disse il poliziotto.

No, queste sono tutte fesserie! Quale occhio di riguardo! Ci tenete a puntare il dito contro mio figlio quando commette qualche sbaglio, avete la tedenza ad ingigatirlo, ma quando lui...quando lui era in pericolo...ve lo ricordate? Gli è stato piantato un coltello sullo stomaco, quella volta e nessuno ha provveduto a far niente, quel ragazzo è liberissimo di ricomettere quel reato!”

Non avevo idea di cosa il padre stesse parlando, molto probabilmente era una cosa che era successa prima che io mi risvegliassi: a quanto pare qualcuno aveva tentato alla vita di Itou ed era pienamente libero di poterlo rifare, dato che non era stato neppure arrestato.

Papà adesso basta...lascia perdere!” disse Itou con un espressione rassegnata.

No, che non lascio perdere...è ridicolo!” disse il padre imperterrito.

Senta in quel caso non avevamo gli strumenti per dimostrare che suo figlio fosse stato veramente ferito da quel ragazzo!”

State scherzando, non avete neppure indagato, neppure raccolto le impronte!” disse il padre ormai al culmine dell'indignazione.

Non siamo riusciti a raccogliere le impronte...c'è erano quelle di tante persone in quell'arma, anche quelle di Itou, quindi si potrebbe suporre che se lo fosse piantato da solo!”

C'erano le impronte di Itou, perché ha cercato di sottrargli il coltello...” esclamò il padre sempre più indignato.

Questa è una sua affermazione!” controbatteva il poliziotto.

E' incredibile... che complottiate contro mio figlio... e contro di me...” disse sconvolto.

Non c'è nessun complotto, noi facciamo solo giustizia!”

Uhm già che giustizia!” disse il padre cinicamente, stava assumendo un atteggiamento molto simile ad Itou, dopo un po' chiese“Quanto vi paga la Yakuza per mettermi i bastoni tra le ruote?”

Non so di cosa lei stia parlando” disse il poliziotto innervosendosi.

Ne parlerò con il presidente, di questa corruzione della polizia!” si dibatteva il padre.

Le sue conoscenze politiche in questo caso sono irrilevanti...” disse il poliziotto.

Lei è un radicale, uno di quelli contrari ai robot per caso?” domandò il padre.

Anche la mia posizione politica è irrilevante!”

No, è contro questo governo giusto? Crede che la Yakuza sia in grado di realizzare un governo migliore?”

Mi sta accusando di complotto contro il governo?”

No, non è forse questo che sta facendo?! Guarda caso ieri...questo stesso robot ha ucciso un robot di un pezzo grosso della yakuza e adesso per pura coincidenza volete arrestarla!”

Quella discussione non ebbe un buon esito, io ed Itou eravamo finiti in galera.

Una cosa nuova, non avevo mai messo piede in una prigione in vita mia, le avevo viste nei film, ma mai una dal vivo.

Mi ricordava “fuga da Alcatraz” o qualche altro film del genere, sembrava piena di protezioni varie per impedire ai cercarati di poter scappare.

Poi c'era quella luce bluastra del neon fastidiosissima in tutto l'edificio e fra le sbarre qualcuno che si agitava nel vedere me e Itou che ci conducevano verso la nostra cella.

Ci avevano messo le manette, anche quella era una cosa nuova...sconvolgentemente nuova, insomma io figlia di un ex poliziotto andato in pensione venivo arrestata...questo si che era il colmo!

Itou sembrava averla presa a ridere, si divertiva a provocare le guardie e dava a parlare agli altri prigionieri.

Non appena ne vedeva uno si metteva a salutarlo e a chiedergli per cosa lo avesserò arrestato, insomma non perdeva tempo nel far amicizia.

Anche se bè ecco ne venivano fuori dei pessimi ritratti: pazzi omicidi,robot che avevano ucciso i padroni,ladri e poi tante altre dichiarazioni di efferati e discuttibili reati.

Insomma un bel ambientino!” ironizzò Itou a bassa voce.

Io non sono in vena di far dell'ironia!” esclamai angustiata.

Le guardie ci portarono nelle nostra cella.

Non c'era un granchè: un letto e poi uno streminzito bagno in cui c'era solo un water, una doccia e un lavello.

Notai che c'era come proposta di svago la tv e un qualche libro,ma a parte questo nient'altro.

Itou si fiondò a guardare la tv, mentre io davo un'occhiatta alla proposte letterarie di quella galera:

La coscienza” , “Legalità”, “ Il vivere civile”, leggevo i retrocopertina e mi resi conto che erano tutti libri per la rieducazione dei cercarati, tutti libri incentrati su cosa fosse giusto e sbagliato, che parlavano della moralità e immoralità delle nostre azioni.

C'erano anche dei dvd a cui Itou diede un'occhiata, poi ne prese uno e lo infilò nel lettore.

Uno psicologo parlava sulla moralità delle azioni, anche i dvd erano tutti volti alla rieducazione dei prigionieri.

Che palle, tutta roba pallosa!” si lagnò e dopo un po' rimise la tv.

Ma dopo un po' ebbe modo di scoprire che persino la tv era una fregatura, prendeva solo i canali di informazione in cui c'era il telegiornale venti quattro ore su venti quattro e canali in cui c'erano documentari altamente istruttivi riguardo la storia, la musica,la geografia, la scienza oppure sulla psicologia, sociologia e altra roba di questo tipo.

Ah, però! Che trovata geniale!” dissi.

Che ci sarebbe di geniale?” domandò seccato.

Bè, non ti danno scelta o questo o questo...in questo modo i cercarati sono costretti a guardare o leggere questo genere di cose...e in un modo o nell'altro si saranno dovuti sorbire quei documentari o quei libri e usciranno da qui almeno un tantino migliorati!”

Uhm dici, ma io direi che tutta sta roba...tutti questi fottuti discorsi sulla moralità venti quattro ore su venti quattro danno alla nausea, secondo me quando escono da qui ne escono peggio di prima! Dopo essersi sorbiti tutte queste cazzate escono da qui come assatanati che non vedono l'ora di commettere un altro reato!”

Scoppiai a ridere, lo diceva con troppa convinzione.

No, sul serio, a me già sta venendo voglia di comettere un reato...cioè appena esco di qua faccio a pezzi qualcuno o un qualcosa del genere, questi moralismi portano ad una reazione opposta!”

Chissà perché questo genere di cose dette da uno come te, non mi sorpredono affatto!” esclamai malpensante.

Credi che abbia una mente criminale?” mi domandò ridacchiando.

No, però...insomma non mi dai neppure l'aria di un bonaccione!” dissi distogliendo gli occhi dal suo viso.

Mi sentivo in soggezione, in quella prigione io e lui e nessun'altro.

Le altre celle erano assai distanti dalla nostra, quindi si respirava una certa atmosfera di intimità alquanto imbarazzante.

Non sono come Yuki, è questo che intendi dire?” domandòi n tono graffiante.

Che centra Yuki!”obbiettai.

Dai è ovvio che farai dei paragoni tra lui e gli altri ragazzi, siete stati insieme per 4 anni...”

Ma tra te e lui non c'è bisogno neppure di far paragoni, cioè non centrate niente...”

E' un bene o un male?” domandò.

Che razza di domande sono!” esclamai disorientata.

Io davvero non lo capivo, assumeva dei comportamenti fin troppo stravaganti e incomprensibili, dovevo tenermi alla larga da una persona così incoerente.

Dopo un po' ridiedi un'occhiatta a quella cella, sembrava abbastanza pulita e dopo mi risoffermai su quel letto, già vero, c'era un solo letto!Perché? Perché c'era soltanto un letto!

Perchè c'è un letto solo?”gli chiesi.

Perchè ritengono che i robot possano anche dormire per terra”

Ah bene, fantastico!” esclamai irritata.

Ma qual'è il problema possiamo dormire insieme...” disse tranquillamente.

Come prego?!” dissi con una certa contrarietà impressa sul volto.

Siamo abbastanza intimi no?!” disse con quella sua espressione allusiva e maliziosa,mi duoleva ammetterlo, ma quel suo sguardo risultava anche molto accattivante.

Trasudava di un indicibile e spontanea sensualità, era attraente senza sforzi, non si dava da fare per esserlo, lo era basta.

Quelli come lui, mi davano abbastanza sui nervi, perché non si erano mai dovuti dar da fare per piacere, mentre io...diciamo che per me le cose erano sempre state ben diverse, avevo sempre avuto un fisico da ragazzetta.

Non ero brutta e non avevo un pessimo fisico, però non sprigionavo chissà quale fascino, sembravo proprio una piccola adolescente, potevo risultare carina, tenera, con un viso dolce e delicato, ma non sensuale e attraente, una come me non poteva esserlo, avevo un viso troppo ingenuo, da bambina per poter apparire anche lontamente sexy.

Anche adesso per quanto avessi assunto un aspetto più maturo e provocante, continuavo a sentirmi la solita ragazzetta che tutti potevano dire carinissima, tenerissima, ma mai sexy.

Se da una parte mi era sempre piaciuto quest'aspetto di me per nulla volgare, dall'altro, mi chiedevo se andasse bene questo mio modo di essere, se in una società in cui tutte le ragazze dovevano mostrare un aspetto e uno sguardo provocante e invitante, potesse andar bene una bellezza semplice e modesta come la mia.

Troppo spesso mi ero sentita fuori posto, dentro un corpo e sotto un aspetto che non mi soddisfacesse e poi mi ero detta che era solo tutta una grossa cazzata, che doveva anzi essere orgogliosa di me e della mia diversità, tra tutti quei fisici e quegli aspetti eccessivamente invitanti e volgari, io conservavo una certa purezza, una bellezza semplice che si distingueva dalle altre.

Ripensandoci anche quella nuova me stessa aveva mantenuto quell'aspetto, non avevo delle forme spregiudicate, erano rimaste per lo più assai simili a quelle da umana, anche se avevo ottenuto qualche miglioramento, ero rimasta di una sobria bellezza.

Stupidamente in quel momento ripensai alle parole di Itou, prima di finire in quel bagno, mentre ballavo con lui tentavo di provocarlo, dato che aveva colpito il mio punto debole, mi aveva proprio detto quello di cui ero pienamente consapevole di essere priva di sex appeal.

Aveva detto che lo stavo facendo eccitare e poi bè fini nel modo in cui finii, in realtà la cosa mi aveva provocato una certa soddisfazione, insomma l'idea di poter causare tanta eccitazione e piacere ad un ragazzo bello come lui non mi dispiaceva.

 

 

Noi due non siamo intimi!” affermai rigidamente.

Ti sono entrato dentro...” disse ardentemente.

Lo aveva detto con uno sguardo trepidante, come se i suoi occhi stesserò letteralmente prendendo fuoco mentre pronunciava quelle parole.

Stavo entrando nel panico, era bravo a mettermi in difficoltà, bisognava ammetterlo, aveva talento da vendere, mi disarmava come meglio voleva.

non...non...”trasalii.

RICORDARMELO!” dissi scadendo le parole, prendendo anche le dovute distanze da lui.

Mi hai preso pure a parole...eri talmente eccitata...ti sei messa a mugugnare...” disse mordacemente.

Guarda che pure tu, ti sei messo...a digrignare e a fare versi strani...” controbattei cercando di nascondere l'imbarazzo.

Nessuna ragazza si è mai lamentata dei miei versi...” disse in sua difesa, sembrava essersela presa.

Sembravi un cavallo incattività...” dissi compiaciuta dal fatto che la mia critica gli pesasse più di quanto volesse dar a vedere.

E tu sembravi una gatta in calore!” disse iniziando persino a farmi il verso per imitarmi.

Dopo un po' la nostra discussione venne interrotta da una guardia che si mise a gridare “ Siete troppo rumorosi, voi due! Piantatela e fate silenzio!”

Ah lei mi stia sentire!C'è solo un letto...io dove dovrei dormire?” gli domandai indispettita.

Tutti i robot dormono per terra in questa prigione, non vedo per quale motivo dovremmo fare un'eccezione per te!” disse la guardia,

Non è giusto!” controbattei.

La guardia se ne andò senza darmi neppure retta.

Dopo un po' mi calmai e pensai che dopo tutto era tutta colpa mia se eravamo finiti in prigione e così finii per scusarmi con lui, mi pesava da morire farlo, però sentivo di dovergli delle scuse.

E adesso perché ti scusi?” mi domandò scioccato.

Bè è tutta colpa mia se siamo finiti in questo casino...” dissi sedendomi nel pavimento.

Lui prese posto accanto a me dicendo con una certa convinzione“ Non ti preoccupare, domani saremo fuori da qui, mio padre troverà un modo per tirarcene fuori!”

Confidi molto in lui, pensavo che lo odiassi...”

Bè è pur sempre mio padre no?”

Alla fine vi volete bene eh?” dissi sorridendo.

Uhm forse...” disse incerto.

Itou...invece ecco quel tipo che ha cercato di ammazzarti di cui parlava tuo padre, chi era?” gli domandai sconvolta.

Un ragazzo della scuola, ma non ho idea di chi sia...cioè non ci ho mai parlato... e mai avuto a che fare se non quella volta che mi ha piantato un coltello nello stomaco...” disse come se parlasse di quello che aveva mangiato ieri sera, la sua tranquillità mi spiazzava.

Quindi ogni giorno andavi a scuola con il pericolo di incontrarlo...” dissi scioccata.

Già, mi guarda sempre da lontano, sembra avercela a morte con me, per qualcosa” disse ancora con quell'espressione impassibile.

Poi disse “ Avevo pensato all'inizio che mio padre ti avesse creato per questo motivo per difendermi da lui, ma dopo che hai ucciso quel robot della yakuza dubito che ti abbia creato per questa ragione...”

Itou tu non hai paura?” gli chiesi scossa.

Certo che ho paura, ho una fottutissima paura...ma ci sei tu...che mi proteggi no?”

Tu sei la persona più incasinata che io abbia mai conosciuto!” dichiarai guardandolo con una certa compassione impressa nel viso, pensavo veramente che fosse un ragazzo incasinato e una parte di me provava un certo ramarrico per lui: perdere la madre così giovane e poi rischiare persino di venir ammazzati.

Lo prenderò come un complimento!” disse con una risata un po' amara.

La sua espressione era sempre più densa di malinconia e angoscia, io stessa avrei voluto far qualcosa per consolarlo, ma non sapevo cosa dire e cosa poter fare.

Ti manca tua madre?” gli domandai, ma subito dopo me ne pentii era una domanda talmente stupida.

A volte...di tanto in tanto...” rispose senza neanche guardarmi, dopo un po' vidi i suoi occhi bagnarsi di lacrime, stava cercando di nasconderle.

Lo abbracciai senza pensare, era stato un gesto istintivo.

Lui si lasciò abbracciare poi mi strinse a sé, sentii la vicinanza del suo petto contro il mio e le mie guance divennerò incandescenti per la forte emozione.

Poi iniziai a titubare, poteva di nuovo finire in quel modo...poteva riaccadere ed io che cosa stavo facendo, lo stavo incoraggiando?

Oh andiamo è solo un abbraccio” mi dissi tra di me.

Come potrebbe un semplice abbraccio ricondurre al sesso?” mi ripetevo dentro la testa.

Ma dovetti ricredermi, sopratutto quando smise di abbracciarmi, mi guardava in un modo così ardente e sfolgorante, credetti di poter prendere fuoco da un momento all'altro.

Le mie guance si fecerò sempre più rosse e incadescenti e la tensione si impossessò di me e poi il mio cuore pichiettò sempre più velocemente, come se mi stesse per venire un infarto.

Le sue affusolate mani si posarono delicatamente sul mio viso, rimasi intenta ad osservarle.

Aveva delle mani perfette, da pianista, mi piacevano le sue grandi mani e anche il modo in cui mi toccavano, avevano un tocco delicato, ma al tempo stesso era fermo e deciso, poi le sue mani erano un pò ruvide, si insomma non erano liscie e vellutate come le mie da ragazza, ma non mi spiaceva questa loro carratteristica, anzi mi piaceva di più, aveva quel non so chè di virile e mascolino.

 

Non ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi, così rimasi con lo sguardo fermo sui palmi delle sue mani che mi accarezzavano il viso.

Sentii le sue carnose labbra posarsi impetuosamente sulle mie.

Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalla passionalità delle sue labbra e dalla sua lingua, senza neppure pensare.

Ecco perdevo la totale capacità di pensare, la maestria con il quale mi baciava finiva per travolgermi in una marea di desideri indecenti.

Con la stessa foga con cui lui muoveva la sua lingua contro la mia, finivo per inseguire la sua.

Ma dopo un po' si fermò, come se avesse ripreso il senno.

Io ero ancora in preda al desiderio e guardavo con fervore le sue labbra.

Abominevole eh?” disse con una mordace risata.

Le sue labbra copiose erano belle persino quando si contorcevano in quelle risatine e in quei sorrisetti ironici, persino con una smorfia non perdevano alcun fascino.

Insomma poteva fare la faccia e la smorfia più brutta del mondo sarebbe rimasto comunque bello da guardare.

Non sapevo cosa rispondere a mia discolpa e mi sembrava anche inutile negare l'evidenza, ovvero che fossi evidentemente atratta da lui, più di quanto volessi dar a vedere.

Potremo diventare amanti...come la maggior parte dei padroni e dei robot...” disse con naturalezza.

Cosa?” mi scandalizzai.

Oh, andiamo a te piace, a me piace...Qual'è il problema?”

Qual'è il problema?!”ribadii scandalizzata.

Tanto è già successo no?”

E non doveva succedere!”mi opposi.

Potrebbe essere un bel esperimento...cioè intendo avere un'amante fissa...ho sempre avuto ragazze che vanno e che vengono...” disse pensieroso,ma avvertii anche una certa malinconia nelle sue parole e nel suo sguardo.

Mi stai dicendo che questo sarebbe una specie di modo per metterti la testa apposto?” domandai ancora più scandalizzata.

Si, sono stanco di cambiare sempre ragazza...e di dover sempre comprare vestiti e scarpe o chissà cos'altro...” disse sbuffando.

Ti rendi conto che mi stai proponendo di diventare la tua puttana!” esclamai sconcertata.

Oh, andiamo non usare queste brutte parole...ti sto solo proponendo di diventare più intimi... cosa che non è poi così strana tra un padrone e il suo robot!”

Oh, certo dato che sono il tuo robot, ti senti autorizzato a farmi queste proposte oscene!”urlai sdegnata.

Ti lascio stabilire delle condizioni alla quale sarò costretto ad attenermi...” dichiarò.

Sul serio? Mi lasceresti stabilire delle conzioni?” domandai gongolante, iniziava a piacermi l'idea.

Tutto quello che vuoi!” disse come se la cosa non gli recasse alcun disturbo.

Bene accetto!” dissi ormai gasata da quell'idea.

Poi quelle parole dette da lui, cioè lui che mi diceva “tutto quello che vuoi...”mi estasiavano, finalmente potevo io divertirmi e giostrarmi il signorino come volevo.

Lui mi strinse la mano dicendo “ Affare fatto! bene ora parlami di queste tue condizioni...”

Io ridacchiai furbamente dicendo “Ah ma non lo so, ci devo ancora pensare...lasciami del tempo per pensarci...”

D'accordo...” disse senza scomporsi affatto, poi aggiunse sornione “Ma anch'io avrei le mie condizioni...”

Aveva un espressione troppo compiaciuta per i miei gusti, non mi piaceva per niente.

Non si era parlato di tue condizioni, ma solo delle mie...non puoi uscirtene all'improvviso con le tue condizioni... è scoretto!”

Oh andiamo Echiko, non ti vorrai tirare indietro!” disse stuzzicandomi.

Oh, ma figurati!” dissi per tenergli testa, anche se in realtà iniziavo a dubitare su questa relazione che stavamo stabilendo.

Le mie condizioni sono semplici...Non devi avere relazioni sessuali con altri ragazzi... intendo anche semplici baci” disse incrociando i miei occhi castani.

Tuttoqui?” domandai esterefatta.

Avevo immaginato chissà quali condizioni sconcertati e spaventose, tipo pratiche sadomasochiste o altre cose depravate, e invece era soltanto quella la sua condizione?

Che cosa ti aspettavi?” domandò divertito.

Bè da uno come te ci si può aspettare di tutto no?”

Perchè invece non mi dici le tue!” disse guardandomi dritto negli occhi.

Si, ma con quella sua condizione così banale e semplice, non trovavo il coraggio di stabilire una condizione troppo vantaggiosa nei miei confronti e che comportasse uno svantaggio eccessivo per lui.

Maledetta correttezza...quando ci si metteva!

Oh andiamo ne posso approffittare...” disse il demonietto che c'era dentro di me, mentre l'angioletto stava dicendo “No, non è giusto...”

Devi trattarmi con più riguardo e poi...bè la tua stessa identica condizione...”

Quindi non posso avere altre relazioni?” domandò scocciato.

Non ho capito, cosa credevi di poter imporre una cosa del genere a me...e tu di poter fare liberamente il cascamorto con chi ti pare?” domandai sconvolta.

Va bene...va bene!” esclamò.

Dopo un po' mi guardò di nuovo con quell'espressione bruciante e impetuosa, poi disse maliziosamente “ Adesso perché non possiamo agli atti pratici...”

No...siamo in una prigione...abbiamo detto che mi devi un occhio di riguardo, quindi niente posti squallidi...”mi impuntai.

Che palle...” si lagnò.

E niente ma che palle, altrimenti me ne tiro fuori!” dissi astutamente, in realtà stavo già cercando un pretesto per tirarmi fuori da questo nostro accordo, mi rendevo sempre più conto di aver fatto una scemenza.

Eh no, mi hai stretto la mano...abbiamo fatto un accordo!” controbatteva.

Si si...” esclamai rendendomi sempre più conto di aver fatto una madornale cazzata.

Vabbè che tanto finchè rimanevamo in quella prigione non potevamo dar inizio a nulla, avevo detto niente posti squallidi.

Dopo di ciò calò un'imbarazzante silenzio, per distrarci guardammo la tv e poi ci fu portato della carne in scatola per cena, era molto disgustosa.

Sembra di mangiare plastica!” commentò.

No, fidati, persino la plastica è più gustosa!” gli risposi mangiando forzatamente, solo perché avevo troppa fame.

Itou invece lasciò il cibo integro sul piatto, lamentandosi dicendo che non poteva mangiare una cosa del genere, che si rifiutava categoricamente.

Non avrai intenzione di digiunare!” dissi notando la sua espressione che non ammetteva repliche.

Non ero neppure in vena di insistere più di tanto, anche perché iniziavo pure io a non riuscire a terminare quella porcheria, finii per lasciarla pure io, era disgustosa anche per un'ingorda come me.

Itou si era sdraiato nel letto a guardare la tv, mentre io, ah già io non avevo un letto.

Fammi spazio...” gli dissi per poi sdraiarmi accanto a lui.

Non avevi detto che non volevi dormire insieme a me...” disse scocciato, doveva pesargli cedermi parte del letto, c'era spazio per una sola persona.

Abbiamo fatto un accordo assurdo, ti aspetti che adesso mi crei dei problemi riguardo il dormire insieme...”

Ah bè in effetti!” disse ridendo, poi dopo un po' disse “Comunque ho un 'altra condizione da proporti...penso ti vada bene...nessuno deve sapere di noi due...”

Si, la condivido pienamente...” dissi con poca convinzione.

Stai pensando di tirarti indietro?” mi colse in fallo.

Ma che dici... “ mentii.

Non sembri molto convinta di questo nostro accordo...hai paura?”

Paura...e di cosa dovrei aver paura? Ho combattuto contro un robot della yakuza...e dovrei aver paura di uno stupido accordo con te?!” esclamai con accesso sarcasmo.

Mi sdraiai accanto a lui, eravamo completamente appiccicati, era persino inutile cercare di evitare un contatto fisico.

E poi bè avevo deciso di diventare la sua amante, non poteva più crearmi problemi una cosa del genere!

Ah si in effetti, poi rimisi a fuoco quello che avevo fatto.

Che cosa diavolo mi era passato per l'anticamera del cervello? Diventare la sua puttana!

Oh santo Dio, che cosa mi prendeva, da quando ero diventata un robot ne facevo una peggio dell'altra.

La cosa ben peggiore è che non avevo il coraggio di tirarmene fuori, non volevo che pensasse che avessi paura o che fossi non so troppo pudica e frigida per poter fare cose del genere.

E poi in una cosa aveva ragione per quanto lo negassi, lui mi piaceva e anche quella volta in quel bagno, non mi era affatto dispiaciuto, ma la circostanza e quello che era avvenuto dopo, si insomma la sua freddezza e quella sua smania di rivestirsi, non l'aveva gradita affatto.

Ecco, appunto, volevo stabilire un rapporto del genere cioè una scopata e via?

Forse ci stavo pensando troppo...

Mi metteva a disagio stare sdraiata accanto a lui, ma dopo un po' iniziai stranamente a farci l'abitudine, dopotutto avevamo già dormito una volta insieme e per giunta abbracciati e i poi si insomma avevamo anche fatto di peggio.

Aveva lui il comando del telecomando e avevamo messo un canale in cui stavamo parlando, ehm aspetta un momento stavano parlando di me?

Il robot di Kayashi Itou uccide un robot della yakuza...che ne pensate al riguardo?” domandò la condutrice ai suoi ospiti.

In apparenza sembrava un robot comune, uno di quelli che il padre avesse fatto forse per dare sfogo alle depravazioni del figlio!” commentò un giornalista malignamente.

No, io personalmente credo che il signor Kayashi Iroto, abbia realizzato quel robot con uno scopo ben preciso!” disse l'altro.

Si, in effetti...un robot che riesce a far fuori un robot della yakuza senza l'aiuto di altri robot, non lo avevamo mai visto...” commentò la presentatrice.

Poi spesso un errore che commettiamo è quello di confondere i due Kayashi, bisogna fare delle distinsioni tra i due fratelli, perché uno realizza semplici robot per soddisfare le perversioni sessuali di uomini di mezz'età,mentre l'altro lavora a servizio del nostro paese...insomma sono due cose ben diverse...” disse un altro giornalista.

Ahahaha, credo che Kayashi Araito, non faccia onore al fratello!” commentò un altro.

Anche due linee di pensiero così diverse, uno radicale contrario al riconoscimento di qualsiasi tipo di libertà dei robot e l'altro ... bè se potesse...si sposerebbe con una delle sue creazioni” disse la presentatrice ridendo.

Ma tanto non legalizzeranno mai il matrimonio tra padroni e robot o semplicemente tra robot... Anche perché parliamoci chiaro...se iniziamo veramente a rinoscere gli stessi diritti ai robot...allora che senso ha averli realizzati?!.

Abbiamo realizzato i robot per avere qualcuno a cui poter dare ordini...e che ci alleggerisse il carico e il peso delle relazioni interpersonali in cui spesso non veniamo soddisfatti, perché ognuno vuol far valere la propria ragione, ma con i robot, non si poneva questo problema, perché i robot sono costretti ad ubbedire al proprio padrone...” Commentò un altro giornalista.

In effetti è vero se riconoscessimo i nostri stessi diritti ai robot, sarebbe come se loro diventasserò a tutti gli effetti degli esseri umani e quindi non ci sarebbe più nessun vantaggio e non avrebbe neppure più senso realizzarli...” iniziava a dire un altro.

Cari spettatori, questa sera i discorsi si fanno incadescenti tra i nostri ospiti!” disse la condutrice con un sorriso stupido e falso impresso nel viso.

Poi ripreserò a parlare del fatto principale, ovvero di me e di quel robot che avevo ucciso.

Oh, andiamo a che serve negare che il nostro paese è nella merda più nera...che la yakuza sta minacciando il nostro governo, perché questo in televisione nessuno lo dice...” disse uno scrittore che era seduto accanto ai vari giornalisti e che per tutto quel tempo era rimasto in silenzio.

Ma che stai dicendo!” lo attaccarono gli altri.

Oh, andiamo è chiaro come il sole, tutti questi insoliti omicidi, certe strade della città per cui c'è un coprifuoco da rispettare...e interi quartieri sotto il controllo della yakuza...perchè questo non lo diciamo ai cittadini...”

E come al solito quando i discorsi in tv si fanno fin troppo scomodi, la condutrice reclamava la pubblicità.

Ah bene, adesso parlano di me anche in tv!” esclamai seccata.

Stai diventando famosa! Non ti fa piacere?” disse ridendo.

Affatto...” dissi scocciata.

Tra un po' di giorni inizieranno a vederti come una specie di eroina della città. Realizzeranno magliette, scarpe con la tua faccia o chissà cos'altro!” disse divertito.

Non dire cretinate!” esclamai contrariata, l'idea di finire sotto gli occhi di tutti, non mi piaceva affatto.

Non ti piace l'idea?” mi chiese con un accenato sorriso.

Per nulla!” dichiarai.

Ripresimo a guardare la tv, poi aspettai che si addormentasse per primo.

Avevamo fatto un accordo assurdo e immorale e tuttavia non mi sentivo pienamente tranquilla e a mio agio nel dividere lo stesso letto con lui.

In realtà mi rendevo pienamente conto che tutto quello che facevo era privo di una logica, ma tuttavia non riuscivo più a compiere nessun tipo di azione coerente, sembrava che quando ci fosse lui di mezzo, non riuscissi più a ragionare.

Non mi era mai successo con nessuno.... con Yuki, perdevo il controllo per metà, tenevo sempre ben salda la mia razionalità, me la tenevo stretta e la tiravo fuori quando mi faceva comodo usarla, mentre con lui non ci riuscivo...l'avevo persa ancor prima di accorgermene.

Era il braccialetto, era perché ero il suo robot?

Cominciavo seriamente a chiedermi se non fossi soltanto condizionata, se potevo dire di avere ancora pienamente il controllo della mia volontà e non fossi invece sotto il pieno controllo di lui e di suo padre.

Mi balenò di nuovo alla mente quell' immagine, quella discarica desolata...le teste staccate dai corpi, poi le braccia, tutto il corpo ridotto in semplici pezzi come delle costruzioni di lego.

Noi robot eravamo dei lego e gli esseri umani erano i bambini che si divertivano a costruirci e a distruggerci a seconda i loro capricci.

Il mio sguardo si posò su di lui, stava dormendo molto profondamente, aveva un espressione così rilassata e angelica, sembrava quasi un bambino...già un bambino che giocava con le costruzioni di lego.

Uno strano impulso, un pensiero quasi folle mi venne in mente, avrei potuto strangolarlo, in questo modo non sarei più stata sotto il suo controllo, forse avrei finalmente potuto ottenere la tanto desiderata libertà.

Ma se lui moriva, morivo anche io...

Era questo che mi aveva sempre detto o fatto credere, ma era per davvero così?

O era solo una bugia che mi avevo detto, solo per evitare che lo facessi?

Respinsi quella tentazione dalla mia testa, ma dopo un po' esitai di nuovo, la mia rettitudine mi diceva che non dovevo neppure lontanamente prendere in considerazione l'idea di ucciderlo, ma l'altra parte di me iniziava a dubitare...

In fondo mi potevo davvero fidare di lui?

Mi aveva tirato fuori dai guai, molto probabilmente perché gli servivo, ma quando non gli sarei più servita si sarebbe sbarazzato di me e mi avrebbe infilato in quel cassonetto insieme a tutti gli altri robot.

Il cuore iniziò a battermi fortissimo, non riuscivo a prendere una decisione.

 

Un robot non può essere libero, un robot senza padrone è come se non esistesse nella società in cui viviamo...” mi tornarono in mente le parole di Itou.

 

Pensandoci bene, avrei potuto ritornare a casa mia, dalla mia famiglia, anche se loro mi avevano rimpiazzato con quel clone....

Forse se gli avessi spiegato tutta la verità, forse avrei potuto ritornare alla mia vita di sempre.

Ma desideravo davvero questo?

Posai le mie mani sul suo collo, in apparenza sembrava che fosse assai massiccio, ma toccandolo mi resi conto che era assai delicato, che avrei potuto facilmente stritolarlo.

Avevo ucciso un robot dell Yakuza... uccidere Itou, un essere umano, per un robot come me doveva essere molto facile, anche se il braccialetto avrebbe fatto di tutto per impedirmelo...potevo anche riuscirci.

Liriko aveva detto che era tutta questione di volontà, che se volevo potevo sottrarmi al vincolo del braccialetto, ma la domanda che finivo per pormi, era se volevo sciogliere quel vincolo che mi legava a lui.

Una tempesta di lacrime mi inondò il viso, mentre il cuore mi batteva fortissimo, sembrava stesse per scoppiare, in quel momento notai il braccialetto illuminarsi.

Stavo provando delle emozioni forti, era normale che si accendesse...”pensai.

Ma le lacrime. quella stretta al cuore... e quei pensieri...quei ricordi...le sua risata ironica, le sue frasette maliziose, quella volta in discoteca e quando mi ero risvegliata da robot, la prima cosa che avevo visto erano stati i suoi spettrali occhi.

Mi stavano tornando in mente così tanti piccoli momenti, molto probabilmente insignificanti... erano dei semplici spezzoni dell'ordinaria vita di un robot e del suo padrone, eppure riuscivo a provare un turbinio di emozioni per ogni piccolo gesto, ogni frase...per dei semplici e anche impercettibili dettagli.

Le mie mani tremanti erano ancora sul suo collo, erano rimaste ferme lì senza trovare il coraggio di stringere il suo collo con violenza.

Le mie mani accarezzarono il suo collo con dolcezza e mi si dipinse uno stupido sorriso sul viso. Mi accorsi solo quel momento della verità, che per tutto quel tempo non avevo fatto altro che scappare dalla realtà e adesso ne ero tremendamente spaventata...

Avevo paura del fatto di essermi innamorata di lui e che si prendesse gioco di me...

Dopotutto io cos'ero? Ero solo il suo robot...lui non si innamorava neppure delle ragazze normali, figuriamoci se avesse mai preso in considerazione la sua ragazza robot.

L'epiologo di questa storia, poteva essere uno solo:quella maledetta discarica...

Era quello il mio futuro e non era per nulla riconducibile al suo.

Lui aveva tutta una vita davanti, sarebbe cresciuto e invecchiato e avrebbe persino potuto un giorno pensare di crearsi una famiglia, avere dei figli e una moglie, mentre per me non esisteva nulla di tutto questo: sarei rimasta tale e quale ad adesso e non potevo avere figli e costruirmi una famiglia, il mio compito era quello di stare al fianco del mio padrone finchè non si sarebbe stancato di me.

Egoisticamente avevo pensato di ucciderlo, in questo modo, avevo pensato di poter porre fine ai miei sentimenti...e in questo modo, non avrebbe potuto sposare nessun'altra e gli avrei negato di godere del suo roseo futuro senza di me.

E non avrebbe neppure potuto decidere di sbarazzarsi di me.. lo avrei ucciso per evitare che lo facesse lui...

La stessa stupidaggine di Yuki, mi aveva lasciato per evitare che un giorno lo lasciassi io.

Che cosa stupida e vile...” risi amaramente di me stessa.

 

No, è giusto così, n fondo mi era stata offerta una seconda possibilità, una seconda vita e non si poteva di certo pretendere che andasse nel modo in cui desideravo, dovevo soltanto godermela nelle sue piccolezze, in quei suoi aspetti positivi appena percettibili.

 

E poi era come il fatto stesso di Dio, lui ci dà la vita e lui ci riduce in cenere, la stessa cosa era per i robot, nel nostro caso, il nostro Dio era l'uomo, lui ci dava la vita e lui ci riduceva in tanti pezzetti sparsi.

Anche se per una come me, che era sempre stata agnostica, che non si era mai creata il problema se Dio esistesse o meno, elaborare concetti come quelli, era assai impensabile.

Ero davvero disposta ad accettare l'esistenza di questo Dio, di un uomo che potesse decidere sulla mia vita e sulla mia morte?

L'unica cosa che potevo fare per sottrarmi a quest'idea era uccidere Itou, ma non ne trovavo il coraggio e la forza.

Non si può uccidere qualcosa che si ama!

Automaticamente non uccidendolo, lo accettavo come Dio, lasciando la mia vita completamente nelle sue mani.

L'idea della discarica si faceva sempre più viva e persino un'ipotetica famiglia di Itou, un Itou più alto, più maturo con una bambina in braccio e la moglie che si univa ai loro giochi.

Non riuscivo a figurarmi l'immagine di quella donna o semplicemente mi rifiutavo di immaginarmi l'aspetto che potesse avere, tuttavia anche se non riuscivo a mettere fuoco la sua immagine, l'idea di una lei, di una ipotetica moglie, di un matrimonio...mi irritava...

Avevo sempre avuto paura dell'incertezza del futuro, ero sempre stata una ragazza ansiosa e piena di preoccupazioni, mentre le altre ragazze pensavano a divertirsi, io mi scervellavo spesso e mi preoccupavo del mio futuro, mi chiedevo spesso cosa avrei fatto da grande e se mi sarei sposata con Yuki, perché era questo che avevo sempre pensato, avevo pensato a lui come mio futuro sposo.

Che cosa sciocca e infantile! La cosa triste è che ci avevo per davvero creduto, pensavo davvero che lui potesse diventare mio marito, ma adesso, era cambiato tutto.

   
 
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