Va tutto bene, piccolo chef.
#040. Three plum buns
“Dolcetti
alle prugne. Tu vorresti rifilare ai nostri clienti dei semplici
dolcetti alle prugne?”
Linguini
aveva una paura matta di Colette, in quel momento. Lo stava fissando da un
minuto e mezzo nello stesso modo in cui avrebbe guardato il cadavere di un
insetto spiaccicato sul parabrezza di un’auto. Strano che non avesse ancora
dato in escandescenze, dopo averlo sentito blaterare di quei tre dolcetti alle
prugne – frutto di un esperimento di Remy – abbandonati sul bancone dalla sera
prima.
“S-stavo
scherzando?” tentò il giovane cameriere, incassando la testa tra le spalle,
pronto a ricevere un colpo fatale, tipo una poderosa padellata sulla nuca. Si
poteva restarci secchi, a farsi colpire nel punto giusto.
E
invece nulla. Colette Tatou, la donna che quattordici mesi prima sarebbe stata
capace di rimuovergli le interiora attraverso l’ombelico usando una pinzetta
per il ghiaccio, era tornata ai suoi fornelli senza nemmeno tentare di
insultarlo.
“Ehi,
Colette, va… va tutto bene?”
“Se va
tutto bene?” ripeté lei, calma, tornando a voltarsi verso di lui, armata di un
coltello con il quale iniziò a tritare un mazzo di prezzemolo. “Oh, sì, è tutto
grandioso. Eliminando il fatto che sono stanca, sudata e sporca, la tua geniale
trovata di sfamare trenta persone con tre dolcetti alle prugne, e il fatto che
oggi è un anno che ci frequentiamo e non mi hai fatto gli auguri e nemmeno
baciata… beh, togliendo tutto questo, è una giornata semplicemente idilliaca.”
“Oh”
sussurrò il giovane, sorpreso da quel fiume di rivelazioni. “Beh, almeno ad una
cosa posso rimediare subito.” Si sporse sopra il bancone sul quale
probabilmente Colette stava immaginando di sezionare il suo fegato, e rapido
come un fulmine le fece dono di un bacio. “Tanto per la cronaca, non me ne sono
dimenticato. Volevo farti gli auguri dopo il lavoro. Lasciami finire il
servizio, ok? Quando torno, ti chiedo di sposarmi.”
Linguini
tornò in sala, dove i clienti iniziavano ad infastidirsi. Colette rimase
interdetta, il coltello sollevato a mezz’aria. Tenne a lungo gli occhi fissi
sulla porta, e pian piano lasciò che una lacrima le rotolasse lungo la guancia.
Va
tutto bene?, avrebbe voluto domandarle Remy, incerto sul
significato di quell’espressione. Colette aggiunse il trito di prezzemolo al
risotto. “Va tutto bene, piccolo chef. Colpa delle cipolle.”
Remy
annuì, sorridendo. Tipico di Colette, negare la commozione.
[385
parole.]
Note
dell’Autrice
Eccoci
di nuovo qui, dunque, in un fandom semi deserto che nessuno calcolerà. Ma lo
faccio apposta, così nessuno legge le mie orribili storie ^^
Appena
ho visto il prompt “tre dolci alle prugne”, non ho potuto fare a meno di
pensare a Remy, il topolino chef del film “Ratatouille”.
In
realtà, come avrete capito, i protagonisti della storia sono Colette Tatou e
Alfredo Linguini, i due giovani dipendenti del ristorante “Gusteau”.
Volendo
dare alla storia una collocazione temporale, la inserirei decisamente dopo la
fine del film.
A
presto!