Pochi giorni fa
ho pubblicato sempre qui su EFP una storia, Holzpuppe, che era più che altro
uno sfogo per un amore nato in vacanza, un amore forse da adolescente ma che mi
ha preso totalmente il cuore e l’anima. Questo è il racconto di come io vorrei
andasse quell’amore. Un racconto da non leggere se non si amano le storie a
lieto fine, anche quando questo è assolutamente improbabile.
Io ho deciso di
crederci, ho deciso di essere più forte di tutto, perché sono fatta così e
perché lo voglio immensamente, perché adoravo il modo in cui il mio cuore batte
anche solo a pronunciare il suo nome.
Questa quindi è
una storia di speranza e di buon augurio J
E speriamo che
funzioni!!
Cara Sconosciuta
P.s. non sono
particolarmente soddisfatta di questo primo capitolo, ma devo solo entrare un
po’in confidenza con i personaggi. Migliorerà J
къщата на
слънцето
-Storia di un sogno-
Ancora una volta, a Lyubo e Georgi.
Noi vorremmo che andasse a finire
così
Elisa & Elisa
“Simo,
sei il miglior fratello del mondo!” Esclamò la ragazza dai capelli rossi,
aggrappandosi a peso morto al collo del giovane, alto e sottile, che le stava
di fronte.
“Oh,
sì, decisamente lo sei! Adottami!” Rincarò la dose la ragazza dai capelli
corti, ripetendo l’operazione compiuta dall’amica.
Per un
attimo, Simone pensò che sarebbe finito a terra, ma poi riuscì a recuperare
l’equilibrio e strinse a sé le due giovani, deponendo un bacio sulla testa di
ognuna.
“Eh
ragazze, modestamente... ne sono più che consapevole.”
“Deficiente.”
Esclamò la rossa, mollandogli un pugno sulla spalla.
“Nora,
non picchiare mio fratello!”
Simone
scosse il capo, divertito: regalare quella vacanza alla sua sorellina e alla
sua amica era stata la sua migliore idea da anni. Erano secoli che non le
vedeva così allegre, tutte e due.
“Vedi,
Nora, Noemi sarebbe una brava sorella, di certo migliore di te.”
Lo
sguardo della ragazza lo raggelò.
E gli
occhi di lui si addolcirono ancora di più.
“Mi
mancavate, ragazze. Saranno sei mesi che non passo da casa.”
“E
magari osi anche lamentarti? Vivi in paradiso, Simo!”
“Io ci
lavoro in paradiso, Noe.”
“Inutili
dettagli, uomo.”
Simone
scosse il capo, scompigliando un poco i capelli corti di Noemi.
“Ragazze
mie belle, però, fatemi capire un attimo. Voi a Creta, o in Paradiso, se
preferite, ci siete atterrate quattro giorni fa... perché mi ringraziate
soltanto ora?”
Il
rossore che colorò in un attimo le guance delle due amiche non fece che
confermare i suoi sospetti.
“Ma
no!” Esclamò, facendo un piccolo giro su se stesso. “Non ditemi che abbiamo No
e No innamorate! Grazie a me!”
“Simo
non te la menare...” Lo sgridò Nora senza troppa convinzione.
Era
incredibile come suo fratello riuscisse a capirla nel giro di trenta secondi.
“E i
vincitori sono...”
“Fottiti.”
“Noe,
me lo dici tu?” Mormorò il giovane, abbassandosi per portare il capo allo
stesso livello di quello di Noemi.
“Non
ci penso nemmeno!” Replicò lei con una linguaccia. “Devi indovinare,
fratellone.”
“Ma...”
Simone sbatté un paio di volte le palpebre, tentando senza troppo successo di
riprodurre gli occhi languidi di un cucciolo.
Noemi
scoppiò a ridere.
“Hai
una faccia spettacolare!”
“Hey,
bimba, ci sono ragazze che venderebbero un rene per svegliarsi con questa
faccia accanto.”
“Oh,
come sei sexy!” Rispose lei, slacciandogli con fare fintamente seducente il
primo bottone della camicia scura.
Nora
alzò gli occhi al cielo.
“Cercatevi
una camera per pietà.”
“Lasciala
perdere a quella... è gelosa. Avanti Noemi, il nome dell’uomo di mia sorella.
In cambio...” Lasciò la frase in sospeso, facendole l’occhiolino.
“Bene,
scusatemi, vado a vomitare.”
Noemi
scosse il capo, ridendo, e si affrettò a prendere per mano l’amica, che stava
effettivamente fuggendo verso l’ingresso del loro bungalow.
“Quante
storie per uno scherzo innocente! Sembri una vecchia, Nora!”
“Noe,
abbi pazienza... vedere mio fratello che ci prova con te è uno spettacolo
vomitevole al quale non ero più abituata. Vado a fare la doccia.” E, con uno
strappo definitivo, si liberò dalla presa dell’amica.
“Devi
perdonarla... lo sai come è fatta.”
“Timida,
sensibile ed incredibilmente cafona.” Assentì Simone con fare saggio.
“Un
po’ come te.”
Il
leggerissimo pugno che le assestò sulla spalla destra riuscì comunque a farla
sobbalzare.
Simone
sorrise, intenerito. Dolce Noemi, tanto piccola e delicata...
Quella
ragazzina minuscola era ciò che più gli mancava dell’Italia: da quasi due anni
oramai la desiderava con tutto se stesso... ma come poteva dire a sua sorella
di essere innamorato perso di una giovane donna che aveva visto crescere
dall’età di cinque anni?
Piano,
in maniera quasi impercettibile, scosse il capo, costringendosi a cacciare quel
pensiero. Nora non avrebbe mai capito.
“Allora...
chi sarebbe il filarino di mia sorella?”
Noemi
scosse energicamente il capo.
“Non
ci provare, signor capo-animatore: da me non saprai nulla.”
“Oh,
avanti Noe!” La supplicò Simone, inginocchiandosi davanti a lei. Noemi
ridacchiò: la sua testa mentre stava in ginocchio le arrivava al mento. Lui
diceva che era adorabile. Lei lo trovava soltanto ridicolo.
Stava
per rispondere con l’ennesimo rifiuto, quando una voce proveniente da dietro di
lei la bloccò.
“Oh oh Simo, a
man on his knees is a lost man!”
Simone
sorrise, anche se alla giovane parve di scorgere nei suoi occhi un’ombra di
irritazione.
“Lyubo,
you’re gently asked to go and fuck yourself as hard as you can. Order
from the direction.”
Dopo
qualche istante di silenzio, che Simone usò per tornare in piedi, entrambi i
ragazzi scoppiarono a ridere.
Fu in
quel momento che Noemi si voltò, trovandosi davanti altri due membri del cast
di animazione vestiti da cowboy.
Il più
piazzato, Georgi, altri non era che il tanto decantato amore segreto di Nora,
ma non aveva la benché minima idea di chi fosse l’altro.
Più
magro, ma più alto di Georgi, indossava, sotto al cappello, un grosso paio di
occhiali da sole, che gli coprivano quasi completamente il volto magro e
abbronzato. Sembrava giovane, forse più giovane di lei e, sicuramente, il suo
portamento era quello di un ballerino.
“Know
what, Simo? I saw your sis hanging out with Mauro today... Little
Noree needs somebody to love?”
“Mauro?”
Domandò, stupita Noemi. “Mauro con fascetta in testa e capelli paglierino?”
Georgi,
imbronciato, borbottò qualcosa in bulgaro, la sua lingua, che pareva tanto un
insulto.
Simone
parve non farci caso.
“Quindi
vi ho beccate, stronzette: è Mauro la cotta di Nora!”
“No,
lui....” Noemi si bloccò, sospirando. “Non te lo posso dire.”
Il
ragazzo più magro, che pareva aver seguito con interesse lo scambio di battute,
le posò una mano sulla spalla, sorridendole.
“Simone,
seems that your Nora is lucky. She has a good friend. Sei buona amica...” Ripeté in
italiano, sollevando gli occhiali da sole sopra il cappello e rivelando un paio
di occhi chiarissimi, dello stesso verde del mare.
Noemi,
in modo del tutto inaspettato, rimase totalmente stregata da quel viso delicato
che, fino a pochi istanti prima, era rimasto coperto dalle lenti scure.
Paralizzata.
“Io
chiamo Lyubo. Tu?”
“Io...io
sono... io...”
“Noemi.
Si chiama Noemi.” Intervenne Simone, gelido.
In
silenzio, Georgi gli posò una mano sulla spalla e la strinse delicatamente.
Non ci
fu bisogno di nemmeno mezza parola tra loro per capirsi a vicenda, per rendersi
conto di essere uno lo specchio dell’altro.
Continua...