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Autore: Lisa_Pan    18/09/2011    6 recensioni
Dimenticarsi di chi siamo? Possibilissimo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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chi sei?





"Ciao, tu chi sei?"
"Io...io sono.."
"Tu sei?"
"Ecco, in realtà, non so più chi sono."
"Come puoi non sapere chi sei?"
"Credo di essermene dimenticata."
"Non puoi dimenticarti chi sei! A meno che tu non abbia preso una botta in testa..hai preso una botta in testa?"
"No, non in testa."
"E dove? Ti sei fatta male?"
"In un certo senso si"
"Cosa vuol dire?"
"Vuol dire che non ricordo chi sono e che questo mi fa male"
"C'è qualcuno a cui possiamo chiedere il tuo nome..."
"So come mi chiamo!"
"E come ti chiami?"
"Mi chiamo Alessandra."
"Allora ti ricordi chi sei?!"
"No, ricordo come mi chiamo, dove abito, chi sono i miei getori...ma chi sono non lo ricordo!"
"Scusami ma non capisco.."
"Non capisco nemmeno io"
"Cosa vuoi da me?"
"Speravo potessi ricordarmi chi sono"
"E come faccio se nemmeno ti conosco?"
"Speravo che parlandoti di me saresti riuscito a spiegarmelo."
"Spiegarti cosa?"
"Chi sono."
"Senti io non ho tempo da perdere, mi dispiace ma no so cosa fare"
"Lo so, perdonami, non so cosa mi sia passato per la testa"
Silenzio
"Allora io vado"
"Si, scusami ancora"
"Allora ciao.."
"Ciao"
"Ehi, senti non guardarmi in quel modo!"
"Quale modo scusami?"
"Non stai scherzando?"
"Scusami ma credo di non capire!"
"E' come se i tuoi occhi puntassero verso qualcos'altro. E' come se ti fossi persa ma nei tuoi occhi vedo qualcosa, qualcosa di certo. Non lo riesco a distingue si confonde con il nero della pupilla e i milioni di riflessi che vi balzano sopra"
"Che forma ha?"
"Cosa?"
"Quello che vedi nei miei occhi!"
"Non lo so, non riesco a capirlo"
"Lo sento anch'io, come se un moscerino mi fosse finito in un occhio, ma quando mi specchio non vedo nulla. Da tremendamente fastidio."
"Credo..."
"Credi?"
"Credo che un pò di tempo posso trovarlo, vieni. Sediamoci sotto quall'albero."
"Pensi che ci sia un modo per riuscire a capire cosa sia quella cosa?"
"Credo che dovresti farlo vedere!"
"Forse.."
"Chi sei?"
"Non lo so..."
"Come puoi non saperlo?"
"Credo di essermene dimenticata in un giorno di pioggia. Guardavo l'acqua venir giù e sentivo il rumore delle goccie infrangersi contro l'asfalto."
"Com'è successo?"
"Due occhi, mi hanno rapita. Guardavo l'acqua venir giù e poi quegli occhi. Azzurri, freddi. Mi hanno rapita."
"Di chi erano?"
"Non lo so, non ho mai saputo chi fosse quella persona. Per me era molte cose, per me era un pò tutto."
"Era il tuo ragazzo?"
"Oh, no..molto di più."
"Cosa?"
"Quegli occhi erano il riflesso di quello in cui credevo."
"E in cosa credevi?"
"In me stessa. Credevo di poter essere quello che volevo quando volevo. Credevo di poter parlare liberamente e gestire da sola ciò che mi veniva chiesto di fare."
"E non è così?"
"No, non è mai stato così."
"E perchè?"
"Perchè sono gli altri a decidere chi sei a questo mondo, più credi che a decidere sei tu più sono gli altri che decidono per te. Credevo che non fosse necessario combattere con i propri amici, credevo che fossero i nemici quelli da tenere sotto controllo."
"Lo sono."
"No, meno di quanto credi. Quando ti dicono che gli amici li devi scegliere bene, non scherzano. Io ci casco sempre. Io trovo persone e lascio che loro mi rubino mente e corpo. Io trovo persone e lascio che ciò che sono si faccia travolgere da loro."
"E cosa succede?"
"Succede che io mi ritrovo a vivere situazioni fuori dalla mia portata. Succede che ti ritrovi a nascondere cose che non ti appartengono, ad avere paura di cose che non dovrebbero farti paura. Succede che ti dimentichi chi sei."
"E come?"
"Due occhi, ti guardano. Ti scrutano. Prima erano la tua salvezza, prima credevi che in quello sguardo ci fosse il riflesso di tutto ciò che sei. Poi, noti che le cose sono cambiate e ti fa male. Noti che quello sguardo non è più lo stesso e fa male. Si, perchè una bugia è più facile da sopportare rispetto ad una verità che ti distrugge."
"Spiegami meglio."
"Prima ero felice, libera. Prima ero ingenua e ne ero consapevole e questo non mi spaventava, anzi, mi piaceva. Prima mi facevo soprprendere da ogni cosa e mi buttavo a capofitto in ogni tipo di situazione, entusiasta."
"E dopo, dopo quegli occhi?"
"In quegli occhi ci ho visto qualcosa che si spezza, ne ho sentito il rumore ma non il dolore. Il dolore lo sento ora, ora che mi accorgo che avrei preferito una bugia rispetto ad una verità così stupida."
"Quale verità?"
"Che sia cambiato così. Avrei preferito che ciò che è stato fosse stato una bugia ivece di vederlo cambiare inspiegabilmente sotto i miei occhi."
"Cosa? Cosa è cambiato?"
"Quegli occhi! Mi seguivano curiosi e mi spingevano ad essere ciò che ero, poi col tempo si vergognavano e si nascondevano da me fino a quando li ho visti lontani e giudici di me. Guardavo la pioggia scendere. Ero zuppa. Sentivo i capelli farsi pesanti sotto il flusso infinito di acqua. Avrei voluto urlare nella loro direzione. Costringerli a liberarsi di quella patina indistruttibile d' indifferenza. Si, è quello che mi fa male. L'ignorare tutto quello che c'è stato e che c'è ancora. Lo sento che c'è ancora."
"Cosa c'è ancora?"
"C'è chi sono io. In quegli occhi ci sono io, sono rimasta incastrata li dentro e non riesco a trovare il modo per riprendermelo indietro."
"Come ci sei finita li dentro?"
"Te l'ho detto, in quegli occhi ho gettato ogni mia speranza e ogni mio pensiero. Credo che non riuscirò più ad avere indietro quella che ero."
"Cosa sei adesso?"
"Un corpo freddo e timoroso."
"Un corpo freddo e timoroso?"
"Si, un corpo che rivuole la sua ingenuità, un corpo che rivuole il tempo in cui credeva in molte più cose. Un corpo che non vuole più rendersi conto delle verità. Non ho bisogno di verità, ho bisogno di bugie. Bugie che chiamavo sogni."
"Come puoi vivere di bugie?"
"Perchè tu riesci a vivere con le verità?"
"Credo di si?"
"Davvero, non ti angosciano, non ti opprimono, le senti tue quelle verità?"
"Si, credo di si."
"Ah si? Da dove le prendi le tue verità? Le trovi per strada e la raccogli o le prendi da chi ti è vicino? Perchè se è così allora non sono l tue verità!"
"......"
"Dovresti sentirle tue, dovrebbero farti felice, dovrebbero toglierti un peso dallo stomaco e non farti sentire uno dei tanti, uno di quelli che deve combattere per raggiungere un misero pezzo del suo infinito puzzle."
"Chi sei tu?"
"Uno dei tanti pezzi di puzzle e tu?"
"Credo di essere anch'io uno di quei pezzi di puzzle!"
"Lo siamo tutti, questa è la verità a cui siamo abituati. E vuoi sapere un altra verità?"
"Credo di si."
"Non c'è nessuna verità. Solo stupide idee che ci vengono messe in testa da chi non sa nemmeno cosa significhi vero. Siamo stupidi pezzi di puzzle che si fanno plasmare, ci fidiamo e finiamo per ritrovarci a vagare per strada senza volto. Chi sei? Non lo so, una volta lo sapevo ma adesso no."
"Chi sono io?"
"Uno dei tanti, ma potresti diventare la persona che cerchi di essere e che vedi nei miei occhi."
"Quello sono io?"
"Si guarda meglio..."
"Non riesco a vedere i miei occhi."
"Perchè guardi nel modo sbagliato."
"Come faccio a guardare nel modo giusto?"
"Non cercare le cose sbagliate!"
"Che significa?"
"Non cercare quello che sei, cerca quello che eri!"
"Quando?"
"Quando avevi qualcosa in cui credere, quando eri ingenuo e accettavi il rischio di farti male per poter vivere qualcosa d'indimenticabile."
"La persona che ero."
"Se riesci a vederti, significa che ti sei ricordato chi sei!"
"Io credo, credo di riuscire a distinguere i miei occhi!"
"Come sono?"
"Lucidi e..chiari!"
"Niente velo a offuscarti la vista e ad impedirti di osservare le cose così come la tua testa vuole che siano?"
"Credo di si...anzi..si! Ne sono convinto."
"Bene hai appena ricordato chi sei e chi eri e ti sei appena dimenticato di chi non dovevi essere."
"Cosa farai?"
"Cercherò quegli occhi."
"E quando li troverai?"
"Gli chiederò di ridarmi indietro la persona che ero. Magari anch'io riesco a ricordarmi chi sono."
"Mi dispiace!"
"Di cosa?"
"Di non averti potuto aiutare!"
"Mi hai aiutata invece, adesso so che non erano i tuoi occhi quelli che cercavo, un paio in meno."
"Ehi..."
"Cosa?"
"Grazie!"
"E' solo merito tuo!"
"Sai non sei male così come sei!"
"Non sono ciò che ero prima!"
"Sicura che è ciò che vuoi?"
"No, non sono più sicura di troppe cose."
"Allora forse è un bene. Forse è ora che ti liberi di quegli occhi."
"E poi?"
"Sono cambiati loro, cosa ti dice che il riflesso di te non sia cambiato con loro? Cosa succede se non riuscirai a trovare nemmeno li quello che cerchi?"
"Non ci ho mai pensato."
"Cerca in te stessa ciò che vuoi essere. Tu non sei uno dei tanti pezzi di puzzle, tu sei una delle poche che riesce a trovare se stessa da sola. Non hai bisogno di altri occhi. Bastano i tuoi."
"Sai...Mi piace ciò che sei!"
"Anche a me piace ciò che credo che tu sia."
"Credo che quando lo troverò piacerà anche a me."
"Spero di rivederti quando succederà."
"Lo spero anch'io."
"Allora ciao."
"Si, ciao."
"A presto."
"Si, a presto."
   
 
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