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Autore: Anima97    21/09/2011    3 recensioni
E se qualcuno credesse di essere un'assassina?
Ma, attenzione, non un'assassina qualsiasi...
La Sua assassina.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Falsa Assassina


25 Dicembre
 
Natale.
Una festività che dovrebbe essere cristiana…
Ma più che altro serve per fare soldi.
E’ solo il compleanno di Dio!
Non c’è un Babbo Natale!
Quello è stato inventato dalla Coca Cola.
-Cosa pensi?-
Dovresti saperlo.
-Scusami è l’abitudine- abbassa il capo.
Giro il capo verso di Lui.
Sorrido –Come stai?-
Mi guarda sorpreso –Io? Io sto… bene!-
Sorrido ancora di più –Non te l’ho mai chiesto… era ora che lo facessi-
Sorride.
-Non importa-
-L’ho capito sai?-
-Cosa?-
Abbasso lo sguardo -La fonte dei miei guai…-
I nostri sorrisi si spengono.
Gli lascio cinque minuti di silenzio, ma la curiosità di sapere quel che pensa mi divora.
–E’ colpa mia-
Scuoto la testa –No-
Si avvicina ancora un po’ al letto –Allora di chi, cosa?-
-BUOOOON NATALEEE!!!- 
Un Michael/Babbo Natale entra in stanza urlando.
John si ritrova a terra dallo spavento.
Michael si fionda su di Lui e cerca di sollevarlo continuando a dire “Scusa”
Entrano in stanza anche Sadie, Julian che porta un enorme pacco regalo e Josh.
Sadie corre verso di me e mi abbraccia.
Chiudo gli occhi e l’abbraccio anch’io respirando il suo profumo.
-Mi sei mancata Garcy!-
Garcy, puah.
John scoppia a ridere sotto lo sguardo perplesso di Michael.
Sadie si stacca dal mio collo e aiuta John ad alzarsi.
Michael si sistema il vestito.
Josh continua a guardarmi sorridendo.
E Julian si avvicina con il pacco regalo in mano –Garcia, questo è per te, è un regalo da parte di tutti noi-
Sorrido –Posso aprirlo dopo, quando arriva anche Rita?-
Julian annuisce e poggia la scatola per terra, vicino al mio letto.
John non si risiede sulla sedia, va vicino la porta d'ingresso e si poggia al muro.
Tutti si posizionano intorno al mio letto.
-Allora, come va?-
-Bene!- è strano parlare con Michael travestito da Babbo Natale.
“Ehi Garcia io sto aspettando la risposta”
Guardo John perplessa.
Quale risposta?
“Chi è la causa dei tuoi guai?”
Julian prende parola –Tua madre stasera viene a trovarti-
“Rispondimi, Garcia”
Guardo Julian sorpresa -Davvero? Allora devo sistemarmi, non voglio che mi veda così-
Julian sorride.
“Perché non me lo vuoi dire? Centra con la mia missione qui sulla Terra, vero?”
Con la coda dell’occhio do uno sguardo a John.
Mi guarda, sta attendendo una risposta.
John, io… -Guarda che non ce n’è bisogno!- esclama Sadie.
-In che senso?- chiedo sorridente.
-Quando mai una che sta in ospedale si “sistema” per la visita della madre?-
Rido.
“Garcia puoi anche pensare mentre parli”
Guardo John con tristezza.
Credo sia arrivato il momento.
Abbasso il capo e sorrido –Beh, Sadie, molto probabilmente arriverà anche mia sorella e…-
“Si, anch’io credo che sia arrivato il momento. Perché io sono qui? E cosa c’entri tu con me?”
Lei annuisce –Ho capito! Ho capito!-
Sospiro tristemente.
Non voglio ricordare, ma devo.
So che dopo quel che sto per pensare Tu te ne andrai, John.
Josh si avvicina –Ehi amore tutto ok?-
Sorrido falsamente –Si, certo-
“Si, Garcia, me ne andrò. Ma ora non importa, se non mi dirai quel che ti lega a me, io non sarò mai libero!”
Vedo John asciugarsi una lacrima, ma nessuno se ne accorge.
-Aspettate voi due!- esclama Sadie –Da quando in qua vi chiamate “amore”?!?-
Perché John non mi ha mai detto del Suo desiderio di essere libero?
Perché non mi hai mai detto che per Te è un peso rimanere qui tra i viventi?
Josh si gratta il capo imbarazzato –E’ successo ieri… è una storia lunga, poi ti racconto-
-No no voglio saperlo ora!-
“Non te l’ho mai detto per non farti penare. Io sono come un’anima in un corpo non Suo.
Come quando ti trasferisci in un posto che però non ti piace…”
Mi volto verso Sadie, cercando di ignorare l’angoscia delle parole di John.
-Ieri ci siamo… beh, “dichiarati”- le dico.
Sadie sorride e urla euforica battendo le mani.
Michael e Julian sono molto sorpresi.
Ma John non fa una piega,  è concentrato sui miei pensieri.
“Garcia, ti prego, dimmelo! Non posso attendere oltre!”
Ha ragione. 
L’ho costretto a rimanere in quel corpo a Lui sconosciuto.
E’ il momento di dirtelo:
John…
Le labbra di Josh si uniscono alle mie in un bacio, tra le urla di Sadie.
Strizzo gli occhi.
John io ti ho ucciso!
Una lacrima cade da sotto la mia palpebra mentre Josh si stacca da me.
John si accascia sulla sedia, con lo sguardo perso nel vuoto.
Mi asciugo immediatamente la guancia prima che i ragazzi possano vedere la goccia.
Ma Michael mi precede –Ehi Garcia perché piangi?-
Sorrido –No, niente, mi sono morsa la lingua- 
Mentre spingo Josh esclamo –Non devi baciarmi così all’improvviso!!-
Un po’ tutti ridono.
Tranne John.
Lo guardo e mi faccio seria –Per favore, ragazzi, mi lasciate sola con Elvis?-
Josh corruga la fronte.
Sadie da degli sguardi fuggenti a me e John.
Julian abbraccia Michael che gli sussurra qualcosa e se ne vanno –Torniamo dopo. Andiamo Josh-
Sadie si avvia facendomi un cenno con la mano.
Josh guarda John e poi me.
Gli sorrido rassicurandolo –Non ti preoccupare-
Appena io e John siamo soli, Lui si alza dalla sedia e si inginocchia ai piedi del letto.
Proprio dove ieri c’era Josh
Mi guarda fisso negli occhi.
Non riesco più a trattenere le lacrime.
Non reggo il Suo sguardo così spaventato.
-Dimmi che menti-
La Sua voce è una martellata in testa.
Scuoto la testa in segno di negazione –Non mento-
Mi prende la mano –Ma al telegiornale hanno detto che è stato Chapman!-
Quel nome. Quel maledetto nome!
Stringo  forte la mano di John senza volerlo.
-Si, infatti, è stato lui. Ma io l’ho aiutato… involontariamente-
In un’espressione confusa mi dice 
–Garcia, guardami negli occhi e raccontami tutto quello che è successo l’8 Dicembre del 1980-
Ma non ci riesco.
E’ così difficile cazzo! 
Quel giorno è stata la mia rovina!
Mi prende il mento con due dita e mi gira la testa, costringendomi a guardarLo.
Sussurra il mio nome con voce profonda.
Sospiro, come per dare inizio al racconto…
-Quella sera tornavo da una festa..- le parole scivolano dalla bocca velocemente.
Gli racconto tutto, nei minimi particolari.
Quel che ho visto, ho sentito.
Tutto.
Senza nemmeno una lacrima o gli occhi lucidi.
Basta piangere!
Lui mi ascolta, con interesse, con attenzione, senza commentare, nemmeno con gli occhi.
Alla fine affermo con la voce più convinta che ho
John Lennon, io sono la tua assassina-
John mi guarda confuso.
Inarca le sopracciglia e sorride.
Ma quel che fa dopo mi sconvolge.
Ride.
Adesso mi incazzo come una bestia.
-CHE CAZZO RIDI?! TI HO APPENA DETTO..-
Ma mi fermo. Lui ha smesso di ridere e mi ha tappato la bocca.
-Hai appena detto una stronzata-
Rimango allibita.
Perché mi dice questo? 
Pensavo mi avrebbe creduta.
-Garcia io ti credo!-
-Allora non dirmi che sparo stronzate!-
-Ma, scusami, è così- mi sorride, ma non in modo ironico.
Sorride sincero.
-Non puoi capire- 
Abbasso lo sguardo, mentre lui si siede sul letto.
-Penso di essere l’unico che può capire, non credi?-
Sorrido mesta e lo guardo negli occhi.
Quegli occhi indecifrabili ora sembrano un libro aperto, per la prima volta.
Li riesco a leggere tutto quel che John prova e pensa.
Tristezza, per il nostro triste passato.
Pietà, per me, una stupida che crede di essere un’assassina.
Felicità, per il futuro, più radioso per entrambi.
Paura, perché sa che l’avventura insieme a me è finita.
Senza distogliere dallo sguardo dal Suo mi avvicino o lo abbraccio.
-Perdonami, John-
-Anche se non ce n’è bisogno… L’ho già fatto, tanto tempo fa- mi stringe a se.
Il cuore mi batte forte.
E’ finita. 
Questa lunga e triste storia è finita.
Appena ci lasciamo, sorride e chiede dolcemente –Hai capito che sei solo una falsa assassina?-
No, non sono l’assassina di nessuno, e se lo sono mai stata, ora sono perdonata.
Gli occhi si fanno lucidi, sono felice –Si-
Ci abbracciamo un’ultima volta.
 
-Grazie di tutto, Garcia-
-Non te ne andare!-
-Quel che dovevo fare l’ho fatto…-
Occhi che piangono.
Occhi che parlano.
Occhi che si guardano.
E che chiedono di poter ancora guardare.
Gli occhi dell’altro.
Mi accarezza la guancia.
-Ci rivedremo. Ti voglio bene, sorellina!-
-Anch’io fratellone!-
Sparisce dietro la porta.
Vorrei che tornasse ora e rimanesse con me per sempre.
Ma non sarà così.
Non c'è il bel finale, per me.
Non lo rivedrò mai più.
 
Finita.
Come si può concludere questa triste vicenda?
Una lacrima non serve a niente.
Una poetica frase.
Ma di pensieri e parole ce ne sono già stati tanti.
Troppi.
Guardo per terra, c’è ancora il regalo che Julian mi ha portato.
Lo prendo e lo apro.
C’è un altro pacchetto dentro, ma è più fino, più piccolo.
Un quadrato.
Lo apro lentamente.
E’ un LP
La prima cosa che vedo è una scritta.
La scritta.
E poi il volto.
Il Suo volto.
Imagine.
John.
…John…
Sei sparito e mi hai lasciato sola in questo letto d’ospedale.
Sento che mi manchi già.
 
Presto ti raggiungerò, ne sono certa.

Imagine there's no countries 
It isn't hard to do 
Nothing to kill or die for 
And no religion too 
Imagine all the people 
Living life in peace 


Mondo Nutopiano:
Che finale di merda.
Ma non è l'ultimo capitolo!
I capitoli sono venti *muahahah*
Quindi dopo un luuungo periodo di assenza ECCHIMEEE!!
No, dai, che schifo di note dopo un capitolo COSì STRAZIANTE! (ironia ahah ._.)
Comunque..

Peace & Love.
MelinAnima :3


*Piccolo spazio pubblicitario*
Ringrazio coloro che mi hanno recensita durante tutta questa storia e chi ha solo letto.
Nel prossimo capitolo non ci saranno ne le note ne lo spazio pubblicitario.
  
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