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Autore: LTL    20/09/2011    0 recensioni
mi è venuta in mente durante una vacanza con mia sorella, in una casa sul mare. eravamo sedute in cucina a fumare e guardare la tv. di solito non scrivo poesie, ma questa l'ho proprio sentita, quindi eccola.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La cucina non è mai stata così vuota
e non ho mai abitato
così a lungo
in una casa stracolma di ricordi così non miei.

sono un'intrusa
e profano templi di déi che non mi appartengono
col fumo delle mie sigarette
il mio cuore siede accanto a me e mi intrattiene con chiacchiere stupide
che non si addicono al mio umore
stasera
che si sente così triste
triste come lo è stato poche volte
o forse troppe
di certo troppe senza un motivo identificabile
ma è sempre il mio cuore
e lo amo di un amore infinito che non voglio sforzarmi di non provare
perchè senza quello sarei così
sola
ancora più
sola.

Un ragno macchia la parete bianca
portando con le sue zampe lunghe la paura nella cucina
che ora è appannata dal fumo
la cenere si accumula mentre lo fisso
il mio cuore rabbrividisce
ma resta seduto accanto a me
ora sta zitto
si limita a guardarsi intorno
distrattamente
cercando di distinguere gli oggetti appannati dall'aria.

mi chiede,
come possiamo fare a sbarazzarcene
dico,
non lo so,
non lo so,
dico
ed è vero.

lavati i piedi
mi
dice
allora
distogliendo lo sguardo dagli oggetti appannati
che incombono su di noi
come demoni coperti da veli semi trasparenti
io distolgo il mio dalla macchia
sono così sporchi
dice
quasi neri
dice
non entrerai mai nel mio letto con quei piedi.

non lo guardo
ho riportato gli occhi sulla bestia
mi fa paura
guardarla
ma non posso farne a meno.

voglio entrare nel letto del mio cuore
ma non ho voglia
di lavarmi i piedi.

è così tardi e il fumo è così
denso
tra poco perderò di vista anche lui
e persino il ragno
e se perdo di vista il ragno
non vedrò dove si rintana
e potrebbe sgattaiolare in camera nostra
le sue zampette sul marmo del
nostro
pavimento
indisturbate
indisturbato
mentre si infila sotto i
nostri
cuscini
e tormenta i nostri sogni.

non
voglio
che
accada.

dico al mio cuore di darmi la mano
ti porterò fuori da questa nebbia
dico
la mia mano tesa
come un ponte
per riunirci
verso di lui.
vengo con te
dice
solo se prometti di lavarti i piedi
finchè non profumeranno di rose.

so che è vero
so che è disposto a rimanere in quella cucina
nebbiosa
in compagnia di quella bestia immonda
che macchia le
nostre
pareti.

lo farà,
penso
lo farà se non mi lavo i piedi.

finchè non profumeranno di rose
dice,
come se avesse letto la mia mente.

lo guardo
a lungo
poi gli rispondo,
finchè non profumeranno di rose.
allora lui
sorride
e prende finalmente la mia mano
lasciandosi condurre
fuori
da quella cucina maledetta
annebbiata
fino ad un posto sicuro
dove i demoni
non possono
raggiungerci.
  
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