Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Sailor Saturn    19/09/2011    1 recensioni
Piccola one shot senza pretese, nata da una mia semplice convinzione: non c'è niente di più bello che il calore dell'abbraccio di una persona amata... Buona lettura!
Dalla storia: Arrivata vicino al sedile, chiedo ai due ragazzi se il posto è libero. La ragazza ha la testa poggiata sulla spalla del suo amico e gli occhi rossi di pianto ma mi risponde lo stesso con un tono gentile, dicendomi che il posto è libero...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

IL CALORE DI UN ABBRACCIO

 

Dannazione, dannazione e ancora dannazione! È mai possibile che quando devo essere io a finire prima di lavorare i clienti arrivano tutti all'ultimo minuto?!”

Cammino velocemente, a passo di marcia, per quanto me lo permettano i tacchi alti e la gonna stretta. Oggi è il compleanno di mio marito e avevo chiesto al mio capo un'ora di permesso. Un'ora, non mi sembrava di chiedere il mondo! Probabilmente mi sbagliavo, visto che tutti e dico tutti i clienti dell'Atelier per Wedding Planners in cui lavoro si sono precipitati nel mio studio nel momento in cui stavo uscendo. La tentazione di mandarli a quel paese è stata forte ma, purtroppo, non è stato possibile. Ho dovuto accontentarli tutti e, come risultato, sono in un ritardo marcio e rischio di perdere il treno per tornare a casa.

Con uno scatto fulmineo semino un paio di ragazzini al centro del corridoio e mi precipito giù per le scale della stazione, sentendo il fischio del treno che i prepara a partire.

Dai che ce la faccio, forza ancora pochi passi!”.

Con un balzo salgo sul treno, nel momento stesso in cui le porte si chiudono dietro di me. Appoggio le mani sulle ginocchia e respiro profondamente, cercando di riprendere fiato. Mi guardo intorno e noto che, nonostante l'ora tarda, il treno è quasi pieno. Camminando piano, sposto lo sguardo a destra e a sinistra cercando un posto. L'unico libero si trova sui sedili a quattro: da una parte ci sono due ragazzini, abbracciati, mentre dall'altra una donna addormentata. Mi dirigo verso il sedile libero con un sospiro rassegnato: non amo i posti a quattro perché mi sembra sempre di ascoltare volontariamente le conversazioni delle persone davanti a me. D'altronde però è l'unico posto libero e io ho davanti una mezz'ora buona di viaggio, prima di arrivare a casa.

Arrivata vicino al sedile, chiedo ai due ragazzi se il posto è libero. La ragazza ha la testa poggiata sulla spalla del suo amico e gli occhi rossi di pianto ma mi risponde lo stesso con un tono gentile, dicendomi che il posto è libero.

Mi siedo e, poggiata la borsa in mezzo alle gambe, metto le cuffie del cellulare nelle orecchie, sperando che un po' di musica faccia passare velocemente il tempo del viaggio. Mando anche un messaggio a mio marito, scusandomi per il ritardo, e spiegandogli la situazione. Spero non sia troppo arrabbiato ma il fatto che non risponda al messaggio non è un buon segno.

Con un sospiro, poggio la testa sul sedile e cerco di abbandonarmi alle note della canzone. Ho le palpebre socchiuse ma riesco comunque a vedere i due ragazzi davanti a me. Non sento la loro conversazione ma sono colpita dai gesti dolci che il ragazzo rivolge alla sua amica ( anche se non credo sia solo un'amica!): le passa un braccio dietro le spalle e, con l'altra mano, le asciuga dolcemente le lacrime. Dall'aspetto sembra uno di quei ragazzi che in compagnia degli amici fanno tanto i duri per non sfigurare: capelli totalmente in disordine, pantaloni col cavallo alle ginocchia, maglietta con teschio, braccialetto con le borchie e, a completare il quadro, uno skateboard tra le ginocchia. Eppure dal modo in cui consola la ragazza si intuisce quanto tenga a lei: le scosta i capelli dagli occhi, le bacia la tempia, le sussurra piano nell'orecchio. Dopo qualche minuto vedo la ragazza sorridere a qualcosa che il ragazzo le ha detto. Il viso di lui subisce una metamorfosi incredibile: sembra che non abbia mai visto niente di più bello in vita sua!

Lei si sistema meglio sul sedile e il ragazzo ne approfitta per stringerla a sé con entrambe le braccia. Il viso della ragazza si rilassa completamente e chiude gli occhi felice.

Senza rendermene conto, sorrido anche io: non c'è niente di meglio, quando si è giù, che rimanere rannicchiati nelle braccia di chi si ama.

Ormai manca solo una fermata e poi posso scendere. Mi stiracchio sul sedile e tolgo le cuffiette dalle orecchie, mettendo il cellulare nella borsa. I due ragazzi davanti a me si alzano e, dopo avermi salutato con un sorriso gentile, scendono dal treno, tenendosi per mano. Io li guardo sorridendo e, quasi inconsciamente, spero che quello che ha fatto piangere quella ragazza non sia niente di grave.

Mi alzo dal sedile e mi avvicino alle porte dato che, finalmente, sono arrivata. In stazione non c'è molta gente, quindi arrivo all'uscita senza problemi. Cerco il cellulare nella borsa, sperando di trovare un messaggio di risposta di mio marito. Sono talmente concentrata in questa operazione che non mi accorgo dell'uomo che mi si è avvicinato

:<< Cerca qualcosa? >>.

Sussultò spaventata. Mi giro di scatto e, dietro di me, vedo un'immagine che mi fa salire le lacrime agli occhi: mio marito, con un sorriso sulle labbra, che tiene per mano Vittoria, la mia bambina, impegnata a non scoppiare a ridere.

Con un sorriso a trentadue denti mi butto tra le braccia del mio amore e lo stringo con tutte le mie forze. Lui ride e ricambia l'abbraccio. Sento Vittoria ridere con noi e dire :<< Piaciuta la sorpresa mamma? >>.

Quando mi decido a lasciare mio marito, chiedo :<< Ma... perché...? >>

:<< Volevamo farti una sorpresa- mi risponde lui, cingendomi le spalle con un braccio e riprendendo la mano di Vittoria- Visto che hai finito tardi di lavorare, siamo venuti a prenderti per portarti fuori a cena >>

:<< Fuori a cena? Ma come, io volevo organizzarti una festicciola con i nostri amici... >>. Mio marito non mi lascia finire la frase: prende Vittoria in braccio e mi cinge la vita con quello libero. La mia bambina mi allaccia le braccia intorno al collo e mi stringe in un abbraccio semi soffocante. Mio marito sorride e mi da un bacio leggero sulle labbra :<< Non voglio nessuna festa con amici e parenti: tra le mie braccia ho le uniche persone con cui voglio festeggiare >>.

Io lo guardo, sorridendo felice, e penso di non aver mai amato nessuno come amo loro due. Ancora tutti e tre abbracciati, ci dirigiamo verso l'auto parcheggiata poco distante dall'uscita. Ed io penso che non ci sia niente di meglio del calore dell'abbraccio di una persona amata nelle fredde serate invernali.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Sailor Saturn