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Autore: Ruby__Eyes    16/09/2011    4 recensioni
Dean è uno scansafatiche patentato... una sera entra in un night club e... no, vi sto già dicendo troppo! Ovviamente Destiel, what else?!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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I personaggi di questa storia non mi appartengono (uffi!). Non scrivo a scopo di lucro ma solo perché ho bisogno di svuotare la mia testa (che è piena di stupidaggini!) e quello che scrivo non è reale ma è frutto della mia fantasia.

 

 

 

Venerdì sera.

Dean camminava tranquillo e beato per le affollate vie del centro. Era una sera come tante, una normale serata alla Dean Winchester: pub, qualche birra e poi magari un giro per night club alla ricerca di una bella preda da portarsi a casa… sì, era decisamente un cacciatore nato! Grazie al suo sorriso malizioso, agli occhioni verdi e al fisico mozzafiato nessuna donna poteva resistergli; aggiungiamo poi che aveva una parlantina invidiabile - roba da vendere il ghiaccio agli eschimesi - insomma, un mix che lo rendeva un casanova di tutto rispetto.

In fondo era quella l’occupazione principale della vita del ragazzo, considerato che viveva sulle spalle di suo fratello minore Sam, avvocato, e dello zio Bobby, meccanico formidabile che col tempo s’era costruito il suo piccolo impero formato da una catena di auto officine. Zio Bobby aveva anche tentato di inserire Dean, di insegnargli il mestiere con la speranza di lasciare tutto nelle sue mani in un futuro, ma il nipote aveva chiaramente dimostrato che l’unica auto di cui si sarebbe mai preso cura era la sua amata Chevrolet Impala del ‘67, eredità di suo padre.

Così viveva la sua vita da viziato scansafatiche: si svegliava tardissimo e passava i pomeriggi a mantenersi in forma in piscina e in palestra oppure a bighellonare con gli amici. La sera poi si dedicava anima e corpo al suo ‘sport’ preferito, che era appunto la caccia alle belle ragazze… in questo, bisogna ammetterlo, era un vero campione, uno di quelli da medaglia d’oro alle Olimpiadi.

Quella sera non aveva una meta precisa. I suoi due amici più stretti, nonché suoi compagni di avventure, in quel periodo avevano delle ragazze fisse – ‘Che idioti’ pensò Dean - e gli avevano quindi dato buca. Gironzolò quindi solo soletto per parecchie ore, passando almeno da due o tre pub, finché un’insegna luminosa attirò la sua attenzione: Between Heaven and Hell*. Il nome gli suonò familiare; ci pensò qualche secondo, poi ricordò di averlo letto su un volantino… una sola parola gli si parò lampante davanti agli occhi: SPOGLIARELLISTE! E secondo voi Dean Winchester poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di vedere un nuovo night club in cui ballavano bellissime ragazze poco vestite?! Ovviamente no, sapere che c’erano le cubiste era una motivazione più che valida per entrare! Quello che Dean NON sapeva era che oltre alle ballerine mezze nude c’erano anche degli SPOGLIARELLISTI molto belli e… molto nudi!

 

Il nome del locale era quanto meno azzeccato: ambientazione “paradisiaca”, con nuvolette candide appese a ridosso dell’altissimo soffitto e musica “infernale” a tutto volume; luci rosse e azzurre che saettavano ovunque e cocktail in tinta decorati da aureole o forconi.

Quel che Dean apprezzò di più, però, furono le sexy diavolesse sui cubi: portavano succinti costumini rossi, cerchietti con corna e una deliziosa codina sul fondoschiena.

Dopo un attimo il ragazzo si accorse però di qualcosa di strano: mancavano le pupe angeliche. Guardandosi attorno notò con stupore che le angiolette erano dei… sì insomma, erano degli ANGIOLETTI. Cazzo, erano BALLERINI! MASCHI!

Dopo un primo momento di sorpresa, Dean si disse: ‘Ehi, va bene, anche le ragazze hanno il diritto di rifarsi gli occhi, per carità.’ Decise di non pensare più a quei cubisti mezzi nudi e di dedicarsi allo studio delle prede: la prima fase della caccia serale aveva inizio. Il locale era affollatissimo vista l’ora tarda e le ragazze non mancavano sicuramente. Una volta agguantata la prima birra, Dean prese a guardarsi attorno, impaziente di trovare la fortunata che sarebbe tornata a casa con lui quella sera; il suo sguardo saettò veloce per tutto il locale, fino a quando, per puro caso, si soffermò su uno dei ballerini. Proprio in quel momento il ragazzo fu illuminato da un fascio di luce azzurrina: Dean notò grandi occhi, un bel viso dai tratti mascolini ma delicati allo stesso tempo e dei corti capelli scuri e un po’ spettinati. Spettinati in modo incantevole effettivamente. Dean lo guardò qualche istante, poi concentrò la sua attenzione su una bella biondina che gli passava davanti in quel momento; con somma abilità (anni e anni di allenamento davano i loro frutti) attaccò discorso mentre la ragazza aspettava il suo turno al bar. Stava quasi per ottenere il suo numero di telefono (e magari anche qualcosa di più), quando notò, poco distante da loro, lo stesso ballerino di poco prima: era in piedi vicino al bancone e beveva una semplice bottiglietta di acqua naturale. Solo in quel momento Dean si accorse del suo abbigliamento: il ragazzo portava solo un paio di aderenti boxer bianchi e sulla schiena aveva delle alucce di piume candide; sulla testa, cosa che non aveva potuto vedere prima, c’era un sottile cerchietto di metallo argentato tra le ciocche scure così adorabilmente incasinate. Per qualche secondo Dean non poté staccargli gli occhi di dosso, poi sembrò tornare in sé, pensando: ‘Che diavolo mi prende?!

Quando si voltò di nuovo, però, la biondina si stava già allontanando, probabilmente scocciata per il fatto di aver perso la sua attenzione.

Perfetto, Dean, davvero perfetto’ disse tra sé e sé afferrando la sua birra e dirigendosi verso l’uscita per una boccata d’aria fresca. Appoggiato al muro, iniziò a pensare di aver bevuto troppo quella sera: da quando in qua Dean Winchester si soffermava a guardare i ragazzi? Ok, va bene, aveva solo notato che l’angioletto aveva davvero un bel fisico, magro ma molto tonico e sì, aveva trovato bello il suo viso, ma non c’era nulla di male in tutto ciò! Si ripeté queste cose scolandosi l’ultimo sorso dalla bottiglia, poi decise di tornare a casa, tanto quella sera non era aria.

Controvoglia si staccò dal muro e si avviò verso il parcheggio, ma qualcosa lo fece distrarre: qualcuno stava imprecando nella stradina accanto al locale; era una voce maschile, una voce un po’ roca e profonda. Incuriosito, Dean si avvicinò e scorse una figura seduta sul marciapiede, la testa tra le mani in un atteggiamento davvero disperato.

«Amico, tutto bene?» chiese. L’altro alzò subito la testa, sorpreso, e Dean lo riconobbe: era l’angelo! Era quel dannato ragazzo attraente!

«Ehm, sì… cioè no» rispose l’altro, un po’ imbarazzato per essere stato beccato in quel momento di debolezza. «Mi hanno rubato la bicicletta…» disse indicando una catena scassinata e lasciata a terra vicino ad un palo. «È la perfetta conclusione di questa settimana d’inferno» terminò in tono sconsolato.

«Woohoo, mi spiace… che bastardi! Ma dai, non buttarti giù per questo, ok?» rispose Dean mentre gli si sedeva accanto.

«Non è solo questo. La mia vita è un gran casino. Ma che stupido sono… sto qui a piangermi addosso con un perfetto estraneo. Ti chiedo scusa!»

«Ma no, che dici? Io mi fermo sempre a chiacchierare con gli estranei, sai? Soprattutto dopo parecchie birre, proprio come stasera! Vai, spara, raccontami la tua storia, amico. Ah, io sono Dean comunque!» disse allungandogli la mano e sfoderando un gran sorriso. Solo dopo si rese conto del fatto che quello era il classico sorriso che sfoggiava di solito con le signorine.

«Grazie. Io sono Castiel. Lavoro qui dentro, al Between Heaven and Hell. Pensa che sono venuto qui perché cercavano baristi, ma quello stronzo del proprietario, il signor Crowley, mi ha squadrato dalla testa ai piedi e mi ha chiesto di lavorare come ballerino dicendo che i posti da barista erano già stati assegnati. Ovviamente non era vero. Quell’uomo è un demonio, te lo dico io, ma ero talmente disperato che ho dovuto accettare»

«Ah, lavori in questo locale?» chiese Dean, fingendosi sorpreso. «Ci ho fatto un giretto veloce poco fa… quindi sei uno di quelli in mutande con le ali?»

«Già… che fortuna, eh?» rispose l’altro, svilito. «Sto facendo il mio dottorato di ricerca in storia e guarda come sono ridotto: per guadagnare qualche soldo ballo in mutande in uno squallido locale da una settimana. Inoltre…»

Castiel continuò, raccontando della bici rubata, ma Dean s’era distratto già da un po’; si rese conto, infatti, di star fissando le labbra del ragazzo senza capire una sola parola di quel che stava dicendo. Aveva delle belle labbra, fin troppo ben disegnate e piene per esser le labbra di un uomo. Le guardava muoversi lentamente mentre formavano le parole e gli sembravano sempre più appetibili, morbide… ok, era un ragazzo ma… ‘Ma quindi? Chi se ne frega!’ pensò Dean. Passò ad osservare più da vicino il viso di Castiel, i suoi lineamenti: la linea della mascella, gli zigomi, il naso… tutto era armonico e l’insieme era pressoché perfetto.

Poi Castiel si interruppe e lo fissò negli occhi. Ecco, quella fu la cosa che lasciò Dean senza fiato e senza più dubbi: gli occhi blu di quel ragazzo. Profondi, espressivi. Lo incantarono.

Al diavolo’ pensò Dean, mandando mentalmente a quel paese le sue incertezze. Si rese conto con un piccolo brivido che la novità non lo spaventava, anzi…

«Ehi, Cas, pare che tu abbia avuto la peggior settimana della tua vita» gli disse alzandosi e invitandolo a far lo stesso. «Vieni, ti do un passaggio a casa» aggiunse poi mettendogli un braccio sulle spalle in modo assolutamente amichevole.

«Ok» fece l’altro, sorridendo. «Grazie, Dean»

«Figurati, è un piacere. Senti, per curiosità… hai delle altre ali a casa?»

«Ehm, effettivamente sì, ho le ali nere che dovremo usare per la serata Fallen Angels. Perché?»

«Ma no, nulla, ero solo curioso, tutto qui!» sghignazzò Dean mentre pensava tra sé e sé che il tema della serata fosse davvero molto azzeccato.

«D’accordo» rispose Cas sorridendo, mentre a sua volta faceva scivolare il braccio attorno alla vita di Dean.                                                           

 

 

* è un verso di Kings and Queens, l’ennesimo riferimento ai 30 Seconds To Mars!

 

 

 

 

Piccolo angolo dell’autrice

 

Un ringraziamento speciale a Eli perchè questa ff è nata grazie ai nostri sproloqui su SPN via sms… mi viene ancora da ridere a ripensarci!

La mia dedica è per la suddetta Eli e per Giulietta, le mie amate sorelline che hanno il fegato di leggere in anteprima le mie scemenze, che mi sostengono quando nemmeno io credo in quel che faccio e che mi risollevano il morale quando sono giù mandandomi sms pucciosi o foto di Misha! XD

Siete stupende e nemmeno ve ne rendete conto! <3

Un grazie di cuore a chiunque si fermerà a leggere e magari a lasciare i suoi commenti!

Kisses,

Vale

 

 

  
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