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Autore: blunotturno    14/09/2011    1 recensioni
Continuare vivere? Aveva realmente senso ora? Anche ora che la vita non aveva più senso?
Avrebbe potuto immergersi e non uscire più, morire in quella condizione che tanto amava.
Avrebbe potuto ma non voleva.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alessandro era stato abbandonato alla vigilia dei suoi 18 anni.
Insultato, stuprato, picchiato, umiliato, gli ultimi momenti vissuti da Alessandro su questo mondo erano stati un inferno, un inferno di cui nessuno sapeva nulla e che i più non sarebbero nemmeno riusciti a immaginare, nessuno aveva realmente idea di quello che successe quella sera in quel vicolo.
Cosa aveva fatto il ragazzo per meritarsi quel trattamento?
Marco non ne aveva idea, e non aveva ancora la forza di interessarsene.
Alessandro era morto, e con lui la sua voglia di vivere.
Ancora una volta scoppiò a piangere.
Immerse la testa nell'acqua, la visione del mondo che si aveva da lì sotto lo rilassava, i suoni, le immagini, era tutto diverso, gli dava la sensazione di essere in un'altra realtà, una realtà lontana dalla sua.
Purtroppo l'acqua poteva isolarlo dal mondo solo per pochi secondi, poi doveva riemergere; riemergere per rivedere i colori come realmente erano, riemergere per risentire i suoni nella loro forma originaria, riemergere per sentire ciò che lo circondava, riemergere per vedere ciò che lo avvolgeva, riemergere per poter respirare di nuovo: riemergere per poter continuare a vivere.

Continuare vivere? Aveva realmente senso ora? Anche ora che la vita non aveva più senso?
Avrebbe potuto immergersi e non uscire più, morire in quella condizione che tanto amava.
Avrebbe potuto ma non voleva.
Non lo voleva perché la morte gli aveva tolto tutto, non si sarebbe mai donato a lei di spontanea volontà.
Suo padre, sua madre, Alessia, e ora Alessandro.

Sopra tutto Alessandro, perché lui non era “una” persona ma ”la” persona, era colui che c'era sempre; colui con cui parlava, rideva, piangeva, la persona che avrebbe sempre voluto vicino, dai momenti più difficili a quelli più belli.
Il loro rapporto era superiore a qualsiasi storia d'amore, qualsiasi amicizia, qualsiasi fratellanza che entrambi avessero mai avuto.

Andandosene Alessandro fece capire a Marco cosa volesse dire essere realmente soli.
Quella solitudine che ti spinge ad abbracciarti da solo piangendo, sussurrandoti incoraggiamenti, convincendoti sottovoce che ce la farai anche stavolta, che la sofferenza è transitoria.
Si sentiva così ipocrita a pensarlo adesso, immerso nell’acqua.

Perché lo sapeva che la sofferenza non se ne sarebbe andata mai, la sofferenza non se ne era mai andata da quando era nato, la sofferenza gli aveva fatto fare quel piccolo e crudele passo fra la vita e la sopravvivenza.
Mangiare, piangere, dormire.
Mangiare, piangere, dormire.
Mangiare, piangere, dormire.
Mangiare, piangere, dormire.
Oramai nulla era più di questo.
Tornò sotto acqua, nel suo mondo.
Indeciso fino all'ultimo secondo coscienza se la sua avversione per la vita fosse una motivazione sufficiente per continuare a vivere.


Poi, pochi minuti dopo, la porta chiusa a chiave del bagno venne aperta con un calcio.

  
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