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Autore: Smeralda Elesar    22/09/2011    6 recensioni
I tre giganti degli inferi sono persone serie, cosa credete? Ma sono sempre stati così? Forse no... andiamo a scoprire cosa accadde un lontano giorno della loro infanzia!
Perchè da piccoli anche i giudici infernali erano carini & coccolosi!
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Carini & coccolosi!

 

 

Il paesaggio arido dell’isola di Creta scorreva veloce sotto gli occhi spalancati di un bambino di otto anni.

I capelli arruffati erano di un biondo chiarissimo ed anche gli occhi tendevano ad una strana sfumatura dorata, che si adattava perfettamente alla sua pelle chiara. Tutto in Radhamantys Heintze-Weissenrode dichiarava che discendeva dai popoli scandinavi.

 

:-Papà, mi racconti di nuovo la legenda del giudice Radamante?-:

 

Il padre di Radhamantys abbassò lo sguardo sul figlio che si agitava impaziente sul sedile del pullman accanto a lui.

 

:-Va bene, però siediti composto adesso-:

 

Ed il Leinsgreve* cominciò a raccontare tutta la storia dall’inizio, da quando Zeus si era innamorato di Europa, la principessa dai begli occhi, e l’aveva rapita portandola a Creta, l’isola dove lui stesso era nato e cresciuto.

 

:-Papà, ma Radamante, Minosse e Sarpedonte sono nati davvero sotto quel platano che abbiamo visto stamattina a Gortyna?-:

 

:-Hem… certo-:

 

Disse il padre convinto.

Sapeva per esperienza che era meglio assecondare la fantasia di suo figlio, anche perché era più facile convincere l’intera assemblea del Legting** che smuovere quel bambino dalle sue convinzioni.

 

:-Ne sei sicuro? Guarda che non devi dire le bugie! E poi io lo capisco subito perché ho lo stesso nome del giudice degli inferi Radamante!-:

 

:-Ah, giusto… non vorrei mai scatenare contro di me l’ira di un giudice infernale-:

 

Il bambino si gonfiò di orgoglio come un galletto e tornò ad appollaiarsi con lo sguardo fisso fuori dal finestrino.

Il paesaggio scorreva veloce mentre il pullman si arrampicava tornante dopo tornante fino al palazzo di Festo.

Finalmente si fermò in un parcheggio e l’intera comitiva poté scendere.

Radhamantys era già stato abbondantemente cosparso di protezione solare da sua madre fin dalla stanza dell’albergo, e prima di farlo scendere suo padre gli calcò in testa un berrettino da baseball per evitare che si scottasse.

A vederlo vestito con jeans, maglietta e scarpe da tennis sembrava un normalissimo ragazzino di otto anni e nessuno avrebbe potuto immaginare che appartenesse all’alta nobiltà delle isole Faer Oer e che suo padre fosse un membro del parlamento.

L’unica cosa un po’ insolita era un pendente d’acciaio a forma di drago che spiccava sulla maglietta arancione.

 

:-Ora dobbiamo fare il biglietto, non è vero, papà?-:

 

:-Certo che dobbiamo-:

 

:-Ma se io gli dico che mi chiamo Radhamantys devo pagare lo stesso?-:

 

:-Credo proprio di sì-:

 

:-Ma non è giusto! Questo è il mio palazzo!-:

 

Il Lensgreve sorrise alla beata ingenuità del figlio.

 

:-I soldi dei biglietti servono a fare i restauri, quindi se questo è il tuo palazzo devi contribuire a mantenerlo, non credi?-:

 

:-Ah… allora va bene!-:

 

Radhamantys si mise in fila in mezzo ai genitori.

La biglietteria era sotto un pergolato e tra una trave e l’altra spuntavano grappoli d’uva nera quasi matura.

 

:-Non la voglio!-:

 

Questo strillo fece trasalire il bambino, anche perché era proprio alle sue spalle.

Si girò e vide un ragazzino più o meno della sua età che si dimenava e gridava come un’aquila mentre la madre lo tratteneva per un braccio.

I suoi capelli erano stranamente bianchi ed erano raccolti a coda, ed una frangia disordinata gli copriva gli occhi.

 

:-Smettila di fare i capricci! Devi mettere la protezione se no ti ustioni!-:

 

:-NO!-:

 

Radhamantys tirò per l’ennesima volta la manica del padre.

 

:-Papà, ma perché quel bambino ha già i capelli bianchi?-:

 

:-Perché è albino. Ora smettila di fissarlo, lo sai che è da maleducati-:

 

Intanto gli strilli di protesta erano stati sostituiti da un frignare irritante.

Tutto merito di un ceffone.

La guida li portò all’interno dell’area archeologica e cominciò a spiegare un sacco di cose sulla storia dell’isola e di Festo, solo che Radhamantys non vedeva nulla in mezzo a tutte quelle persone e decise di sgattaiolare a fare un giro per conto suo.

Andò a sedersi all’ombra di un albero, su una base di colonna ad osservare il suo palazzo.

Se teneva gli occhi bene aperti vedeva le rovine inondate di sole, se invece li socchiudeva vedeva gli ambienti perfettamente interi: le sale, le porte a scomparsa, gli affreschi.

 

:-Spostati-:

 

A parlare era stato il ragazzino dai capelli bianchi, quel piccolo piantagrane che faceva i capricci alla biglietteria.

 

:-E perché?-:

 

:-Perché mi voglio sedere-:

 

Radhamantys lo guardò male.

 

:-Vai a sederti da un’altra parte, no?-:

 

:-Qui c’è l’ombra e io mi voglio sedere qui, quindi sloggia-:

 

:-Non provare a darmi ordini nel mio palazzo!-:

 

Saltò su Radhamantys.

 

:-Il tuo palazzo? Questa è bella! E perché questo sarebbe il tuo palazzo?-:

 

:-Perché io mi chiamo Radhamantys come il giudice degli inferi, tiè!-:

 

Con questo Radhamantys credeva di aver zittito quel rompiscatole, invece lui non sembrava per niente intimorito.

 

:-Se fossi in te non mi darei tante arie, sai? Io mi chiamo Minos e so che il mio palazzo a Cnossos è molto più grande e bello di questo-:

 

:-Come hai detto, scusa?-:

 

Chiese il piccolo conte accigliato.

 

:-Hai sentito bene: il mio palazzo è più grande, più importante e più bello del tuo-:

 

Ripeté Minos.

 

:-Il tuo palazzo è spocchioso come te-:

 

:-Come hai detto, scusa?-:

 

:-Hai sentito bene-:

 

Gli rispose Radhamantys con una scrollata di spalle.

 

:-Il mio palazzo non è spocchioso! Sei tu che sei geloso, ecco! Comunque sia il mio simbolo è il grifone, quello dipinto nella sala del trono di Cnosso, che è un animale mitologico fortissimo!

E il tuo simbolo quale sarebbe? Quella specie di lucertola che porti al collo?-:

 

:-Questa non è una lucertola, è una Viverna, razza di ignorante!-:

 

Strillò Radhamantys paonazzo di rabbia.

Nessuno poteva permettersi di prendere in giro il simbolo degli Heintze-Weissenrode!

 

:-Ed io che ho detto? Una lucertola!-:

 

:-No! Le Viverne sono creature fortissime e sono sullo stemma dei miei antenati da più di ottocento anni!-:

 

:-Bè, se sono davvero così forti non possono proprio essere il tuo simbolo… e comunque secondo me è una lucertola!-:

 

Fece Minos per niente impressionato.

Una voce interruppe il battibecco dei due. Davanti a loro un bambino più o meno della loro età li guardava un po’ imbarazzato, un lungo ciuffo di capelli scuri che gli copriva la fronte.

 

:-Scusate… posso sedermi qui?-:

 

:-NO!-:

 

dissero Radhamantys e Minos in coro, guardandosi subito dopo con odio.

 

:-Ma guarda, finalmente siamo d’accordo su qualcosa!-:

 

:-Già, e se io sono d’accordo con te è una cosa preoccupante! Sentite, sloggiate tutti e due, qui c’ero prima io!-:

 

Radhamantys incrociò le braccia al petto ed alzò il mento con aria di superiorità, ma prima che avesse il tempo di abbassarsi per potersi finalmente sedere, Minos si era già disteso comodamente con la schiena appoggiata contro il grande albero conteso dai bambini.

Il piccolo emise un sospiro beato, stroncato da un verso di protesta quando Radhamantys lo afferrò per un braccio e lo trascinò di peso lontano dal prezioso spazio all’ombra.

Quando tornò al suo posto d’origine però, il nuovo arrivato sedeva già nel suo legittimo spazio d’ombra rigirandosi un filo d’erba tra i denti.

 

:-E tu che vuoi? Fila via, questo è il mio posto!-:

 

:-E chi lo dice?-:

 

:-Se ancora non lo sai io mi chiamo Radhamantys, come il giudice infernale, e questo che vedi è il mio palazzo! Quindi faresti meglio a sloggiare dalla mia proprietà!-:

 

Quello per tutta risposta alzò una mano per sistemarsi il ciuffo che gli pendeva sull’occhio destro.

Radhamantys si imbronciò; essendo abituato ad avere tutto solo ad una semplice richiesta, il comportamento dei due coetanei lo lasciava spiazzato.

Tentò un’altra via.

 

:-Hei, tu, lo sai che io sono Radhamantys Heintze-Weissenrode, e che mio padre è un importante membro del parlamento? Quindi se non ti alzi io…-

 

:-Che cosa? Mi fai fare a pezzi dalla lucertola che porti al collo?-:

 

:-E’ una Viverna!-:

 

Minos si intromise di nuovo, spazzolandosi i pantaloni dalla polvere degli scavi.

 

:-E’ una lucertola!-:

 

:-Viverna!-:

 

:-Lucertola!-:

 

Questa volta il bambino biondo rispose con un sonoro ceffone, e Minos gli rifilò una ginocchiata nello stomaco.

Intanto il nuovo arrivato si era alzato ed allontanato prudentemente dall’improvvisato campo di battaglia, guardando i due ragazzini con aria leggermente preoccupata

 

:-Hei, non fate così! Allora, ricominciamo tutto da capo: piacere, io sono Aiacos, e son…-:

 

:-ZITTO!-:

 

Aiacos guardò Minos a bocca spalancata.

 

:-Tu hai detto zitto a me?! Questa non la passi liscia!-:

 

Fece per colpire ma venne prontamente atterrato da un calcio di Radhamantys, indirizzato inizialmente a Minos.

Allora iniziò un combattimento tutti contro tutti degno di un torneo di wrestling dove ognuno cercava di accaparrarsi il posto all’ombra e gli altri cercavano di tirarlo via.

Quell’epico scontro sarebbe durato ancora per molto, ma i tre contendenti furono interrotti da una voce di donna con un forte accento tedesco.

 

:-Scusate, potete andare a giocare un po’ più in là? Ho bisogno di trovare un po’ d’ombra per mia figlia-:

 

Infatti dietro la gonna della signora spuntava un grazioso cappellino rosa posato su un caschetto di capelli nerissimi.

Radhamantys guardò con astio quella specie di bomboniera rosa e bianca di due anni che rappresentava un ostacolo in più tra lui ed il suo posto all’ombra, ma essendo un piccolo conte non poteva ignorare le regole base della cavalleria, vale a dire precedenza alle donne, così si spostò e lasciò campo libero alla bomboniera e a sua madre.

Visto che era stato il primo a cedere il posto fu lui l’unico oggetto dei ringraziamenti della bionda tedesca, che poi si rivolse alla figlia.

 

:-Komm, Pandora, sie mussen etwas abkuhlen ***-:

 

Trascinò la piccola all’ombra e cominciò a spruzzarla con l’acqua di una borraccia.

A quel punto Radhamantys decise di andarsene e, sudato e pieno di polvere oltre che accaldato, si ripresentò da suo padre con aria avvilita.

 

:-Ma che ti è successo, figliolo?!-:

 

Chiese vedendoselo spuntare davanti in quelle condizioni.

 

:-Niente, papà… cercavo un po’ d’ombra-:

 

Il Leinsgreve, reputando quella una situazione in cui è meglio rimanere nell’ignoranza si accontentò di quella risposta.

Non andò altrettanto bene invece a Minos, perché quando poco dopo tornò anche lui al gruppo sua madre lo spolverò per bene a scapaccioni.

Radhamantys sorrise di un sorrisetto perfido e si godette tutta la scena.

Forse in fondo la giornata non era andata tanto male.

 

 

                *

Anni dopo Minos, Aiacos e Radhamantys indossavano le Surplici violacee dei tre generali degli inferi.

Radhamantys era particolarmente orgoglioso che a lui fosse toccata quella della Viverna, tuttavia c’era ancora una cosa che lo crucciava: il palazzo di Minos negli inferi era un po’ più ampio del suo ed a questo non poteva porre rimedio con qualche lavoro di ampliamento perché Pandora, quella stessa Pandora che vestiva ancora da bomboniera pur avendo adattato il colore al contesto infernale, gli aveva detto che quei palazzi erano in quel modo dai tempi del mito e così dovevano rimanere.

 

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Lensgreve* titolo nobiliare danese

 

Legting** è il parlamento delle isole Fær Øer

 

*** In tedesco vuol dire “Vieni, Pandora, devi rinfrescarti un poco” Sempre se vi fidate del traduttore di Google.

 

 

Ringraziamenti:

 

Alla mia cara so(r)cia che mi ha aiutato a sbloccare un punto della fiction che non sapevo proprio come continuare

 

A tutti quelli che hanno letto

 

Ai giudici infernali che si sono gentilmente prestati a svelare particolari imbarazzanti sulla loro infanzia.

 

 

   
 
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