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Autore: Gisella_Incompleta    13/09/2011    5 recensioni
In questo mondo pieno di pregiudizi non è l'aspetto quello che conta. Sì,è vero, come sei fatta dentro interessa solo ad un medico, ma l'incontro con una persona completamente diversa da te, ma allo stesso tempo simili può farti cambiare idea.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono sola, stesa sul letto a guardare il soffitto. È pieno di stelle, è stupendo. No, non mi hanno rubato il tetto, è che son brava ad immaginare le situazioni. Sai quante volte ho immaginato lui? Sempre solo, chissà con quale diritto, poi. Lui è lì, in Spagna. Nel paese dell’abbondanza, del divertimento, dove i pensieri sono rivolti solo all’amore, che è la cosa più bella del mondo, dicono.  Beh, e se per noi non fosse così?
Per noi la cosa più bella è la diversità.
Lui è dark, si veste sempre di nero, ha la pelle chiara e gli occhi verdi. Uno di questi è nascosto da un grande ciuffo nero con dei riflessi blu. Lui dice che serve per nascondere i sentimenti. Nonostante tutto è allegro, ha una famiglia che lo trascura ma non gli fa mancare niente, a parte l’affetto. Hanno sempre accettato il suo modo di vestirsi, o forse se ne sono sempre fottuti. È anche vero, però, che si vergognano di dire ai loro parenti “mio figlio è dark”. Cazzo, non si droga, non si taglia, non è un alcolizzato. Bere una birra ogni tanto non vuol dire essere dipendente da essa. Si chiama Enrique e dista 2.000 km da me. Ah, dimenticavo: lo amo.
Ecco, se la cosa più bella per noi è la diversità, la più brutta è la distanza.

Io sono Adrienne, il suo opposto, appunto. Indosso spesso vestitini o jeans strettissimi, converse o ballerine. Ho dei capelli mossi che mi scendono lunghi sulla schiena, degl’occhi che lasciano intendere tutto ciò che ho dentro, rigorosamente marroni. Ho la carnagione abbastanza scura e le labbra carnose che vorrebbero assolutamente sfiorare le sue. I miei genitori mi amano per quello che sembro: la brava ragazza che frequenta il liceo linguistico. Oh sì. Però non son mai riuscita a sfogarmi con loro, e a loro sembra non interessare un gran che. Mi sentivano piangere per Enrique, ma facevano finta di niente, cercavano di non incontrare mai il mio sguardo. Insomma, forse non sapevano come comportarsi.

È arrivato il momento di dire come io e Enrique ci siamo conosciuti. Catapultiamoci ad un anno prima. Stage con la mia classe, i cosiddetti viaggi-studio. Destinazione: Madrid. Un giorno, dopo esser andati a scuola e non aver capito un cazzo di quello che la prof spiegava in spagnolo è arrivato il momento di uscire. Le prof ci avevano lasciate libere per un po’ ed io e le mie amiche ne abbiamo approfittato per fare shopping in centro. I pochi ragazzi della mia classe, 6 per la precisione, ci seguivano facendo battute squallide. Sì, ci stavano provando con noi, si notava. C’era il mio ex tra di loro, alto, bellissimo, muscoloso, occhi blu. Il principe azzurro? No, il pirata. Ovviamente è stronzo. Non posso dire di averlo dimenticato, provo ancora qualcosa di molto forte per lui, ma non credo sia amore. Ogni delusione è stata un pezzo di lui che andava via.
C’era un ragazzo in  piazza da solo. Stava ascoltando una canzone dall’ mp3. Ero curiosa di sapere che musica ascoltassero gli spagnoli, ma soprattutto notai che era molto carino, anche se strano.
Io e le mie amiche gli andammo vicino e balbettammo qualcosa in spagnolo. I ragazzi della nostra classe affogarono man mano nell’invidia, visto che tutte le attenzioni era sul ragazzo che avevamo appena scoperto si chiamasse Enrique.  Iniziarono a squadrarlo e poi dissero:- Ragazze, scialla, ma non lo vedete? È una checca, uno sfigato e di sicuro si drogherà. A quel punto mi incazzi sul serio, cazzo potevano saperne loro della sua vita? Non ha senso giudicare e allora dissi: -Cosa ne sapete voi? Potrebbe essere anche un bravo ragazzo, voi e questi pregiudizi del cazzo!
E tutti in coro: Ooooh, ecco che la piccola Adrienne si è presa una cotta per la pecora nera di Madrid!
Enrique scappò imprecando qualcosa sotto voce, poi aggiunse: -Parlo italiano.
Correndo via.
Mi girai verso di loro e notai che si stavano sbellicando dalle risate:- Vaffanculo!
Andai incontro al ragazzo e vidi la mia migliore amica che mi seguiva, mi appoggia sempre in tutto, Martina.
-Scusali, hanno la mente ristretta. Davvero ci capisci?
-Sì, non preoccuparti, ci sono abituato. Anzi, grazie a te per avermi difeso, ma non dovevi. Ora ti prenderanno per culo per l’eternità!
-Credi che mi interessi?
-Sì, come tutti, d'altronde.
-Beh, ti sbagli. Ora vado, che sono in gita e ho la ritirata.
-Mi lasci il tuo numero?
-Non me lo ricordo! Ci vediamo stasera in discoteca, ti aspetto, eh!
-Come pensi che possa trovarti in mezzo a tutta quella gente?
-Chi cerca trova!



  
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