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Autore: stilla_scarlatta    19/09/2011    1 recensioni
Paget Brewster e Thomas Gibson sono innamorati, ma per svegliare quei sentimenti servirà un oggetto dal passato. Un oggetto costruito con amore per donare morte.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pugnale


Ginevra era il suo nome, una donna bellissima, dai capelli castani, lisci e con i boccoli stile angelo sulle punte. Aveva occhi scuri, come se in lei fosse riverberata l'originale luce delle ombre. Era una fanciulla di umili origini. Riusciva a farsi ossequiare, benché a quei tempi le donne non avessero voce in capitolo. Celava un livello culturale eminente, grazie a Palmiro, un uomo senile; grande amico dei suoi genitori. Palmiro era un bibliotecario e ogni venerdì passava a trovare la famiglia di Ginevra, portando con sé un nuovo libro; già perché la giovane 'divorava' libri.

Si interessava di tutto dal latino alle scienze (matematica). Palesava una spiccata dote per ciò che concerneva il comportamento umano. La filosofia e la psicologia erano ancora lontane dall'essere scoperte o meglio rivelate e comprese, ma Ginevra era quattro passi avanti rispetto a tutti.

Una calda e limpida giornata di giugno, la donna decise di pervenire al castello per ammirare l'imponente struttura.

Si imbatté in un giovane uomo di bell'aspetto, alto e con viso arcigno, che era intento sistemare la cancellata.

Salve” disse lei scrutando i movimenti compiuti dal fabbro per modellare quei ferri incandescenti, da cui plasmava arte pura.

L'aveva guardata per mezzo secondo e già una strana percezione lo rese prigioniero.

Quest'uomo così silenzioso la spinse a restare, stregata dalla quiete.

Si sedette sul muretto che dava sul giardino dei meli e rimase lì a fissare lo scenario e il protagonista. Vi trascorse delle ore che parevano attimi.

Ad un certo punto l'uomo sbottò “non ha di meglio da fare?”

No!” Sentenziò con un sorriso.

Ah... le donne” disse mentre stanco e accaldato si levava la maglia.

Lei rimase sorpresa da tale visione, una morsa allo stomaco e la perdita di un respiro dietro l'altro, la stupì.

Tipico degli uomini mettersi in mostra!” Gli sbraitò contro allontanando il corpo, ma rinchiudendovi il cuore in quel loco.

Per ben tre settimane continuarono a vedersi attraverso quella cancellata. Si stavano affezionando, ormai l'uno faceva parte dell'altra. Così l'ultimo giorno di lavoro si decise.

Se volessi...” nicchiò un po'

Se volessi, cosa?” Chiese timidamente lei cercando di scalfirgli l'orgoglio.

La mia bottega è vicino alla chiesa di Santa Sophia, potresti venire qualche volta.”

Cos'è un invito?” Domandò con sorriso malizioso.

No, no, dicevo tanto per favellare” si giustificò.

Va bene” e corse via.

Il mattino seguente si preparò, indossò un abito nero leggero e si incamminò verso la bottega.

Lo trovò intento a spiare il calle, come se la stesse cercando, non appena la vide in lontananza, tornò al suo lavoro.

Entrò e col fiatone chiese “mi aspettavi?”

No, controllavo i cavalli fuori” inventò una scusa troppo banale.

Non ci sono cavalli fuori” lo riprese.

Ti aspettavo, contenta?” Rispose con un'altra domanda per debellare l'imbarazzo.

Lei si limitò a sorridere, aprì il libro che aveva portato con sé e glielo mostrò “potresti fare di questi”

Non ho bisogno di quello, ora ti faccio vedere”

Prese del ferro sottilissimo e cominciò a lavorarlo con cura e con flemma. Le realizzò una spilla a forma di margherita.

Bellissima!” Affermò la donna.

Tutta per lei” disse facendole un inchino, per poi sfiorarle la cute in modo tale da sistemarle la spilla sull'abito.

Le mise la mano destra su quella che le sfiorava la pelle, i due si avvicinarono di più, sempre di più, finché le loro labbra non si toccarono. Fu un bacio eviscerato di sentimenti.

Antonio!” Urlò Geltrude, interrompendoli.

Si può sapere che vuoi da me?” Inalberato si rivolse alla donna bionda alle sue spalle.

Tu sei mio e se non potrò averti io, nessuna ti avrà” mormorò prima di sparire.

Anche Ginevra corse via, lasciandolo solo con i propri tormenti.


Non avrei dovuto baciarla, mi sono spinto oltre, non ne avevo il diritto.


Un fiotto di sangue uscì dalla bocca, cominciò a tossire come spesso accadeva nell'ultimo mese; ma questa volta era diverso, ora aveva qualcuno per cui vivere, mentre la malattia progrediva.

Dannazione” ripulì con le mani il sangue dalle labbra.

Un rumore dal retrobottega lo sorprese, Geltrude non era andata via e per giunta aveva assistito a tutta la scena.

Geltrude” la chiamò, cercando invano di rincorrerla.

La donna accecata dal livore nei confronti di Ginevra e Antonio, corse dal curato, prima di spargere la voce in tutto il paese.

Padre Marco, ho scovato una strega. Ero alla bottega di Antonio, quando la figlia del contadino, che vive sulla collina; ha baciato Antonio e questi privo di forze è crollato a terra sputando sangue.”

Il parroco sorpreso e sconvolto si diresse verso la bottega di Antonio, lo trovò accasciato a terra, macchie di sangue sul pavimento e le labbra che stillavano ancora quel liquido.

Oh Signore! Figliolo tutto bene?” Domandò cercando di sorreggerlo.

Tutto apposto, grazie padre”

Ma che è successo?”

Nulla, ho lavorato troppo.” disse sorridendo con sangue ancora tra i denti.

Dov'è lei? Dov'è la strega?” Sbraitò Geltrude.

Dobbiamo prenderla e metterla al rogo” disse padre Marco deciso.

No! Non è come sembra, Ginevra non è una strega” e spinse via il curato con ira.

Geltrude, va a chiamare le guardie, Ginevra va catturata.”

Esca immediatamente da casa mia” disse Antonio cacciando il parroco, che non si fece pregare e lo lasciò solo.

Intanto le guardie a cavallo raggiunsero Ginevra ai piedi della collina. La presero con la forza , la portarono al paese e la rinchiusero nelle segrete del castello. Quella stessa notte allo scoccare delle due l'avrebbero arsa viva. Lei si ribellò, urlò, ma alla fine si arrese a quelle sbarre e a quel fato.

Antonio consapevole della sorte, si mise subito all'opera. Il ferro e l'acciaio si fondevano sotto il suo dominio, donando vita ad un'arma per creare morte.

Un pugnale a due lame con il manico al centro fu presto pronto.

Giunto al castello, raggirò le guardie che ostacolavano il suo ingresso, passando per i sotterranei, raggiunse le segrete del castello. Un immenso corridoio lo attendeva, ma lui conosceva quel posto, aveva creato quelle inferriate, comprese le serrature; aveva conservato dei doppioni delle chiavi.

A passo lesto camminò sussurrando il nome Ginevra e alla ventesima cella questa rispose.

Sono qui”

Prese le chiavi dalla tasca ed entrò nella sua cella.

Amore mio” pronunciò abbracciandolo.

Non abbiamo tempo” e le cinse la vita.

Non possiamo fuggire, ci troverebbero”

Lo so, ma non voglio ti uccidano. Preferisco morire che vederti morire” e le mostrò il pugnale.

Lo faremo insieme” sussurrò all'uomo.

Posarono il pugnale tra i loro busti e mentre quelle lame affondavano, dilaniando le carni, si annientavano le distanze, le loro labbra si sfiorarono per poi toccarsi non appena il sangue di lei si scagliò contro quello di lui e viceversa.

Da quel pugnale nato come nobile gesto d'amore, si consolidò un vero e proprio anatema...

Se due innamorati avessero sfiorato quel pugnale per la prima volta in contemporanea senza ferirsi e mischiare il loro sangue, la loro storia sarebbe stata cancellata attraverso quelle lame.


13 luglio,

Holiver le corse incontro, la loro storia era come una meteora pronta a collassare da un momento all'altro.

Evelin lo vide in lontananza, si fermò, fece un respiro profondo; poco dopo lui la raggiunse.

Che ci fai qui?” Domandò preoccupata

Volevo baciarti” rispose con naturalezza.

E se ci vedessero?” Chiese abbracciandolo.

Il capitano e gli altri al bar sono sbronzi, non usciranno da lì prima delle tre del mattino.

Mi fido di te” rispose lambendo le labbra dell'uomo con l'indice.

Ti porterò via da qui, è una promessa” e le carezzò il volto con i polpastrelli, cullandola con quella sensazione.

Hai sentito il comunicato alla radio?” Gli posò la mano destra sul petto.

Sì, ma non preoccuparti, tra una settimana esatta avrò quei documenti e finalmente sarai mia conterranea.”

L'atmosfera era cupa, faceva sempre più freddo, un olezzo acre pesava sull'aria.

Un urlo destò i due amanti.

Sono loro!” Sentenziò Holiver.

Devo andare” disse lei pronta a fuggire.

Lui la fermò “tieni questo. Portalo sempre con te” disse donandole un'arma speciale, un pugnale con lame ad entrambi i lati e col manico al centro.

Grazie” sussurrò allontanandosi velocemente.

Generale Ivan” salutò ponendosi sull'attenti.

Soldato Holiver” gli sorrise, sfilandogli davanti col suo plotone al seguito.

Evelin correva e correva come una saetta, il suo cuore pulsava a ogni metro in più.

In breve tempo giunse al suo rifugio, si sedette sul pavimento e nell'oscurità delineò i contorni dell'arma.

Non lo lascerò mai eppoi mai pensò dentro di sé.


Da lì a poco quel pugnale avrebbe scalfito le ombre dipingendo la luce, ma di tutto questo Evelin ne era inconsapevole...

Si addormentò in posizione fetale, col gelo a farle da compagno, il pugnale stretto tra le mani e un sorriso che le incorniciava l'anima.

Holiver giunse a casa alle quattro del mattino, dopo aver incontrato il 'liberatore' per sistemare l'acconto, il saldo l'avrebbe dato alla consegna dei documenti.

Intanto la guerra proseguiva, facendosi più spietata, tanto da marchiare un destino di percezioni evidenti.

Evelin ed Holiver continuarono a vedersi in segreto, sembrava tutto perfetto; l'indomani avrebbero ricevuto i tanto bramati documenti, eppure una fragranza di morte palpabile attanagliava i loro cuori. Si salutarono con un bacio passionale e con la promessa di non separarsi mai.

La notte seguente Holiver attese Evelin nel loro luogo segreto, dietro il portone della chiesa di Santa Sophia. Poco dopo la donna si fece avanti correndo verso di lui, il quale le mostrò i documenti sventolandoli con euforia.

Lei urlò “amore”

Nessuno dei due aveva fatto attenzione, alle loro spalle apparve il generale Ivan

Bene, bene, un soldato pluridecorato che ripudia la sua nazione per questa?” Domandò con disprezzo.

Il generale afferrò la sua pistola e la puntò contro i due amanti.

Holiver spinse Evelin contro il muro, mentre si poneva a farle da scudo.

Adesso ci divertiremo” disse il generale

Evelin fece calare il pugnale dalla manica e la fermò col palmo della mano. Fece segno ad Holiver con lo sguardo e lui capì al volo.

Per sempre” rispose l'uomo.

Holiver assestò una gomitata con veemenza al generale, Evelin sistemò il pugnale al centro tra bacino e torace di entrambi. Premettero l'uno contro l'altra, si unirono i loro corpi, le loro labbra e le loro anime. Il generale non contento inserì la mano tra i due, afferrando il manico con possanza, spinse verso il basso il pugnale, che squarciò la carne viva.

Il loro dolore, il loro sangue si mischiò nuovamente, la maledizione si era reiterata.


Tra il 24 e 25 giugno.

Si trovavano nel deserto, avevano appena concluso l'ultima scena dell'ottava serie.

Paget era seduta sui gradini del camper, Thomas invece sedeva su una sdraio davanti alla donna solo una distanza di cinque metri li separava.

I riflettori erano ancora accesi, quando lei notò un riflesso sulla sabbia, anche Thomas aveva notato qualcosa. I due si alzarono in contemporanea, lei non si rese conto di lui e viceversa, come se esistesse solo quell'oggetto, quel luccichio li catturò.

Lui lo afferrò per la lama che puntava ad ovest e lei lo prese per la lama che puntava ad est, come tirarono, si ferirono il palmo della mano a vicenda. D'istinto lasciarono il pugnale, che precipitando mischiò i due liquidi all'apparenza identici.

Ti ho ferita?” Domandò preoccupato.

Tranquillo, è solo un graffio” disse cercando di nascondere la mano da cui sgorgava il sangue.

Fai vedere” disse lui.

Non è nulla sul serio”

Fammi vedere, è un ordine!” Disse afferrandole il polso.

Non siamo più sul set” disse sorridendogli

Anche Thomas era ferito, le loro mani si sfiorarono, si toccarono e il sangue si unì...

Thomas” sussurrò lei abbassando lo sguardo.

Paget” mormorò lui sollevandole il mento con la mano rigata dal liquido rossastro.

I riflettori si spensero, l'unica luce loro concessa era donata dalla luna e da quel pugnale, che rifletteva un lieve bagliore.

I loro occhi si inabissarono facendo collidere le loro emozioni.

Se lo faccio, se mi lascio andare, non tornerò indietro. Pensò lei perdendosi in quell'uomo che aveva sempre desiderato, che aveva amato dal primo incontro.

Lui posò le mani sui fianchi di Paget attirandola a sé, lei lo assecondò avvicinandosi, poi cogliendo al volo quel briciolo di ragione, lo respinse dolcemente.

Non posso farlo”

Lui in tutta risposta le sussurrò “giurami che non lo desideri”

Dio solo sa quanto lo vorrei, ma non posso”

Solo un bacio, un unico bacio, per decretare una fine e un inizio” disse stringendole avambraccio per non farla andar via.

Quegli occhi a cui non poté resistere, imploravano le sue labbra e lei si lasciò andare. Si avvicinò sempre di più a lui, le loro labbra si sfiorarono, si separarono, per poi toccarsi con decisione, le loro lingue si unirono, mentre i respiri si spandevano in sospiri di piacere. Fu un bacio intenso, passionale e peccaminoso. Avevano varcato quel confine da cui si poteva scrutare solo il futuro. Il cuore di entrambi pompava per poi chetarsi di colpo e riprendere a palpitare.

Si erano separati appena in tempo, quando uno dei registi li richiamò.

Dobbiamo andare”

Durante il viaggio Paget e Thomas si evitarono, benché i loro occhi spiassero ogni tanto l'uno l'altra.

Giunti in albergo ,ognuno raggiunse la propria camera, erano le cinque del mattino, quando lui si corazzò di coraggio, afferrò il cellulare e chiamo Paget.

Lei vedendo il numero esitò, solo dopo qualche squillo rispose con voce fiocca“Thomas”

Non riuscivo a dormire” ammise lui

Neanche io” avvampò a tale ammissione.

Cosa indossi?” Chiese con voce sensuale.

Lei mentì, indossava solo reggiseno e mutandine, ma non lo avrebbe mai confermato.

Il pigiama” rispose tradendosi per via dell'insicurezza.

Stai mentendo”

No dico sul serio!” Affermò con decisione.

Sono davanti alla tua porta, apri”

Credo sia meglio salutarci qui”

Vorrei darti solo la buonanotte, ti prego” disse con voce sexy.

Aspetta lì” afferrò camicia e pantaloni che aveva sul letto e velocemente li indossò

Aprì “eccomi, buonanotte Thomas” e cercò di richiudere immediatamente la porta per sfuggire a quell'estrema tentazione.

Lui bloccò la porta con la mano “non intendevo questo per buonanotte” rispose malizioso, “avanti, fammi entrare, farò il bravo. Prendila come una piccola punizione per avermi mentito, visto che non indossavi il pigiama.”

Entra” disse lei cercando di mantenere il controllo, nonostante i brividi si fossero impadroniti di lei.

Lui prese la panna spray e la ciotola di fragole, che aveva lasciato sul mobiletto del lungo corridoio.

Ecco la mia buonanotte.”

Credi sia il caso? Panna e fragole alle cinque del mattino?”

Preferivi qualcosa di forte?”

No no, panna e fragole vanno bene, solo che...”

Non riuscì a terminare la frase, che Thomas le mise tra le labbra una fragola cosparsa di panna.

Cos'era un pretesto per farmi chiudere la bocca?”

Preferirei farti tacere in un altro modo!” Affermò con un sorriso e lo sguardo da innamorato.

Al che Paget perse ogni 'autorità' “allora che aspetti? Fallo” disse liberandosi da quel peso, mentre il frutto le attraversava la faringe eppoi l'esofago.

Non aspettavo altro” e la baciò con impeto.

Lei si abbandonò al volere del cuore e rispose a quel bacio attirandolo a sé per il colletto della camicia.

La fece distendere sul letto con la massima dolcezza, con le mani era intento aprire uno dopo l'altro tutti i bottoni della camicetta.

Solo per questa notte” disse lei

Lui le chiuse la bocca stampandole l'ennesimo bacio sulle labbra. La liberò dalla camicia, mentre con le mani ora vagava tra il seno, il collo e l'addome della donna. Finché una cicatrice destò la sua attenzione

E questa?” Domandò curioso

Ci sono nata con quella, è una voglia”

Era una striscia verticale di tre centimetri di larghezza e otto di lunghezza ad occhio e croce.

Le fece scivolare velocemente i pantaloni, stava per toglierle il reggiseno quando...

Ora è il mio turno”

Thomas scivolò sul letto in posizione supina

Sono tutto tuo”

Gli fece saltare i bottoni con calma, quasi provasse piacere nel 'torturarlo' con l'attesa. Gettò via la camicia e cominciò a carezzargli i pettorali per poi perdersi nell'addome, quando il suo sguardo cadde su quella voglia.

Hai una voglia identica alla mia” disse le sorpresa.

Alle volte la sorte disegna per noi”

Lo baciò, intanto le mani erano occupate a liberarlo dai pantaloni. Con un colpo di reni si ritrovò supina e Thomas su di lei.

Questo tuo completino nero col pizzo rosso mi fa eccitare”

Non posso dire lo stesso dei tuoi boxer dei Simpson”

Ti ricordo che mi sono stati regalati da te”

Era uno scherzo” rispose con aria innocente.

Ora ho perso credibilità con la donna che amo.”

Non direi, anzi tutt'altro!” Affermò con un sorriso allusivo ,lo baciò, mentre le mani scorrevano su quei pettorali scolpiti ad arte.

Le tolse il reggiseno e riprese a baciarla: sulla fronte, sul naso, sulle labbra, sul collo, sul seno e sull'addome,; si fermò al bacino facendole scivolare le mutandine lungo le cosce, per poi calare sulle gambe e sfilargliele del tutto.

Gli tolse i boxer . I loro corpi si unirono, ad ogni contatto i brividi si impadronivano dei due amanti. Lui sopra di lei, le loro emozioni, i loro gemiti si toccarono.

Fu una notte eterna. Quando le loro voglie collimarono \alla perfezione... quell'arma dall'amore maledetto svanì per sempre.


Piccola pazzia nata per caso. Nella seconda parte ho giocato molto con le iniziali dei nomi.

Evelin da Emily

Holiver da Hotch

Ivan da Ian



  
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