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Autore: niKwolstenholme    19/09/2011    2 recensioni
"Io sono davanti ai cancelli della fabbrica che si staglia davanti a me come un gigante oscuro.
So già che se entrerò non ne uscirò mai più"
Genere: Horror, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fumo nero sale dal camino. Sembra un bocca che sputa fuori catrame.
Non sono più molto sicuro di voler entrare lì dentro, quella è la fabbrica della morte.
Lo capisco dalle vetrate ricavate da oscuri vetri sporchi.
Lo percepisco dall'odore che proviene dai mattoni delle fondamenta.
E' odore di putrefazione, di disperazione.
Quante vite sono state stroncate in questo posto?
L'aria è malsana e lugubre, memore di tante crudeltà commesse.
Il cielo guarda da sopra il declino del terreno che è marcito.
E' un giudice noncurante della sofferenza, che regala alla terra sottostante solo nuvole grigie, cariche di piogge acide.
Io sono davanti ai cancelli della fabbrica che si staglia davanti a me come un gigante oscuro.
So già che se entrerò non ne uscirò mai più
Dovrò lasciarmi tutta la vita alle spalle, per incominciarne una nuova, una da dannato.
Fortunatamente la mia vita non mi ha mai entusiasmato, non conservo nella memoria ricordi felici e colorati, ma solo immagini grigie e sfuocate.
Sento che il luogo in cui mi trovo è malvagio e sterile, ma non provo un grande senso di estraneità.
Nel profondo credo di appartenere a questa terra e alla fabbrica che si erge tetra e oscura.
Se tendo l'orecchio posso sentire lamenti dannati provenire da quelle porte. Flebili urla, che ricordano il rumore di corde pizzicate.

Tutto qui è marcio. Ogni mio passo verso il cancello, è attutito dal suolo che assorbe il mio stivale in una melma fangosa, nera e tossica.
Passò davanti ad un albero morto, i cui rami secchi sono mani scheletriche che si protendono verso di me.
Sono un ultimo avvertimento, una protesta al mio passaggio.
Ormai la fabbrica è sempre più grande.
Le file di capannoni sono nere per colpa del fumo che esce dalle ciminiere.
Tutto è in declino, trascurato.
Nonostante la tetra presenza che aleggia nell'aria, tutto sembra abbandonato e deserto, nonostante le urla, di sottofondo, percepisco un triste silenzio.

Un tempo questo era un luogo rigoglioso, ma adesso è adibito ad ufficio del demonio.

I cancelli si aprono lasciandomi libero il passaggio.
Davanti a me adesso c' è un imponente edificio, con una vetrata nera al secondo piano.
E' lì che il male alberga e gestisce i suoi affari.
La saracinesca chiusa, cela dietro di se un' eternità di dannazione.

Sento uno sguardo trafiggermi dall'alto, e una voce mi sussura nel cervello,
"Sei sicuro? Non potrai tornare indietro"

Non ho bisogno di parlare, nè di pensare.
Ho già rinunciato alla mia vita umana tempo fa, non ho nulla che mi leghi qui, solo delusione, e rimorso.
Sono sicuro, e sono pronto.

Come se mi leggesse dentro, la saracinesca inizia ad aprirsi.
Il contrasto dell' arancione fuoco, con il grigio fangoso, crea un gioco di luci raccapriciante, ma allo stesso tempo spettacolare.

Così allora questo è l'inferno.

Le urla adesso mi giungono più distinte.
Il tanfo di putrefazione mi ferisce la gola.
La luce delle fiamme sulfuree è accecante.
Il caldo che giunge dall'interno insopportabile.
Ma è proprio lì dentro che devo andare. Mi è stato offerto un posto immortale.
Io l'ho accettato.
Ho solo un attimo di esitazione, poi mi dirigo verso il fuoco.
Le fiamme eterne mi aspettano.
Il mio nuovo lavoro mi attende, pronto sulla soglia.

Non è un forcone quello che vedo appoggiato di fianco al muro?
  
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