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Autore: Skinuzbear    22/09/2011    11 recensioni
Lisbon ha difficoltà a dormire, riuscirà a trovare una soluzione?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uuuuuuuh è tantissimo tempo che non scrivo una fanfic!! Mi sono resa conto che sono arugginita....un sacco arruginita...quindi abbiate pietà. Accetto volentieri consigli di scrittura se ne avete. La vostra opinione e benvenuta.

Allora: primissima ff su The Mentalist....l'ho scritta oggi e ci tenevo a pubblicarla oggi che comincia la 4 stagione (YEAH!), non vedo l'ora di potermi gustare il primo episodio!!


Disclaimer: Mentalist non è mio.........non ancora...........

 




Pillow

 

Teresa Lisbon era stanca, molto stanca. 

 

Quella mattina si era guardata allo specchio e di rimando aveva avuto l’immagine di un cadavere....no, forse un cadavere era messo meglio...

 

Erano ormai una decina di giorni che non riusciva a fare una decente nottata di sonno e non riusciva a capirne il motivo.

 

Non era più nervosa del solito, nè ansiosa...nella sua vita le cose procedevano più o meno come sempre: si alzava, andava al lavoro...nuovo caso, nuovo assassino, Jane, guai, lamentele, Hightower, minaccia di licenziamento, Jane, piano strampalato, Jane, cattura dell’assassino, scartoffie, cena, TV, letto.

 

Tutto assolutamente nella norma.

 

Eppure non riusciva a dormire.

 

Si girava e rigirava, scalciava via le coperte e le ritirava su...cuscino sì...cuscino no...pancia in su, pancia in giù, fianco sinistro, fianco destro...in diagonale, a pelle d’orso, a gambe in sù contro il muro...per terra.

 

Niente. Lei e Morfeo avevano avuto un litigio d’amore.

 

Era così snervante...non tanto il non dormire, quanto il voler dormire e non riuscirci.

 

Si era messa anche d’impegno: aveva contato le pecore....era arrivata a 3457 ovini poi la sveglia aveva suonato. Un bicchiere di latte caldo. Un bicchiere di vino rosso. Sei bicchieri di vino rosso. Tisane rilassanti alla erbe. Melatonina. Tisane alle erbe e melatonina.

 

Poi era passata ai medicamenti. Le avevano donato un paio di ore di sonno irrequieto e insoddisfacente.

 

Nella disperazione era giunta a contemplare l’idea di farsi cadere in testa il ferro da stiro...ma era nuovo, della Rowenta, con 4000 fori per il vapore...non poteva, non aveva mai avuto camicie stirate tanto bene.

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Teresa Lisbon era stanca, molto stanca.

 

Jane l’aveva notato...Cho l’aveva notato...Van Pelt l’aveva notato...anche Ron l’aveva notato. Rigsby.....forse....la senape era finita.

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Era un giovedì tranquillo, gli assassini quel giorno avevano preferito il bricolage all’omicidio e al CBI gli agenti si dedicavano alle pratiche arretrate.

 

Lisbon era arrivata puntuale, al solito orario; appena uscita dall’ascensore, aveva lanciato un fugace saluto al team senza nemmeno guardare chi fosse presente e aveva arrancato direttamente verso il cucinino senza posare le sue cose, per poi andare nel suo ufficio con una tazza di caffè fumante.

 

Jane si era avvicinato, rimanendo appoggiato allo stipite della porta, inzuppando una bustina di tè nella sua personale tazza turchese.

 

La stava contemplando...la sua Teresa Lisbon, il suo piccolo detective tenace, i cui occhi verdi che normalmente riflettevano intelligenza e decisione ora erano oscurati da un velo di spossatezza. Aveva profonde occhiaie che risaltavano maggiormente dato il pallore della sua carnagione e i capelli ebano leggermente arruffati, tipici di chi ha provato a domarli ma loro dovevano rispecchiare lo stato d’animo.

 

Lisbon aveva impiegato qualche minuto per notare la sua presenza.

 

“Jane”

 

“Lisbon”

 

“Divertente...”

 

“Stanca”

 

“Come?”

 

“Cosa come?”

 

“Come -stanca-?”

 

“Pensavo ci stessimo scambiando degli aggettivi. Io -divertente-, tu -stanca-”

 

“Non sono stanca”

 

“Sì, sei stanca”

 

Lisbon voleva ribadire il suo concetto ma il sorriso comprensivo stampato sul viso del consulente l’aveva fatta desistere. Si era limitata a lanciargli uno dei suoi sguardi imbronciati da -Hai ragione, ma non te lo dirò mai-.

 

“Perchè non dormi? Vuoi parlarne?”

 

“E’ una seduta?”

 

“Se vuoi possiamo farla”

 

“Ho dei brutti precedenti con gli strizzacervelli”

 

“Non ti farò bere nulla che non ti sia preparata tu stessa”

 

Gli angoli della bocca di Lisbon si erano incurvati all’insù per un attimo, per poi lasciar uscire un sospiro.

 

“Non lo so perchè non dormo...non dormo e basta...ho provato tutto, dai rimedi della nonna ai sonniferi. Vado a letto, esausta, ma non riesco a riposare...”

 

Era un tono rassegnato che esponeva un dato di fatto, nulla di più.

 

“Che cosa fai?”

 

“Cosa vuoi dire?”

 

“La tua routine, prima di andare a letto...”

 

“Quello che fanno tutti...ceno, guardo un po’ di televisione...verso le 11/11.30 mi cambio, lavo i denti e vado a letto....”

 

“Tutte le sere?”

“Sì....praticamente sempre...”

 

“mmh....”

 

“-mmh- cosa?”

 

Jane aveva sollevato la tazza per portarla alle labbra ma l’aveva lasciata lì, a mezz’aria, ad aspettare mentre il suo sguardo era fisso verso un punto davanti a sé che però non stava vedendo.

 

“Magari il problema non sei tu...magari ti manca qualcosa...”

 

Lisbon si era appoggiata pesantemente allo schienale della sua sedia, incrociando le braccia al petto. Un sopracciglio alzato e un ghigno obliquo.

 

“E cosa mi mancherebbe? Compagnia?”

 

Qualcosa era saettato dietro gli occhi di Jane, un solo secondo e lei non lo aveva nemmeno notato.

 

“In realtà non era quello a cui stavo pensando, ma ora che melo fai notare anche questa è una possibilità...”

 

“Tu a cosa hai pensato?”

 

“A un cuscino”

 

“Un cuscino?”

 

“Sì, quei cuscini grandi, ergonomici, da abbracciare a forma di cane o gatto o maiale....sai, che ti fanno dormire nella posizione giusta...”

 

“Avevi pensato a un cuscino?”

 

“Non discuterei mai la tua assente vita sessuale, Lisbon...non con te...” 

 

Poco ci volle che Patrick Jane si ritrovasse una cucitrice in piena fronte.

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Era tardi, anche se il bullpen si era svuotato prima delle sei data la giornata particolarmente fiacca, Lisbon era dovuta rimanere a causa del meeting trimestrale con i grandi capi.

 

Dopo la seduta terapeutica e relativa fuga di quella mattina, non aveva visto Jane per il resto della giornata. Meglio per lui, perchè non avrebbe sbagliato mira una seconda volta.

L’aveva fatta irritare, come se le mancasse solo quello...lui e la sua maledetta lingua lunga...

 

Arrancava per inerzia, ogni passo più pesante, più faticoso. L’unica cosa che desiderava in quel momento era il suo letto e dormire....-Dio, ti prego, fammi dormire!-

Si era ridotta a pregare per ottenere qualche ora di sonno.

 

Entrata nell’ufficio, la prima cosa che aveva notato era Jane...sul suo divano....addormentato. 

 

Bastardo.

 

La rabbia di quella mattina era tornata a farsi sentire accompagnata da un picco acuto d’invidia. Un’improvvisa voglia di svegliarlo la stava assalendo. Stava già aprendo la bottiglietta d’acqua da svuotargli in faccia quando un pensiero la colpì.

 

L’unica persona che probabilmente dormiva meno di lei era proprio Jane. Un tipo di insonnia che nemmeno un cuscino può curare.

 

Un po’ in colpa richiuse la bottiglietta, sospirando. Si prese del tempo per osservarlo meglio...un ricciolo biondo ricadeva morbido sulla fronte, i tratti rilassati, il respiro regolare...aveva un che d’innocente...cosa che un Jane sveglio non poteva nemmeno fingere.

 

Improvvisamente si sentiva rilassata e il pensiero di andare a casa era fin troppo faticoso.

 

Si tolse la giacca e le scarpe e si accoccolò vicino a Jane, poggiando la testa sul suo petto. 

______________________________________________________________________

 

Jane si era svegliato qualche ora più tardi trovandosi aggrovigliato ad una Teresa Lisbon immersa nel mondo dei sogni.

 

Un sorriso si era aperto involontariamente sul suo viso. 

 

L’ultima cosa che voleva fare era muoversi, ma il suo lato umano e la quantità spropositata di tè che ingeriva ogni giorno evocavano in lui un bisogno primario.

 

Aveva cercato di scivolare via il più delicatamente possibile, ma già al suo minimo movimento aveva visto la testolina bruna sollevarsi e gli occhi giada offuscati dal sonno strizzarsi alla luce artificiale.

 

“Ben svegliata”

 

“.......mmmhgrrrrrrnnnnmmmmh.........”

 

Già  sapeva che Lisbon non era una persona mattiniera ma non si aspettava anche una totale mancanza di articolazione linguistica da appena sveglia.

 

Lisbon aveva inspirato forte, affondando il naso nel petto di Jane e strofinandoci il viso prima a destra e poi a sinistra per poi risistemarsi nella posizione più comoda stringendolo un po’ più forte nelle sue braccia.

 

“Lisbon...”

 

“mmmh....”

 

“Sei sveglia?”

 

“mmmh...”

 

Jane stava soffocando una risata, e nemmeno tanto bene.

 

“Hai trovato il tuo cuscino?”

 

“mmmmh...”

 

“E com’è?”

 

“Perfetto.....se solo non parlasse...”

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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