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Autore: AHysteria24    12/09/2011    2 recensioni
Non avete mai provato quella sensazione? Quella che vi risale la gola con artigli velenosi, lasciandosi fiamme e cenere alle spalle – che vi contorce lo stomaco al punto che vorreste vomitare, forse per buttare fuori tutto quello che avete dentro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente. Non credo che vi aspettaste questa...cosa - non so bene nemmeno io cosa sia. E' parecchio breve e piuttosto senza senso, quindi non mi aspetto grandi risultati o chissà cosa. Girava da un po' sul mio pc e l'ho trovata stasera, riaperta, corretta e poi ho deciso di postarla. Perchè insomma, perchè no? Alla fine tanto vale mettere da qualche parte ciò che scrivo. Spero che qualcuno vi si possa identificare, anche se magari sarebbe maglio di no. A voi :)

Rabbia.

Quanto spesso la proviamo senza accorgercene? Quante volte, invece, la reprimiamo e basta? Perché sarebbe sbagliato, sarebbe contro ogni buon senso dar sfogo alle proprie emozioni. Non importa quali.

Rabbia. Una parola semplice, di breve lunghezza, per descrivere qualcosa di così infinitamente grande, sfaccettato nelle sue sfumature. Quella sensazione che esplode all’improvviso, che sembra pizzicarti la gola e far battere il cuore più forte, accorciare il respiro e far tremare le mani. Quella sensazione che ti divora poco a poco, nel suo crescere incessante. Non avete mai provato quella sensazione? Quella che vi risale la gola con artigli velenosi, lasciandosi fiamme e cenere alle spalle – che vi contorce lo stomaco al punto che vorreste vomitare, forse per buttare fuori tutto quello che avete dentro. Non vi tremano le mani nello sforzo di non afferrare qualcosa e lanciarlo contro la parete? Non avete l’impressione che tutto andrebbe meglio se solo poteste urlare e mettervi le mani nei capelli, tirandoli e forse facendovi anche male nel tentativo di distrarvi da quella sensazione? L’impressione di soffocare mentre vi si chiude la gola e vi si offuscano gli occhi per le lacrime, create dal nervoso e non dalla debolezza, ma questo gli altri non lo sanno – farvi vedere in quelle condizioni vi mostrerebbe deboli agli occhi degli altri, e non lo volete. Non l’avete mai provata quella sensazione? È rabbia. Ma spesso, troppo spesso, ci troviamo obbligati a ricacciarla giù. È difficile, ma ormai ci siamo abituati.

Scansa, ignora, vai avanti.

C’è chi è diventato un vero mago nel riuscirci. C’è chi riesce ad evitare la rabbia come riuscirebbe a dimenticarsi della lieve pioggia primaverile che gli cade sul viso. Dà fastidio, irrita a volte, ma è sopportabile – dimenticabile. Si sono armati di ombrello e stivali da pioggia, a loro non importa.

C’è poi chi esce sempre senza ombrello, chi becca sempre il diluvio ogni singola volta che mette i piedi fuori casa. Loro non dimenticano, ma sanno anche che è inutile avercela con il cielo. Tanto farà sempre di testa sua.

Ed infine, c’è chi, come me, si trova a metà. Abbiamo l’ombrello, ma ci troviamo sempre nel bel mezzo dell’uragano. E qui l’ombrello si rompe, è inutile cercare di tenerselo davanti al viso o sopra la testa – ma lo facciamo lo stesso, potrebbe sempre essere utile. Sempre meglio che niente. Eppure forse sarebbe meglio quel niente – quel niente che ci porta ad affrontare direttamente, faccia a faccia, il nostro uragano.

Non ce l’abbiamo con il cielo in particolare, anche se quella strana sensazione comincia a pizzicarti la gola e bloccarti le parole, che vorresti urlare a pieni polmoni. Ce l’abbiamo con l’ombrello. Quel maledettissimo ombrello, che ci ha abbandonato nel bel mezzo dell’uragano. Ma non possiamo urlare, né dimostrarci innervositi.

Scansa, ignora, vai avanti.

Ce lo ripetiamo, assimilando la rabbia e trasformandola in energia.

Ti fa sentire motivato, instancabile. Ti fa stringere i denti anche quando senti che non ce la fai più, perché vuoi dimostrare al mondo intero che non t’importa né del cielo, né dell’ombrello. Tu ce la puoi fare. O almeno, lo credi.

Così arrivi alla tua meta, distrutto ma quasi soddisfatto, compiaciuto per avercela fatta. Eppure quella sensazione, quella strana emozione è ancora incamerata nel tuo corpo. Ed è ovunque. Com’è possibile? Scansa, ignora, vai avanti.

L’hai fatto, ci sei riuscito. Ed eccola di nuovo. Rabbia. Rabbia. Rabbia.

Non ci sei riuscito. Non sei esploso, certo, ma è stato ancora peggio. Sei imploso, e la potenza dell’esplosione ti sta ancora divorando e distruggendo poco a poco. Perché puoi ignorarla, puoi andare avanti, ma non potrai mai, mai scansare la rabbia che hai dentro.

Le recensioni sono sempre ben accette, ovviamente :) La canzone qui sotto è davvero adatta a scaricare un po' di rabbia, sempre ne abbiate bisogno.

  
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