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Autore: Keitorin Asthore    21/09/2011    2 recensioni
È il primo giorno di Kurt alla Dalton, lontano dal McKinley. Tutti quanti sono semplicemente felici che stia bene… ma Puck la prende seriamente. Forse troppo seriamente.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Glee appartiene a Ryan Murphy e alla Fox. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

La versione originale della storia appartiene a Keitorin Asthore e la potete trovare qui

TAKEN TO HEART, TAKEN TOO HARD

Si lasciò cadere sulla sua sedia in aula canto, le gambe lunghe distese di fronte a lui. Era strano, perché non era mai il primo ad arrivare. Ma in qualche modo non si sentiva dell’umore di essere da nessun’altra parte.

Qualcun altro entrò e accese le luci. "Bene, bene, bene" commentò Quinn piano. "Cosa stai tramando, Puck?".

"Niente. Dov’è il tuo ragazzo? Credevo che vuoi due fosse chirurgicamente attaccati l’uno all’altra".

Quinn gli venne incontro, stringendo al petto il suo raccoglitore, la gonna che frusciava contro i suoi fianchi. "Ho sentito che eri sconvolto, ma davvero, deprimerti al buio? Il prossimo passo sarà iniziare a mettere l’eyeliner e ascoltare i Fall Out Boy".

"I Fall Out Boy non sono male" obiettò lui.

"Perfetto, allora solo l’eyeliner" ridacchiò Quinn. Lo squadrò da capo a piedi, registrando le sue spalle abbassate e la bocca arricciata verso il basso, e si addolcì. "Perché sei così giù?".

"Sta solo cominciando a colpirmi" borbottò Puck. "Questa storia di Kurt".

"Di tutte le occasioni per farti crescere un cuore, Noah Puckerman, ovviamente dovevi scegliere questo".

Nonostante le sue parole, si sedette di fianco a lui e appoggiò gentilmente una mano sul suo ginocchio. Il ragazzo si passò una mano sulla cresta. "Pensi che avremo potuto evitarlo?" chiese prima di riuscire a trattenersi.

Quinn gli strinse il ginocchio. "Non sono sicura. Avremmo potuto fare di più, però. Tutti noi avremmo potuto fare molto di più".

Artie entrò nell’aula e lei si alzò, allontanando bruscamente la mano. "Ehi, ragazzi".

"Ehi, Due Ruote" lo salutò Puck senza troppa convinzione.

Gli altri membri delle Nuove Direzioni spuntarono poco a poco per le prove- Tina e Mike mano nella mano, Brittany con gli occhi arrossati e il mignolo allacciato a quello di Santana, Sam con un sorriso forzato stampato in volto. Puck tenne gli occhi puntanti sul pianoforte, fissando torvo nessuno in particolare.

Finn entrò nella stanza con Rachel al fianco. "Ehi, ragazzi. Cosa c’è che non va?".

"Mi manca Kurt" disse Brittany.

"Sentite" esordì Rachel, mettendosi le mani sui fianchi, "so che è terribile che se ne sia andato e che il glee club non sarà lo stesso senza di lui e che tutti noi dovremmo sentirci tremendamente tristi di non poter fare nulla per aiutarlo, ma è una buona cosa per lui".

Tina inarcò un sopracciglio. "I bulli l’hanno cacciato dalla scuola. Come può essere una buona cosa?".

"È buono perchè si sente più al sicuro" disse Finn, infilandosi le mani in tasca e scrollando le spalle. "E immagino che dovremmo essere felici di questo".

Mercedes saltellò nell’aula, tenendo il cellulare incollato all’orecchio e sorridendo da un orecchio all’altro. "Ehi, ehi, sono in aula canto e sono tutti qui". Tese il telefono. "Chi vuole parlare con Kurt?".

Brittany quasi cadde dalla sedia per l’eccitazione. Mercedes schiacciò il pulsante vivavoce e appoggiò il telefono sul pianoforte mentre tutti le si ammassavano attorno. "Kurt, sei in vivavoce".

"Ciao, ragazzi!".

Puck poteva sentire la voce allegra di Kurt dal suo posto in prima fila, anche se fu presto sommersa dai saluti di tutti gli altri. "Stai avendo una buona giornata?" domandò Rachel.

favoloso" disse Kurt. "Sono tutti gentilissimi e le lezioni sono grandiose e l’uniforme è fantastica".

"E anche Blaine è fantastico?" lo prese in girò Mercedes.

"Mercedes! Non parleremo di lui!".

Santana si raddrizzò. "Un momento. Blaine? Stiamo parlando di un ragazzo? Kurt è già entrato nei pantaloni da scuola privata di qualcun altro?".

"Non parleremo di questo!".

Puck poteva praticamente vedere il rossore raggiungere le orecchie di Kurt. Era solito prenderlo in giro per questo, che sembrava un pomodoro ogni volta che si eccitava per qualcosa. Kurt di solito roteava gli occhi o gli rispondeva con qualche replica acida. Ma aveva mai ferito i suoi sentimenti?

(Davvero, adesso pensava ai sentimenti della gente?)

Brittany spinse la bocca più vicina al cellulare. "Kurt, mi manchi".

"Oh, mi manchi anche tu, boo. Mi mancate tutti".

"Anch’io?" domandò Finn.

"Finn, tu non mi manchi. Ti vedrò stasera quando torno a casa. E se non avrai pulito la tua metà della stanza per quando sarò tornato, te la farò pagare cara".

Tina rise. "La scuola privata ti ha reso cattivo?".

"Oh, no, sono sempre così!.

Sembrava dannatamente felice. Kurt non era mai così felice. Aveva quella… quella faccia sprezzante tutto il tempo, quella davvero compiaciuta che gli faceva sempre venire voglia di dargli un pugno sul naso. Aveva visto Kurt davvero felice poche volte, come al matrimonio, e quello era completamente diverso. I suoi occhi si stringevano ai lati e il suo sorriso era davvero largo. Ma non sorrideva in quel modo molto spesso.

"Kurt, ti hanno già chiesto di unirti agli Usignoli?" domandò Rachel.

Kurt si schiarì la gola. "Beh, mi hanno chiesto di fare l’audizione, ma non so…".

"Tu devi fare l’audizione" lo interruppe Rachel. "Una voce come la tua non può essere trascurata, anche se la stai usando contro di noi".

Tutti quanti fissarono Rachel, che si guardò attorno alle espressioni ammutolite e scrollò le spalle. "Beh, grazie" balbettò Kurt. "Non ho ancora risposto sì o no, ma penso che lo farò sapere al direttore".

"Andrai alla grande" lo rassicurò Sam.

"Sicuro, ci vedremo di certo alle provinciali" aggiunse Artie.

Si sentì un’altra voce in lontananza dal capo di Kurt. "Kurt, stai parlando con Mercedes? Ciao, Mercedes? Non preoccuparti, mi sto prendendo cura di lui".

"Chi sei?" domandò Quinn.

"È Blaine quello?" chiese Santana. "Sembra sexy. È gay? Oh, non importa, potrei farlo diventare etero per me…".

"Ehm…" fece Blaine lentamente. "Sono in vivavoce con le Nuove Direzioni al completo?".

"Sì" disse Kurt. "Quella era Santana".

Brittany si piegò di nuovo vicino al cellulare. "Io sono Brittany S. Pierce".

"E io Rachel Berry" aggiunse Rachel per non essere da meno.

"Artie Abrams".

"Quinn Fabray".

"Christina Cohen-Chang".

"Mike Chang".

"Wow. Beh, ciao a tutti".

"Aspetta, aspetta, aspetta" fece Kurt. "Manca qualcuno. Noah?".

Puck roteò gli occhi. "Sì, Hummel, sono qui".

"Ecco, ora hai conosciuto tutti".

"Piacere di conoscervi" disse Blaine.

Rachel si alzò sulle punte dei piedi e si piegò sul pianoforte. "Blaine, mi pare di capire che hai chiesto a Kurt di entrare negli Usignoli".

"Beh, non io, ma si è diffusa la voce che Kurt potrebbe stendere Celine Dion, perciò tutti lo stanno pregando di provare".

Ovviamente i viziatelli della scuola privata volevano che cantasse. E ovviamente pensavano che fosse una specie di dannata star. Era perfettamente calcolato.

"L’abbiamo convinto a fare l’audizione" dichiarò Rachel.

"Perciò farai meglio a fargliela fare prima che si autoconvinca a ritirarsi" aggiunse Mercedes.

"Chiedigli di cantare I Wanna Hold Your Hand dei Beatles" intervenne Quinn. "Non puoi immaginare quanto sia bravo".

"Già, ma non farlo avvicinare a Mellencamp" ridacchiò Finn. "O alla flanella. O a tute da lavoro. O qualunque cosa che includa tessuti a scacchi".

"Finn Hudson!" strillò Kurt. "Quella è la fase che non deve essere nominata"

"Okay, adesso qualcuno deve parlarmi di questa cosa" disse Blaine.

Brittany fece un largo sorriso. "Posso io. Vedi, pensavo che Kurt fosse un gay con la G maiuscola, ma…".

Santana le tappò la bocca con la mano. "È una lunga storia".

"Beh, qualcuno dovrà parlamene prima o poi" disse Blaine. "Ma adesso dobbiamo andare alle prove degli Usignoli, soprattutto se una certa persona farà l’audizione".

"Per quando sarai a casa, Kurt?" domandò Finn. "La mamma si preoccuperà se fai tardi".

"Probabilmente le cinque, cinque e mezza" rispose Kurt. "Di certo in tempo per cena. Dille che chiamo se faccio tardi, comunque".

"Certo. Ci vediamo più tardi. Ciao, Blaine".

Tutti si ammassarono sul telefono per salutare. Mercedes concluse la telefonata con "Ciao, tesoro, ci sentiamo domani" e lanciando un bacio attraverso il ricevitore.

La porta dell’aula si aprì. "Okay, ragazzi, avremo parecchio da fare se dobbiamo riaggiustare la nostra esibizione per le provinciali" esordì il signor Schue. Si fermò alla vista di tutti quanti riuniti attorno al pianoforte. "Cosa c’è sotto?".

Brittany guardò in basso. "Piastrelle" disse in tono piatto. "E scarpe. E polvere. E…". (*)

"Abbiamo parlato con Kurt" spiegò Mercedes con un ampio sorriso.

Il signor Schue appoggiò la sua valigetta. "Come sta? Gli piace la Dalton?".

"Sembra davvero felice" rispose Quinn.

"Di certo, visto che quel ragazzo in uniforme gli ha già infilato la mano nei pantaloni…" ridacchiò Santana, guadagnandosi una rude gomitata nelle costole da Quinn.

Il signor Schue le rivolse un’occhiata strana, ma si limitò a scuotere la testa e tirare fuori una pila di spartiti dalla valigetta. "Tutti seduti. Abbiamo un sacco di lavoro da fare".

Puck prese i fogli. Se avesse potuto fare a modo suo- e si solito lo faceva- sarebbe scappato via da lì. Ma sapeva che ci sarebbero state troppe domande se l’avesse fatto, così rimase seduto, muovendo la bocca senza troppa convinzione.

Nessun altro sembrava triste. Erano tutti quanti contenti, ancora su di giri dopo la telefonata a Kurt. Perfino Finn stava sorridendo mentre cantava, un braccio steso sopra le spalle esili della sua ragazza. Non era giusto. Non c’era verso che potesse essere giusto.

Le prove sembrarono durare in eterno, ma finalmente il signor Schue diede loro il permesso di andare. Si spinse in piedi, gettando lo spartito sulla sedia e afferrando Finn per il braccio prima che potesse svignarsela con la sua stupida ragazza.

"Ehi, amico. Che succede?".

Puck lo trascinò al bagno dei ragazzi più vicino, ignorando le acute proteste di Rachel. "Voi ragazzi volete prendermi in giro, vero?".

"Prenderti in giro a riguardo di cosa?" domandò Finn, scrollandosi le sue mani di dosso. "Stai avendo una specie crollo?".

Puck si appoggiò a uno dei lavandini. "Nah, quella è roba da femmine. È questa storia di Kurt. Lui stai davvero bene?".

Finn si accigliò. "Lo sarà" dichiarò con fermezza. "Insomma, era abbastanza un disastro ieri, ma era solo sconvolto ed era davvero eccitato stamattina. E suonava a posto al telefono, davvero a posto. E non è così bravo a mentire come crede di essere, perciò… non penso che recitasse".

Puck digrignò i denti. "Non è quello che intendevo. Voglio dire… questo schifo di bullismo è davvero così brutto come tutti pensano che sia?".

"Sì" rispose Finn piattamente. "Sì, lo è".

"Brutto abbastanza da farlo andare via?".

"Sì" ripeté Finn incrociando le braccia al petto.

"Ne dubito".

"Perché?".

Puck si spinse via dal lavandino e cominciò a marciare su e giù nel piccolo bagno come un animale in gabbia. "Sono solo un po’ di prese in giro, amico. Tutti quanti riceviamo la nostra parte. Le granite e i cassonetti. È solo parte della scuola, no?".

"Tu capisci che parliamo di più che semplici ‘granite e cassonetti" ribatté Finn. "Molto di più".

"Sì, lo so" gli concesse Puck. "Ma lo stesso, insomma, tutti noi i ragazzi abbiamo affrontato Karofsky. Perciò, se anche tornasse, potremmo gestirlo. Potremmo proteggere Kurt".

Finn lo osservò camminare. "È più di questo. È molto di più. Più di quello che sappiamo noi, addirittura".

Puck gli scoccò un’occhiataccia. "Che cosa dovrebbe significare questo, Hudson?".

Finn si appoggiò contro il muro sporco. "Ieri notte, lui…". La voce gli morì in gola; deglutì e ricominciò. "Lui è andato a letto prima di me, e quando sono andato di sotto perchè era tardi, stava… stava dando fuori di matto. Urlava, anche se dormiva. Ho cercato di svegliarlo e ha cominciato a colpirmi".

Puck inarcò un sopraccigli. "Ti ha colpito?" ripeté Puck, scettico.

Incosciamente, Finn si toccò lo zigomo. In effetti era un po’ rosso. "Credeva che fossi Karofsky" mormorò. "Stava sognando che Karofsky lo picchiava o…".

"O cosa?".

"Non lo so" sospirò Finn impotente. "Ho cercato di svegliarlo e ci ho messo un’eternità, ma alla fine ha aperto gli occhi e… ha semplicemente cominciato a piangere".

Puck prese un respiro profondo. "Perciò è così brutto?". Finn annuì, senza parole. Puck fece un altro respiro profondo e sbatté il pugno contro la parete di un cubicolo, facendo tremare le porte e scricchiolare le serrature.

"Amico, cosa ti prende? Ti solito ti comporti come se Kurt nemmeno esistesse. Perchè stai andando fuori di testa?".

"Non capiresti" sbottò Puck tra i denti.

"Mettimi alla prova".

Puck si girò. "Ero uno di loro!" gridò, indicandosi con il pollice. "Gettavo Kurt nei cassonetti e gli lanciavo granite sui suoi stupidi capelli. E lo insultavo e prendevo in giro la sua voce e adesso se n’è andato! Andato per persone come me!".

"Puck, non è per te" protestò Finn, alzando la voce. "Era Karofsky. Alla fine di tutto, era solo Karofsky. Non è colpa tua!".

"Mi sento come se lo fosse" ribatté Puck a bassa voce. "Ho reso la sua vita impossibile, proprio allo stesso modo. Non sono migliore di Karofsky".

Finn gli appoggiò una mano sulla spalla. "Amico, sei mille volte migliore di Karofsky. L’hai tenuto d’occhio. E Kurt si fida di te".

"Ne dubito".

"Lo fa. Lo fa davvero". Finn spostò il peso da un piede all’altro. "Sai, gli ho raccontato di quando sei andato al tuo tempio a pregare per suo padre. Ha significato molto per lui".

"Mi stai prendendo in giro".

"No. Ha detto qualcosa del tipo che sei un vero tenerone sotto quella cresta". Ghignò, dandogli un pugno leggero sulla spalla. "E vedi, è questo che ti rende diverso da Karofsky. Pensi che lui si sarebbe mai messo uno di quei cappelli buffi per andare a pregare che il padre di qualcun altro guarisse?".

"Amico, per la milionesima volta, non è un cappello buffo, è una kippah" sbuffò Puck, un angolo della bocca che si piegava in un sorriso.

"Come ti pare. Ascolta, dovremmo probabilmente uscire da questo bagno prima che Rachel vada fuori di testa. Ma oggi andiamo a casa mia per aspettare Kurt. Vuoi venire?".

"Certo" annuì Puck schiarendosi la gola. "Scusa per… per questa scenata".

"Nessun problema".

Puck si infilò le mani nelle tasche posteriori. "Pensi che Kurt tornerà?".

Finn si strinse nelle spalle. "Non lo so. Davvero non lo so".

 

Note dell’autrice

Prima di tutto, lasciatemelo dire- amo i Fall Out Boys. E odio Celine Dion. Giudico le celebrità dal modo in cui trattano gli addetti ai lavori quando vengono nei parchi e lei non è una donna facile da gestire. Si è rifiutata di camminare per il parco e ha dovuto essere scortata attraverso i tunnel sotto MK e si è anche rifiutata di dividere la corsa sulle Big thunder Mountain Railroad. Seriamente? Diva.

Ma ho divagato.

Questa è soltanto una cosetta corta corta. Vedete, stavo guardando Furt e, cavoli, Puck era incavolato. E poi ho guardato i promo e lui e Will stavano parlando e Will era tutto "LUI NON TORNERÀ" e Puck era davvero incavolato. Poi ho visto la clip di Hey, Soul Sister e, cavoli, PUCK È SUPER INCAVOLATO.

Ancora, non mi piace pensare che le altre Nuove Direzioni siano arrabbiate con Kurt. Perché davvero, se ci tengono davvero a lui, la sua sicurezza dovrebbe essere più importante di tutto il resto.

Ancora ancora, Brittany è una gioia da scrivere.

Oh, qualcuno si è accorto che questo lega con il capitolo di Furt di Someday You Will Be Loved? Perché è davvero così.

Furt mi ha dato davvero un sacco di nuovo favoloso materiale con cui lavorare. Finora ho scritto questo e il capitolo di SYWBL, in più ho in mente una one-shot che mostri i pensieri di Rachel durante il suo intervento, una one-shot su Karofsky, la sua espulsione e la reazione della sua famiglia, una one-shot su Kurt che trascina Finn a prendere l’abito da sposa di Carole e una one-shot su una scena eliminata. Perché QUALCUNO ALTRO HA NOTATO LA SCENA CHE ERA NEL PROMO E NON NELL’EPISODIO? Ho continuato ad aspettarla e NON C’È STATA e ora sono devastata.

Oh, beh.

Comunque, spero vi sia piaciuto!

Note della traduttrice

Mi sono resa conto che è passato un sacco di tempo dall’ultima one-shot pubblicata… Perché io faccio parte di quella categoria di gente furba che accumula, accumula e accumula e poi si dimentica le cose (come gli scoiattoli che si dimenticano dove hanno nascosto le ghiande!). Prova di ciò? Scartando questa, ho almeno altre cinque storie completamente tradotte che aspettano solo la revisione finale per essere pubblicate e nonostante ciò marciscono nei meandri del mio PC. Perché io sono furba così, sperando che mi torni utile quando tra due settimane ricomincio l’università e il mio tempo libero diminuirà drasticamente.

Cooomunque, io amo Puck! E questo è il primo assaggio di Puck, il Klaine Fairy Godfather *riferimento al fandom inglese sperando che qualcuno colga*. E io adoro come Caitlin scrive Quinn. Seriamente, perché la Quinn del telefilm non può essere più come la Quinn di Caitlin invece di Promzilla? Riguardare su Italia Uno la prima stagione in questi giorni mi fa rendere conto di quanto gli sceneggiatori siano schizofrenici nello scrivere Quinn (più che in tutto il resto, intendo).

Cooomunque numero due, e questo è importante, nota sulla traduzione, dall’asterisco:

(*) L’originale di questo scambio di battute è "What's up?". Brittany looked up. "Ceiling tiles," she said flatly. "And lights. And dead bugs in the lights. And..." (La cui traduzione sarebbe "Cosa succede?". Brittany alzò lo sguardo. "Le piastrelle del soffitto. Le luci. Insetti morti nelle luci. E…). Letteralmente "what’s up" significa "cosa c’è sopra", da cui la risposta di Britt. Ovviamente in italiano non avrebbe avuto senso, da qui la mia scelta di tradurlo con "cosa c’è sotto" per creare un equivoco simile.

In più, una traduzione del titolo potrebbe essere "Prenderla a cuore, prenderla troppo sul serio", ma sinceramente mi fa abbastanza orrore, perciò ho preferito lasciare l’originale.

Coomunque numero tre, di due delle storie che Caitlin ha citato (quella su Rachel e quella su Karofsky) potete già trovare le traduzioni qui su EFP, se non le avete ancora lette *momento di auto-pubblicità senza vergogna*

E con questo ho finito gli sproloqui, alla prossima!

  
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