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Autore: Just_blue2    23/09/2011    1 recensioni
é la prima Fan Fiction che pubblico,ma non la prima che scrivo. Spero vi piaccia!:)l'ho scritta in un pomeriggio particolarmente noioso,illuminato da un'improvvisa ispirazione.
"-Mi dispiace,non volevo che ricordassi.-si scusò.
-No,non devi scusarti. Lo ricordo sempre.-
Tom si guardò intorno e a un tratto gli sembrò di rivivere un dejà-vu.
Quella sera al parco,in compagnia di Ronnie l’aveva già vissuta."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tom si trovava al solito parco. Era da poco calata la sera e il cielo era di un blu misto al grigio cupo delle nuvole.  Faceva freddo. La temperatura si era abbassata di botto quel dicembre e l’inverno era arrivato portandosi dietro tanta neve. Il paesaggio era interamente bianco ormai.
Quel giorno Tom si sentiva stranamente pensieroso e riflessivo. Forse essere stato alla festa di Ashley e vederla con i suoi genitori, la sera prima, lo aveva fatto riflettere sulla sua vita.
Ormai viveva da solo con Bill, era lui la sua famiglia. Era lui che trovava a casa quando vi ritornava, era con lui che pranzava e cenava tutti i giorni ed era con lui che si sentiva esattamente come in famiglia. Da soli si erano sempre aiutati e avevano sempre trovato il modo di andare avanti.
Cominciò a prendersi in giro per i suoi pensieri così riflessivi e profondi e si concentrò sul suono dei passi che si avvicinavano. Vide un paio di anfibi posarsi sulla panchina, tipica posizione di quando Ronnie si abbracciava le ginocchia. Per un paio di minuti nessuno dei due disse niente, poi fu Ronnie a rompere il silenzio:-Ti hanno portato via la lingua?-chiese in tono sarcastico.
-Iniziavo a sperare nell’ipotesi che fosse successo a te-
-Troppo facile. Che ci fai qui?- domandò Ronnie. Aveva notato che stranamente c’era qualcosa che non andava.
-Quello che ci fai tu-
-Inizio a preoccuparmi sul serio, Kaulitz. Sputa il rospo.- Confessò lei, dandogli uno strattone alla spalla.
Tom considerò seriamente l’ipotesi di parlarle. L’avrebbe preso per uno stupido? In fondo persino lui stesso si sentiva così, ma deciso di farlo:-Stavo solo riflettendo sulla mia vita. Sulla mia famiglia. Ho solo Bill da questo punto di vista. Se non ci fosse lui…non lo so come sarebbe. -
-Sai, capita a tutti di riflettere sulla propria vita. Penso sia normale. Diciamo che ti capisco. Anch’io ho solo mio fratello. Beh, se non ci fosse lui non ci sarei nemmeno io. -
Tom sapeva che Ronnie aveva un fratello. Dal modo in cui parlava di lui, aveva capito che avevano un rapporto speciale, un po’ come lui e Bill, ma non sapeva nient’altro della sua famiglia. Non parlava mai dei suoi genitori. Solo esclusivamente del fratello.
- I tuoi..i tuoi genitori dove sono?- chiese Tom,titubante.
Sperò che quella domanda così sfacciata non rompesse la bella atmosfera che si era creata e sperò che lei gliene parlasse. Non tanto per sapere (cosa che comunque lo interessava perché riguardava la sua vita), ma
proprio per avere l’opportunità di ascoltarla,di essere il suo solo confidente da questo punto di vista.
E,inoltre,si faceva sempre  più presente la curiosità di sapere se lei si fosse mai aperta con lui,che riuscisse a confidarsi.
La ragazza rimase un attimo in silenzio,meditando sulla risposta,o forse sul fatto che dovesse darla o no?
Ma poi parlò.
-Mia madre è morta quando avevo tredici anni. Mio padre..beh lui è come se  fosse lo stesso,con la sola differenza che si diverte a tornare.- spiegò mentre Tom la fissava stranito.
-Si diverte a tornare?- chiese, confuso.
-Si.  Alla morte di mia madre non ne ha più voluto sapere di noi. Adesso si diverte a fare delle comparsate a casa. Cosa crede? Di essere accolto a braccia aperte? Per quel che mi riguarda può andarsene a quel paese.-
Tom non rispose. Era un po’ sorpreso dalla storia di Ronnie,dal suo saper ascoltare le persone e consolarle e dalla sua rabbia quando parlava del padre,tuttavia aveva notato un velo di tristezza nei suoi occhi e nella sua voce quando aveva parlato della madre.
-Mi dispiace,non volevo che ricordassi.-si scusò.
-No,non devi scusarti. Lo ricordo sempre.-
Tom si guardò intorno e a un tratto gli sembrò di rivivere un dejà-vu.
Quella sera al parco,in compagnia di Ronnie l’aveva già vissuta. Guardò Ronnie,seduta a gambe incrociate,adesso, e le fu tutto chiaro.  Aveva vissuto una situazione simile a quella la sera di pochi mesi prima,quando ubriaco era venuto al parco perché,dopo aver litigato col gemello,doveva stare da solo. E invece aveva trovato una ragazza che,come se fossero stati amici da tempo,aveva giudicato le sue azioni,aveva evitato che lui ritornasse indietro da solo perché“troppo poco sobrio”,aveva chiamato e avvisato Bill e che…lo aveva baciato.
Il bacio. Tom aveva baciato Ronnie. Adesso ricordava perfettamente! A causa della sbronza non l’aveva riconosciuta e non ci aveva proprio pensato! Ma perché lei non aveva detto niente?
Beh,non era molto difficile trovare la risposta a questa domanda. Non erano mai andati molto d’accordo loro due. E l’orgoglio dominava entrambi.
Però lei quella sera non si era rifiutata,non si era tirata indietro al bacio,almeno non la prima volta. Che idiota! Tom adesso riusciva a ricollegare tutto!
Riusciva ancora a sentire la voglia di baciarla che aveva provato quella sera e riusciva a sentire persino il sapore delle sue labbra e le dita tra i suoi capelli.
Si voltò verso di lei e si avvicinò,nell’intento di baciarla.
-Che cazzo stai facendo?!- sbottò Ronnie,allontanandolo con uno strattone.
Se fu sicuro di rivivere un dejà-vu prima,Tom adesso,con quell’identica risposta,si sentì direttamente trasportato a quella sera di fine agosto.
-Cazzo,eri tu!-
-Ero io?- domandò Ronnie,fingendo di non aver capito.
-Eri tu quella sera! Quella ragazza che era seduta qui con me che ha chiamato mio fratello e che..-
-Basta,non continuare- lo interruppe.
Tom rise.
-Non ci trovo niente di così divertente io- rispose la mora alla sua risata.
-Non me lo hai mai detto perché quel bacio ti è piaciuto,non è così? Perché mi hai trovato dannatamente bello e..-
-Non esagerare con gli avverbi e con gli aggettivi-Lo interruppe ancora una volta.
-Ma è così- affermò lui,deciso. La tristezza di un momento prima era stata spazzata via,per adesso. La situazione si era capovolta.
Ronnie non protestò,sarebbe significato ammettere ciò che lui stava dicendo,il che era vero in effetti.
Adesso,si vergognava di aver risposto a quel bacio mozzafiato.
Era uno sconosciuto allora. Era un vantaggio perché non lo avrebbe più rivisto,ma in ogni caso era abituata a essere lei a gestire le situazioni. Quella sera invece si era lasciata trasportare e guarda caso lui non era più uno sconosciuto,adesso.
Tom era ubriaco ma lei no,dannazione! Questo non poteva giustificare il sentimento che aveva provato in quell’istante,però.
-Kaulitz,io non ti conoscevo e tu nemmeno e ti ricordo che anch’io ero arrabbiata quella sera e di conseguenza…-
-Oh,andiamo! Ammettilo una volta per tutte- sbuffò il rasta.
Di tutta risposta Ronnie alzò il dito medio.
-Ho ragione io- Affermò.
-Mi fa piacere vedere che stai già meglio di come ti ho incontrato,adesso,se non ti dispiace,dovrei andare.- si alzò e fece per andarsene,ma fu Tom a fermarla questa volta:
-Dovrei lasciarti tornare da sola a quest’ora della sera?- sussurrò,quasi divertito.
La domanda era analoga a quella posta da Ronnie qualche mese prima.
“Dovrei lasciarti tornare da solo ridotto in questo stato?”
-Sono nelle mie piene facoltà mentali,io-rispose,liberandosi dalla presa,ma Tom la seguì ugualmente per la stradicciola del parco.
-Sai,non mi è dispiaciuto ricordarmelo-confessò,ma la ragazza non rispose.
-Non mi è dispiaciuto nemmeno baciarti-continuò,aspettando una risposta.
-Grande! Adesso la mia autostima sta aumentando- disse sarcastica e fermandosi un momento.
Uno solo.
Momento in cui Tom la afferrò per un braccio e la intrappolò al tronco dell’albero,esattamente come quella sera.
-Perché non lo ammetti anche tu?- le sussurrò sul viso.
-è questo che vuoi?-
Il rasta fece cenno di sì.
-Va bene,hai ragione. È esattamente come dici tu. Ma io non ti conoscevo..Eri così bello e così padrone della situazione che non ho esitato per più di una volta! E baci anche molto bene devo dire. Tutta quella situazione iniziava a piacermi,ma non credo che l’avrei fatto se ti avessi conosciuto.- concluse.
Lui sorrise. Un sorriso soddisfatto.
-Ne sei davvero così sicura?- le alitò ancora una volta sul volto.
Ronnie si concentrò seriamente e andò contro ogni cellula del suo corpo che le urlava: “Bacialo,bacialo,bacialo!” per dare retta invece alla sua testa:
-Tanto quanto lo sono del fatto che tu non m’interessi nemmeno un po’.-rispose staccandosi da lui e lasciandolo nel beneficio del dubbio di quella risposta.
Significava che fosse davvero sicura o che non lo fosse?
Solo Ronnie sapeva che, per questa volta, lei non aveva mentito.
  
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