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Autore: Inc    12/09/2011    1 recensioni
Piccina, fuori dalla chiesa, ero tutta in fibrillazione perché il mio Papo mi aveva regalata un palloncino a forma di dalmata, o simile, che volava.
Lo tenevo stretto stretto e guardavo in aria come un'allucinata. Manco fosse la Madonna!
Andai a sbattere contro un paletto, piccino piccino, ma data la mia statura (tutt'ora discutibile), lo presi in pieno e ZANGGGGGGGGGG!
...forse è per questo che ho un naso strano strano! :O
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bisogna superare tutti gli ostacoli della vita... ma prima bisogna vederli!

*basato su un episodio reale, della mia non troppo lontana infanzia!










La vita, con Lucia, era sempre stata cattiva e cruenta. 
Partiva tutto dai tempi delle medie se non prima - oramai i ricordi erano stati bruciati e la cenere nascosta sotto tappeti vecchi e rosicchiati dalla stanchezza e forse anche da topi - : aveva un naso importante, grosso, sporgente. Antipatico ed ingombrante per lei. La prendevano in giro tutti e lei non rispondeva a tono o a testa alta faceva l'indifferente, lei andava a pisciare, irritata, e piangeva come un pulcino con la mamma arrostita. Solo quello riusciva a fare, oltre che a disegnare falene e insetti schifosi. 

Poi, lasciati gli sbruffoni e le vipere delle medie, conobbe quelli del liceo, i quali, oltre al naso, aggiunsero il culo non proprio proporzionato. Alcuni dicevano, i più saputelli e figli di papà viziati, "Endless butt". Una volta le appiccicarono un foglio dietro le spalle con scritto questo.
Si liberò anche di quegli impiastri, seppur dopo cinque lunghissimi anni, grazie alla maturità. Lei era cresciuta, come le sue tette, aveva alzato le difese dal mondo esterno e si era chiusa in casa, a studiare, a pisciare, a disegnare.

Non importava. Odiava le persone, a stento riconosceva il ruolo di genitore della povera, rugosa e rantrappita madre.
Poi le balenò in testa un'idea. Perché doveva dannarsi per persone infime e per nulla importanti nella sua breve vita?

Così decise di uscire, si vesti di nero, il rossetto rosso - sparso non solo sulle labbra enormi, ma anche sugli incisivi giallognoli -, i tacchi di cinque centimetri e azzardò a mettere piedi fuori dal portone.
La sua prima tappa sarebbe stata il bar dell'angolo della traversa in cui abitava.
Trotterello allegra fino alla curva del marciapide, mentre sguardi - forse anche schifati e sconvolti - della gente le trapassavano tette-culo-tette-denti gialli.
Pensò che forse non tutto era vano in questa vita e svoltò convinta, certa di lasciare una mancia prosperosa, come le sue forme, al tavolo del bar. 

"Bisogna superare tutti gli ostacoli della vita..." pensò soddisfatta andando a sbattere rovinosamente contro un palo della luce.
"Ma prima bisogna vederli!" aggiunse una vocina diabolica... proveniente dal suo nasone mutilato ancor di più.

 























NOTE:

{ Ecco, questa parte della storia è quella che mi metterà parecchio in imbarazzo :S
Susu, via il dente, via il dolore U.U
Piccina, fuori dalla chiesa, ero tutta in fibrillazione perché il mio Papo mi aveva regalata un palloncino a forma di dalmata, o simile, che volava.
Lo tenevo stretto stretto e guardavo in aria come un'allucinata. Manco fosse la Madonna!
Andai a sbattere contro un paletto, piccino piccino, ma data la mia statura (tutt'ora discutibile), lo presi in pieno e ZANGGGGGGGGGG!
...forse è per questo che ho un naso strano strano!   :O }



















   
 
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