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Autore: suni    13/09/2011    4 recensioni
[Queer UK - post seconda stagione]
Non voglio parlare dell'uomo giusto per parlare dell'amore: non ci ho mai creduto, in quelle stronzate sull'anima gemella, sulla monogamia, sul voler passare tutta la vita insieme perché si ha perso la testa. Io non ho mai perso la testa, l'amore mi fa ridere e quanto al voler passare tutta la vita insieme, bene, l'uomo giusto è quello con cui non è che vuoi passarci la vita insieme: succede e basta.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, questa cosa svenevole è il mio stramaledetto finale immaginario, perché li amo troppissimo e sono meravigliosi. Ora sparatemi, grazie. Fatelo come gesto di generosità.




L'uomo giusto



Mi chiamo Stuart Alan Jones, ho trentaquattro anni: non ancora propriamente vecchio, decisamente non più giovane. Vorrei esserlo ancora. Ma non, come pensavo, per il rimpianto dei duemila e passa uomini con cui ho fatto sesso, secondo una stima approssimativa. Vorrei essere ancora giovane per farmi con l'uomo giusto una, solo una di quelle interminabili, torride, eterne e perverse scopate che fisicamente si possono fare solo prima dei venticinque anni.
Non voglio parlare dell'uomo giusto per parlare dell'amore: non ci ho mai creduto, in quelle stronzate sull'anima gemella, sulla monogamia, sul voler passare tutta la vita insieme perché si ha perso la testa. Io non ho mai perso la testa, l'amore mi fa ridere e quanto al voler passare tutta la vita insieme, bene, l'uomo giusto è quello con cui non è che vuoi passarci la vita insieme: succede e basta.

Cosa stai leggendo?”
Stuart chiude il notebook con un movimento secco, storcendo le labbra in una smorfia scocciata.
Sto rileggendo un articolo che ho scritto,” risponde con tono soddisfatto.
Vince scoppia in una di quelle sue risatine di scherno un po' incredule, quelle che gli somministra da vent'anni.
Tu? Un articolo?” ripete ridacchiando, mentre si stravacca sul letto lì accanto. “E di cosa parlerebbe, dio santo?” continua, senza frenare minimamente l'ilarità.
Stuart gli rivolge un sorriso artefatto e condiscendente.
Ho intenzione di fare dono alle future generazioni della mia immensa esperienza,” afferma tronfio, nella sua maniera di obliqua ironia.
Uao!” ridacchia ancora Vince, strapazzando il cuscino. “Come sei magnanimo!” Si rimette a ridere. È odioso quando lo fa, aspettando il momento in cui lui si incazza per poi farlo notare. “Tu, un articolo! Chissà quante stronzate riuscirai a far stare in una pagina,” conclude, scuotendo piano la testa.
Ehi, guarda che facevo il pubblicitario,” ribatte Stuart, col tono idiota che gli esce quando cerca di fargli il verso. “Ci so fare con le frasi ad effetto.”
Ooh, davvero?” Vince, sempre ugualmente ilare, non pare granché impressionato. “Allora fammelo leggere,” propone, raddrizzandosi per puntare lo schermo.
Nemmeno per idea,” si oppone fermamente Stuart, sdegnoso. “Non è per te, questa roba,” aggiunge, quasi petulante.
E dai, fammelo leggere!” insiste Vince, adesso persino curioso. Allunga la mano, tentando di riaprire il notebook. “E fammelo leggere!” protesta, quando lui lo allontana a manate.
E levati!” lo respinge Stuart, spintonandolo indietro sul materasso. “Quanto sei asfissiante, cazzo,” aggiunge sbuffando, prima di alzarsi dalla sedia. Vince smette di ridere poco a poco, ma non di sorridere con l'espressione di chi la sa troppo lunga, che dà ai nervi.
E cosa cavolo sono, le tue memorie?” osserva sarcastico, rimanendo stravaccato sul letto.
Stuart non si degna nemmeno di rispondere, iniziando a sbottonarsi la camicia.
Mi devo sbrigare a fare una doccia, altrimenti perdiamo l'aereo,” constata indifferente, avviandosi verso il bagno.
Australia, arriviamo,” canticchia Vince senza poter nascondere l'eccitazione.
Stuart dà un sospiro rassegnato, imboccando la porta del bagno. Aspetta discretamente un attimo, prima di chiuderla, osservando Vince nel riflesso dello specchio, mentre si alza a sedere e si avventa sul notebook, aprendolo. Sorride tra sé, prima di chiudersi la porta alle spalle.

...succede, e basta. L'uomo giusto è quello che puoi guardare negli occhi per cinque minuti, con nessuna ragione particolare o magari anche solo perché ti ha fatto incazzare, senza sentirti minimamente in imbarazzo. Quello che non ha bisogno di importi niente, perché gli va bene quello che ha esattamente com'è, con tutto lo schifo che significa. Quello che non è una cazzo di folgorazione, come quella scemenza delle frecce del dio alato chiappe all'aria.
Non succede niente di particolare se non che a un certo punto lo sai, che è lui, quando lo è già da un pezzo. Quando “tutta la vita” sta già succedendo, da talmente tanto tempo che sentirsi in gabbia non ha proprio più senso.
Se devo dire tutta la verità, il mio uomo giusto è pessimo. È un tizio che prima di scopare piega i pantaloni e li appoggia sullo schienale della sedia. Giuro che lo fa, e non credetegli se lo nega. È ricercato in almeno tre stati, fra cui il suo paese natale, ma piega ancora i cazzo di pantaloni.
Però poi si avvicina, senza aver bisogno di spostare lo sguardo, e si dimentica chi è. L'uomo giusto se lo dimentica, e lo fa dimenticare anche a te. Non bastano dieci minuti per arrivarci, forse nemmeno dieci anni – non per me, comunque. Per me è dovuto saltare in aria il mondo perché saltassimo in aria anche noi due, liberi dai vecchi ruoli, dall'altra parte del pianeta, a riscoprirci.

Vince fa poi ancora scorrere lo sguardo sulle ultime due frasi, prima di soffocare l'ennesima risata un po' intontita e scrollare la testa. Stringe le labbra, sbuffando,e si alza lentamente in piedi, richiudendo il notebook. Raggiunge in qualche falcata la porta del bagno e la socchiude, scivolando all'interno.
Stuart è sotto il getto della doccia, nudo e bagnato. Vince gli fa un sorriso quasi di cortesia, prima di iniziare a aprirsi la cerniera e far scivolare i pantaloni a terra, per poi strattonandoseli via dai piedi. Stuart lo osserva senza quasi muoversi, poi aggrotta la fronte.
Cosa cazzo stai facendo?” soffia.
Vince sgrana gli occhi, come sbalordito.
Non si vede?” ribatte, lisciando il tessuto col palmo della mano. “Sto piegando i pantaloni.”
Nella doccia Stuart scoppia a ridere, sorreggendosi col gomito alla parete.
Ehi, guarda che è una cosa sexy,” insiste Vince con aria convinta.
Stuart scrolla la testa, senza smettere di ridacchiare.
Dio, sei veramente...”
Pessimo? Sì, ma a te piace,” conclude Vince, tirandosi via la maglietta, e poi quel che rimane dei vestiti.
L'hai letto,” osserva Stuart con accusa.
L'hai lasciato lì apposta,” risponde Vince senza battere ciglio, e l'altro è costretto a stringere le labbra in una smorfia seccata, perché è vero e naturalmente lui se n'è accorto.
E Vince si avvicina al box, facendo per entrarci anche lui. Si trattiene per un secondo.
Stiamo per perdere l'aereo,” afferma, con aria fintamente costernata.
Che peccato,” sbuffa Stuart con un sogghigno ironico.
Ehi, non era male, l'ultimo pezzo,” aggiunge Vince con un sorriso sbilenco, prima di spingerlo indietro, addossato alla parete, e sporgersi a baciarlo con decisione, la lingua che scivola sicura contro la sua e le sue mani, la sua pelle stretta addosso.
Stuart lo avvolge a sé, sorridendogli contro.

...dall'altra parte del pianeta, a riscoprirci. Sì, perché magari ormai abbiamo più di venticinque anni, ma facciamo del nostro meglio e ci difendiamo ancora piuttosto bene. Ed ogni volta è un fottuto sballo.
   
 
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