Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Yin Mei    12/09/2011    1 recensioni
Arthur era lì, seduto sulla base di una finestra che osservava fuori.[...] Quant'era allettante quell'idea di aprire la finestra e buttarsi giù, proprio quanto era allettante quell'idea di raggiungere il comodino vicino al letto, prendere la pistola e spararsi, proprio lì in fronte. Piccola Song-Fic su Arthur, la canzone è di Alex Baroni, tratta dal film di "Hercules" ; Posso Farcela. Spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I can Do. Titolo: I Can Do.
Autore: Lady Eleanor.
Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic.
Avvertenze: OCC, One-shot, Incompiuta.


I Can Do.



"Ho sognato che
Non so dove c'è
Una nuova terra
E sta aspettando me..."


Arthur era lì, seduto sulla base di una finestra che osservava fuori. Si stringeva le ginocchia al petto, poggiando il mento su di esse.
La sua espressione era malinconica. Non aveva le labbra incurvate in qualche ghigno o sul punto di fare qualche commento
sarcastico. Questo no.
Ogni qual volta che pioveva su Londra, dicevano i suoi cittadini, qualcuno stava piangendo. Ma Londra pioveva sempre, anche
d'estate, e allora i suoi cittadini pensavano che c'era qualcuno, non si sà dove e perché, che piangeva. Sempre.
Arthur era un ragazzo con molta fantasia, che credeva nella magia. Lui amava tutto ciò che aveva qualcosa di inspiegabile con la
logica, poiché di essa era stufo.
Arthur era una persona che, a differenza delle dicerie altrui, piangeva ma lo nascondeva. Non perché se ne vergognava, ma per il
timore che qualcuno lo prenda in giro.
Lui sognava una terra, libera da ogni guerra e con un bellissimo mare azzurro su cui navigare.
Quel luogo c'era, ma non poteva andarci; altrimenti l'avrebbero cacciato, per l'ennesima volta.


"Dalla gente mia
Quando passerò
Mi saluterà dicendo
"Questa è casa tua!"
E' una meta che, ce la posso fare,
io raggiungerò, io ce la farò
e ogni ostacolo, che supererò
sarà come un colpa d'ali e là io volerò..."



L'inglese sospirò, per forse la millesima volta in quella giornata.
Gli mancava quell'epoca dove era libero e poteva ancora solcare i sette mari, senza che qualcuno lo attacchi. Senza che qualcuno
gli dia fastidio, ovviamente.
Ma a stare rinchiuso in casa, senza nemmeno la compagnia di quell'idiota di un americano e rompergli le scatole, gli si stringeva il
cuore in una morsa d'inferno. Anche se non lo ammetteva, quello stupido di America, gli mancava e anche tanto. Tantissimo.
Alzò lievemente lo sguardo in direzione delle nuvole, ancora nere e ancora cariche di pioggia.
Arthur era convinto che, al posto suo, le nuvole piangevano. Lo facevano per liberargli il cuore, poiché lui medesimo non poteva
farlo in presenza altrui. Un po' per orgoglio maschile, un po' per timore, un po' per non sentire i commenti di Francia.
Eh, si, i rapporti con Francia, come non bastasse, peggiorarono in pochi mesi. Che fosse lui stesso a non volere la sua amicizia
seppur la sua presenza, seguita dai suoi strani modi di fare differenti dalla cultura inglese, lo mandavano in bestia.
Improvvisamente, a solo il pensiero, si sentì ancora più vuoto. Come se quel vuoto lo stesse divorando, lasciando il corpo identico a
quello di una bambola: vuoto.
Quant'era allettante quell'idea di aprire la finestra e buttarsi giù, proprio quanto era allettante quell'idea di raggiungere il comodino
vicino al letto, prendere la pistola e spararsi, proprio lì in fronte. Oppure in bocca, tanto sarebbe morto comunque e avrebbe tolto
il fastidio a tutti.
Ma... Eppure i suoi vicini lo volevano così tanto, le ragazze del vicinato gli preparavano i suoi amati scones, odiati dalle altre nazioni;
mentre i ragazzi volevano passare intere giornate solo con lui. Esclusivamente con il rappresentatore della loro amate terra: Inghilterra.
Cosa doveva fare? Era completamente indeciso...
Da quando litigò, ancora, con Alfred i loro rapporti peggiorarono, ma in compenso migliorarono quelli con l'Italia e Giappone.
Quindi scosse il capo, cercando di abbandonare subito l'idea del suicidio, dato che nella sua amata religione era vietato.
Chiuse gli occhi, poggiando la schiena al freddo muro che circondava la finestra su cui era seduto da circa tre ore e mezza, sospirò.
E si appisolò.
Prati verdi, incantesimi che funzionavano, niente guerre, acque cristalline su cui continuare a navigare in nome dei vecchi tempi dove,
lui medesimo, terrorizzava la gente con la sua amata pirateria... E poi[...]
Riaprì di scatto gli occhi. Che sciocco ch'era all'epoca, pensò.
E un sorriso amaro apparì, come per magia, sulle sue labbra.


"E ora tocca a me,
Ce la devo fare.
Non m'importa se
E' impossibile
Ma io scoprirò
La mia verità
E finalmente io saprò volare e volerò."
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Yin Mei