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Autore: Lady Gardenia    22/09/2011    1 recensioni
Il destino qualche volta sceglie mezzi strani per agire. Stavolta si tratta di una valigetta nera. Il contenuto? I piani di un'intera vacanza. Ma l'imprevisto può rivelarsi una dolce variazione...
[...] “Perfetta? È vero. Sei una perfetta imbecille, un’oca perfetta, una perfetta scocciatrice…”
“ Io aggiungerei anche perfettamente bella”.
Per un istante Nicole si chiese se non stesse impazzendo, poi scartò l’ipotesi dicendosi che, probabilmente, il santo protettore delle bamboline stupide era sceso sulla terra in aiuto della sorella. Infine, dandosi nuovamente della pazza, localizzò la voce maschile che si era espressa in modo così lusinghiero nei confronti di Lilian.[...]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BITTERSWEET LOVE

 

“Che fame che ho!”, esclamò allegramente Lilian. Dal divano dove Nicole era raggomitolata arrivò un grugnito. Lilian si allungò verso la sorella, intenta a scribacchiare furiosamente. “Si può sapere che stai facendo?” Le rispose un altro grugnito. “Come ti pare. Vuoi mangiare qualcosa?”

Un nuovo rantolo accompagnato da un gesto di diniego fece capire a Lilian che la sorella non era particolarmente interessata al cibo in quel momento. Raggiunse la loro ordinatissima cucina (non per merito suo) e aprì la dispensa cercando una tavoletta di cioccolata. Era una sua grande debolezza alla quale non sapeva rinunciare neanche in piena estate. La afferrò pronta a strappare l’involucro quando la sua attenzione venne colpita da un minaccioso post-it giallo che spiccava sulla carta. Diceva ‘rimettere a posto. Mangiare prima le cose a rischio scadenza’. Lilian sospirò. Nicole, con la sua maniacale organizzazione, aveva colpito ancora. Con gesto noncurante appallottolò il foglietto giallo pronta a gustare la cioccolata, ma una sorta di ruggito guastò il momento. “Come hai potuto anche solo pensare di non rispettare il mio biglietto! Rimetti a posto quella tavoletta e prendi lo yogurt alla fragola!”

Lilian battè le palpebre. “Non sono a dieta”

Nicole scosse la testa spazientita. “Non è perché penso che tu sia a dieta, ma perché lo yogurt è ad alto rischio scadenza. Non voglio trovare la cucina invasa dai vermi perchè tu ti rifiuti di consumare lo yogurt. Nel caso te ne fossi scordata, dopodomani partiamo per tre settimane ed entro quel giorno tutto dovrà essere sistemato, ivi compresa la buona organizzazione degli alimenti. In alternativa allo yogurt ci sono delle uova che vanno assolutamente mangiate e del prosciutto.”

Lilian protestò “Nicole, sono le cinque di pomeriggio. In questo momento francamente mi disgusta anche solo l’idea di prepararmi un uovo sodo… mmmm…”, riflettè un istante, “se proprio ci tieni a lasciare la cioccolata nella dispensa, andrò a prendere un gelato con Billy. Che tristezza, domani parte anche lui e non lo vedrò per tre lunghe settimane…

Nicole starnazzò “Che tu esca a mangiare il gelato non risolve affatto il problema, stupida!”

Lilian la guardò stupita. “La cioccolata rimarrà intatta al suo posto! Era questo che volevi, no?”

Nicole chiuse un attimo gli occhi per invocare la pazienza. “Discutere con te è perfettamente inutile. Vorrà dire che me la sbrigherò da sola mentre tu esci con Ken.”

“Ken? Ma con Ken ci sarò uscita tre volte quando facevo la prima media!”

“Intendevo dire che Billy è identico al fidanzato di Barbie, ma capisco che sia chiedere troppo al tuo povero neurone solitario”

Lilian sorrise. “Veramente i miei neuroni sono in coppia. Fidanzati. E con una vita molto attiva dal punto di vista… hai capito no?”

Nicole sospirò. “Ora capisco perché hai in testa solo quello. Divertiti con Mister Centauro perfetto. Vorrà dire che per cena preparerò una quiche, per usare le uova e il prosciutto.”

Lilian assunse un’aria vagamente allarmata. “ Ehm.. credo che Billy mi porterà a cena. Scusa tanto Nicole. , puoi sempre invitare qui la signora Monteda per farti compagnia… visto che siete amiche per la pelle voi due!” abbagliò Nicole con uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti che la facevano sembrare tanto una brava ragazza.

La signora Monteda era un’anziana messicana che occupava l’appartamento sotto il loro, con un robusto appetito in grado di apprezzare anche le più strampalate esibizioni culinarie di Nicole ed una certa passione per l’antica mitologia azteca. Suo malgrado, a Nicole le chiacchierate con la signora Monteda andavano a genio. Se la conversazione languiva, la signora non rifiutava mai una bella partita a dama.

“Molto spiritosa Lil, davvero. , allora a dopo.” Lilian gratificò la sorella con un altro sorriso e uscì dalla stanza come se uscisse di scena. Nicole sospirò e si attaccò al telefono per chiamare la sua anziana amica, scuotendo la testa con disappunto: sua sorella era decisamente troppo teatrale!

 

Due giorni dopo erano in aeroporto, ciascuna pronta a modo suo: Lilian era riuscita con successo nell’impresa di stipare un intero guardaroba nella valigia rosa confetto ed aveva salutato il suo Billy con promesse di amore eterno che meditava di infrangere non appena si fosse presentato un tipo interessante. Dal canto suo Nicole aveva lasciato la casa meticolosamente in ordine, preparato la valigia ed era riuscita, con la complicità della signora Monteda, a svuotare la dispensa per scongiurare il pericolo vermi.

In quel momento era intenta a sorvegliare con il cipiglio di un falco una valigia nera piena di chiusure e lucchetti. Lilian le sorrise in gesto di approvazione. “Brava Nicole, fai bene a tenere così tanto ai tuoi vestiti! Forse dovrei procurarmi una valigia come la tua.” Occhieggiò poi ad un’altra semplicissima valigia celeste che la sorella si portava dietro. “Addirittura due valigie?”

Nicole alzò gli occhi al cielo, detestando le chiacchiere di sua sorella con tutto il cuore. “Quella nera non contiene vestiti, ma tutta la mia vita!”

Lilian sbattè le palpebre perplessa. “è un diario segreto?”

Nicole serrò i pugni contro i fianchi per evitare di colpire Lilian “Dammi un buon motivo per non picchiarti”

Lilian la guardò con aria di commiserazione. “I pugni non sono mai stati il tuo forte, Nicole. Potresti fare più male a te stessa che a me. Inoltre rischieresti di sciuparmi il trucco. Oh, carino quello!” L’ultima esclamazione di Lilian era rivolta ad uno steward con la faccia da bambolotto che passava in quel momento.

Nicole stava per prorompere in un’esclamazione esasperata quando capì come volgere la situazione a proprio vantaggio. “Già, molto affascinante. Anzi perché non gli parli?”

Lilian aveva lo sguardo sognante “Dici che dovrei?...”

Nicole annuì con un sorriso esagerato. “Ma certo! E già che ci sei potresti accennargli le nostre preoccupazioni per una certa valigia… e magari chiedergli di dotarla di una targhetta speciale…

Lilian sollevò il mento orgogliosa. “Lascia fare a me, sorella!”, e si avvicinò con passo felpato al giovane, la cui espressione facciale passò dal cortese all’ipnotizzato in pochi istanti. Nicole si chiedeva sempre come facesse sua sorella. Non era neppure una bellezza stratosferica, ma aveva uno strano tipo di carisma in grado di soggiogare praticamente chiunque. Tornò verso di lei con un sorriso scintillante. “Tutto a posto, ha detto di dare questo biglietto alla tizia del check in, lei saprà cosa fare. È un tipo simpatico, si chiama Tom…”

Nicole sorrise cinica. “Che importa il nome, servirà allo scopo”

 

 

Passarono quasi due ore dall’imbarco, durante le quali Lilian attaccò bottone praticamente con tutti i loro compagni di viaggio mentre Nicole cercava di rilassarsi al pensiero che la sua valigia era al sicuro. La donna del check in, dopo aver lanciato a lei e Lilian un’occhiata sospettosa e poco benevola aveva assicurato che si sarebbe personalmente incaricata di fissare sulla valigia indicata dal suo collega un’etichetta VIP e avrebbero avuto la certezza assoluta di trovare immediatamente la propria valigia al momento dell’arrivo. Ora si trattava solo di ignorare le chiacchiere continue di Lilian, seduta accanto ad un sedicenne totalmente soggiogato e immergersi nella lettura di un bel libro. Quando l’aereo si sollevò in aria Nicole si sentì avvolgere da una strana euforia. Forse, ma proprio forse, quella vacanza si sarebbe rivelata interessante. Nelle migliori aspettative, perfino piacevole. Ma si. La valigia era al sicuro, non c’era nulla da temere!

 

 

 

La sensazione di benessere che aveva invaso Nicole mentre si trovavano in volo si infranse non appena messo piede a terra. L’aeroporto di New York l’avrebbe certamente affascinata in qualunque altro momento, ma ora il suo unico desiderio era recuperare la valigia nera. Cinque ore di volo erano state più che sufficienti a donarle e toglierle il buonumore, visto che il suo strano carattere oscillava a intervalli di tempo regolari tra l’euforico, il pigro, l’ansioso e l’autocommiserativo.

In quel momento si era stabilizzato sulla frequenza ansioso. Quasi senza accorgersene saltellava nervosamente da un piede all’altro e stringeva il braccio di Lilian, che si lamentò infastidita “Nicole, vuoi star calma? Siamo in vacanza!”

“Non ho ancora la valigia, il che vuol dire che sono nervosa.”

Lilian alzò gli occhi al cielo “Che ci sarà poi di così prezioso! Hai detto che non sono vestiti… fortuna che la mia valigia è arrivata di certo!”

Nicole ridacchiò senza allegria. “Che c’è, ora sei diventata una sensitiva?”

Lilian sgranò gli occhi “Nicole, ma sei scema? Se mi hai consigliato tu di chiedere a Tom un’etichetta speciale!”

“Certo, infatti ce la siamo fatta mettere sulla valigia nera, no?”

Lilian era sempre più confusa “No, su quella rosa! Ho chiesto a Tom di metterla sulla mia valigia!”

Nicole era terrea “Tu…tu…ma io ti ammazzo! Ma perché sei così idiota Lilian!? Perché ho la sfortuna di avere una sorella con lo zucchero filato al posto della materia grigia!”

Lilian arricciò il naso. “Per fortuna! Già il nome ‘materia grigia’ è disgustoso, e poi il grigio non è più di moda dagli anni novanta ed è così triste! Lo zucchero filato invece è dolce, rosa e luccicante, proprio carino!”

In quel momento un ragazzo in uniforme dell’aeroporto si avvicinò alle due sorelle trascinando la voluminosa valigia rosa confetto di Lilian. “Scusa, questa è tua?”

Lilian lo gratificò con un sorriso radioso, mentre Nicole lo trafisse con lo sguardo. “è la valigia di questa deficiente, grazie mille!”

Il giovane restituì l’occhiata gelida. “Le dispiacerebbe togliersi, signorina? Devo eseguire una consegna. Si rivolse nuovamente a Lilian con grande ammirazione “Mi hanno telefonato dall’aeroporto da cui siete partite per descriverti, in modo che potessi trovarti più facilmente ma…” Arrossì “ Dal vivo sei più carina!”

Nicole si allontanò disgustata prima di sentire la risposta di Lilian. Era tipico di quell’esibizionista! Quanto la detestava! Come le era saltato in mente di partire per un posto così lontano con un’ochetta scervellata? Mentre mentalmente faceva a pezzi la sorella con un’ascia notò sul nastro trasportatore la sua valigia celeste contente i suoi abiti. Questo le restituì un po’ di fiducia. Se la celeste era arrivata, anche la ben più preziosa nera doveva essere vicina. Per quanto la sua visione della vita fosse solitamente pessimistica, tentò di immedesimarsi in quella rosea della sorella per un istante e sognare in positivo. Ma si. Possibile che in tutto l’aereo proprio la sua preziosissima valigia nera fosse andata smarrita? No, non era possibile.

 

 

 

 

“Come sarebbe? Non può essere! Non è possibile che non sia arrivata! È stata imbarcata con tutte le altre!” Nicole stava urlando. Dopo quasi un’ora di vana attesa, Lilian aveva convinto la sorella a domandare notizie della valigia nera al banco informazioni. Le domande formulate da Nicole inizialmente con la calma della disperazione si stavano trasformando in un crescendo isterico sempre più violento davanti agli educati dinieghi della donna dietro il banco.

Con la tipica voce atona di chi è abituato alle catastrofi la donna spiegò “Purtroppo non dipende da questo. Sono cose che capitano. Mi lasci fare qualche telefonata, vede se riesco a localizzarla. C’è dentro qualcosa di prezioso?”

Lilian si intromise allegra “Oh, solo un diario segreto.”

L’espressione di Nicole era talmente feroce che perfino Lilian ne fu spaventata e tacque. “Volete sapere che contiene quella valigia? Tutte le mie mappe, le bussole, i cronometri…

Lilian la interruppe stupita “Non stiamo andando in campeggio!”

Nicole la ignorò “Le prenotazioni, i biglietti, gli orari, i programmi… tutto il nostro viaggio. Senza quella valigia, possiamo anche tornarcene a casa!”

Lilian scosse la testa con decisione “Non se ne parla! Ormai siamo qui e ci resteremo. Inoltre non ho intenzione di fare un altro passo senza prima riposarmi un po’ in albergo e farmi una doccia.”

Nicole sorrise velenosa. “Cara la mia Lilian, allora a te proprio non è chiaro… NON ABBIAMO PIÚ PRENOTAZIONI! NIENTE ALBERGO, NIENTE DI NIENTE! POSSIAMO ANCHE SPARARCI, O FORSE NO PERCHÈ TI SI MACCHIEREBBERO I PREZIOSI VESTITI DI SANGUE! PENSA AD UNA MORTE CHIC… MA QUESTO NON CAMBIA LE COSE…

Nella pausa in cui Nicole prese fiato, la donna del banco si intromise “Mi scusi, non vorrei interromperla, ma ho una buona notizia e una cattiva”. Sembrava piuttosto compiaciuta. Con un sorriso Lilian la incitò a proseguire. La donna si schiarì la voce come se godesse della suspence che stava creando. “Dunque… la buona notizia è che abbiamo trovato la valigia…

Nicole la interruppe con un rumoroso sospiro di sollievo, come se non sperasse in tanta fortuna, mentre Lilian esultava “ Che bello! Doccia, arrivo!”

La donna gelò i loro entusiasmi alzando leggermente la voce “Sfortunatamente… devo darvi la cattiva notizia” Le due ragazze si immobilizzarono. “La valigia si trova nel Benin. Ci vorranno come minimo dieci giorni perché arrivi!”

 

 

 

L’aeroporto di New York era un posto allegro e affollato, pieno di persone che partivano e arrivavano. L’atmosfera gioiosa sembrava gridare “VACANZA” da ogni punto dell’aeroporto… tranne che da una poltroncina di plastica vicino a un bagno. Nicole si era accasciata lì dopo la drammatica dipartita della valigia con un’espressione tanto tragica in volto da sembrare una maschera greca e si rifiutava di parlare con la sorella. Dal canto suo Lilian stava tentando di trovare una soluzione, ma dato che di solito era Nicole ad avere le idee brillanti non stava avendo molto successo in quel lodevole sforzo. Nicole sospirò profondamente “è inutile. Qualche soldo nella borsa lo abbiamo… abbastanza per comprarci due biglietti di ritorno.”

Lilian protestò “Non è giusto però… abbiamo progettato questo viaggio da tanto tempo!”

Nicole impallidì dalla rabbia “è colpa tua! Se tu non pensassi sempre a quei maledettissimi vestiti avremmo ancora la valigia e sarebbe tutto perfetto… cioè, perfetto no perché la perfezione non esiste… ma..”

“ Io sono perfetta!” la interruppe con un sorrisetto Lilian.

Nicole si voltò verso di lei con la calma della disperazione, quella calma innaturale che di solito precede le catastrofi. “Perfetta? È vero. Sei una perfetta imbecille, un’oca perfetta, una perfetta scocciatrice…

“ Io aggiungerei anche perfettamente bella”.

Per un istante Nicole si chiese se non stesse impazzendo, poi scartò l’ipotesi dicendosi che probabilmente il santo protettore delle bamboline stupide era sceso sulla terra in aiuto della sorella. Infine, dandosi nuovamente della pazza localizzò la voce maschile che si era espressa in modo così lusinghiero nei confronti di Lilian. Apparteneva ad un giovane alto, castano, con penetranti occhi verde elettrico ed un sorriso irriverente. Le due sorelle lo fissarono per qualche istante senza parlare. Se fosse stato un fumetto, dalla testa di Lilian sarebbe spuntata una nuvoletta “ WOW”, mentre quella di Nicole avrebbe sicuramente recato la scritta “GRRRR”, ma nonostante quello non fosse un fumetto e il ragazzo non fosse in grado leggere i pensieri delle due, Nicole si affrettò a mettere in chiaro le sue considerazioni sfavorevoli a proposito di quell’interruzione. “Non sei il primo idiota che rischia di cascare nella trappola di mia sorella. Scappa finchè puoi.”

Il ragazzo non parve per nulla scosso dal suo tono ostile e rispose con una voce bassa e affascinante “Sei molto gentile a preoccuparti per me, brunetta, ma se io fossi desideroso di entrare ugualmente in trappola?”

Lilian squittì deliziata e mentalmente segnò una grande croce rossa sulla faccia di Billy mentre identificava il suo nuovo bersaglio. Nicole non si lasciò incantare “Ti converrebbe scappare comunque prima che ti ci costringa io a calci”

Lilian si intromise “Posso ricordarti che i calci per una come te sono anche meno indicati dei pugni? Hai poco equilibrio…

Nicole praticamente ruggì “Lil, stai ZITTA!”.

Purtroppo la voce tonante di Nicole non ebbe l’effetto desiderato perché la sua imperiosità fu in parte coperta da un urlo drammatico proveniente da un altro ragazzo che correva trafelato verso di loro. “Chris! Ma dove diavolo ti eri cacciato? Possibile che non posso neanche andare in bagno cinque minuti senza che tu sparisca?”

Il ragazzo moro si voltò “Calmati fratellino, troppa emozione potrebbe richiedere un nuovo viaggetto destinazione bagni del quale approfitterei senz’altro per rimorchiare qualche altra bellezza.”

Solo allora il nuovo arrivato parve notare Nicole e Lilian, che lo squadravano la prima con disgusto e la seconda con curiosità. Il giovane si passò meccanicamente una mano tra i capelli biondi spettinati dalla corsa. Era un po’ più basso e minuto del ragazzo che rispondeva al nome di Chris e aveva lineamenti infantili e due occhi castani dall’espressione rassegnata.

Guardando attentamente i volti dei due ragazzi si poteva supporre tra loro un grado di parentela, individuato da qualche somiglianza nella fronte e nella curva della mandibola. Chris infatti mise subito in chiaro “Ragazze, vi presento mio fratello, Andrew.”

Nicole alzò gli occhi al cielo senza concedere al ragazzo, che sembrava mortificato dalla situazione, il beneficio di un cenno amichevole. Per fortuna del biondino, Lilian compensò ampiamente la mancanza di Nicole con uno dei suoi luminosi sorrisi da pubblicità. “Ciao, io sono Lilian.”

Il ragazzo arrossì “ Si… bè… ehm… ciao.”

Chris battè una pacca gioviale sulla spalla del fratello. “Accidenti, il tuo eloquio le ucciderà! Comunque, moretta dall’aria imbronciata, non so ancora il tuo nome.”

Nicole alzò il mento con sussiego “E mai lo saprai. A che serve? Non ci rivedremo mai più. Questa pagliacciata è durata anche troppo. Io e mia sorella stavamo giusto per prendere il volo di ritorno.”

L’espressione sul volto di Chris era talmente delusa che qualunque roccia meno dura di Nicole si sarebbe intenerita “Ma come? Partite? Già finite le vacanze?”

Nicole stava per replicare con un secco si-arrivederci-e-grazie, ma Lilian fu molto più rapida “In verità, sarebbero appena cominciate… siamo appena arrivate, ma la valigia di Nicole che conteneva le nostre prenotazioni è andata smarrita e…

Nicole interruppe la sorella con uno strillo da tacchino “Non c’erano solo le prenotazioni, cretina! C’erano i biglietti delle mostre prenotati da mesi, gli orari, le tabelle orarie giornaliere, le mappe, le bussole, i cronometri…

“E l’auto blindata e il cannone a raggi fotonici?” interruppe con tono falsamente preoccupato Chris.

Andrew interloquì “Ma progettavate di andare in campeggio?”

“è esattamente quello che ho detto io!” esclamò Lilian scoccando al ragazzo uno sguardo complice e un nuovo abbagliante sorriso.

Nicole era esasperata “Adesso basta! Non so neanche perché ho perso tempo a parlare con voi! Non vi conosco! Ora mi sono scocciata. Lil, prendi quella ridicola caramella che chiami valigia e torniamocene a casa!”

Lilian mise il broncio “ No, Nicole dai! Io voglio restare!”

“Benissimo!” esplose Nicole al limite della sopportazione. “Se hai intenzione di provare un’eccitante vacanza in stile ‘scuola di sopravvivenza: vita da barboni sotto un ponte di New York’ accomodati pure, ma non sperare che io ti appoggi. Perché, allo stato attuale, da queste parti non abbiamo neanche un tetto sulla testa! Niente prenotazioni, niente stanza.”

Chris intervenne di nuovo “Ma se è questo che ti preoccupa, guarda che neanche io e Andrew abbiamo prenotato niente. Andremo così, alla ventura…

Nicole lo guardò con disprezzo. “è alta stagione.”

“E allora? Un buco lo si trova sempre.” Precisò allegro il ragazzo.

Nicole scosse la testa. “Io non dormirei mai in un ‘buco’, e neanche Lilian, se è per questo, anche se ti fissa con lo sguardo luccicante in stile ‘ho incontrato babbo natale’”.

“Ti sbagli!” esclamò Lilian. “Quello era lo sguardo ‘ho trovato una borsa di Chanel scontata del 90%’, traducibile anche nello sguardo ‘ho trovato qualcuno che mi permetterà di avere le mie vacanze senza dare retta a quella rompiscatole disfattista di mia sorella’”.

Nicole sospirò profondamente. Calmati Nicole. Devi calmarti, tassativamente. Spaccarle la faccia non risolverà i tuoi problemi. Anzi, forse uno si, dato che dovresti accompagnarla in ospedale e avresti un tetto sopra la testa finchè non la rimettono in sesto. O, nella peggiore delle ipotesi, finiresti dentro per aggressione e anche in quel caso, alloggio assicurato. Ma forse meglio tenerlo come piano di scorta. Sospirò di nuovo. “Ok, passi per l’albergo. Ma con l’itinerario come la metti? Avevo programmato il nostro viaggio minuto per minuto, avevamo un sacco di cose da fare. Avevo perfino una tabella speciale di piani alternativi per qualunque evenienza, come traffici, ritardi dei mezzi pubblici eccetera. Ci ho messo tre mesi a preparare questo viaggio, era tutto perfetto, al millesimo di secondo…

Andrew stava guardando la ragazza stralunato, come se gli sproloqui di Nicole gli facessero un po’ paura. Chris invece rise divertito. “Mi stupisce che tua sorella non abbia fatto a pezzi le tue stupide tabelle orarie prima che qualche angelo provvidenziale non smarrisse la valigia. Io e mio fratello non abbiamo organizzato proprio un bel niente.”

Il biondo si allarmò. “Come niente? Devo andare al planetario del museo di storia naturale e ad informarmi sui corsi al MIT!”.

Chris sbuffò. “Calmati Einstein. Ti ho promesso che ti ci porterò e lo farò. Quello che intendevo dire è che non sappiamo esattamente quando ci andremo.”

Andrew non era tranquillo. “Ma ci andremo, vero?”

Chris alzò le spalle esasperato. “si, si , per la millecinquecentoventottesima volta si. Te l’ho promesso. Ora piantala di assillarmi” Si voltò verso le ragazze con espressione comica. “Dovete scusarlo. Si sta laureando in astrofisica. Lo so, è una cosa imbarazzante, i dottori dicono che ne verrà fuori, prima o poi…

Andrew lo colpì con una gomitata. “Piantala cretino! Almeno io studio. Ho un anno meno di te e sto già per discutere la tesi di laurea, mentre tu sei ancora fuoricorso!” Lungi dal sentirsi offeso, Chris ridacchiò.

Lilian si informò gentilmente “Che cosa studi?”

“O meglio non studi?” si intromise Nicole con una smorfia maligna.

“Giurisprudenza”, sorrise il giovane con aria furba. “Se conosci la legge, sai anche come infrangerla senza che ti scoprano.”

Nicole e Andrew gli scoccarono fulminanti occhiate orripilate, mentre Lilian sorrise e sospirò “Adoro i bad boys!”

Chris rise, poi scrutò con attenzione la chioma fulva di Lilian. “Lo sai? Tu hai una personalità da bionda. Questo è il tuo colore naturale?”

Lilian annuì. “Sì. Oh, comunque quello sulle bionde è uno… uno… aspetta, com’era quella parola? C’entra qualcosa la musica, gli mp3…”

Nicole guardò la sorella come se fosse stata un insetto particolarmente disgustoso “Uno stereotipo.”

“Ah ecco! C’entravano gli stereo! Si vede che è una parola antiquata, ora che ci sono gli ipod con le casse potrebbero anche cambiarla!”

Nicole era seriamente combattuta tra mettersi a piangere o suicidarsi, ma Chris intervenne in tono spiccio “Comunque, io avrei un certo appetito e sarei anche un po’ stanco. Che avete deciso? Venite con noi?”

Nicole trasalì. “No! Non stavamo neanche prendendo in considerazione l’idea”.

Lilian le troncò le parole in bocca “Con molto piacere!”

“Ottimo!”, concluse Chris con un’espressione soddisfatta.

Andrew era impallidito. Nicole continuò a stridere “Ma perché nessuno mi ascolta? Io ho detto di NO!”

Chris la ignorò e si rivolse a Lilian “Sarà un viaggio interessante”

La voce di Nicole raggiunse un picco isterico “Ripeto: perché nessuno mi ascolta? Questa è una congiura! Non verremo, no, no e ancora no!”

Chris si voltò con espressione infastidita “Senti un po’, brunetta, strilli un po’ troppo per i miei gusti. Chiudi il becco”.

“Ma la pianti di chiamarmi brunetta?”

“No, dato che non mi hai ancora detto il tuo nome. Preferisci Strega-Malefica-Dalle-Corde-Vocali- Estremamente-Sviluppate?”

La ragazza replicò a denti stretti “Preferisco Nicole”.

Chris sospirò di falso sollievo “ Visto che non era così difficile presentarti? Hai anche un nome carino!”

“Lieta che approvi.” La voce di Nicole era quanto di più lontano dalla letizia si potesse immaginare. “Comunque il punto è che io non voglio…

Il ragazzo la interruppe “Vabbè basta, ti sei presentata ora puoi anche tacere”.

Ma…”, iniziò a protestare lei.

Shhh!” la zittì Chris premendole un dito sulle labbra. Nicole tacque per la sorpresa di quel tocco improvviso. Andrew approfittò di quella pausa per dire al fratello “Chris? Ti posso parlare un secondo?”

Chris sbottò esasperato “E adesso che c’è, Newton? Ti avviso che se hai scoperto una nuova legge non sono interessato…” Andrew assunse un’espressione supplichevole. Chris si arrese e lo prese da parte allontanandosi di qualche metro dalle due sorelle.

Nicole afferrò il braccio di Lilian “Ok, questo è il momento giusto per darsi alla fuga!”

Lilian si liberò dalla stretta. “Ma smettila! Guarda che io voglio restare! Piuttosto… che ne dici di avvicinarci per sentire che dicono?” Nicole scosse la testa. Non aveva neanche più la voglia di protestare per come si erano messe le cose. Era stufa di discutere. La frequenza pigro del suo umore stava prendendo il sopravvento. Seguì la sorella che si stava impercettibilmente avvicinando ai due fratelli.

Andrew disse “Senti Chris… mi avevi promesso che ti saresti comportato bene e la prima cosa che fai appena messo piede a terra è rimorchiare ragazze…

Chris sbuffò. “Ma che fastidio ti dà? Sono carine, sono simpatiche… per lo meno una lo è…

Il biondino arrossì “Lo sai che mi imbarazzo sempre con le ragazze! Speravo che potesse essere una vacanza tranquilla… ora invece passerò tre settimane sulle spine!”

Chris gli diede una leggera spinta “Ma rilassati, insomma! Cerca di essere naturale! Accidenti, sei mio fratello, dovrai avere almeno qualcosina in comune con me…

“La curva della mandibola?”

Chris sospirò “Senti, mettiamola su un piano che puoi comprendere. Immagina che Lilian e Nicole siano due grandi galassie inesplorate. Sei uno scienziato, no? Analizzale dal punto di vista anatom… ehm… scientifico.”

Andrew non colse il doppio senso. “Due galassie inesplorate? Per me le ragazze sono proprio un altro universo! Non è scienza, è fantascienza!”

Chris scoppiò a ridere. “Lo vedi che se ti ci metti le sai fare anche tu le battute? Dai, ora piantala di mugugnare e andiamo. Abbiamo passato anche troppo tempo in questo aeroporto!”

Con il suo passo elastico Chris si voltò verso Nicole e Lilian dando le spalle al fratello, che mormorò fra sé e sé “Non era una battuta…

 

   
 
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