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Autore: topolinodelburro    17/09/2011    1 recensioni
Roma non fare la stupida.
Lo pensa Alessandro, che ha una voglia incredibile d'affogare l'orgoglio e voltarsi indietro.
Poi lo pensa Chris che si ripete d'essere stato un modello perfetto di coscienza e responsabilità -coglione- e guardando Piazza di Spagna non può non pensare la giornata andrà bene, la giornata andrà bene.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'raccolta senzasperanza'
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Song: Roma nun fa la stupida stasera




Chapter Ten




Faje senti' ch'e' quasi primavera
manna li mejo grilli pe fa' cri cri
prestame er ponentino
piu' malandrino che c'hai
Roma reggeme er moccolo stasera


Falle sentire che è quasi primavera
manda i migliori grilli a fare cri cri
prestami il ponentino
più malizioso che hai
Roma reggimi la candela stasera




-Bella, pischè-

Gli s'era avvicinato un morettino con degl'occhi neri come il carbone; alle sue spalle, un po' a distanza stavano ad aspettare altri ragazzotti della sua età, probabilmente la cosidetta cricca.
A Piazza di Spagna si coceva lentamente, ad aspettare l'insegnante si metteva radici e Francesco fumava come un soffione boracifero da almeno mezz'ora a tenere il conto, se s'aveva tenuto l'occhio sull'orologio.
E forse era stato questo ad attirare vicino a loro il morettino, eppure perché, con tutti i personaggi caratteristici della sua combricola -dalla celebre Ashley, al secchione Michael, alla timida Jessica- si fosse diretto espressamente verso di lui, non avrebbe saputo dirlo.
Però se l'era trovato davanti, in tutta la sua altitudine da berzitello -aveva studiato all'occasione- e con il sopracciglio alzato, che si strofinava le mani sulle tasche dei jeans neri a salutare, mentre gli amici suoi, o quello che erano se ne stavano in retrovia, a guardare placidi -e ghignanti, ma li hai capiti, i romani?-
L'aveva aperta la bocca, per rispondere, ma il suo compagno di viaggio era stato più tempestivo e s'era fatto avanti mettendo una mano sulla spalla al nuovo venuto. Si presentò.

-Ciao, Francesco. Senti amico, hai visto un tipo alto così dalle tue parti?-

E con gesto esplicativo cercò di farsi comprendere.

-C'ha dei capelli, strano mi pare poco, all'incirca così-

Allora si spettinò la capigliatura all'indietro con una manata per essere più specifico.

-Che altro, tende a parlare tipo...che so-

-...like that?-

-Chris sta zitto-

Arricciò il naso contrito.

-Sto parlando col mio amico, perciò...-

Tornò a posare gli occhi sul morettino, prese un tiro dalla sua sigaretta.

-Ehy amico, ch'ai degli occhi nerissimi. Allora l'hai visto il tipo?-

-Non s'è visto da 'sti pizzi-

Esigua risposta.

-Ehy, io t'ho dato l'anima, capisci? Se non lo trovi... oh, Chris, veditela tu con questo, noi non c'intendiamo-

Si allontanò un poco e si piazzò vicino all'atletico Matthew giust'appena per afferrare il risultato della squadra della scuola.

-Bella, chicco-

Rifece il tipo, tendendo una mano stavolta e Christopher la prese d'iniziativa, d'abitudine, era uno sprovveduto socievole, e quello davanti a lui era certo il miglior esemplare che Roma gli avesse presentato durante tutta la permanenza della sua uscita scolastica.

-Hi-

Aveva avuto l'impressione che la voce gli tremasse -così giusto per dispetto, non aveva mai imparato a rapportarsi effettivamente con la gente- l'individuo che aveva davanti non era ultrattereno ok? Era solo uno che t'ammazava dolcemente con lo sguardo; portava il fisico di quello che ci teneva ad apparire in forma ed era forse troppo alto per rientrare nella media europea -quella dove da parte di madre stava anche lui, per intenderci-.

-Come t'antitoli?-

Chris roteò appena gli occhi, giusto un poco, ma sotto il sole di Piazza di Spagna fu sufficiente e brillarono, e il tizio di fronte a lui potè vederlo e lo fece bene.

-I'm from Colorado, here's fine, Rome's really nice-

Sbattè le palpebre alcune volte tenendo stretta la sua mano. Christopher pensò che il bell'imbusto fosse forse un accenno troppo serio per piacergli realmente, e poi la sua mano era troppo più grande della sua e quel naso leggermente acquilino presentava una gobbetta adorabile, da morirci dietro.
Ed il modo in cui apriva quella bocca fine e pronunciava quelle parole incomprensibili.

-Mortacci, me sei calato, sei pòpo 'n faggiano, nè?-

Ed il modo in cui parlava piano e pacato, ed il suo timbro grave e perforante non gli fecero distogliere dalla testa l'idea che quello fosse un complimento giusto per amicarsi un americano a Roma.
Giusto per approcciare uno straniero con gli occhi brillanti sotto il sole di Piazza di Spagna, il sorriso aperto di cortesia di uno che non capisce una minchia di quello che stai dicendo ma che non gliene frega, perchè i tuoi occhi gli piacciono, così come quella gobbetta sul naso all'aristocratica -se sapessi la sua fantasia erotica su quella gobbetta del tuo naso gli ripeteresti amore eterno cento anni per mille vite, ed ancora non avresti trovato il tempo per dire, wow, questo americano mi piace-.

-Io sono Alessandro-

Scrolla le spalle l'amicone e Chris fa lo stesso perché non saprebbe che altro fare, per lo meno ora può dare un nome alla faccia che ha davanti -l'hai salutato, no, il diletto? Ora prendi arti bagagli e guadagni e tornatene dai tuoi, c'è la dolce Emily che chiama da un pezzo che t'ha perso per strada e deve ancora farti sentire quel brano nel suo i-pod-.
Chris muove un passo per andarsene anche se la sua gamba sembra pesante da spostare, e giusto appena si volta l'altro lo ripiglia per un braccio quasi seccato, voltandolo un po' bruscamente, forse troppo, a Sarah e Joshua per lo meno -sono seduti alcuni metri più in là a contare il tempo che passa- non sfugge che il ripescaggio sia stato vagamente forzato.
Christopher -non è stato detto, ma i suoi capelli sono appena più chiari e decisamente più naturali del biondo miele, ma il tono è quello, non si scappa- alza appena un sopracciglio e sulla sua bocca prende forma una smorfia strana e interrogativa, mista tra aspettativa e disappunto. Arriccia un angolo -giusto quello dove sta il suo caratteristico neo che lo fa sembrare appena più femminile degli altri suoi compagni di scuola- i denti si scoprono un poco -il berzitello ha già imparato ad amare quel neo così esotico-.
Alessandro ora pensa che i suoi occhi siano davvero enormi.

-Stacci ad allunga' 'na zanna?-

Indica gli amici dietro di lui che adesso si muovono, pare gli si avvicinino piano, quasi un accerchiamento -per un momento giura di aver sentito l'aria spostarsi e premere contro la sua pelle- Qualcosa si smuove anche tra gli americani, Francesco ha appena mandato giù una boccata di fumo e Samantha s'è improvvisamente zittita. Chris è appena in disparte, si sente un filo di quello che si dicono lui e l'importuno del luogo.
Però si sono aggregati anche i suoi di Alessandro e possono vederli pure loro adesso, quegli'occhi americani brillare in Piazza di Spagna mentre rimbalzano da una parte all'altra nella loro cavità -un poco apprensivi forse- e passarli in rassegna, soffermarsi con disappunto sul gomito che s'è appoggiato alla spalla del suo interlocutore, s'alzano al cielo ora -no, no, verso Alessandro- e così confusi volteggiano come acque torbide.
Il tipo accanto al suo uomo si sporge appena verso di lui ma non lo tocca, si fissano meglio, vede il suo naso arriciarsi e sorridere alla smorfia di soddisfazione di Alessandro. Francesco si è messo in piedi, un cenno a Matthew e Jacob e lo sono pure loro.
Avere molti sguardi addosso non gli va molto a genio, l'attenzione gli piace e la ricerca spesso, ma non gli sguardi, e quelli dei romani sono strani -non saprebbe definirli, in realtà nemmeno ha afferato di cosa siano in cerca quei ganzi- arrosisce senza una ragione o forse ne ha trovata una più che sufficiente-.
Il ragazzo vicino ad Alessandro sorride ancora, ha capelli ed occhi castani, non sembra così male. I suoi canini sono piuttosto sviluppati ed i vestiti appena trasandati ma in definitiva poteva fargli un'impressione peggiore.

-Sta' a fà er fragola?-

Dice e Alessandro ride appena buttando gli occhi al cielo, deve aver detto una cosa carina e d'istinto anche la bocca dell'americano si apre e mostra i suoi denti in un sorriso come i loro.

-Sta' a fà 'r vago pe' conto mio-

-Oh, amico-

Questo è Francesco, gli viene naturale avvolgere Christopher per le spalle, ed ora sono così, speculari -e si guardano- sanno tutti cosa vogliono, eccerto, tutti tranne Chris.
C'è un po' di tensione che inizia a scivolare tra loro, Alessandro fa un respiro profondo e sembra che Francesco lo ripeta per imitarlo. Gli sorride con quella sua espressione da fumo, ed è improvvisamente guardandolo che Alessandro si ricorda il vero motivo per cui s'è impegnato a scuotere l'anima degli stranieri.

-Stavo a chiedere ar tuo amico se c'ha ciospe da allunga'-

E forse l'altro non ha capito perché la sua espressione si fa appena più minacciosa e appena muove un passo e se lo vede vicino, il suo compagno -si chiama Andrea- mette una mano sulla spalla di quel turista apprensivo e con la faccia più furba che riesce a tirare fuori fa:

-Stavamo a chiede' se passate l'fumo-

Ammazzate il vitello grasso, mangiamolo e facciamo festa, perché questi figli che erano morti ora tornano alla vita.
Francesco ride.

-Ma se lo dicevate prima ne rollavamo una insieme-

Esplode, la fusione.
A Chris ricorda la piena del fiume a fondo valle l'estate scorsa, Francesco deve aver parlato di fumo, spiegherebbe l'improvvisa coalizione. Alcuni volti mai visti gli passano davanti, ne salutano altri a lui noti, prima Andrew, poi Daniel, Brittany. Sente dei pessimi approcci tentati in inglese, una parlata riconducibile all'italiano -potrebbe anche esserlo, per quel che ne capisce- e poi vede le prime sigarette accendersi e le prime spirate. Tutto com'era.
Il sole continua a cuocere, Francesco tira ancora come un soffione -l'amico di Alessandro gli tiene compagnia stavolta- sembra essere ritornata l'accidia e quando anche l'ultimo romano gli s'è sfilato dalla visuale può vedere una cosa.
Il berzitello sta ancora là. E non può non sorridere mentre pensa questo, e quello dice qualcosa.

-Qua è 'na caciara, facciamo 'n giro?-

Sa già che sarà difficile Alessandro, concludere qualcosa, ma chissà perché gli'è improssivamente passata la voglia del fumo. Roma, non fare la stupida. Lo guarda, lo guarda, magari dentro è una merda, ma l'aspetto angelico la dice lunga alla sua testa -e al suo uccello-.
C'ha ancora le mani nelle tasche e volta il capo accennando alla Scalinata della Trinità dei Monti.
Chris ha ripreso l'aria diffidente di qualche minuto fa -non parlare con gli sconosciuti, stava scritto nelle raccomandazioni che gli aveva dispensato l'insegnante- ma quale ragazzo non del tutto convinto d'essere pienamente etero si sarebbe lasciato volare via un uomo come quello? Accidenti.

-I won't-

E Alessandro ride, perché la sua faccia dice tutto tranne quello, e le sue gambe tremano, le vede. Gli piace, il ragazzino.

-Really, I can't-

Ripete, buttando più volte l'occhio a Francesco che sta con Andrea e non sembra interessato ad altro. Alessandro segue il percorso dei suoi occhi e vede i due che se la fumano tranquillamente -no, non se n'accorgeranno che l'ha portato via-.

-We must wait our teacher-

Continua, le sue pupille hanno ricominciato a vagare annebbiate, seguono il contorno del suo corpo o forse si sbaglia e si guardano solo intorno, alza le spalle, finisce così.
Alessandro lo imita, però gli prende una mano e gliela stringe.

-Ce se pija-

Poi gli dà la schiena e se ne va, gli fa cenno un'ultima volta senza voltarsi con un braccio.
Il cuore di Chris inizia a riempirsi d'adrenalina.
Sente quella sensazione che si prova quando si sa, che se non si piglia qualcosa al volo, si potrebbe non pigliarla più, se la sente proprio tutta sua. E tutto ciò che non è preso è perso, Christopher lo sa.
Roma non fare la stupida.
Lo pensa Alessandro, che ha una voglia incredibile d'affogare l'orgoglio e voltarsi indietro.
Poi lo pensa Chris che si ripete d'essere stato un modello perfetto di coscienza e responsabilità -coglione- e guardando Piazza di Spagna non può non pensare la giornata andrà bene, la giornata andrà bene.
Roma, davvero, non fare la stupida.
E mancavano solo quel cazzutissimo sole e il profumo di quei fottutissimi fiori che ch'aveva tutt'intorno, oltre alle spalle di Alessandro che risaliva la scalinata, come se il rimpianto già non s'ammazzasse da solo. E intanto il suo cuore pompava sangue come un morto di fame -di che fame stiamo parlando, Chris? Rombano mille tuoni nella sua testa per sopprimere quella parola [d'amore]- l'aorta si riempiva e sentiva l'adrenalina stillare quasi a fiotti, tanto che le gambe non riuscivano a stare ferme ma tremavano.
Roma non fare la stupida, se riesci -era una preghiera?-
L'aria era davvero troppo calda e Christopher ancora si chiedeva da dove spuntasse quel cielo così limpido. L'odore di focacce e rosmarino gli fece venire un languore e merda, ci mancava solo che suonasse l'armonica, e a quel punto, vaffanculo.

-Wait-

Urla, appena prima che Alessandro si voltasse di sua spontanea volontà.
Il moretto gli sorride, dà uno sguardo in basso alla Barcaccia, dove sta la sua compagnia con quegli americani, poi fa un cenno alla Chiesa di Trinità dei Monti e prende a correre, Chris lo insegue lungo la scalinata, i gradini corrono sotto i suoi piedi.
Roma s'è quasi zittita, l'unica cosa che sente è il rombo del battito cardiaco nelle orecchie e le occhiate che gli getta Alessandro per controllare che stia al passo -non se l'è inventato- le sente davvero nonostante abbia gli occhi incollati a terra per paura di cadere e tornare dov'era -gridano come sirene languide sugli scogli-
Lo raggiunge che lui è già montato su uno scarabeo 100, non può far altro che ridere mentre il berzitello gli porge il casco e continua a farlo finché non ha la sua faccia contro la sua schiena, le mani allacciate intorno al suo petto, e allora soffoca quella sua risata contro il giubbotto di Alessandro imprimendo il suo odore e quello del cuoio dentro, mentre l'altro mette in moto e sgomma via, la destinazione nient'altro che irrilevante.

   
 
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