Anime & Manga > Ao no exorcist
Ricorda la storia  |      
Autore: ErinKirihara    18/09/2011    4 recensioni
La mia prima One Shot. °A° C'è qualcosa che non mi convince, ma spero vi piaccia. >< Avrei voluto optare su qualcosa alla ShiemixRin, ma ho scritto troppe cose romantiche ultimamente. Questa One Shot parla di un'ipotetica cosa successa tra Shiro e Rin, quando lui era ancora un bimbo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lo sguardo attento di Rin su di me,  mi spiazzò. Non era da lui soffermarsi sulle cose. L’avventatezza e la poca attenzione erano sempre state le sue caratteristiche predominanti. Ricambiai il suo sguardo, cercando di risultare ancora più minaccioso di lui, senza aver ancora capitolo che razza di idea gli stesse passando per la testa.
“Se credi di potermi battere, sei in anticipo di secoli, mocciosetto.” Mi vantai, ridacchiando. Rin alzò un sopracciglio. Poi sbuffò, incrociando le braccia, e chiudendo gli occhi, in un’espressione concentrata.
Rifiutare una sfida? No, non era da lui. Quel ragazzino doveva sempre darmi pensieri. La mia vita da padre mi sorprendeva ogni giorno di più, grazie a tutte le bravate che Rin riusciva a combinarmi. Mi grattai il capo, e mi chinai, poggiando le mani sulle spalle di Rin. Sospirai, mostrandogli un sorriso che lo potesse rassicurare.
“Che cosa succede?”
“Niente.” Rispose secco. Oh, che bambino insensibile. Non riuscii a fare a meno di imbronciarmi. Gli accarezzai la testa, tanto più per consolare me che lui. Rassegnato, mi alzai, cercando di continuare a sorridere.
“Quando te la sentirai potrai dirmelo.”
A quelle parole, spostò di nuovo l’attenzione verso il mio viso, e arrossì un po’. Strinse i pugni.
“Oggi a scuola mi hanno preso in giro.”
Oh, di nuovo. Perché non lo lasciavano mai in pace? Cercai di sdrammatizzare.
“E’ tutta invidia. Loro non sanno bere il latte dal naso come te e il tuo papà.” Gli diedi due pacche sulle spalle. Sembrò non funzionare. Continuò.
“Non è per quello. Dovevamo fare un disegno della nostra famiglia.”
Notai  che cominciò a giocherellare con le dita. Un disegno della sua famiglia, eh? Rin mi sorprendeva sempre. Ero davvero curioso di vedere come si immaginava i suoi genitori.
“Posso vederlo?”
Senza rispondere, si guardò attorno spaesato, per qualche secondo, poi si avviò verso la cartella. Tirò fuori un foglio, e a passi esitanti, si diresse verso di me, imbronciato.
“Papà … “
“Si?” Risposi, tendendo la mano, in attesa.
“… Non ridere. Non dirmi anche tu che sono strano. ”
Lo abbracciai forte. Il figlio di Satana? No, il mio bambino era davvero troppo carino quando voleva. Rin mi passò il foglio, con cautela. Gli rivolsi un altro rassicurante sorriso. Prima di posare gli occhi su quel foglio.
Lo fissai per qualche secondo. Rin, in attesa di un responso, mi fissò a sua volta, seccato.
“E allora? P-parla, vecchio!”
 
Chiusi gli occhi facendo un respiro profondo.
“..Scusa figliolo.”
Rin mi guardò, spiazzato.
“Eh?”
Non riuscii a trattenermi.
“….. BUAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAH! GYAHAHAHAHAHAHAHAH!!!”
Rin arrossì di botto, e mi lanciò una scarpa.
“NON DOVEVI RIDERE, VECCHIO PORCO!”
A stento, trattenendomi la pancia, cercai di smettere. Ansimando, mi calmai. Con le lacrime agli occhi, gli porsi il disegno.
“ Questo sono io.. “
Dissi indicando l’uomo nel disegno. Poi indicai la persona disegnata vicino alla mia figura. Un’uomo con delle gigantesche tette finte, una parrucca, del rossetto, e un grembiulino rosa da cucina. Continuai.
“… E QUESTA anche, sono io. Dimmi figliolo. Hai delle fantasie erotiche su tuo padre?”
Il bambino mi guardò confuso. “Eroiche?”
“Lasciamo stare. Ora spiegami il tuo disegno. ”
Rin si grattò la testa, rivolgendo lo sguardo al pavimento.
“Uhm … a me non serve un’altra mamma. Ne un vero papà. Sei tu la mia famiglia. No? Sei sia la mia mamma, che il mio papà.”
Rimasi di sasso.
D’istinto, le mie braccia, lo avvolsero, e i miei occhi cominciarono a bagnarsi leggermente. Mi sentivo un padre. In quel momento, Rin mi aveva regalato la sensazione che si prova ad essere un vero padre. Continuò a non guardarmi, imbarazzato. Non mi trattenni.
“…Oooohw, figliolo, dimmi che mi vuoi bene! “ Urlai piagnucolando. Sobbalzò, e mi guardò negli occhi arrabbiato, e ancora rosso in viso.
“C-Cos..?! Lasciami, vecchio!!”
Le sue braccine cosi piccole e cosi forti premevano contro le mie costole per allontanarmi.
“Che dolore!”
Dissi, ancora sorridente, con le lacrime agli occhi. Per quanto avesse spinto, a costo di rompermele, non lo avrei lasciato.
Perché in quel momento, io, Shiro Fujimoto, ero un padre.
E pensai che se anche un giorno fossi morto per i miei figli, lo avrei fatto con il sorriso. Felice di aver potuto ricevere tanto da loro.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ao no exorcist / Vai alla pagina dell'autore: ErinKirihara