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Autore: Lacie    15/09/2011    12 recensioni
«Non aveva mai smesso di camminare scalza, nel tempo che non dedicava alle incombenze di corte. Era disdicevole, inappropriato, le dicevano; ma a lei non importava: l'aveva sognato per diciotto anni, l'aveva agognato in ogni minuto della sua giovane vita, e ora voleva sentirla davvero - sentire la terra sotto i suoi piedi.»
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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The ground beneath her feet
«Let me love you, let me rescue you
Let me bring you to where two roads meet.»
The Ground Beneath Her Feet - U2



Adesso la sentiva, la terra che rispondeva ai suoi passi modellandosi morbidamente sotto le sue piante. L'erba che accarezzava i piedi instancabili, solleticando quella pelle troppo sensibile, avvezza com'era alla calma piatta di un pavimento di legno. L'acqua che rinfrescava ogni centimetro di epidermide lei vi immergesse, lasciandosi dietro una scia bagnata che i suoi passi concitati avrebbero smaltito sul terreno. Adesso Rapunzel percepiva tutto questo con i sensi, e non più con la sola forza dell'immaginazione. Non aveva mai smesso di camminare scalza, nel tempo che non dedicava alle incombenze di corte. Era disdicevole, inappropriato, le dicevano; ma a lei non importava: l'aveva sognato per diciotto anni, l'aveva agognato in ogni minuto della sua giovane vita, e ora voleva sentirla davvero  - sentire la terra sotto i suoi piedi.
Dopo mesi, non aveva ancora cessato di sorprendersi per ogni singolo elemento della sua nuova vita che sconfinasse dal suo usuale concetto di normalità, sia che fosse una nuvola dalla forma strana, una sala particolarmente illuminata o un fiore variopinto. Memorizzava le spiegazioni che le venivano regolarmente date e conservava quelle preziose informazioni nella sua personale enciclopedia del mondo. C'erano i colori nella sua vita, adesso - colori veri, tangibili - e non più i surrogati ad olio che fino ad allora aveva usato per spezzare il monotono grigio dei mattoni che avevano delimitato la sua esistenza. Dipingeva ogni giornata con le tonalità più accese della sua curiosità, scoprendosi per la prima volta artefice di un quadro che non fosse una trasposizione murale dei suoi desideri. C'era una vera casa ora, grande, spaziosa e accogliente. C'era come sempre Pascal, il suo camaleonte, che era ormai una presenza fissa sulla sua spalla e nelle sue giornate. C'erano gli amici che aveva conosciuto durante la sua fuga verso la libertà, c'erano i suoi sudditi. C'erano i suoi genitori, e il loro affetto sconfinato; la gioia di trovarli nei paraggi ogni mattina al suo risveglio, come ad assicurarle che non era tutto soltanto un sogno crudelmente realistico. E poi c'era lui. Lui, che tutto poteva essere tranne che un principe azzurro, ma con il quale poteva smettere per un attimo i suoi panni di principessa. Lui, per il quale lei era semplicemente Rapunzel e non 'Sua Altezza Reale', così come per lei lui non era il Principe Eugene, ma il ladro dall'ego spropositato che l'aveva rubata a Gothel. Lui, che l'accompagnava ovunque nelle sue continue esplorazioni alla scoperta del mondo, e rispondeva paziente alle sue assidue domande. Lui, che calandosi giù dalla torre le aveva teso una mano, pronunciando un "Tu vieni, biondina?" che alle orecchie di Rapunzel era suonato più come un
«Lascia che ti salvi.»
Lui che la amava anche senza capelli magici, che l'aveva amata anche prima di saperla principessa; lui che era innamorato a tal punto da aver abbandonato la corazza dell'identità fasulla con cui si era sempre protetto, permettendo al pugnale di Gothel di trafiggerlo. Lui che amava ogni cosa di lei, compresa la terra sotto i suoi piedi.


[500 parole]



Cinquecento parole per spaziare una volta tanto dal solito fandom dei Pokèmon. Una flashfic per l'archivio del sito, come minuscolo tributo ad un film che ho adorato. Non ho molto da dire a mia discolpa, mi è uscita così, è poco impegnativa ma spero che faccia spuntare qualche sorriso agli amanti dello zucchero. Non cercateci un senso, perchè non ce l'ha :D Due chiarimenti tecnici: il titolo viene dall'omonima canzone degli U2, così come le due righe in apertura e la frase "Lascia che ti salvi", che è la traduzione letterale di "Let me rescue you", presente nel testo. Nient'altro, per una volta son breve. Alla prossima ♥
  
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