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Autore: Birby    14/09/2011    3 recensioni
La notizia che nell'Universo esistevano altri Sistemi Solari fece molto scalpore tra i pianeti, le stelle e i satelliti; ad eccezione di Marte, ovviamente, e di Mondo, che riteneva la scoperta di poco conto, visto che lo sospettava già da tempo.
«Era assolutamente ovvio» commentava il rosso. «E poi ricordate che, per quanti Sistemi possano esistere, non troverete mai qualcuno come il sottoscritto...»
«Per nostra fortuna»
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio, Principato di Sealand/Peter Kirkland
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Memorie di una Galassia: Stralci di vita del Sistema Solare'
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Titolo: Cronache di un Cosmo: Riflettendo infiniti Lux.
Autore: Birby
Personaggi: OC!Mondo, OC!Luna, OC!Sole, OC!Marte, OC!Mercurio, OC!Venere, OC!Giove, OC!Saturno, OC!Urano, OC!Nettuno, OC!Plutone, OC!Pangea, OC!Halley, Inghilterra e Sealand
Avvertimenti: Raccolta, Drabble
Note: Dopo molte peripezie ho finalmente ritrovato l'ispirazione! (?) O almeno, l'ispirazione sì... ma il problema, di solito, è trovare informazioni interessanti sullo spazio: spero che in questa quarta raccolta le curiosità siano di vostro gradimento.
Quindi... la VI drabble parla di Alien!Marte, una delle tantissime forme e la non-ufficiale che ho pensato per lui, e di un ipotetico Future!Mondo.
La X drabble parla del mio OC Pangea, anche se non dettagliatamente.
La III e la VII, invece, sono scritte basandosi sui consigli di Catherina Earnshaw: grazie mille!
Aggiungo anche che il Lux, termine usato nel titolo, è un'unità di misura di illuminamento: non vorrei incomprensioni con gli amanti del latino o di Harry Potter.
E infine, come sempre, vi auguro buona lettura!




I. Sussurrando alle ombre.

Giove odiava il silenzio.
«E quindi Venere mi ha detto...»
Non era assolutamente un tipo di molte parole, ma il silenzio lo metteva a disagio.
«In realtà mi ha sorpreso, ma poi ha cominciato a...»
Lui non parlava quasi mai. Le poche volte che lo faceva era perchè serviva davvero.
«Poi, quell'altra volta...»
Era come un'ombra, spaventoso e misterioso per molti.
Ma il silenzio, per lui, non esisteva.
«E allora io ho risposto "Certo, il mio migliore amico Giove!"»
I suoi pochi sorrisi erano dedicati a lei.
Sapeva che Saturno era una chiacchierona solo per lui.



II. Altri sistemi.

La notizia che nell'Universo esistevano altri Sistemi Solari fece molto scalpore tra i pianeti, le stelle e i satelliti; ad eccezione di Marte, ovviamente, e di Mondo, che riteneva la scoperta di poco conto, visto che lo sospettava già da tempo.
«Era assolutamente ovvio» commentava il rosso. «E poi ricordate che, per quanti Sistemi possano esistere, non troverete mai qualcuno come il sottoscritto...»
«Per nostra fortuna»
Ma, si sapeva, Mondo era anche abbastanza paranoico.
«Un altro Sistema Solare... un altro Sole» diceva. «Un altro Sole, un'altra Terra. Un'altra Terra, altra vita. Altra vita... pericolo»
E quindi toccava al povero Luna sopportare le sue catastrofiche ipotesi.



III. Halley.

«Ok ragazzi, dovrebbe passare fra poco, state in silenzio!»
«Mondo» fece Luna divertito. «E' passata già trenta volte e l'abbiamo sempre vista, perchè ora dovrebbe essere diverso?»
«Bè... oggi c'è lui»
Marte lo fissò in tralice. «Se ti riferisci a me, ti giuro che...» ma venne interrotto in tempo da Sole, che già captava l'ennesimo litigio.
«Ragazzi...»
«Se non mi permetterai di vederla, Marte...»
«Oh, dovresti essere tu ad essere avvisato di quello che potrei farti io...»
«Ha! Il rosso crede di essere minaccioso»
«Oh, il blu crede di essere divertente!»
«Ragazzi!»
«Prova ad aprire ancora la bocca e...»
«Ragazzi!»
«Cosa c'è?»
Luna sbuffò e poi scoppiò a ridere, mentre Sole indicava, in lontananza, una ragazzina chiamata Halley correre fuori dalla loro casa ridendo allegra.



IV. Riconoscimenti e diritti.

Era la prima volta che Plutone faceva una visita a Mondo, e la cosa non lo emozionava affatto.
Inanzitutto c'era così caldo che si stupì di essere ancora in piedi, e poi tutto quel verde gli dava davvero la nausea; per non parlare di quei terrestri dai lunghi camici bianchi che parlavano continuamente di otto pianeti.
Il pensiero lo fece sbuffare arrabbiato, e quasi andò a sbattere contro due figure intente a passargli davanti, che comunque non si accorsero di lui.
«Ho detto di no, e adesso lasciami in pace, una buona volta!» sbottò il sopracciglione vestito di verde, lasciandosi alle spalle un ragazzino simile dall'aria contrariata.
«Io sono una nazione, bro'!» esclamò quello. «E lo dimostrerò! Tutti riconoscerete il grande Sealand, il terrore dei mari!»
Inghilterra mosse svogliatamente una mano allontanandosi, mentre il fratellino incrociava le braccia.
Plutone, invece, sbarrò gli occhi.
«Hai ragione, accidenti!» quasi urlò, mentre Sealand si voltava verso di lui sorpreso. «Nessuno può impedirti di essere quello che sei! Io sono con te, e tutti dovranno riconoscerci per quello che siamo di diritto!»
L'espressione di Sealand si aprì lentamente in un larghissimo sorriso. Era forse l'inizio di un'amicizia?



V. 34 Tauri.

Mondo andava assolutamente fiero di tutti i suoi scienziati, ma doveva ammettere che a volte avevano disattenzioni abbastanza imbarazzanti.
La pensava così, in quel momento, cercando di confortare un povero Urano abbastanza afflitto.
«A volte capita, sai...» disse a disagio. «I-i miei attrezzi per l'osservazione spaziale non sono ancora molto sviluppati, e quindi... a volte...»
«Non ti preoccupare, Mondo, lo capisco...» sorrise incerto Urano, anche se sembrava a dir poco moribondo.
Mentre il pianeta azzurro stava per ribattere, Nettuno intervenne posandogli una mano sulla spalla e lanciandogli un'occhiataccia non molto rassicurante.
«Pensa solo a come far capire a quel Flamsteed che ha sbagliato di grosso» gli mormorò, e Mondo non osò dire altro.


Se si osserva una mappa dettagliata della costellazione del Toro, si può notare facilmente che manca la stella 34 Tauri, in quanto la numerazione passa dalla 33 alla 35. La spiegazione per questa stranezza è abbastanza semplice. Nell'anno 1690, l'astronomo inglese John Flamsteed aveva in realtà osservato e catalogato come quella stella... il pianeta Urano.



VI. Guerra.

Correva, ansimando, evitando i suoi eserciti e le armi nemiche, la tuta bianca futuristica che si alzava e abbassava incollata al suo petto.
«Marte!» superò un vortice con un colpo del braccio. «Marte!»
Vide una forma luminosa superare la furia della battaglia, la vide diventare vento incandescende e atterrare davanti a sè con un grande sbuffo di polvere, di un materiale sconosciuto...
Marte si alzò nella sua forma terrestre, fissandolo con gli occhi scuri in un'espressione di tristezza e terrore.
«Ti... ti stavo cercando»
«Cosa significa tutto questo?» chiese quasi sussurrando. «Cosa significa? C'era un patto di pace, perchè i tuoi-...»
«Se io lo sapessi» lo interruppe. Era sconvolto. «Se lo sapessi, Mondo, gli avrei già fermati»
Due tipi di sangue si mischiavano in un unico pianeta, ponendo fine ad un'era di innocenza.



VII. Piccole disattenzioni globali.

Essere una nazione era difficile, e Mondo questo lo sapeva bene, anche mentre parlava a disagio con i suoi nuovi amici.
Ma loro non sapevano cosa significava essere il pianeta Terra, e non potevano certo immaginarlo. Loro non sapevano perchè il loro amico Andrew si fermava sempre a raccogliere immondizia e pulire sporcizia varia in ogni posto dove andavano, con espressioni di dolore.
Loro -e anche lui- non potevano sapere che i primi a soffrire per tutte queste disattenzioni terrestri erano gli altri abitanti del Sistema Solare, che rivolgevano sempre a Mondo degli sguardi carichi di preoccupazione, e che lui ricambiava con sorrisi ignari.



VIII. Nonostante tutto, sempre.

Urano, dagli altri, non veniva mai considerato.
Non che non gli volessero bene, ovvio, ma non si accorgevano proprio della sua presenza.
A parte lui.
«E anche oggi ignorati! Evvai»
«Accidenti, parla per te!»
La maggior parte delle volte negava, e forse aveva ragione. Forse era solo lui a non voler essere sempre l'unico escluso, e per questo lo coinvolgeva.
Ma poi si accorgeva di non esserlo davvero: c'era sempre qualcuno pronto a rimetterlo ritto in piedi.
«Ti avverto, prova ancora a lamentarti una volta e non mi farò più vedere in giro con te»
Ma erano millenni che si lamentava.
Ed era sempre lì.



IX. Strana normalità.

«Allora, Mondo» aveva detto Sole. «Sto facendo un sondaggio, e devi dirmi quale pianeta è il più normale e quale il più strano, secondo i tuoi parametri. Non accetterò obiezioni!»
Il pianeta azzurro lo aveva fissato in modo molto strano per qualche secondo, ma poi, maledicendo comunque la sua mania per questi strani "quiz", aveva sospirato rassegnato.
«Come pianeta più strano sceglierei Mercurio» aveva annuito incerto. «E, mi dispiace, ma secondo i parametri terrestri sarei io il più normale»
Ed ecco spiegato perchè, in quel momento, Mercurio inseguiva il castano con tutta la sua velocità, ignaro che proprio quella avesse portato Mondo a rispondere in negativo.


Oltre ad avere un'escursione termica grandissima, Mercurio è 'conosciuto' anche per la diversità tra il suo tempo di rotazione e quello di rivoluzione: il primo è infatti molto lento, di circa 59 giorni, mentre il secondo è il più veloce del Sistema Solare, con 88 giorni.
In teoria, Venere avrebbe dei tempi ancora più assurdi, ma non si sa bene perchè nessuno ci fa caso.
Che strano pianeta.




X. Tutte le le terre.

Se l'amava?
Non avrebbe saputo dirlo neanche adesso, a millenni e millenni di distanza.
Amava vederla ridere, osservare i suoi movimenti a volte delicati a volte buffi, adorava stare insieme a lei e Luna, in quei momenti di pace.
Ma non avrebbe saputo dire il tipo di amore che provava quei tempi. Non avrebbe saputo dire che tipo di sapore avesse avuto quel buco nell'anima che aveva sentito quando era scomparsa.
«Terra» gli disse quel giorno, con la sua cristallina e magnifica risata. «Ti stanno crescendo degli strani ciuffi tra i capelli, sai?»
«Davvero?» Lui aveva ridacchiato sorpreso. «Allora spero che mi stiano bene»
Non aveva notato il suo sorriso malinconico,

e da allora fu inizio e fu fine.








{ °°° }


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