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Autore: La Kurapikina    20/09/2011    1 recensioni
E' la prima long fic che scrivo su di loro... spero vi piaccia.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jaden/Judai Yuki, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era buio e faceva freddo. Troppo freddo: qualcosa non andava.

Un ragazzo sui diciotto anni, con lucidi capelli castani in tinta con gli occhi grandi e spaventati, correva a perdifiato nella foresta.

Inciampava, cadeva, si rialzava e cadeva ancora, ma nulla lo avrebbe fermato: quella creatura lo stava seguendo, quella dannata creatura gli stava addosso e nemmeno i suoi mostri migliori erano riusciti ha fermarla.

“Chi c’è?” urlò la voce di un uomo da qualche parte nel bosco: “Chi c’è?” ripeté più vicino, ma il ragazzo non si fermò, in preda al panico.

Era da qualche mese che andava in giro di paese in paese senza una meta precisa e cioè da quando aveva lasciato la scuola: aveva deciso che doveva ancora trovare qualcosa che lo avrebbe finalmente fatto sentire a casa, e quel qualcosa non era in nessun posto che aveva visto fino ad allora.

Quella sera si era infilato in quel cancello scavalcando la recinzione in cerca di qualcuno che lo ospitasse per proteggersi dal freddo invernale, ma appena aveva messo piede a terra un ringhio sommesso lo aveva sorpreso e una strana creatura pelosa e bavosa era sbucata dal mezzo del bosco e si era messa a inseguirlo; a nulla erano serviti i suoi tentativi di placare il grosso cane, perché di quello si trattava, con le sue carte dei due-monster.

Eppure aveva sempre avuto una certa affinità con tutti gli animali, ma con quello sembrava non esserci nulla da fare.

E così, stava ancora correndo nella speranza di salvarsi da quel coso e adesso si era messo a inseguirlo persino l’uomo di cui aveva sentito prima la voce.

Corse a lungo, con il fiato corto, fino a quando non sbucò di fronte ad un enorme villa bianca con tutte le luci accese che la rendevano ancora più affascinante.

Quella distrazione però, fece si che il cane lo raggiungesse e, in un lampo, il ragazzo era a terra cercando di proteggersi alle belle meglio dai suoi artigli e dai suoi denti acuminati.

“Signorino!” urlò la voce dell’uomo a pochi passi dalla casa e il moro sentì dei passi veloci attraversare il corridoio della villa, uscire dalla porta già spalancata e fermarsi proprio davanti a lui, ancora vittima del cane.

“Basta, Annibal! Tranquillo, torna nella cuccia.” Al suono di quella voce dolce ma decisa, il ragazzo sobbalzò e cercò di alzarsi rendendosi così conto di avere un braccio ferito e sanguinante che gli impediva di muoversi liberamente.

Il cane era già sparito nel bosco di quell’enorme parco.

“Alfred, va in casa e prepara l’occorrente per medicarlo.” Ordinò la voce del ragazzo nuovo e il moro cercò nuovamente di alzarsi, agitato.

“Sta tranquillo, è tutto finito.” Disse avvicinandosi, ma, quando gli si inginocchiò accanto e lo guardò in faccia si bloccò, esterrefatto.

Sbarrò i grandi occhi verdi con aria spaesata e, una volta ritrovata la sua voce calda, urlò il nome di quello che era stato il suo migliore amico: “Jaden!”

Jaden Yuki, ex studente della scuola per duellanti di due-monster, gli rivolse un debole sorriso timido sussurrando: “Jesse…”.

Era proprio lui: il bel ragazzo sorridente dai capelli di un incredibile colore blu accesso, come gli occhi verde smeraldo, lo stava fissando semi-sconvolto come se avesse davanti un fantasma.

“Jaden, sei proprio tu!”

Il moro fece per rispondere, ma il suo salutò fu sostituito da un gemito di dolore provocato da una fitta al braccio sanguinante.

Jesse sembrò ricordarsi improvvisamente della sua condizione e lo aiutò ad alzarsi con estrema delicatezza per poi portarlo in casa e farlo sedere su un elegante divano color panna.

Era una villa stupenda: le pareti bianche erano in parte ricoperte di quadri di uomini, donne, ragazzi e ragazze e il ritratto di Jesse era in bella mostra proprio sopra il caminetto acceso.

Nella sala dove si trovavano c’era, oltre al divano, una poltrona dello stesso colore e un tavolino di legno scuro con venature verdognole.

Jaden si lasciò cadere sul divano e osservò Jesse allontanarsi e sparire in un’altra sala.

Era tanto che non lo vedeva e in un attimo i ricordi invasero la mente del ragazzo, mentre la dura consapevolezza di non averlo nemmeno salutato lo fece sentire in colpa.

Ma proprio non capiva cosa ci facesse Jesse lì: era sua quella villa enorme? Jesse era orfano, proprio come lui…

Il suo sproloquio mentale fu interrotto dal ritorno dell’oggetto dei suoi pensieri seguito dal tipico cameriere: alto, pelato e dannatamente elegante.

“La ferita non è profonda, ma abbiamo comunque chiamato un medico: la bocca dei cani è micidiale.” Jesse gli rivolse un sorriso amichevole, ma si vedeva che qualcosa non andava: “Intanto tieni premuta questa salvietta bagnata sul braccio.”

Jaden avrebbe voluto fargli molte domande, parlare con lui e farsi spiegare tutto subito, ma Jesse si allontanò nuovamente lasciandolo solo con il maggiordomo per mezzora buona, fino a quando non arrivò il medico.

E a quel punto, dopo l’antidolorifico che quest’ultimo gli somministrò, Jaden cadde in un sonno profondo senza aver avuto la possibilità di dare una risposta ai molti interrogativi che gli affollavano la mente…

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! Eccomi tornata da voi… eh si, non vi libererete mai di me! È la prima long-fic che scrivo su di loro e spero che venga bene… fatemi sapere, eh!

  
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