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Autore: Edellweiss    22/09/2011    5 recensioni
- Perché non me l’hai detto? -, Domandò di rimando la ragazza, con un filo di voce, senza nemmeno fissarlo negli occhi, mentre cominciava a piangere.
Detto cosa?
- Tsubaki… Non capisco .. -.
- Perché? .. Perché non mi hai detto. .. non mi hai detto che era il tuo compleanno? ..-, Finì singhiozzando, non c’è la faceva più a tenersi tutto dentro.
Black*Star rimase impietrito, raggelato, sia dal vederla piangere in quel modo sia da quella domanda.
Lei come sapeva?
- Non piangere Tsubaki .. -, Fu l’unica cosa che riuscì a dire. Allungò un braccio verso di lei, con l’intento di appoggiarglielo sulla spalla, ma lei lo scacciò in malo modo, continuando a fissare le coperte candide.
- Non mi toccare .. - Sibilò, piano.
Black*Star allora parlò, disperato, Tsubaki non si era mai comportata così.
- Non te l’ho detto perché … perché non mi sembrava importante .. -.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, spero che questa one-Shot vi piaccia.

Ringrazio moltissimo Altariah per tutto il suo sostegno!

Black*Star

La giornata era passata più veloce di quanto si aspettasse, quasi senza che si accorgesse dell’andare del tempo. Aveva cercato di essere il più naturale possibile, di non dare troppo nell’occhio, anche se, forse, il fatto che fosse stato zitto e isolato per quasi tutto il tempo aveva preoccupato – o forse infastidito, non ne era certo perché non l’aveva mai vista contrariata con lui – Tsubaki.

Da quando si era alzati quella mattina aveva un’espressione quasi vuota, sembrava lo ascoltasse, ma fissava nel vuoto, e, quando era in qualche modo costretta a girarsi verso di lui abbassava lo sguardo e stringeva i pugni, come per trattenersi. Alla Shibusen non si erano quasi rivolti la parola, forse a causa sua perché se ne era rimasto in disparte a fare esercizi o forse perché Maka continuava a trascinare Tsubaki di qua e di là, mentre parlavano a bassa voce tra di loro, ogni tanto gli era sembrato che anche Liz e Patty entrassero nella conversazione, ma non ci aveva fatto caso più di tanto. Pensava fossero solo coincidenze, che forse quella mattina Tsubaki fosse nervosa per i fatti suoi, oppure perché insomma, le era venuto il ciclo, però, se ben ricordava, erano solo due settimane che le erano finite, perciò era tecnicamente impossibile.

Arrossì al pensiero che si era pure ridotto a contare i giorni del ciclo di Tsubaki, ma vivendo tutti i giorni con lei era inevitabile no?Come faceva a non contare i giorni in cui non poteva toccarla? O avvicinarsi troppo perché lei si bloccava automaticamente?Ad ogni modo, la sua Buki era tornata a casa prima, e lui l’aveva lasciata andare senza dirle niente, desiderando stare un po’ solo, assieme al piccolo pacchetto che gli aveva consegnato Shinigami –Sama appena arrivato a scuola. Era avvolto da carta marrone piuttosto leggera, e semplicemente toccandolo si capiva che la consistenza era morbida, si era scervellato per capire quale regalo di compleanno potesse mai essere. Ma niente.

Prese un profondo respiro, e guardò con determinazione il pacchetto prima di cominciare a strapparlo senza altri indugi. L’unica cosa che sapeva, era che apparteneva al clan della Stella.

Tsubaki

Era una serata fresca, dalle finestre usciva un tiepido venticello che le faceva venire i brividi lungo la schiena, scoperta per metà. La camicia da notte che indossava, di un panna forse più tendente al gallino non la copriva granché, essendo lunga fino a metà coscia e di seta non la riscaldava per niente. Ma, nonostante avesse pigiami decisamente più caldi, quello le era sembrato sicuramente più adatto ad attirare l’attenzione di Black*Star. Non che avesse intenzioni … impure, voleva solo che si rendesse conto di lei, perché per tutta la giornata non l’aveva neanche guardata, perso a pensare chissà cosa. E lei era Arrabbiata, Delusa.

Perché?

Perché non gliel’ aveva detto che era il suo compleanno?Al solo pensiero le veniva da piangere per l’angoscia. Forse non si fidava di lei?Eppure dopo quasi tre anni che abitavano assieme, che erano Buki e Shokunin e sei mesi che stavano insieme pensava che tra loro ci fosse una sintonia perfetta, una fiducia reciproca, invece lui non le aveva mai confessato che il 21 marzo fosse il suo compleanno. Lei lo sapeva da quando era diventata la sua arma, glielo aveva detto Shinigami-Sama, perché si era sentito quasi in dovere di metterla al corrente del travagliato passato di Black*Star, dei suoi antenati, e anche quella data faceva parte delle tante cose che era venuta a sapere. Gli altri anni si era limitata a far finta di nulla, aspettando che lui fosse pronto per dirglielo da se. Ma questa volta non ci riusciva a lasciar correre.

Sentì la porta principale aprirsi e il cuore le sobbalzò in gola, sfregò il braccio sugli occhi cacciando le lacrime di risentimento, non doveva notare che aveva pianto. Si voltò piano nascondendo metà volto sotto le coperte aspettando che lui facesse il suo ingresso nella camera.

A pensarci bene mettersi quella camicia da notte non era stata un’idea geniale, per niente. Se lui l’avesse vista così sicuramente non sarebbe riuscita a fare un discorso serio a lungo perciò si strinse ancora di più le coperte attorno, fino al punto che il palmo delle mani le faceva addirittura male.

La luce della lampada rischiarò in un attimo la stanza, e nonostante lo attendesse si spaventò comunque e sobbalzò leggermente.

<< Tsubaki sei sveglia? >>, Mormorò, con una voce atona, quasi speranzosa mentre le si avvicinava e le spostava una ciocca di capelli che le copriva il viso.

La ragazza si disse di stare calma e fare finta di niente, perché se avesse parlato con lui in quel momento, probabilmente si sarebbe sfogata urlandogli dietro di tutto, oppure, forse era l’ipotesi la più probabile, avrebbe finito per fare l’amore con lui, e in poco si sarebbe dimenticata dei problemi che avevano. E questa volta voleva parlargli, ma non sicuramente a letto, dove lui avrebbe potuto sviare l’argomento in qualsiasi momento.

Cercò di ignorare il suo respiro caldo sul collo e le sue dita che scorrevano sulla sua guancia in una tenera carezza. Ma era difficile. Kami se lo era!

Lo sentì sospirare pesantemente e abbandonare il suo volto, semiaprì l’occhio sinistro per spiarlo, si stava cambiando, probabilmente voleva mettersi i pantaloni del pigiama, ma si impose di non guardare, perché i suoi ormoni impazziti non aiutavano di certo. Non riusciva mai a resistergli, ma non era sicura che lui lo sapesse.

Aspettò con il cuore in tumulto che si stendesse mentre mugugnando qualcosa si voltava dall’altra parte, sperando di sembrare davvero addormentata. Quando Black*Star alzò le coperte sentì solo un leggerlo brivido, ma si rese conto che, per qualche attimo, il ragazzo rimase fermo, prima di stendersi. Ingoiò pesantemente, si era sicuramente accorto del suo vestiario. Si accaldò improvvisamente. Se prima qualche brivido l’aveva scossa ora voleva solo scoprirsi per trovare sollievo dal caldo.

Quando lui spense la luce l’unico chiarore che rimase fu quello dei palazzi e dei lampioni fuori dalla finestra, e sospirò di sollievo, notando che non si era mosso da quando si era sdraiato. Ma prima di poter chiudere gli occhi aveva percepito, al quanto chiaramente, la mano del suo Partner sfiorarle le cosce e risalire lentamente. Inutile dire che trasalì dalla sorpresa, e si mosse di scatto.

<< Tsubaki? >>, La richiamò Black*Star, avvicinandosi al suo orecchio, prima di posarle umidi baci sul collo, aderendo il più possibile a lei, mentre la sua mano intrufolatasi sotto la vestaglia le sfiorava il ventre.

Tsubaki si impose di rimanere zitta, ferma, anche se era più che sicura che lui si fosse accorto che era sveglia, perché continuava a tremare. Ma quando scese con le dita vicino al basso ventre non riuscì a trattenere un sospiro, stridulo a causa della tensione. Basta, era ora di finirla.

<< Smettila Black*Star! >>, Più che con rabbia quella frase le uscì come una supplica, e pensò immediatamente che lo Shokunin potesse fraintenderla, perciò si mise seduta, facendo una lieve pressione perché lui la lasciasse.

Lo fissò in volto, sembrava non comprendere, aveva le sopracciglia aggrottate e la bocca aperta, come per protestare. Ed infatti era quello che aveva in mente di fare, solo che, non appena aveva incontrato gli occhi tormentati della Buki le parole gli erano morte in gola.

Perché lo rifiutava?Che cosa aveva fatto?

Più ci pensava e meno capiva; Tsubaki era sempre stata una ragazza semplice da decifrare, almeno per lui, e in tutta onestà, non capiva perché lo fissava delusa, incerta quasi con … con Rabbia.

<< Cos’hai Tsubaki? >>, Le chiese.

La vide stringere i pugni, così forte da mettere in risalto le vene bluastre; Lo stava spaventando.

<< Perché non me l’hai detto? >>, Domandò di rimando la ragazza, con un filo di voce, senza nemmeno fissarlo negli occhi, mentre cominciava a piangere.

Detto cosa?

<< Tsubaki… Non capisco .. >>.

<< Perché? .. Perché non mi hai detto. .. non mi hai detto che era il tuo compleanno? ..>>, Finì singhiozzando, non c’è la faceva più a tenersi tutto dentro.

Black*Star rimase impietrito, raggelato, sia dal vederla piangere in quel modo sia da quella domanda.

Lei come sapeva?

<< Non piangere Tsubaki .. >>, Fu l’unica cosa che riuscì a dire. Allungò un braccio verso di lei, con l’intento di appoggiarglielo sulla spalla, ma lei lo scacciò in malo modo, continuando a fissare le coperte candide.

<< Non mi toccare .. >> Sibilò, piano.

Black*Star allora parlò, disperato, Tsubaki non si era mai comportata così.

<< Non te l’ho detto perché … perché non mi sembrava importante .. >>.

La ragazza smise di piangere poco a poco, e lo fissò, finalmente, ma questa volta era lui ad avere il capo chino.

Perché non mi sembrava importante.

Forse era impazzito.

<< Cosa ci può essere di più importante della nascita di un Dio? >>, Domandò, quasi cantilenando. Si Sentiva meglio, molto meglio.

Black*Star alzò lo sguardo stranito, non l’aveva mai vista da quel punto di vista. Aveva sempre pensato che il 21 Marzo fosse il giorno della nascita di un Assassino, di una stella scura.

Tsubaki prese il suo viso tra le mani e lo baciò appena, velocemente prima di urlargli << Buon compleanno Black*Star! >>. Ridendo, come una bambina. Una bambina bellissima.

Cosa ve ne pare?

Kisskiss.

Ellenweiss.

   
 
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