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Autore: Leslie NotteSferza    13/09/2011    5 recensioni
Ehehehe. Leggermente inquietante, cioè, è l'effetto che vorrei dare 8/ L'ispirazione mi è venuta guardando una di quelle immagini cretine di Face. Boh, spero vi piaccia, mi farebbe molto piacere sentire le vostre opinioni
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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<< …e quindi ci sono anche le sirene? >>
<< Ovviamente! Che domande. >>
<< Scusami, Peter, è soltanto che qui non se ne vedono spesso. >>
Per una volta la mamma  aveva messo un mobile nel posto giusto. Il piccolo divano davanti alla finestra era diventato uno dei miei posti preferiti , si poteva vedere il cielo anche con li enormi palazzi che spuntavano ogni anno come funghi in quella neo-città. Adoravo la notte. Da quando Peter ha cominciato a farmi  visita.
Era lì, sdraiato sul davanzale col cappello sugli occhi. Ed io ero lì, sul divano, a guardare la seconda stella, con le ginocchia strette al petto.
Ci stavo pensando solo in quel momento: questo è un ricordo. Devo assolutamente imprimerlo nella memoria. Non era difficile, non ne ho avuti molti, soprattutto in questi ultimi mesi.
La prima visita di Peter è stata la cosa più bella, della serie: cose che vorresti, ma non ti aspetteresti mai di trovartele accanto.
Credo che si sia abituato al fatto che io possa parlare ore e ore.  Inefetti, non parla quasi mai. Ad eccezione di quando li chiedo dell’isola. L’isola è salita in cima nella lista dei posti fantastici da visitare dopo la mia morte. Prima c’era Hogwarts, che è scesa in seconda posizione.
 
Ma anche quando stiamo in silenzio è bello. Non mi sento affatto a disagio, cercando con la testa di cercare argomenti validi di cui parlare. Non mi sono mai sentita così a mio agio con qualcuno, che fortuna.
<< Allora? Che hai intenzione di fare? >>
<< Riguardo a cosa? >> Gli chiedo serenamente. Potevo  rispondere sinceramente, senza dubbi, come non mi capitava da molto tempo.
<< Come riguardo a cosa? Forza, alzati e partiamo! >> rispose stiracchiandosi. E con un balzo si mise a galleggiare a mezz’ari per la mia stanza, stando a pancia in giù e osservandomi con uno strano sorrisetto
<< Per dove? >> chiesi stupidamente. Ovvio che sapevo dove voleva andare.
<< Per l’isola che non c’è, ovviamente! >> rispose allegramente,  sicuro che avrei accettato. Forse pensava che da tempo aspettassi questa domanda.
<< non posso. >> Delusione nei suoi occhi.
<< Andiamo, Caroline. Cosa ti può importare di ‘loro’? Li odi, dovresti lasciarli perdere. >>
<< lo so, peter. Ci sono cresciuta. Mi fanno sentire male, ma ci sono cresciuta. E se decidessi di ritornare e non mi rivolessero con loro? Il mio cuore non reggerebbe. E neanche il loro. >>
Senza accorgermene mi ritrovai alzata a contemplare ancora da più vicino il cielo. Era un’azione abituale.
Peter non mollava. Atterrò delicatamente e mi si avvicinò.
<< Dimenticali, Caroline. Loro si dimenticheranno di te, e potrai vivere come sempre hai desiderato. Niente piu preoccupazione, potrai finalmente sentirti  bene. >>
Molto astuto da parte sua, usare quella carta. Era riuscito a colpirmi. Per un attimo pensai di rifiutare categoricamente, ma la mia testa ha agito per un attimo di conto suo. Quel pensiero non poteva piu essere fermato. Mi vedevo, sull’isola, serena.  E’ come se dopo ore si studio cominciassi involontariamente a pensare a un piccolo svago. Non riesco più a concentrarmi. Devo andare. E abbandonare tutto.
Dissi la fatidica parola.
<< D’accordo. >>
Peter sorrise e volò  fuori, davanti alla finestra.
<< Andiamo. >> Mi tese la mano.
<< Ok. >> 
Misi un piede fuori dalla finestra. E via. Finalmente.

 
<< Com’è potuto succedere? >> Singhiozzava una signora al poliziotto che la stava interrogando.
<< Stiamo facendo del nostro meglio signora. …Mi dispiace. >>
E se ne andò con gli appunti delle risposte alle domande della signora, lasciandola lì, ad affogiarsi nel suo fazzoletto.
Giorni dopo le arrivò una chiamata.
‘Siamo riusciti a ottenere una registrazione grazie alle telecamere del negozio accanto’, così diceva l’ispettore.
La signora era corsa subito alla centrale.
<< Vede, queste sono le registrazione di una delle camere della gioielleria che sta accanto a casa sua. Con queste forse, potremmo riuscire a risolvere il caso, signora.  E’ consapevole che ciò potrebbe causarle un leggero shok, signora? >> Chiese il commissario. Niente di personale, era il protocollo. Anche se aveva leggera pietà.
<< Lo faccia partire. >> Rispose con fermezza.
E lo fecero partire. Il filmato.
La telecamera si trovava in una posizione abbastanza scomoda, che guardava verso l’alto. Lì c’erano le finestre, e in una di queste si poteva scorgere una ragazza che sembrava apparentemente seduta, a guardare. Purtroppo il filmato non aveva l'audio, ma la ragazza muoveva la bocca.
<< Con chi sta parlando? >> chiese la madre. Il commissario e il poliziotto segretario guardavano e basta.
La ragazza si alza. Scompare dalla visuale, sembra sia rientrata in camera. Passano pochi secondi. Si mette in piedi sul davanzale.
Il cuore della donna ha un piccolo balzo. Ci siamo.
La bocca della ragazza ancora si muove, lievemente.  Poi tende la mano. A qualcosa, che però non c’è. Non c’era nulla. Muove un piede. Poi l’altro. Cade.
Cadendo scompare dalla visuale della telecamera. Ma tutti sanno già cos’è successo.
L’avevano trovata giorni fa, per terra. Sdraiato in una posizione incomprensibile.
La donna prese a singhiozzare leggermente, per poi scoppiare in lacrime all’improvviso.
<< Mia figlia, mia figlia…! >> ripeteva.
<< Timbra il dossier, Lukas. >> ordinò il commissario al segretario,
<< …Come scusi? >> chiese, leggermente confuso.
<< Causa del decesso : suicidio. >>

Questa è la storia di Coraline Jones.
15 anni.
Mentalmente instabile.
La famiglia recentemente spezzata, a causa del divorzio, aveva deciso di trasferirsi in 2 località diverse.
C. jones è stata affidata alla madre, la signora S. Jones.
La signorina C. è stata protagonista di questo avvenimento. Si parla di depressione clinica, mente isterica, schizzofrenia.
Recentemente nella sua stanza sono state trovate le pastiglie che fungevano da medicinale, nascosti sotto il letto. La signora S. ci aveva assicurati che gliele dava 2 al giorno come prestabilito. In seguito ha dichiarato che non era mai presente, quando avrebbe dovuto ingerirle.
Il caso è stato chiuso.
 
 
 
<< …AH! E-e tu chi sei? Come fai a …? >> Chiese Cate, affacciandosi alla finestra.
<< Piacere, io sono Peter, Peter Pan!  >> Ripose Peter, galleggiando a mezz’aria fuori dalla finestra, e tendendo una mano verso Cate, in cenno di saluto.
  
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