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Autore: Girl_in_Blu    16/09/2011    5 recensioni
La piccola Bra chiede alla madre un animale domenstico, ma la donna riesce a convincere la figlia ad avere un pesciolino; il tutto è narrato dal punto di vista di un intransigente Vegeta che si ritroverà coinvolto nello sfogo della compagna e, poi, solo con la bambina che esigerà il suo pesciolino.
Estratto:
"Almeno alla base poteva farsi una doccia senza essere disturbato, forse, quello era uno degli unici momenti in cui spegneva il cervello, ma adesso i pensieri invadevano perfino la cabina della doccia..."
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Just a family'
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Innocenti segreti

 





La bambina, seduta sul divano, guardava passivamente la televisione, finché un canale catturò la sua attenzione. Sorrideva allegramente vedendo quei buffi e coloratissimi animali.
Curiosa, si era soffermata a osservare un documentario sulle bestie più bizzarre esistenti al mondo, incantata dalle strane fattezze di alcuni di essi.
 


Vegeta spossato dall’allenamento si ritrovò dinanzi una Bra indaffarata a reggere, con le sue manine paffute, una boccia di vetro piena d’acqua.
La piccola, invece, si ritrovò di fronte il volto dubbioso del padre e rispose alla domanda non ancora pronunciata a voce alta.
-Pesciolino
Disse guardandolo dritto negli occhi, poco prima di girargli intorno.
Il principe riprese il suo percorso nei labirintici corridoi della Capsule Corporation, non gli interessavano le faccende della bambina, ma rimase colpito dalla fermezza di quei piccoli occhi, così simili a quelli di Bulma e il suo voler spiegare cose che lui proprio non sopportava sentire…proprio come la madre.
-Tsk!- il solito verso contrariato uscì dalle sue fauci digrignate, quasi simultaneo a quel pensiero.

Ogni qual volta si ritrovava a pensare alla somiglianza delle due Brief, sbuffava innervosito poiché nessuno dei due figli possedeva le fiere fattezze paterne.
Trunks aveva i tratti spigolosi del volto e l’intenso sguardo paterno, ma la somiglianza non era immediata, bisognava vederlo combattere per capire le sue origini.
Bra, invece, era uguale alla madre, più Vegeta la osservasse più notava punti di contatto tra le due.
Dalla nascita della bambina si era ritrovato spesso a riflettere su quanto i suoi figli somigliassero a Bulma, quanto quelli di Kakaroth al padre e ciò, con il tempo, divenne un ulteriore motivo di rancore verso il nemico di sempre.
Possibile che una terza classe generasse una prole identica al genitore e lui, il fiero principe dei saiyan, no?
Se lo domandava spesso, perché -in fondo- quale padre non desidererebbe vedere se stesso in un figlio?
 
 
Quella giornata nessuno pareva dargli tregua, prima Bulma con le sue lagne e adesso la bambina con una delle sue momentanee fissazioni.
Esasperato, proseguì verso la sua stanza.
 
L’acqua scivolò sulla sua pelle, già inumidita dal sudore, rinfrescandola e rilassando i muscoli affaticati.
Con il volto rivolto verso la fonte dello scroscio, lasciava che le gocce scorressero sul suo corpo indolenzito e contratto per l’allenamento.
Quando d’un tratto ricordò.
 


Bulma, con una sigaretta tra le dita, camminava nervosamente avanti e indietro per la cucina.
-Quella peste mi sta tartassando, adesso vorrebbe un animale da compagnia. Chi ha tempo per occuparsi anche di un cane, o di un gatto- portò nuovamente il filtro alla bocca ed inspirò - o di qualsiasi altro essere vivente!-
Sospirò continuando a fumare, come se fosse sola nella stanza.
-Dille di no!
Le rispose lapidario Vegeta che, masticando un boccone, senza rendersene conto, partecipava al discorso. Se si fosse visto dall’esterno, si sarebbe maledetto da solo o avrebbe riso di se stesso, ma probabilmente avrebbe fatto entrambe le cose.
-È impossibile dire di no a tua figlia, è testarda e certe volte capricciosa- continuò la scienziata, ma vedendo l’uomo osservarla e capendo cosa avesse intenzione di proferire sentenzioso, aggiunse –non dirlo nemmeno, Vegeta! Io non la vizio, almeno non eccessivamente e poi tu non è che sei di aiuto. È come, con il tuo silenzio, se accondiscendessi a ogni sua richiesta.-
Il principe ingoiò l’ultimo boccone e si alzò da tavola.
-Un pesciolino, certo- disse esclamando vittoriosa per aver trovato una soluzione al problema, precisamente un compromesso fattibile cha accontentasse ambo le parti.
 


Più l’acqua scendeva, più Vegeta ricordava le inutili chiacchiere della mattina e del pomeriggio.
Non riusciva a rilassarsi al tocco tiepido delle gocce, ormai la sua doccia era divenuta un tormento.
 


-Tesoro, ho una riunione improvvisa- gli disse Bulma baciandolo di sfuggita –potresti accompagnare Bra a comprare il pesciolino?- chiese essa stessa scoraggiata.  Vegeta categorico le rispose –NO!-
Bulma per quanto certa che quella fosse la risposta, s’infuriò ugualmente; forse sperava sempre nell’aiuto del saiyan nell’educazione della piccola Bra.
-Il fatto che sia femmina non significa che tu deva ignorarla!- urlò isterica –allora ci andrà Trunks- aggiunse chiudendosi la porta alle spalle.
Tutte quelle inutili informazioni erano insopportabili, a lui non interessava sapere dei capricci della bambina e di come sua madre li assecondasse, lui non l’avrebbe mai viziata e accontentata in quel modo.
E per quanto considerasse quell’educazione inefficiente, non muoveva un muscolo affinché cambiasse.
“Bra è una femmina e, come tale, va affidata alla madre. Punto” si ripeteva da quando aveva scoperto il sesso del nascituro, ma in fondo la realtà era ovvia: non sapeva come comportarsi con una bambina, l’unico modo che aveva per conoscere era la lotta, così aveva amato il figlio del futuro e così aveva educato quello del presente e, tutto sommato, attraverso molte battaglie verbali aveva compreso di amare la sua compagna, ma la bambina non poteva essere allenata, soprattutto se somigliava incredibilmente alla madre.
Mentre guardava distrattamente la televisione, perso nei suoi ragionamenti, sentì  -esco con Goten, ci vediamo stasera.-
Non fece caso a quelle parole, le stesse che il ragazzo ripeteva ogni giorno, perché mai avrebbe dovuto farlo?
 


In confronto alla situazione in cui si trovava, era stato facile, per lui, essere un mercenario dedito alla guerra, alla lotta e al sangue.
Gli unici sentimenti con i quali faceva i conti erano il rancore e la vendetta, facili da sopportare rispetto a ciò che provava in quel momento.
Aveva vissuto sotto un tiranno e aveva resistito, qualche volta aveva sì chinato il capo, ma l’orgoglio leso in quei momenti non poteva essere paragonato alla frustrazione di non poter ammazzare la fonte della sua rabbia.
Almeno alla base poteva farsi una doccia senza essere disturbato, forse, quello era uno degli unici momenti in cui spegneva il cervello, ma adesso i pensieri invadevano perfino la cabina della doccia, s’intrufolavano nelle tubature e scendevano dal soffione, scorrendo sulla sua pelle, per finire poi assorbiti per osmosi dalla mente.
 
Uscito dalla doccia, ormai, innervosito per non aver avuto un attimo di tregua durante tutta la giornata, si vestì e fuori la porta della stanza da letto si ritrovò ancora davanti la bambina che con le braccia conserte, per imitare il padre, lo attendeva.
-Ho tutto: boccia, sassolini e acqua, manca solo il pesciolino. Andiamo a comprarlo. Dai!
Disse contando sulle mani ogni oggetto, come se le dita le servissero per ricordare nel dettaglio cosa avesse e ciò che le mancasse.
Vegeta alzò gli occhi al cielo arrabbiato e grugnì, per l’ennesima volta, contrariato.
La piccola Bra gli strinse la mano e insistette –andiamo? Andiamo?- cambiando espressione puntò i piedi a terra –andiamo!- disse, in fine, decisa a ottenere ciò che voleva.
L’unica via d’uscita era prendergli quello stramaledetto pesciolino, così poteva dire che quella giornata all’insegna del chiacchiericcio e dell’ira sarebbe finalmente finita.
-Ma non dirlo alla mamma- in fondo era un innocente segreto che avrebbe salvato, almeno per quel giorno, la sua integrità di fiero e orgoglioso principe… e di padre intransigente e severo.
 
 
 
 
 
 
 
 















































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Angoletto di Girl_in_Blu:


 

Allora spero che questa shot comica vi sia piaciuta. È uno scritto senza pretese che vorrebbe strappare un sorriso nel finale.
La parte “In confronto alla situazione in cui si trovava, era stato facile, per lui, essere un mercenario dedito alla guerra, alla lotta e al sangue….” È tratta da una mia vecchia fan fiction  “Isterismi da mamma…”
Grazie infinite per aver letto.
Baci Jo

   
 
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