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Autore: Reiko Prussia    17/09/2011    1 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Platino, oro e acciaio

Capitolo 1: Palatino e oro e…

Stavo correndo verso l’ascensore numero 4 del centro commerciale, quando mi scontrai con lei, capelli lunghissimi biondo platino, occhi cremisi, e non sapevo ancora cosa mi aspettava…..e così la incontrai, per caso o forse era scritto nel destino?
Tutto ebbe inizio una mattina di fine Ottobre. Il freddo invernale era in anticipo e io ero in ritardo. Entrai in classe un secondo prima del suono della campanella, col fiatone, dopo aver fatto le rampe di scale di corsa con uno zaino pesantissimo. Appoggiai la borsa per terra e cercai di riprendere fiato. Presi il libro dalla borsa, quado mi accorsi di qualcosa nel sottobanco. “Io non avevo lasciato niente”. Pensai mentre prendevo la busta con uno strano sigillo in ceralacca blu. L’unica cosa scritta sopra era:”Per la signorina Ilary Black”. Cioè…per me? Nascosi la lettera in un libro. Passai le ore prima della pausa a fissarla chiedendomi cosa fosse e che dicesse. Finalmente suonò la campanella della ricreazione. Corsi come un fulmine in un posto dove ero sicura non ci fosse nessuno. Fissai la lettera impaziente di aprirla. L’aprii. All’interno c’era una tessera completamente bianca e una lettera scritta a macchina.

 Gentile signorina Ilary Black,

 la invito a presentarsi il 2 Novembre alle ore 15 nell’ascensore numero 4 del centro commerciale. Può decidere di non presentarsi, in tal caso la prego di buttare la tessera nel cestino fuosi dalla sua scuola.

La aspetto. Uno

 Uno? Che strana firma… In un primo momento pensai che fosse uno scherzo e la stavo per buttare, ma il 2 Novembre mi ritrovai a correre per prendere quell’ascensore. Così non mi accorsi di lei, che aspettava l’ascensore e andai dritta facendola cadere, e facendo cadere anche me. “Ahi!”. “Scusa tutto bene?”. Domandai porgendole la mano. “Cavolo! Che testa dura che hai!”. “Emh …grazie…”. Era vestita con una camicia nera, pantaloni di pelle abbastanza larghi infilatti sul fondo dentro a degli stivaletti, sempre in pelle, neri che sempravano piuttosto pesanti. Salii sull’ascensore seguita da quella ragazza “A che piano vai?”. Ridacchiò. Una voce meccanica disse. “Mostrare la tessera, grazie”. La ragazza sbuffò:”Stupide procedure…”. Frugò nella tasca dei pantalonie e tirò fuori una tessera nera piuttosto logora, la porse in avanti e un laser rosso la scannerizzò. La voce disse:”Ben tornato agente”. Poi ripetè:”Mostrare tessera, grazie”. “Ti vuoi muovere”. Sbuffò la platinata. La imitai, la mia carta bianca venne scannerizzata. “Benvenuta”. Disse la voce meccanica. “Sei una novellina”. Notò la platinata con un ghigno. L’ascensore scendeva lentamente. La fissai scrutandola. Il braccio destro era strano. “Piacere Ilary”. Le porsi la mano destra. Lei la guardò e rispose:”Reiko”. L’ascensore si fermò e le porte si aprirono. Reiko andò per la sua strada, mentre io non sapevo che fare. Un uomo alto con dei capelli corti neri si avvicinò a me. “Piacere, mi chiamo Jonathan e sono qui per darti il bevenuto….”. Vide Reiko e sorrise. “Hai incontrato Reiko….Brutto modo per cominciare”. Mi accompagnò fino ad un ufficio elegante, con mobili pregiati e tende pesanti blu. “Aspetta qui un momento”. Mi disse indicandomi la sedia davanti alla scrivania. Mi sedetti e poco dopo arrivò un uomo con i capelli indaco e gli occhi dello stesso colore, con un completo che si sedette alla scrivania. “Piacere di conoscerti Ilary. Io sono Uno, sono sicuro che hai molte domande da pormi e una di queste è sicuramente sapere dove ti trovi. Questa è la mia organizzazione, protegge le varie dimensioni e tutala le leggi, ma ti spiegarà tutto con più calma la tua compagna di squadra”. La ragazza che avevo incontrato in ascensore entrò nell’ufficcio sbuffando con un foglio in mano. “Che cosa significa :Reiko ti affido una nuova Recluta?!”. Sbattè il foglio sulla scrivania. “Ti avverto che non voglio palle al piede! Non posso stare dietro a una novellina mentre combatto!”. Uno ignorò completamente la platinata. “Ilary ti presento Reiko Elric la tua compagna di squadra e superiore”. “Ho detto che non voglio palle al piede!”. Ribattè Reiko. “Non fare storie! Lo sai che per l’incolumità di ogni agente ho deciso di formare squadre di minimo due elementi! Te è più di un anno che non hai un compagno”. Mi sentivo ignorata. “Scusate cosa c’entro io?”. Uno zittì le lamentele di Reiko e mi rispose. “Tu sei una Mezzelfa e ho avuto l’incarico, da tuo padre, di farti entrare nell’Organizzazione appena …..”. Si interruppe. “Per aiutarti…”. Concluse. Io non avevo capito niente. Non so come, ma dopo che Reiko e Uno smisero di discutere mi ritrovai nelle mani dell’inquietante platinata che mi guardava in cagnesco come se le avessi fatto lo sgambetto. “Senti non voglio che m’intralci durante le missioni quindi inizieremo subito l’addestramento!”. “Emh….cosa?”. Io ero totalmente disorientata, avrei voluto andarmene a casa e far finta di non essere mai venuta qui. “No! Reiko, prima accompagnala alla sua nuova casa”. Intervenne Uno. “Quindi dicevi sul serio quando hai detto che me la dovevo tenere come animaletto domestico?”. Borbottò Reiko. “Si….anche se non con queste parole….”. Reiko borbottò qualcosa che è meglio non ridire contro Uno e mi trascinò via con se come se fossi un pacco. Mi obbligò a salire su una Porsche nera e si mise al volante. “Hai 18 anni?”. Domandai. “Non ancora li compio a Dicembre…”. “Cos-?”. Mise in moto e partì a tutta velocità. Dopo una breve corsa, a non so quale velocità a tre cifre, arrivammo di fronte a un enorme palazzo, salimmo fino all’ultimo piano. La platinata prese una chiave dalla tasca e aprì la porta. Nell’ingresso vidi subito degli scatoloni e delle valigie. “Uno ha già portato qui la tua roba…. Uff…”. Borbottò lanciando le chiavi sul mobiletto poco lontano dalla porta. “Seguimi, ti faccio vedere la tua stanza”. La seguii fino al piano superiore, da cui si poteva vedere il salotto sottostante. Aprii la prima porta di fronte alle scale. “Questa è la tua stanza, fanne quello che vuoi”. Disse. “I miei genitori…devo avvertirli…”. “Sanno già tutto! Non devi preoccuparti…”. Rispose immediatamente scendendo le scale e andando a sdraiarsi sul divano.
Ricapitolando, sono diventata un’agente di una fantomatica organizzazione protettrice di non so che leggi e sono stata affidata a una platinata inquietante (tutto questo sembra anche approvato dai miei genitori)….che ne sarà di me?....

L'angolo dell'autrice:
Piacere ^^
Spero che abbiate gradito il primo capitolo!
Al più presto il secondo ^^
Spero commentiate
  
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