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Autore: Taide    22/09/2011    1 recensioni
In una fredda mattina di Febbraio, Machiavelli si trova coinvolto in un alterco da locanda con Salaì e una sua vecchia conoscenza.
Piccolo Missing Moment della storia "The Future in The Past"
Read and enjoy!
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Niccolò Machiavelli, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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When Mademoiselle speaks too much


Quella cupa mattina di Febbraio, il Giglio Scarlatto era nel pieno della sua attività.
La costruzione di pietre e legno era rustica, accattivante e attirava clienti di tutti i tipi; il proprietario, Papà Cimaglia, dirigeva l’osteria con la moglie, Madonna Marcella, anche se gli habitué affermavano malignamente che fosse lei ad avere i pantaloni in casa.
A vederla non li si sarebbe potuti contraddire: la signora era un donnone procace, dai modi pratici e dalla lingua lunga che non mancava di usare per sgridare il marito.
I clienti si divertivano ad assistere alle liti coniugali che avvenivano sovente nel locale, ma la mattinata era stata calma e Madonna Marcella si era solo dovuta preoccupare che la colazione fosse pronta per i clienti che avevano cominciato a giungere già dalle prime luci dell’alba.
Tra questi c’erano artisti in voga, letterati squattrinati, mercanti, mercenari e truffatori di ogni sorta; quando la porta poco oliata cigolò sui cardini, Madonna Marcella si girò per accogliere il nuovo avventuriero che stava sgusciando di soppiatto e con il cappuccio calato verso un tavolo in ombra.
L’energica donna si avvicinò al tavolo ed esclamò a voce alta:
- Cosa vi porto, messere? –
L’uomo sobbalzò dallo spavento e esclamò:
- Shhh, per l’amor del cielo, madonna, abbassate la voce –
L’ostessa riconobbe la voce bassa e concitata dell’uomo e sorrise tra sé.
- Il caro Alphonse! Da chi scappate così di buon ora? –
Alphonse Chevalier era un affezionato cliente della taverna, scoperta per caso durante una delle sue fughe da qualche creditore insistente o qualche marito furibondo delle sue avventure.
Si guardò circospetto intorno e a voce ancor più bassa sibilò:
- Da nessuno, madonna, per ora… -
- Bricconcello, forse ho capito. Ma non preoccuparti! Ci pensa Marcella a consolarti a dovere. –
Per un terribile istante Chevalier pensò che la donna avesse intenzione di provarci spudoratamente con lui ma si rilassò quando la vide dirigersi affaccendata verso le cucine e tornare con un vassoio di cibarie.
- Ecco qui, caro. La colazione la offre la casa. –
Con un sospiro di sollievo Chevalier afferrò un frutto di stagione e cominciò a sbocconcellarlo piano.
Si guardò pigramente intorno: Papà Cimaglia stava bevendo con un gruppo di chiassosi mercenari in un tavolo posizionato in mezzo all’osteria ed erano già alticci di prima mattina; in un angolo, circondato da donne e ammiratori, se ne stava il giovane Michelangelo, grandemente ammirato, riposandosi e meditando il completamento della sua ultima opera, La Pietà, con un calice in mano; in una zona illuminata dal tenue chiarore del giorno Chevalier notò un gruppo di pellegrini, giunti in vista del Giubileo che si sarebbe tenuto in Aprile.
In un angolo buio e poco in vista Alphonse notò la sagoma di un uomo: non riusciva a vederne il volto, troppo in ombra, ma gli abiti erano eleganti e sobri.
Proprio quest’ultimo bloccò Madonna Marcella e le bisbigliò qualcosa all’orecchio; quella annuì e si diresse verso Alphonse.
- Il messere laggiù vi invita a unirsi a lui – con queste sbrigative parole girò i tacchi e tornò dietro il banco a strigliare il servetto che aveva rovesciato dei bicchieri.
Alphonse valutò se fosse il caso di accettare, se riconoscesse in quell’uomo, seppur in ombra, i tratti di alcuni strozzini di suo zio e, cosa più importante, se potesse garantirsi un’agevole via di fuga.
Con calma e circospezione si avvicinò al tavolo e scivolò sulla sedia accanto all’uomo.
- Sempre di corsa, Monsieur Chevalier. –
Alphonse si girò stupito verso l’uomo riconoscendone la voce e, finalmente, l’aspetto.
- Machiavelli! Che ci fate voi qui? –
Niccolò Machiavelli alzò ironicamente il calice vero Chevalier, in un irriverente brindisi nei suoi confronti.
- Monsieur, tutti sanno che se si vuole bere un eccellente Chianti bisogna frequentare Papà Cimaglia. Lo contrabbanda personalmente dalla Toscana. –
Chevalier sorrise all’affermazione.
- E dunque cosa volete? Non è saggio sedere allo stesso tavolo – disse Alphonse mentre accettava il bicchiere che Machiavelli gli stava porgendo.
- Cosa voglio? Ho una proposta e un consiglio. –
- Sentiamo, allora – esclamò Chevalier mettendosi comodo.
Machiavelli lo fissò serio:
- Vostro zio è un ambizioso. –
- Mio zio è solo poco fortunato nei suoi affari – rispose piccato Chevalier.
- Mi riferivo all’altro vostro zio. –
Chevalier tacque attento.
- Come sapete è in ottimi rapporti con il Santo Padre, in quanto suo ciambellano, ed amico stretto del Valentino. –
- Perché soffermarsi su pensieri così sgradevoli? – chiese Chevalier cercando di sdrammatizzare.
- Il punto è, mio giovane amico, - lo ignorò Machiavelli, - che vostro zio è in possesso di un oggetto che vorrei voi recuperaste o meglio, il giovane Goffredo Borgia l’ha lasciato in consegna a Francesco e ora è a casa sua. –
Chevalier lo guardò allucinato:
- Mi state chiedendo di entrare in un covo di serpi. Scordatevelo Machiavelli! Perché diamine dovrei fare una cosa del genere? –
Machiavelli gli fece segno di abbassare la voce e bisbigliò:
- Ho amici influenti, non solo tra i Borgia, e potrei trovare il modo per sollevare il Senatore di alcuni suoi oneri – accennò in tono leggero.
- L’unica cosa che potrebbe giovare a mio zio è la morte del Maggiore – gli disse apertamente Chevalier.
- Eppure so che verrà a quel ballo. –
Alphonse si strinse nelle spalle.
- E dunque, la vostra proposta l’avete fatta. Ora, non avevate un consiglio? –
Machiavelli sorrise e puntando gli occhi verso la porta disse:
- Fossi in voi, mi guarderei le spalle. –
Chevalier fece in tempo a voltarsi per vedere Salaì che entrava di gran carriera e tutto agghindato nella taverna, facendo un chiasso infernale e attirando l’attenzione di tutti mentre si guardava in torno.
Chevalier gemette.
Con agilità fece per svignarsela alla chetichella ma il giovane apprendista del Maestro da Vinci lo scorse e gli si gettò contro.
Tuttavia, nel suo scatto verso l’affascinante Chevalier, Salaì urtò contro un inserviente che stava servendo a un tavolo.
Il poveretto perse l’equilibrio e versò addosso a un omone nerboruto e palesemente pericoloso il contenuto di una brocca.
La reazione fu immediata: nel giro di un secondo quello si alzò per atterrare Salaì ma il suo pugno andò a cozzare contro la testa di un mercenario che gli passava accanto.
Un attimo di silenzio e scoppiò il putiferio.
Salaì sentì il tintinnio delle lame che si scontravano e il fragore delle sedie che venivano lanciate da una parte all’altra per non parlare della voce di madonna Marcella che sovrastava le imprecazioni con le sue strida acute.
Tuffandosi sotto un tavolo vide Alphonse e un uomo che non conosceva farsi largo tra la folla a suon di cazzotti, spintoni e bottiglie sapientemente calate sulle teste degli avventori.
Chevalier, da parte sua, si stava divertendo come non gli capitava da tempo e lottava spalla a spalla con Machiavelli parandosi a vicenda i colpi.
- Come sapevate di Salaì? – chiese a Machiavelli ansimando.
- In tutta sincerità, - gli rispose l’uomo mentre atterrava un ubriacone con la prima cosa che gli capitò a tiro – io mi stavo riferendo al un tizio che aveva tutta l’aria di volervi derubare e non a quel giovane mai visto. –
I due approfittarono del parapiglia generale per gettarsi verso il tavolo in cui si era riparato Salaì, afferrarlo per la collottola, e uscire velocemente per il retro della taverna.
Si fermarono a riprendere fiato nel vicolo sudicio e maleodorante, con un Salaì che guardava adorante Alphonse e un Machiavelli divertito per l’alterco mattutino.
- Alphonse caro –
Chevalier placò lo slancio di Salaì con una mano, tenendolo lontano da sé, mentre cercava di seguire con lo sguardo Machiavelli.
Calibrando le parole disse:
- Se dovessi accettare, dove vi potrei trovare? –
- Se doveste accettare, saremo noi a trovare voi – gli rispose sibillino.
Poi, alzando il sopraciglio, guardò verso Salaì che tentava in tutti i modi di incollarsi a Chevalier.
- Devo ammettere che questo giovane è… tenace – affermò divertito.
Chevalier masticò un’imprecazione tra i denti mentre atterrava Salaì sulla schiena.
- E’ una piattola – disse ansante.
- Oh, Alphonse. Non dite così – celiò Salaì adorante – se quella ragazza non mi avesse detto dove eravate non avrei potuto ammirare la vostra bellezza – continuò.
Alphonse e Machiavelli si guardarono, l’uno rassegnato e l’altro incuriosito.
- Ragazza? – domandò a Chevalier.
Quello esasperato soffiò:
- Lasciate stare, Machiavelli. L’episodio di stamane è ciò che accade quando mademoiselle parla troppo. –
Machiavelli decise di non ribattere e, con un breve cenno del capo, si allontanò veloce.
Chevalier rimase insieme a un Salaì aggrappato ai suoi stivali; con una leggera torsione delle gambe riuscì a liberarsi e scattare a tutta velocità verso la bottega del Maestro, sperando di seminare Salaì.
Guadandosi indietro, lo vide seguirlo a tutta velocità.
Con un sospiro sconsolato Chevalier aumentò i suoi sforzi maledicendo Salaì, Sophia, i biglietti di suo zio e il creato in generale.



Note dell'Autrice
Buon pomeriggio a tutti! Allora, questo è un piccolo Missing Moment della mia fic, The Future in The Past, che mi è venuto in mente l'altro giorno.
Episodio senza troppe pretese che vede protagonisti Machiavelli, Salaì e un personaggio originale alle prese con avvenimenti quasi comuni all'epoca. La storia è leggermente Shonen-ai dato che l'interesse è solo di Salaì ma mi sembrava adatto indicarlo. Forse sono un po' caduta in un clichè ma mi sono divertita a immaginare la scena.

  
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