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Autore: MonyMOFO    13/09/2011    5 recensioni
Alexandra è una giovane ragazza con problemi in famiglia. Una notte si fa coraggio e con pochi dollari in tasca decide comunque di scappare di casa e di andare a Los Angeles, città dei suoi sogni. Al suo arrivo conosce Shannon, ma di lui non sa nulla, nemmeno che è una rockstar. I due stringono amicizia, ma l'arrivo di Jared nella vita di lei scombussola il rapporto...e il futuro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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5 anni prima Eccomi, eccomi, eccomi!! Scusate il ritardo!! Ero indecisa se tornare indietro di 5 anni o se continuare il fatto che Joey non si trovasse più, ma ho deciso di farvi soffrire ancora per un po' :P sono stronza lo so. Comunque, come vi ho già anticipato nel capitolo precedente, in questo conoscerete zia Mel. Come sempre grazie a chi mi ha recensito e a chi mi ha messo tra le seguite e preferite. Ah, e benvenuti, nuovi lettori!!!
Buona Lettura!
xoxo Mony


5 ANNI PRIMA

"Eccolo, è lì, guardatelo!".
Mel si appoggiò con un gomito sopra al bancone e cominciò a fissare il ragazzo con occhi sognanti. Da un mese ormai era diventata la mia amica inseparabile, anche se caratterialmente eravamo molto diverse.
Lavoravamo entrambe in un bar nel Tennessee, mi ero trasferita lì dopo quello che era accaduto con Shannon e Jared. Mi sembrava un ottimo posto per poter dimenticare, anche se, con il passare del tempo, mi accorsi che quel ricordo avrebbe fatto parte per sempre della mia vita.
Melody, detta Mel, era una giovane ragazza fuggita anche lei dalla casa matta in cui era cresciuta. Era riuscita a trovare lavoro in questo piccolo bar che l'aiutava a pagarsi l'affitto.
Erano già alcuni giorni che si stava frequentando con un ragazzo, cosa molto rara per lei dato che solitamente passava ogni settimana con tanti ragazzi diversi. Avevamo appena chiuso il bar e la signora Stweart, una donna sulla cinquantina d'anni, stava spazzando il pavimento, era l'addetta alle pulizie:
"Ti vedi ancora con il giamaicano?", chiese reggendosi con il manico della scopa.
"Hawaiano, Rose. E' hawaiano. Quante volte le devo dire?", rispose mentre guardava il ragazzo avvicinarsi. Io ridendo continuai a lavare i bicchieri.
"Come siamo permalose!", commentò poi Rose continuando a pulire per terra.
"Buonasera a tutte!", urlò il ragazzo.
Mi voltai e sorrisi a quel ragazzo. Beh, stavolta Mel aveva scelto bene. Era proprio bello! La mia amica si sporse dal bancone e gli diede un bacio appassionato, io scossi la testa e sorrisi. Quella ragazza era senza pudore.
"Come state?", chiese lui.
"Benissimo, siamo stanche, ma va bene comunque se ci sei qui te!", rispose la romantica Mel tenendosi una mano sul cuore. Oddio, mi stava venendo il diabete.
"Qui fuori c'è il mio amico che mi sta aspettando, abbiamo la serata libera, che ne dici se usciamo tutti insieme Mel?"
«Tutti?», pensai. Mi voltai di scatto con le mani inzuppate di schiuma:
"Che significa 'tutti'?"
"Eddai, non fare la finta tonta! Da quant'è che non frequenti un uomo?", Mel non sapeva.
A lei non avevo raccontato  nulla. Quella storia avrei voluto tanto dimenticarla e il non raccontarla a nessuno mi sembrava un buon inizio.
Mi asciugai le mani con lo straccio e mi incamminai verso il bancone per pulirlo:
"No, Mel, non ne ho voglia. Non sto bene e sono stanca!".
La mia amica sbuffò.
"Quanto sei noiosa!", brontolò alzando gli occhi al cielo.
Che palle! Ora non potevo nemmeno decidere come passare le mie serate? Amavo starmene seduta sul divano a guardarmi qualche telefilm cazzuto o film super romantico.
"Non insistere Melody. Non ne ha voglia!", mi difese Rose continuando a spazzare.
"Quanto sei antica Rose. Ha 18 anni e fa la suora. Avebbe bisogno di cambiare un po' d'aria, non può passare la sua vita tra il divano di casa e il bancone di un bar, io lo sto facendo per lei, eh!".
Mel si avvicinò al ragazzo color cioccolato al latte, che l'abbracciò da dietro:
"Il mio amico è un tipo ok. E' simpatico, ti piacerà!".
Anche l'hawaiano tentò di convincermi. Sbuffai.
"Ok, ok! Come volete voi. Ma se mi annoio mi riportate a casa!", Mel mi corse incontro e mi abbracciò:
"Sicuro!", poi mi sorrise e corse di nuovo dal suo amore che lo prese per mano e si avviarono verso l'uscita.
Rose mi fermò prendendomi per il braccio:
"Tesoro stai attenta. Melody non la conosci ancora benissimo. E' tremenda!", sorrisi a quella signora che anche conoscendola da poco, ritenevo ormai come la mia seconda mamma:
"Non ti preoccupare, ho la testa sulle spalle"
"Non ne dubitavo, solo che..Melody sa influenzare bene la gente!", le diedi un bacio sulla guancia:
"Stai tranquilla, ok? Non succederà nulla!"
"ALLORA? TI MUOVI?"
La mia amica si catapultò di fretta nel locale, seccata di avermi dovuto aspettare a lungo.
"Arrivo, arrivo!", lanciai nel lavandino lo straccio.

"Dove accidenti mi avete portato?", chiesi tenendo il naso alzato verso l'insù.
Più che un locale mi sembrava il set di un film porno. Ragazze mezze nude ballavano sul bancone e ragazzi con la bava agli angoli della bocca mettevano a loro delle banconote nelle mutandine. Oh, no! In cosa mi ero cacciata? Stavo sognando il mio comodo divano e la mia misera e minuscola tv.
"Bello vero?", chiese Mel trascinando dietro di sè il ragazzo.
"Bello? Scusami, dimmi cosa ci sarebbe di così affascinante qui dentro...", chiesi confusa.
"Le cubiste!".
L'amico dell'hawaiano seppur carino mi sembrava alquanto stupido. Le cubiste? L'unica cosa bella di quel locale, a mio parere, era la porta d'uscita spalancata, che mi faceva venir voglia di scappare via.
"Sei disgustoso!", dissi schifiata. Il ragazzo rise sotto i baffi.
"Sediamoci lì!", urlò Melody da lontano puntando un tavolo.
Imbarazzata più che mai mi incamminai passando in mezzo a uomini super muscolosi e sudati e ragazze meze nude che si divertivano a provocarli, mi faceva tutto così schifo.
Ci sedemmo su un divanetto, di fronte a noi c'era un mini tavolino di vetro con appoggiati dei cocktail abbandonati, la musica alta mi impediva di sentire quello che la mia amica stava dicendo al fidanzato, poi, tutto d'un tratto mi tirò a sè e mi disse nell'orecchio:
"Io vado con Braxton nella zona vip..."
Cosa?! Zona vip?! E con quali soldi avrebbe pagato quella zona? E cosa avrebbe fatto? Un momento, con chi sarei rimasta io?
"Scusami, ma io cosa faccio?"
"Stai con Tim, è tanto carino!", mi voltai verso il ragazzo che stava bevendo, senza prendere nemmeno il respiro, una Becks scolata già per metà.
"Ma sei pazza? Questo è un ubriacone, mi violenterà!"
Mel scoppiò in una forte risata e si alzò dal divano reggendosi a Braxton:
"Almeno scopi un po'!", e si dileguò in mezzo alla gente con l'hawaiano.
Rimasi immobile, impassibile, di fronte a Tim. Ok. Era un bel ragazzo. Anzi, a dir la verità era proprio figo. Ma era un ubriacone pervertito, fissava continuamente le ragazze passargli di fronte. Mi guardai in giro per cercare una via di fuga, un modo di fuggire senza dare nell'occhio, poi, vidi la porta secondaria aperta e pensai di scappare da lì. Mi alzai dal divanetto ma Tim mi fece ricadere sopra:
"Dove stai andando?"
"Via!"
"Perchè? Non ti diverti?", mi guardai attorno poi i miei occhi ripuntarono i suoi:
"Mh, no...non trovo nulla di divertente qua. A parte la patta dei tuoi pantaloni aperta..", Tim super imbarazzato si alzò la cerniera dei jeans e io sogghignai.
"Sei carina, sai?", mi disse.
"Grazie. Ma non per questo te la darò!", il ragazzo sorseggiò un altro goccio di Becks.
"Ma perchè io alle ragazze do sempre questa impressione? Ho tanto l'aria di uno che voglia solo scopare?", mise la bottiglia sul tavolino e poggiò il braccio sulla spalliera del divano fino a sfiorarmi i capelli.
"Perchè si vede che sei un pevertito..guarda che faccia!", Tim si sedette un po' più composto.
"Scusami e che faccia avrei?"
"Da...pervertito...", si mise a ridere.
"E come sarebbe la faccia di un pervertito?"
Alzai gli occhi al cielo. Ma quanto era stupido? Dovevo forse fargli un disegnino? Anzi no, mi venne in mente un'idea migliore.
Frugai nella borsa e tirai fuori il mio specchietto poi glielo misi davanti:
"Così!", il ragazzo si guardò nello specchio.
"Carina la faccia da pervertito. Tu invece hai la faccia da suora!", incrociò le braccia.
Inarcai un sopracciglio:"Ah sì?"
"Sì!"
Presi la bottiglia di Becks sul tavolo e ne gustai un sorso. No, Lexie, fermati. Ricordati cosa è successo l'ultima volta che ti sei ubriacata! Sei finita a letto con il Leto sbagliato!
"Wow, trasgressiva!", disse lui sarcastico.
No, farmi prendere in giro da un pivello? Giammai! Ripresi la bottiglia di Becks e stavolta la bevvi tutta, cominciando poi a tossire.
"Mh, non mi hai ancora convinto. Aspetta un attimo!", Tim si alzò dal divanetto e andò verso il bancone.
Non era poi così male alla fine. Chissà che stava facendo Mel...beh, lo potevo ben immaginare, ma non capivo come ci riuscisse a scopare in ogni posto in cui si trovava.
Il mio compagno di serata ritornò con due bottiglie, ma stavolta di vodka. Oh, no. Brutti ricordi. Starei stata più attenta stavolta.
"Mi hai preso per un'ubriacona per caso?", accavallai le gambe e il ragazzo cominciò a sudare.
Mi sarei divertita a provocarlo, sì, fanculo a Jared e a Shannon. Fanculo al passato. Mi sarei divertita quella sera.
Presi per la maglietta Tim e cominciai a baciarlo con foga, lo colsi impreparato ma non ci mise poco a infilarmi la sua lingua in bocca. Passai le mie mani nei suoi capelli morbidi e non mi staccai da lui nemmeno un secondo. Credo che la Becks di prima mi stesse facendo effetto.
Tim mi mise le mani sotto la maglietta ma lo bloccai ricorandogli di essere in pubblico.
"Andiamo via da qua", mi prese per mano e mi trascinò in mezzo alla gente per poi portarmi fuori dal locale.
"Cazzo che mani callose che hai!", dissi ridendo.
"Sono le mani da musicista queste!", mi prese a se e cominciò a baciarmi il collo.
Oh Dio, un'altro musicista? Non potevo farci niente, i musicisti attraggono sessualmente.
"Cosa suoni? Il flauto?", mi spinse contro al muro.
"La chitarra", rispose ansimando.
Mi slacciò la camicia e intravide il reggiseno:
"Hai una mucca sul reggiseno?", lo avvicinai a me e gli morsi il labbro.
"Se sapevo che avrei conosciuto un porco avrei messo quello con il maiale".
"Beh, invece hai messo quello con la vacca perchè lo sei".
Gli misi una mano sui pantaloni e gli strizzai le palle:
"Dicevi?", chiesi ridendo. Ok, ne ero sicura, la Becks aveva fatto del tutto effetto.
"Vedi di non farmi male, se mi tocca saltare un concerto poi la senti tu la band lamentarsi.."
"Li farai parlare con me, vedrai che smetteranno di parlare a vanvera", lo trascinai verso l'auto di Mel.
Per fortuna le chiavi le avevo io nella borsa.
"Non è facile tenere testa a Jared Leto!". Mi bloccai e lo spinsi via.
"Cosa hai detto?!"
"Jared Leto, non lo conosci? Io suono per i Thirty Seconds To Mars, faccio da supporto alla band".
Tempo due secondi, vomitai l'anima.

Mi svegliai con un mal di testa allucinante, spostai il ciuffo di capelli indietro e notai di essere a casa di Mel. Ma che diavolo ci facevo lì? E cosa era successo la sera prima? Sembrava che nella mia testa ci fossero tanti piccoli omini a martellarmi contro. Mi stiracchiai.
"Hey, bella addormentata! Come stai?"
La mia amica mi si presentò in camera con una colazione abbondante.
"Uno schifo. Ma cosa ho fatto ieri sera?"
Mel si sedette sul bordo del letto e accavallò le gambe:
"Ti sei ubriacata e hai quasi scopato con l'amico di Braxton. Hai interrotto la festa vomitando l'anima. Devo dire che sei stata abbastanza disgustosa. Tim era un po' incazzato, gli hai vomitato sulle scarpe..", rise.
Cominciavo a ricordare qualcosa.
Tim. La Becks. Tim che mi provoca. La Becks. Tim che mi palpa. Tim che mi bacia. Tim che mi trascina fuori dal locale. Tim musicista....oh mio Dio..
"Hai per caso il numero di questo Tim?! E' urgente!", Mel mi guardò sorpresa.
"Wow...non pensavo ti piacesse così tanto. Chiederò il numero a Brax, dopo. Ok? Ora vestiti, sta arrivando Rose per portarci al bar!"
Non feci in tempo ad appoggiare i piedi per terra che Rose entrò in camera:
"Hey, piccola monella. Fortuna che mi dicevi di avere la testa sulle spalle..."
"Che palle Rose, lasciala stare. Si è divertita, a volte sembri mia mamma.."
Probabilmente la sbornia non mi era ancora passata, perchè sentii lo stomanco contorcersi e sentii una palla infuocata salirmi su per la gola. Corsi in bagno e vomitai di nuovo.
Rose e Melody mi seguirono, la più anziana mi sorresse i capelli:
"Accidenti, l'ultima volta che vomitai così...nacque Jason!", commentò poi.
Strabussai gli occhi:"Cosa?!"
"Beh sì, quando rimasi incinta vomitai per mesi, una rottura"...mi appoggiai al lavandino sfinita.
E se...? No, non era possibile. O forse sì? Il ciclo non si faceva vedere da due mesi...ma forse era solo lo stress. E la nausea che avevo già da una settimana? La fame esagerata? La stanchezza?
"Tutto bene?", mi domandò Mel.
"Sono incinta...", risposi.
Dalle due donne, non uscì nemmeno una parola di bocca.


   
 
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