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Autore: hunter95    15/09/2011    6 recensioni
questo è un delirio scritto durante una nottata passata a casa di una mia amica in cui io, lei e un'altra abbiamo guardato alcuni degli episodi più divertenti/idioti/stupidi di bleach e da cui è partito questo pensiero stupido/fantastico/demenziale basato su un nostro sogno collettivo della coppia migliore di bleach e il modo perfetto per rovinare il loro momento. scusate se questo sclero è terrificante ma è stato scritto alle cinque di notte e deliravamo tutte. (una l'ha anche sognato)
p.s. ma quanto sono fighi i personaggi maschili?
p.p.s. in collaborazione con Quadretti & Malfire
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Kuchiki Rukia, Renji Abarai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le loro labbra erano così vicine da sfiorarsi. Renji amava Rukia da sempre. Fin da quando l’aveva vista cogliere quel fiore nel fiume. Ormai non poteva più resistere alla tentazione ardente che provava nei suoi confronti… Senza pensarci, così come l’istinto gli suggeriva, la baciò. Fu un bacio lungo e appassionato, pieno di quell’ amore che a lungo aveva tenuto nascosto, ma fu anche un bacio impulsivo. Se ne rese conto dopo, quando una voce rimbombò alle sue spalle: Byakuya era dietro di loro, il suo sguardo poteva apparire freddo, indifferente ad un osservatore disattento, ma Renji vide le fiamme dietro i suoi occhi, ardevano e bruciavano di un’ira che non poteva reprimere. Quella volta l’aveva combinata grossa, e lo sapeva! La posa con cui teneva la sua zanpakuto era inconfondibile. La sua voce era dura e perentoria, più fredda del ghiaccio. - Rukia… Vattene – Renji sentì il corpo immobilizzarsi, nessun muscolo, nemmeno il cervello, gli obbediva. La mente gli diceva di scappare e anche di corsa, ma non riusciva a reagire. Rukia guardò il fratello spaventata e, intuito cosa volesse fare, si allontanò di qualche passo. La presa delle dita di Byakuya sull’elsa di Senbonzakura si allentò, un dito dopo l’altro, come un conto alla rovescia verso la morte. La spada scivolò a terra penetrando nel terreno. Una sola parola lasciò le labbra del –figo – capitano. - BAN…KAI. – Renji vide passare tutta la sua vita davanti agli occhi, il suo corpo si sbloccò nel sentire le ultime parole. - Senbonzakura… Kageyoshi. – Era finita. Le labbra di Rukia erano state la sua condanna a morte, ma anche la realizzazione del suo sogno – erotico - più grande. Solo vedere la faccia di Ichigo sarebbe stato appagante, ma in quel momento, non era sicuro di poter rivedere la sua brutta faccia ancora una volta. Quella fragola arancione! Continuava a pensare al bacio con Rukia, alle sue mani che penetravano piano nella sua pelle morbida, il profumo e la morbidezza dei suoi capelli… -So a cosa stai pensando, e non accadrà mai più. – dopotutto, era difficile baciare un cadavere. Vide la nuvola rosa (che virilità) sempre più vicina e cominciò a correre, supplicando il perdono impossibile da ottenere. - Perfavore, perfavore, perfavore, perfavore! Taichooooooooooooooooooooooooooooo! – Corse per tutto il Seireitei, chiunque lo vedesse passare, si chiedeva cosa avesse combinato, ma alla vista del bankai del capitano Kuchiki della sesta brigata, tutti decisero di rimandare le domande. - Per l’onore dei Kuchiki… Abarai, non mi scapperai! – VOCE FUORI CAMPO: Ehi, capitano! Fa anche rima! La velocità del bankai aumentò a dismisura. L’urlo di paura di Renji soffocò lo stridio dei petali di ciliegio. - Questo matrimonio non s’ha da fare! – continuò imperioso il capitano, ergendosi in tutta la sua altezza ( e che altezza!) Renji imboccò una strada laterale, ma non si rese conto di essere finito in un vicolo cieco. Non poteva più scappare. La furia rosa del suo capitano (di nuovo molto virile) si abbatté su di lui. * Era ormai passato un mese, ma Renji non era ancora stato dimesso, se fosse stato per Byakuya, sarebbe stato retrocesso a assistente dello spazzino del Seireitei, ma grazie al cielo il comandante generale non era d’accordo e gli aveva risparmiato quell’atroce destino. - Renji… - disse Rukia socchiudendo la porta della stanza dell’ospedale della quarta brigata – Stai bene? – - Secondo te?!? Mi hai lasciato morire per mano di quel pezzo di… - la porta si aprì del tutto e apparì il suo capitano, Kuchiki Byakuya. - Bellissimo e grandissimo capitano di cui ho avuto la fortuna di essere sottoposto. – - Hai qualche cosa di cui lamentarti? – chiese mellifluo Byakuya. - Io? No, si figuri, era il mio sogno era essere investito dal suo bankai un’altra volta, è un sogno che si realizza. – - Meglio per te, perché non se ne realizzerà nessun altro. – alludendo chiaramente alla sua storia con Rukia. - Ora ho delle cose da fare, quindi devo andare. Rukia, Ukitake dice che non hai niente da fare. Passa la giornata come meglio credi. – vuoi vedere che alla fine non era poi così in disaccordo? Forse un mese prima era innervosito per altri motivi, o forse Rukia aveva pensato di persuaderlo in qualche modo. - Quindi tu che dici? – chiese Renji a Rukia – Era un ok velato o sono io che mi faccio i viaggi mentali? – - Io dico che Nii – sama abbia capito molto più di quanto non dia a vedere, non farei niente contro la sua volontà. – spiegò Rukia. - Quindi abbiamo una giornata intera davanti a noi! Che cosa possiamo fare d’interessante?- chiese lui trascinandola sul letto. - Innanzitutto rimettiti! – urlò lei colpendolo allo stomaco. - Ahia! – proruppe in un gemito di dolore molto teatrale. Lei rise. – sei un pappamolle.- e si chinò per poterlo baciare “ Ma sì, se questo è il risultato di un bankai, lo prendo anche domani.” Pensò Renji. Presi nel loro bacio, non si accorsero che qualcosa fuori si mosse. Era Byakuya che li stava osservando con un’espressione indecifrabile.
   
 
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