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Autore: karikeehl    19/09/2011    1 recensioni
"L'unica cosa, speravo che Mello non perdesse la pazienza se no sarebbe diventato, ehm, leggermente irritante. E poi... che ci voleva a trovare la piazza principale di Praga?"
[MelloxNear - MattxNear]
BLOCCATA PER PROBLEMI DELL'AUTRICE
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello, Near
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


POV MATT


Quella doveva essere una vacanza speciale sì, ma non credevamo ci avrebbe cambiato la vita. Almeno non quella di Mello. Tutto è cominciato con una giornata particolare perché dovevamo partire per Praga: il nostro volo era alle 2.20 e noi ci presentammo in aeroporto due ore prima, come da programma. Passammo tutti i controlli e seguimmo tutte le procedure di sicurezza e, in attesa dell’imbarco, demmo un’occhiata a quei pochi negozi che ci sono all’aeroporto di New York. Ne approfittammo anche per fare il cambio in corone, la moneta ceca*. Dopodiché, scaduto il termine di 120 minuti, svolgemmo le procedure d’imbarco assieme agli altri passeggeri e finalmente, dopo 8 ore e un quarto circa di viaggio, arrivammo nella famosa Praga. Avevo deciso di prendere un appartamento in affitto per il tempo che saremmo rimasti lì: non volevo che Mello si sentisse a disagio, ma una stanza d’albergo in pieno centro non me la potevo permettere con il mio stipendio da barman. Così, usciti dall’aeroporto, prendemmo un autobus che ci lasciò in una piazzetta e, con la metro, arrivammo nel centro della metropoli, dove ci incamminammo verso il nostro alloggio. Mello sembrava tranquillo, ma sapevo che dietro quel sorriso si nascondevano una forte eccitazione e voglia di esplorare la città. È sempre stato bravo a nascondere i suoi sentimenti e le sue paure. Con gli altri certo, ma non con me; infatti, la sua tranquillità durò ben poco e presto iniziò a dire “guarda che bel palazzo” e “wow, che lusso” o “ma qui si beve solo birra?”. Devo dire che anch’io ero contento: ho sempre viaggiato molto e nei miei 20 anni di vita ho visitato molte città ma Praga... dicono tutti che sia bellissima, degna di nota, ed è anche per questo che ho deciso di portarci il mio migliore amico per il suo ventunesimo compleanno. Mello non faceva altro che guardarsi intorno e indicare tutti i palazzi che vedeva a destra e a manca.
- Oddio Matt, ma quanto ti è costato questo viaggio?
- Tu non ti preoccupare, sei il mio migliore amico! Ti meritavi qualcosa di speciale per il tuo compleanno.
A dire la verità avevo rischiato di andare in bancarotta per questo itinerario, ma non glielo potevo certo dire… no?
- Questo significa che devo organizzare una cosa del genere per il 1° febbraio? Magari ti porto a Roma...
- Eh, non sarebbe male!
Arrivati a destinazione, mettemmo a posto i bagagli e ci riposammo un’oretta in camera; l’appartamento era piccolo ma delizioso: c’era l’angolo cottura con il frigo, un bagno, una cameretta con due letti e un saloncino con un divanetto, un tavolo con quattro sedie e una televisione. Verso le 17 (orario locale) uscimmo e visitammo la città.
- Ehi Matt, che ne dici se andiamo nella piazza principale? Non puoi dire di aver visitato una città senza averne visto il simbolo!
- A parte che il “simbolo”, come lo chiami tu, di Praga è Ponte Carlo o tutt’al più il castello… comunque, la piazza principale dovrebbe essere…
Girai la cartina (presa all’aeroporto) verso nord, verso sud, poi la misi sottosopra...
- Ecco, noi dovremmo essere qui – indicai infine con il dito – Bartolomejska –
- Bartoloche?
- Ba rto lo me jska.
- E che è?
- Il nome della strada!
- E dove dovremmo andare?
- a Va cla vské nà me stì.
- Ovvero...?
- Piazza Venceslao. Leggi un po‘ il nome di quella strada.
Mello si diresse verso l’incrocio, alla ricerca della targhetta con il nome del vicolo da me indicato.
- Questa? Na Per sty ne.
Rigirai la cartina.
- E quell’altra?
- Vor sil ska.
- mmm...
(ri)Controllai la cartina per una conferma.
- Ok, è quella; dobbiamo andare là.
- Sicuro?
Mello aveva un’espressione stana, come se non fosse convinto.
- Certo! Che non ti fidi?
- ...bah! Se lo dici tu..
Ok, lo ammetto non sono mai stata una persona dotata di un grande senso dell’orientamento...
Però all’interno dell’orfanotrofio non mi sono mai perso: dalla mia stanza al bagno dei maschi ci sono sempre saputo arrivare! L’unica cosa, speravo che Mello non perdesse la pazienza, se no sarebbe diventato, ehm, LEGGERMENTE irritante. E poi, che ci voleva a trovare la piazza principale di Praga?

                                   ***
 

- MATT! Si può sapere dove cazzo siamo? Sono due ore che stiamo girando a vuoto e questa cazzo di piazza ancora non si è vista!
- Stai calmo, eh?
- STO CALMO?! Mi hai fatto girare questa cazzo di città in lungo e in largo, mi hai fatto andare nelle strade più strambe con i nomi più disparati per cercare quella stramaledetta piazza e tu mi dici "stai calmo"?
Cominciai a temere per la mia incolumità. Ero abituato ai suoi scatti di ira ed ero sicuro che se non saremmo subito arrivati a destinazione avrebbe iniziato ad andare in escandescenza. Non che non lo facesse già, ma era meglio non peggiorare la situazione.
- Ecco ci sono quasi... Come si chiama quella strada?
- Ma sa ry ko vo na bre zi.
Diedi un’occhiata alla carta.
- Ehm... sei sicuro che non sia Spalénà o qualcosa del genere?
Mello strinse i pugni e parlò con un tono di voce placato, come se si stesse trattenendo dal prendermi a schiaffi in mezzo alla strada.
- Mi stai dicendo che neanche questa è la strada giusta?
- ...potrebbe anche essere la strada giusta...diciamo che dipende da che punto di vista si vede la cartina.
-AAAAAAAAAAAAH!! DAMMI QUESTA CAZZO DI CARTINA, MATT!
Mello mi strappò la cartina di mano e, scartando una tavoletta di cioccolato, nel giro di 10 secondi, trovò la nostra posizione e focalizzò la strada da fare per arrivare a Piazza Venceslao.
Finalmente, dopo 15 minuti (+ 2 ore), arrivammo nella piazza principale di Praga: era lunga e stretta, piena di negozi, panchine, bancarelle e artisti di strada; c’era un ragazzo con i capelli corvini e delle grosse occhiaie che vendeva dolci, una ragazza bionda con una frangetta e un vestito alla Gothic Lolita che faceva una campagna promozionale di rossetti, un ragazzino con i capelli bianchi che suonava il violino.
- Beh, dopotutto non è stato difficile trovare  Vaclavskénàmestì o come si chiama.
Mello mi lanciò un’occhiataccia talmente fredda e incazzata che temo mi avrebbe spaccato la faccia da un momento all’altro.
- Però, che lusso questi palazzi – dissi, cercando di alleggerire la tensione – secondo te a che anno risalgono? –.
Il biondo mi ignorò completamente e mise le mani in tasca, alla ricerca di qualcosa.
- Secondo me sono del 1300 – dissi, sperando in qualche reazione da parte sua.
- Si, può essere. Matt...
- Mh?
Speravo non mi dicesse cose tipo "quando torniamo a casa ti faccio vedere" o "non cambiare discorso, sono ancora incazzato con te". E invece...
- Ho finito le scorte. Mi dai un po‘ di corone che vado a comprare qualche tavoletta di cioccolato?
Rimasi a bocca aperta, anche se me lo sarei dovuto aspettare. Mello è fatto così: l’unica cosa che può distoglierlo da quello che sta facendo o pensando è la cioccolata, e devo dire che questa volta mi ha salvato la giornata. Grazie cioccolata.
- Tieni.
Gli consegnai i soldi e lui si diresse verso il chioscetto dei dolci. Mi guardai intorno e notai il ragazzino dai capelli bianchi. La melodia che suonava era triste e malinconica e mi infuse una grande depressione. Improvvisamente mi sentii appesantito, come se tutta la mia vita avesse perso significato.
- Wow! Non male come piazzetta.
Mello tornò verso di me raggiante, con in mano una busta piena di cioccolata.
- Ehi, guarda che carino quel ragazzino che suona.
- Chi?
- Quello lì con il violino.
Indicai la direzione con il mio indice.
-...carino?
- Non ti fa tenerezza? Ha un’espressione così sconsolata, poverino! Secondo te quanti anni ha?
- Sembrerebbe avere 16 anni, più o meno.
16 anni... in fondo non era molto più piccolo di noi. Sentii il dovere di aiutarlo in qualche modo, chiamiamolo anche "senso di protezione", anche se non era proprio così.
- Aspetta un attimo.
Mi avvicinai a lui e gli lasciai 100 kc (6.25 $, circa 5€).
Il ragazzino mi rivolse un sorriso gentile, anche se i suoi occhi neri sembravano due pozzi profondi, pieni di tristezza e solitudine.
- Quanto gli hai dato?
- 100 corone.
- Ah, che animo nobile, Mail!
- E non prendermi in giro idiota!
- Dai scherzo, hai fatto bene.
Mello ha sempre fatto il duro e ha sempre cercato di nascondere i suoi buoni sentimenti dietro una maschera di orgoglio e freddezza, ma anche i suoi occhi color ghiaccio qualche volta lasciano trasparire un senso di umanità. Anche perché se fosse stata una persona gentile, che riesce a controllare i suoi scatti d'ira, non sarebbe stato più lui e non ci sarebbe stato gusto a farlo arrabbiare. Risi al solo pensiero di un Mello tutto rose e fiori e così, vedendolo concentrato nel trovare una qualche direzione sulla cartina, mentre masticava la sua bene e amata cioccolata, lo seguii senza obbiezioni per le strade di Praga, certo che non mi avrebbe mai condotto per la via sbagliata.
 


NOTE:
*16 kc = 1 $.
 
 




Angolo dell'autrice:

Ahoj lidi! (non so se si dice davvero così in ceco xD)
O meglio, buongiorno gente! :D Questa è la prima fanfiction che pubblico e devo dire che ho un po‘ paura...era  tantissimo tempo che volevo scrivere una storia su Death Note usando i personaggi di Mello, Matt e Near, (i personaggi non sono miei, ma appartengono al manga di Death Note, frutto della fantasia di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata) ma non mi è mai venuta l’ispirazione >.< .Finalmente, quando ero in viaggio a Praga, vedendo un artista di strada suonare il violino mi si è acesa la lampadina e mi è venuta l’idea... vi prego ditemi cosa ne pensate! E grazie per aver letto il primo capitolo J; spero di caricare presto gli altri!
A prestoo! :D
  
karikeehl  
 
   
 
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