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Autore: alister_    14/09/2011    4 recensioni
Giunta ormai all'ultimo anno di liceo, Caroline Forbes si trova a dover fare i conti con i suoi piani per il futuro.
[Seconda classificata al TVD Contest di Dark Aeris... su tre xD]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alaric Saltzman, Caroline Forbes, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N/A: Questa storia è stata iscritta per il contest The Vampire Diaries indetto da Dark Aeris sul forum di EFP, dove si è classificata seconda... su tre partecipanti xD Purtroppo alla fine c'è stata un'improvvisa defezione di iscritti, un vero peccato se si considera l'ottima gestione del contest dimostrata dalla giudice, che ringrazio ancora una volta per pazienza, cortesia e precisione.

La traccia del contest prevedeva di scegliere un personaggio (io - che strano! - ho scelto Caroline) e due numeri, ai quali corrispondevano un personaggio e un oggetto da inserire nella storia: mi sono usciti Alaric e gonna!

A fine one-shot, allego le note scritte per Dark Aeris, in modo da rendere tutti partecipi della nascita difficoltosa di questa storia.

Un grazie speciale a Kary91, con cui mi scuso di nuovo per l'infarto che le ho fatto prendere xD

 

 

 

 Progetti

 

 

 

-Caroline, potrei parlarti un secondo?-

Caroline Forbes si ferma, interdetta, a pochi centimetri dalla cattedra. Giocherella nervosamente con la tracolla della borsa, dove ha già radunato tutti i libri, pronta a correre a casa, e segue con lo sguardo il resto dei suoi compagni uscire dalla classe.

Bonnie ed Elena le lanciano un'occhiata interrogativa dal corridoio, a cui lei risponde con un'alzata di spalle. Che Alaric la prenda in disparte a fine lezione non è certo un buon segno. Se già essere trattenuti da un professore è sinonimo di guai, quando l'insegnante in questione è il signor Saltzman, la chiacchierata in privato diventa sinonimo di guai sovrannaturali. Cosa che – con un ibrido in libertà e Stefan in versione sanguinaria a fargli da braccio destro – è terribilmente verosimile.

-Be'?-, lo incalza, abbandonando le formalità non appena l'aula si è svuotata del tutto. -Che succede? Notizie di Stefan? Klaus si è fatto vivo? Damon ha scoperto qualcosa?-

-Calma-.

Rick si lascia cadere stancamente sulla sua sedia e le fa cenno di accostare la porta. Per nulla più tranquilla, Caroline esegue, e torna, una frazione di secondo dopo, a fissarlo con occhi colmi d'ansia.

-Rick...-, sbotta, con tono supplichevole, quando lo vede armeggiare con fascicoli e cartelline sparsi sulla cattedra. Lui la ignora, almeno finché non trova ciò che, a quanto pare, cercava.

Le porge un plico di fogli pinzati tra loro. La scritta colorata sul frontespizio la lascia perplessa.

-Come sai, sono il docente responsabile delle giornate di orientamento al college-.

Caroline sbatte la palpebre. Sposta lo sguardo dall'espressione seria di Alaric al titolo dell'opuscolo, e viceversa.

A quanto pare non si tratta di questioni vampiriche. Non per oggi, almeno.

-Ho notato che non hai prenotato nessun colloquio, e che, anzi, lo scorso mese sei uscita prima da scuola senza neppure dare un'occhiata agli stand-.

Rick fa una pausa. Probabilmente si aspetta che lei dica qualcosa in sua difesa, e invece si limita ad annuire appena, così è lui, con un sospiro, a porre la fatidica domanda:

-Caroline, hai intenzione di andare al college?-

Era preparata a un discorso del genere. Sapeva che, prima o poi, uno qualsiasi dei suoi insegnanti, si sarebbe chiesto come mai Caroline Forbes, che ha passato gli anni del liceo ad accumulare attività utili per l'ammissione al college – organizzazione di eventi studenteschi, raccolte fondi, volontariato – giunta al momento di fare la sua scelta, diserti misteriosamente gli incontri orientativi. In fin dei conti, le è andata bene che ad affrontare l'argomento sia Rick e non qualche altro professore: almeno con lui può essere sincera, e lasciare da parte le tante scuse che ha provato ad architettare.

-No-, risponde infatti, in tutta semplicità. Prosegue non appena lo vede aprir bocca per replicare: -E, prima che tu dica qualsiasi cosa, ti ricordo che sono un vampiro. Io e il college non siamo esattamente due concetti affini-.

Alaric scuote la testa.

-Mi sembra di sentir parlare Damon-, dice, con tono di rimprovero. -Stefan è andato al college. Diverse volte-.

La naturalezza con cui, ultimamente, Stefan viene nominato la stranisce. Se in un primo momento tutti evitavano di parlarne, tranne Elena, decisa a ritrovarlo al più presto, ora sono sempre di più le occasioni in cui il suo nome viene fuori come se nulla fosse, quasi ci si fosse rassegnati all'idea che è meglio ricordarlo così, come il vampiro riservato e sempre gentile verso il prossimo, piuttosto che andare avanti con una ricerca il cui risultato non sarebbe che quello di distruggere l'immagine che hanno di lui.

Il sorriso sul viso di Caroline si fa più tirato.

-E Stefan ora è in giro a spolparsi giovani e avvenenti ragazze con il nostro peggior nemico. Non mi sembra esattamente il migliore degli esempi di buon comportamento vampirico-.

Alaric china lo sguardo. Caroline sa che in questo momento, davanti a quegli occhi azzurri, sempre pronti a riservare uno sguardo attento ai suoi studenti, c'è l'immagine del cadavere freddo di Jenna. Per un istante, si sente in colpa per avergli ricordato, seppur collateralmente, l'assassino della donna che amava; tuttavia, decide di approfittare di quel momento di smarrimento per sgusciare via dalla classe.

-Ne riparliamo, okay?-, dice, scivolando verso la porta. Rick annuisce, senza troppa convinzione. Lei lo saluta e scappa in corridoio: non è rimasto più nessuno a scuola.

 

 

Quando infila la chiave nella toppa, Caroline sa già di trovare la casa vuota, ancora una volta.

Dal suo faccia a faccia con sua madre, qualche mese prima, le cose tra loro sono rimaste in una situazione di stallo: Liz evita il più possibile l'argomento, e, se riesce a sfruttare la scusa del lavoro, cerca di evitare anche lei. Non è ancora pronta ad accettare serenamente la verità. Sa quello che è, se n'è persino fatta una ragione; ma, da quello a chiacchierare cordialmente a tavola di sacche di sangue e pericolosi vampiri assassini, c'è ancora molta strada da fare.

Probabilmente lo sceriffo neppure immagina che sua figlia abbia accantonato i suoi piani per il college. Probabilmente non lo scoprirà mai.

Negli ultimi tempi, Caroline pensa sempre più spesso di sparire nel nulla, da un giorno all'altro. Raccogliere le sue cose in un borsone, mettersi in macchina ed andarsene, verso una meta qualunque. Perché, man mano che si avvicina la fine del liceo, lei si sente sempre più soffocare.

Aveva fatto dei piani per il suo futuro. Meticolosa com'è, aveva stilato già ai tempi delle medie un accurato programma delle tappe da raggiungere per diventare una persona di successo. Lo conserva ancora nel cassetto della scrivania.

Gettata la borsa sulla sedia, lo cerca, tra vecchi quaderni e volantini di feste scolastiche.

Quando lo trova, sorride automaticamente di fronte alla sua calligrafia infantile vergata con inchiostro verde. Ricorda che all'epoca – aveva dodici o, forse, tredici anni – era alla disperata ricerca di un modo di scrivere originale ed elegante, che desse ai suoi temi la stessa impressione matura che davano quelli di Elena: aveva passato mesi a provare nuovi modi di scrivere le vocali.

La lista è divisa in anni, proprio come immaginava. Il fatto sorprendente è che ogni tappa che aveva scandito fino ai diciassette anni è stata pienamente rispettata: dare il primo bacio, entrare nel comitato studentesco, diventare cheerleader, uscire con un ragazzo più grande. Persino i traguardi più ardui sono stati raggiunti: la soddisfazione con cui ha indossato la corona di Miss Mystic Falls non le sembra un ricordo così lontano, eppure appartiene a una vita ormai persa per sempre.

Il suo sguardo corre agli anni del college, li supera rapidamente e si posa sugli obiettivi post laurea.

Ventiquattro anni: sposarsi.

Venticinque anni: avere un figlio.

Ogni progetto è andato in fumo. E' un problema con cui ha già dovuto fare i conti, il primo, dopo la sete insaziabile, che le si è presentato in seguito la trasformazione, eppure non riesce mai a superarlo.

Della sua condizione di vampiro, Caroline non è mai riuscita a vedere vantaggi: la biondina superficiale – così la vedevano tutti – non riesce a tollerare l'idea di non invecchiare, di non vedere mai alcuna ruga intaccare la perfezione del suo viso.

Ci vuole tempo”, le aveva detto Stefan, durante una di quelle lunghe passeggiate nel bosco in cui le insegnava a riprendere il controllo della sua vita. E' stato solo grazie a lui che è riuscita a tenersi stretti quei pochi brandelli del suo programma per il futuro che le sono rimasti. Sotto la sua guida paziente, si è aggrappata con tutte le sue forze alla sua umanità, e a tutte quelle piccole cose importanti che hanno contribuito a fare di lei ciò che è – ciò che era: le decorazioni per le feste da organizzare a scuola, la gonna da capo cheerleader, i pettegolezzi tra i corridoi di scuola.

Eppure, ognuna di queste frivolezze, così importanti nella sua vita di prima, si è svuotata lentamente di ogni rilevanza al nascere di nuovi e più grandi problemi, quando le circostanze l'hanno forzata a tirar fuori quella parte coraggiosa e sincera che, per paura, teneva nascosta dietro l'apparenza di ragazza popolare.

Riguardare ora quella lista le mette solo una grande tristezza.

Ciò che ha non ha per lei più nessuna importanza, e ciò che vorrebbe avere con tutta sé stessa non potrà mai essere suo.

Che senso ha continuare a fingere che la sua vita vada avanti su binari che ormai non le appartengono più? Una serie di casualità – l'incidente, Damon, Katherine, Klaus – ha tracciato per lei una strada totalmente diversa da quella che aveva preparato per sé, una via che non contempla nessuna delle speranze che aveva per il futuro.

In più, da quando Stefan se n'è andato, guardare al domani con ottimismo le riesce sempre più difficile. E' stato lui ad instillarle quella fiducia nel domani, venuta tragicamente a mancarle quando un cuscino le ha mozzato per sempre il respiro, lui che ora ha ceduto a quel demone dentro di sé con cui lotta da più di un secolo.

Se non ce l'ha fatta Stefan a condurre una vita almeno lontanamente normale – nonostante la sua forza di volontà e la sua bontà d'animo, nonostante l'amore di Elena e l'affetto di tutti loro – quante possibilità ci sono che ce la faccia lei, adolescente lasciata a sé stessa, con pochi amici, due genitori assenti e una manciata di relazioni disastrose alle spalle?

Ha ucciso, Caroline, ha sentito il sapore del sangue sulla sua lingua e se n'è beata: questo è un ricordo che non può cancellare, e che va a sovrapporsi senza via di scampo alle immagini di quotidianità scolastica a cui dovrebbe appigliarsi.

Sarebbe così facile lasciarsi andare di nuovo, proprio come ha fatto Stefan, e mettere a tacere per sempre quella tristezza per il futuro che la opprime giorno dopo giorno, e che continuerà a tormentarla per l'eternità: il pensiero di affondare i denti nella giugulare della ragazza seduta nel banco davanti al suo, o del ragazzo incontrato al Grill, la sfiora sempre più di frequente. A trattenerla sono le chiacchiere allegre – nonostante tutto – scambiate in mensa con Bonnie ed Elena, gli sguardi penetranti che Tyler le rivolge ogni mattina dopo il plenilunio, il sorriso tirato con cui sua madre si sforza di salutarla la mattina. Eppure, sa che tutto questo è destinato a finire, a consumarsi con la rapidità con cui un ciocco di legno brucia nel camino in una sera invernale.

Per lei, purtroppo, l'inverno non arriverà mai e, bloccata nella sua eterna primavera, guarderà impotente gli altri scivolarle via e sfiorire, felici della loro fragilità.

Accartoccia nel palmo della mano destra la sua lista di obiettivi per il futuro.

Nulla ha più senso, ormai.

 

 

Gli occhi di Caroline si spalancano considerevolmente, quando, fuori dalla porta di casa, trova Elena con uno sguardo severo e un cartone di pizza. Riesce a fare due più due prima ancora di scostarsi per farla entrare: Alaric in pratica abita a casa Gilbert, è normale che abbiano parlato.

In fondo – pensa, mentre si dirigono in cucina scambiandosi convenevoli distratti – sono gentili a preoccuparsi così per lei. Entrambi hanno i loro problemi da risolvere, le loro perdite da affrontare, eppure trovano il tempo di prendersi a cuore la sua istruzione. E lei, ingrata, è così convinta delle sue motivazioni che già sa che nessuno degli argomenti che tirerà fuori Elena nel giro di cinque minuti riuscirà a farle cambiare idea.

Invece, il motivo di quella visita imprevista tarda a venire a galla. Nessuna delle due lo tira fuori durante la cena, riempiendo il silenzio con i soliti discorsi, così normali da sembrare irreali.

Mentre si scambiano impressioni sull'ultimo test di biologia, a Caroline sembra quasi che Elena sia tornata, per qualche momento, a respirare da quella continua attesa in cui vive da qualche mese a questa parte. Forse per lei fingere che la sua vita non sia cambiata, di tanto in tanto, è un sollievo, non una costrizione.

-Spero proprio di aver preso una A-, sospira, addentando l'ennesima fetta di pizza. -Quel voto mi serve-.

A Caroline sfugge un sorriso. Un po' perché le sembra di essere tornata ai vecchi tempi, in cui lei, Elena e Bonnie cenavano insieme preoccupandosi delle interrogazioni come se fossero il problema più ostico del mondo, e un po' perché ha capito dove la sua amica vuole andare a parare. Elena ha una qualità che a lei, invece, è sempre mancata: tatto.

-Gli esaminatori del college badano molto alle medie scolastiche, non voglio rovinarmela all'ultimo anno, nonostante tutto quello che sta succedendo...-

L'ombra dei problemi – quelli veri – torna ad aleggiare sulla loro tavola di argomenti quotidiani, ma subito Elena la scaccia con un sorriso.

-Ma ci pensi? Tra qualche mese avremo chiuso con il liceo!-, dice, e per un attimo sembra che, nella fine delle superiori, riponga la speranza che anche quell'odissea sovrannaturale giunga finalmente a termine.

Il sorriso di Caroline si allarga: eccola giunta al dunque, finalmente.

-Abiteremo in un campus, parteciperemo a un sacco di feste, faremo riti di iniziazione per le confraternite!-, continua, forzando il tono per lasciar trapelare un entusiasmo che non le appartiene. Per Elena certe cose hanno smesso di avere importanza ben prima di quanto non sia accaduto a lei; è stata la morte dei suoi genitori a farle rivedere le sue priorità, e tutti i lutti che ha dovuto sopportare da quel momento in poi non hanno fatto altro che rafforzare le sue nuove convinzioni. Non parla per sé, ma per Caroline, per la vecchia Caroline, di cui spera di destare l'interesse sopito per quel futuro che avrebbero dovuto trascorrere insieme. E, infatti, quella vecchia Caroline, a tredici anni, aveva inserito l'ingresso in una confraternita nella lista degli obiettivi per il college.

Il passo successivo era quello di diventarne presidente, magari dopo una gara senza esclusioni di colpi con Elena, per poi poter far valere i suoi diritti sulle matricole e sottoporle ad ogni tipo di angheria.

Sarebbe stato divertente, sì. Inutile, ma divertente.

Come dividere una stanza con Bonnie ed Elena, o infiltrarsi alle feste delle confraternite maschili per raggiungere Matt o Tyler. Che dire poi se anche Damon e Stefan – perchè nel frattempo sarebbe tornato, perfettamente in grado di controllarsi di nuovo – si fossero uniti a loro negli studi universitari: sarebbe stato esilarante, a suo modo, vedere Damon soggiogare gli insegnanti per ottenere bei voti, sotto lo sguardo spazientito del fratello.

E' così bello immaginare che tutto vada bene, normalmente, che Caroline non se la sente di far notare all'amica l'irrealtà delle sue parole, anche perché Elena sa bene che un futuro tanto luminoso, ora come ora, è quanto mai fuori dalla loro portata. Allora resta in silenzio, annuisce, sta al gioco, addirittura rilancia azzardando il suo piano malvagio ai danni delle giovani matricole, strappandole un sorriso sincero che la ricompensa del suo momentaneo cambio di atteggiamento.

Dopo tanto tempo, il viso di Elena sembra davvero disteso. Forse è di questo che hanno bisogno per andare avanti: speranze. Progetti.

 


Quando, di nuovo sola, Caroline torna in camera per mettersi a letto, si ferma vicino alla scrivania. La sua mano trova facilmente, nel cestino della carta straccia, quel foglio di cui si è disfatta neppure qualche ora prima: ne stira gli angoli e lo posa sul tavolo.

Strappa con un gesto netto la parte del dopo laurea, lascia intatta quella del college.

Poi, prima di qualsiasi proposito di feste e confraternite, aggiunge una nota, con la calligrafia sottile che ha maturato negli anni e una penna dall'inchiostro meno appariscente di quello che usava da ragazzina: “Trovare Stefan”.

Nel momento in cui, finalmente, chiude gli occhi, il viso premuto contro il cuscino, sulle sue labbra c'è l'accenno di un sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note finali indirizzate alla giudice

Innanzitutto, ti ringrazio tantissimo per la pazienza e per la disponibilità che hai dimostrato fino alla fine. La gestazione di questa storia è stata davvero travagliata. Nonostante il contest mi ispirasse molto ed avessi tantissime idee per Caroline, il mio personaggio preferito, il problema è stato proprio questo: scegliere quale argomento trattare tra i molti che avevo in mente. Alla fine questo è il risultato, di cui non sono particolarmente soddisfatta. La stesura è stata fortemente influenzata dal fatto che mi sono ridotta all'ultimo momento, e ho dovuto adattare la storia al poco tempo che mi era rimasto.

Inoltre, ieri sera, quando dopo diversi giorni ho aperto EFP, ho trovato questa storia tra gli aggiornamenti dei miei autori preferiti: inutile dire che mi è preso un mezzo infarto, nel vedere che, a due ore dalla scadenza, qualcuno aveva trattato praticamente lo stesso argomento. Fortunatamente conosco bene l'autrice, l'ho contattata e lei mi ha detto che non c'era alcun problema con la mia storia. E' davvero esilarante che entrambe abbiamo contemporaneamente pensato allo stesso contesto senza parlarne. Per diversificare un po' la storia, ho eliminato la scena Tyroline che avevo pianificato, concentrandomi di più, invece, sull'amicizia con Elena, tematica meno considerata. Anche perché, ultimamente, non ho fatto che scrivere Tyroline e mi sento monotona xD

Qualche altra precisazione:

  • Questa storia è, in un certo senso, collegata a quest'altra, scritta qualche tempo fa. Non a livello di trama, ma di concetti.

  • Non ho usato alcun prompt del The Vampire Geometry Fest, ma ho inserito nella storia alcune idee che mi erano venute per 13 years old!Caroline/vampire!Caroline - "Conversations With My 13 Year Old Self" (P!nk)

 

   
 
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