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Autore: _Alien_    12/09/2011    2 recensioni
Zuko sogna momenti della sua vita: il suo passato, il suo presente e il suo fututo si intrecciano...
Scritta per celebrare il mio ultimo giorno di libertà...
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Iroh, Mai, Quasi tutti, Zuko
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 - Zuko... – la voce di Mai lo invitava ad alzarsi.
Sentiva i raggi del sole solleticargli il viso e la mano della fidanzata accarezzargli la cicatrice.
Ma qualcosa lo spingeva a non aprire gli occhi.
Un viso gli si scolpì nella mente, un viso che credeva di aver dimenticato: un ragazzo dall’espressione annoiata e distaccata.
Storse le labbra, non voleva ricordarlo. Non voleva ricordare Ruon-Jian.
E subito la sua mente galoppò a quel giorno in cui il rapporto tra lui e Mai si era incrinato.
L’aveva visto avvicinarsi a lei, parlarle, ma non riuscì a intravedere neanche una luce diversa negli occhi di lei, che lo squadrava da capo a piedi, indifferente come al solito.
Niente a che vedere con la sua reazione davanti a lui.
Ma aveva avvertito un fastidioso prurito alle mani, aveva afferrato quel vaso e l’aveva scagliato sul tipo.
Ruon-Jian l’aveva chiamato perdente e Mai lo aveva temporaneamente lasciato.
Non sarebbe potuta andare peggio di così, quella stupida festa. Ma si sbagliava.
Passeggiava sulla spiaggia. Era sera e osservava la luna. Poi volgeva lo sguardo di fronte a sé e vedeva Mai baciare Ruon-Jian. Non poté più sopportare ciò che vedeva: si scagliò con violenza inaudita sul tipo, travolgendolo e ustionandogli metà del viso...
Si rialzò e guardò il ragazzo: era rannicchiato su se stesso, il viso nascosto. Ma i capelli avevano misteriosamente cambiato colore, da castani a neri, ed erano cresciuti. Si erano raccolti in una coda di cavallo, come quella che aveva lui da ragazzino...
Ma quello era lui da ragazzino! Ed era appena stato ferito irreversibilmente.
Si guardò le mani. Non gli sembrò di riconoscere le proprie. Accanto, c’era un specchio. Non lo ricordava.
Vedeva il riflesso di Iroh scuotere la testa verso Ozai e lanciare occhiate compassionevoli al piccolo principe, piangente e umiliato. Ben diversa era la reazione di Azula, che lo derideva, e di Zhao, che lo studiava con fare insufficiente.
Tra quel maledetto pubblico c’era anche Ruon-Jian, Ty Lee e Mai. Il ragazzo gli urlava in faccia la parola perdente, di  nuovo; Ty Lee sghignazzava accanto ad Azula; Mai, accanto allo zio, lo guardava sconvolta e afflitta. Lo aveva compianto? Ma perché non ricordava nulla di quel giorno?
Fece per scuotere se stesso con il proprio braccio. Guardò nello specchio: Ozai aveva replicato il movimento.
Zuko si portò una mano alla parte del volto che doveva essere ferita, col solo risultato di toccare quello del padre.
Indietreggiò. Volse la testa allo zio. Lui lo guardava, o meglio, guardava suo fratello con severità.
- Cosa hai fatto? – gli disse – Zuko è tuo figlio! Ursa non lo avrebbe mai permesso...
Vide Mai tentare di avvicinarsi, ma i suoi genitori la portarono via senza tanti complimenti. Piangeva. Lo amava già da allora.
- Zuko! Zuko, svegliati! Ti prego! ... – la sua voce gli giungeva lontana – ZUKO, TI PREGO!
Ma proprio non ce la faceva ad aprire gli occhi. Voleva continuare a vedere.
Non era più Ozai, ma vedeva ancora se stesso e sua sorella giocare felici. Accanto a sé, c’era sua madre, Ursa, che li fissava divertita e sorridente.
- Dunque, Lu Ten, come sta andando l’assedio a Ba Sing Se? – Lu Ten - Zuko deglutì.
- Ehm... – non aveva idea di cosa stava dicendo sua madre.
- Oh, non importa, immagino che stia andando bene. – gli sorrise Ursa. Non ricordava più quel sorriso. La sua mamma... chissà dov’era in quel momento...
- Mamma, Azula mi sta tirando i capelli! – urlava lui.
- Mamma, Zuko mi sta schiaffeggiando! – strillava la sorella.
- Bambini, vi prego! Non litigate! – alzò gli occhi al cielo Ursa.
 
- Katara, cos’ha? – Mai si stava preoccupando del suo sonno prolungato.
- Non lo so, le funzioni vitali sembrano normali... – commentava Katara.
- ZUKO? MI SENTI? – c’era anche Aang.
- Zuzù? – lo scosse violentemente Toph.
- Toph, per favore! – la ammonì Mai – Amore, dai, che ti succede? – gli sussurrò lei, accarezzandogli a più riprese la testa.
- Signore del Fuoco dei miei stivali, svegliati, è un ordine! – la voce di Sokka tremò leggermente.
- Sokka! ... Zuko, ci sei? – neanche Suki riuscì a svegliarlo.
- Mhhh... – mugugnò, infastidito dal fatto che nella sua stanza ci fosse il Team Avatar al completo.
 
Le immagini si andavano affievolendo e piano piano il paesaggio cambiava, lasciando posto ad una ragazza che doveva avere sui 15 anni.
Era alta, snella, e fissava intensamente il mare. I capelli neri erano raccolti in una treccia che le danzava sulla schiena.
I suoi occhi ambrati erano persi nell’oceano.
Zuko la studiò ancora: era molto simile ad Ursa, se non uguale a lei.
- Non so se ce la farò. Non sono pronta ad andarci. – gli disse improvvisamente.
- Non sei costretta a farlo. – le rispose istintivamente lui.
- Ma devo imparare a governare o la nostra nazione non avrà una Signora del Fuoco decente! – batté un piede sulla sabbia la ragazza – So che devo andare a quella riunione. Ma... non so se sarò all’altezza.
Ma che stava dicendo?
- Bhè, sono sicuro che lo sarai. – non si rendeva conto neanche delle risposte che le dava. Amava quella tizia, ma non dell’amore che provava per Mai.
Era qualcosa di più antico, qualcosa che era sempre esistito, qualcosa che lui non aveva mai avuto: l’amore di un padre.
- Ti voglio bene, papà. – lo abbracciò la ragazza – So che per me ci sarai sempre.
- Ti voglio bene anch’io... – ricambiò l’abbraccio - ... Kalia Ursa.
 
Spalancò gli occhi. Era madido di sudore e stravolto. Che fosse stato un sogno premonitore? Non lo sapeva.
Quel che era certo era che voleva parlarne con qualcuno.
Si alzò barcollando. Guardò il cielo. Il sole aveva raggiunto il punto più alto. Mezzogiorno.
Uscì dalla stanza barcollando. Sperò di non incontrare nessuno.
Sentì dei singhiozzi.
 
- Zuko... Zuko... – Mai era inconsolabile.
- Calmati, Mai, troveremo una cura per lui. Anche se non so cos’ha. Sembra sano, fisicamente parlando. – la rassicurò Katara, guardando Aang.
- Zuko è il Signore del Fuoco. se lui non si sveglia, chi penserà alla nazione? – rifletté Sokka.
- Zuko è nostro amico! – strillò Aang – Dobbiamo aiutarlo!
- E’ il mio ragazzo! E voglio che stia bene! Ha già sofferto abbastanza! – singhiozzò ancora Mai.
- Su questo, hai ragione. – le posò una mano sulla spalla Toph.
- Grazie di essere venuti subito. Zuko ha degli ottimi amici su cui contare. – cercò di sorridere Mai.
- Hai contattato Iroh? – chiese Suki.
- Sì, ma non è ancora arrivato. – annuì Mai, già più calma.
- Strano... gli hai detto che Zuko sta male, vero? – la fissò Sokka.
- No. Non volevo che si preoccupasse... Zuko non lo avrebbe voluto... E’ come un padre, per lui. – gli occhi della lanciatrice di coltelli erano sempre più luccicanti.
 
I suoi amici e la sua ragazza si stavano preoccupando da morire. Ma non sapeva se mostrarsi oppure aspettare lo zio.
Guardò Mai riprendere leggermente il controllo di se stessa. Si sentiva un mostro, ma decise che doveva aspettare suo zio. Quel sogno lo aveva sconvolto.
- Zuko? Allora, che è successo? – si voltò. Iroh era lì. Lo abbracciò.
- Zio, dobbiamo parlare. – sentenziò.
- Bene, ti ascolto. – gli sorrise l’uomo.
E gli raccontò tutto, nei minimi particolari.
- Non so proprio che dirti, nipote. Soprattutto della ragazza che ti ha chiamato papà. Forse è un frammento del tuo futuro... – lo sondò con lo sguardo l’ex generale.
- Sarò padre? Wow... – commentò Zuko, assorto.
- Sarai fantastico. – gli sorrise lo zio, fiducioso.
- Chiedo solo di non essere come Ozai. – stabilì il ragazzo.
 
Un urlo squarciò l’aria.
- QUALCUNO HA RAPITO ZUKO!!! – una voce femminile. Iroh guardò il nipote, perplesso:
- Da quando Mai è diventata così apprensiva? – Zuko ghignò.
Intanto, i rumori aumentavano: passi, urla, stridii, singhiozzi.
E una camminata velocissima e silenziosa.
 
Mai arrivò come un fiume in piena.
- ZUKO? STAI BENE? SEI... SEI VIVO? – balbettò appena lo vide.
- Tu che dici, Mai? Ti sembrò uno zombie? – rise lui, avvicinandosi a lei.
Prima di svenire, la Firelady gli mollò una schiaffo proprio sulla parte sana del viso.
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti! Il brano è stato scritto di getto e pubblicato. È dedicato all’estate e al fatto che, da domani, non potrò più postare con regolarità, dato che la mia libertà e il mio tempo libero diminuiranno drasticamente.
Comunque, cercherò di postare sempre Be a Teen in the Fire Nation.
Ecco eventuali chiarimenti: questo è un evidente pre-Kalia, la figlia che ho concesso a Zuko in Be a Teen in the Fire Nation. Per ulteriori informazioni su questo particolarissimo personaggio, leggete la ff citata.
Mi sembra leggermente nonsense. Voi cosa ne pensate?
Mai è completamente OOC, insomma, non è sicuramente così apprensiva! Mi dispiace, Mai, spero mi perdonerai!
Penso abbiate capito che detesto Ruon-Jian, che stava per rovinare la mia coppia preferita. Maledetto!
Infine, lo schiaffo è stata una piccola rivincita da parte di Mai per la risposta ironica di Zuko e il suo comportamento.
Grazie di aver letto la storia e di aver avuto il coraggio di leggere queste note.
Salutissimi da
Mai Annabeth Lily Cullen

 
 

 

  
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