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Autore: Chloe88    04/06/2006    7 recensioni
Spoiler per Angel fino a 511 “Damage”. Dopo aver saputo da Andrew che Spike è vivo, Buffy pensa al vampiro e agli ultimi mesi, passati senza di lui. Intanto, dall’altra parte del mondo, qualcun altro sta facendo la stessa cosa…
Spuffy. Vi prego leggete e recensite!!
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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N.d.A.: ehm… so che dovrei aggiornare “Meet The Parent”, ma il capitolo 5 si sta rivelando leggermente chilometrico e quindi non sono ancora riuscita a finirlo, cosa che - promesso - farò appena possibile!!^^ Intanto, ho appena trovato sul computer questa one-shot non terminata e abbandonata lì da Febbraio, quindi ho pensato di finirla e postarla: spero che basti a farmi perdonare mentre aspettate!!

Riassunto: Spoiler per Angel fino a 511 “Damage”. Dopo aver saputo da Andrew che Spike è vivo, Buffy pensa al vampiro e agli ultimi mesi, passati senza di lui. Intanto, dall’altra parte del mondo, qualcun altro sta facendo la stessa cosa…
Disclaimer: il telefilm e i suoi personaggi appartengono a Joss Whedon. Anche perché, se fosse stato per me, secondo voi avrei lasciato quel finale? La canzone, invece, è di Michael Bublè.
POV: ad ogni strofa, passa da Buffy a Spike… spero che sia comprensibile!!^^

Home

“…perché, insomma, lo so che avrei dovuto dirtelo, ma lui non voleva, e sai com’è fatto. Magari si sarebbe arrabbiato con me, e lo so che ha un’anima e non mi farebbe del male - almeno spero - ma… ecco, hai capito. Solo che Giles ha intuito che non gli stavo dicendo qualcosa, è riuscito ad estorcermi tutta la storia e mi ha detto di telefonarti, e lo so che…”.
Il blaterare di Andrew non raggiungeva il cervello di Buffy, bloccato a quello che aveva saputo pochi istanti prima.
Spike era vivo.
Spike era vivo, e non voleva che lei lo sapesse. Era assurdo: era persino invidiosa dell’aspirante Osservatore, che almeno aveva potuto vederlo. Ironia della sorte, Giles aveva chiesto a lei di andare a Los Angeles due settimane prima, ma la Cacciatrice aveva rifiutato perché credeva che tornare in California le avrebbe ricordato ulteriormente Sunnydale… e Spike. Al momento stava combattendo l’istinto di prendere il muro a testate in onore del suo tempismo perfetto, ma per il resto era tutto a posto. Certo, a posto come era sempre stata in quegli ultimi mesi. Parafrasando, era sull’orlo di una crisi di nervi.

Another summer day
has come and gone away
In Paris and Rome
but I wanna go home

Fine di un altro stupido, inutile giorno, passato (come, del resto, anche le notti) ad aiutare tall-dark-and-forehead e i suoi amichetti. E perché, poi? Perché tanto non hai altro da fare, ribatté una non meglio identificata vocina nella sua mente. Certo che aveva altro da fare…
Sì, ad esempio parlare con la sua testa. Come ai bei vecchi tempi, nello scantinato della scuola, quando si lanciava in monologhi in puro stile Dru. Sorrise, ripensando a com’era quando stava con lei. Come definiva gli umani? Hamburger con le gambe. E, adesso, si era ridotto a salvare quegli hamburger. Patetico.
Certo, fino a un po’ di tempo prima la cosa aveva un senso: Buffy. Ma ora… ora aveva rinunciato a lei, eppure continuava a comportarsi da bravo vampiretto redento. E per chi, poi? Non certo per la banda di idioti che popolava la Wolfram&Hart: ogni singolo istante era circondato da decine, centinaia di persone. E nessuna di loro significava qualcosa per lui.

Maybe surrounded by
a million people I
still feel all alone
I just wanna go home
I miss you, you know

Quando se n’era andato, aveva portato via una parte di lei. Era stato per così tanto tempo quello a cui si rivolgeva quando soffriva, la sua spalla su cui piangere, una volta persino quando lo considerava ancora un nemico: ricordava benissimo quella sera, sui gradini di casa sua, quando lui le aveva offerto un appoggio che non avrebbe mai potuto chiedere a qualcun altro, perché lei doveva essere forte. Sempre.
Ed era così che si era sentita negli ultimi mesi in cui, ogni notte, aveva avuto bisogno che la consolasse. Ironico, considerando che era proprio la sua assenza a farla soffrire. Ancora una volta si era trovata a dover essere coraggiosa, indistruttibile. Per Dawn, per i suoi amici, per le nuove Cacciatrici. Ma, questa volta, lui non era lì consolarla: era sola. Ora, sapendo che per tutto quel tempo l’aveva tenuta a distanza da sé, quella sensazione era peggiorata.

And I've been keeping all the letters
that I wrote to you,
Each one a line or two
I'm fine baby, how are you
I would send them but I know that it's just not enough
My words were cold and flat
And you deserve more than that

Si sentiva in colpa. Okay, negli ultimi quasi due anni - da quando aveva avuto la brillante idea di farsi quel giretto in Africa - era diventata una sensazione costante, ma ora... quando Andrew gli aveva detto che a Buffy avrebbe fatto piacere sapere che era tornato, una parte di lui non gli aveva creduto. Quella stessa parte che, ogni volta che prendeva il telefono o che cominciava a scriverle una lettera, gli faceva rinunciare. Perché cosa avrebbe potuto dirle? Chiederle se le sue ultime parole erano state sincere? Non poteva: temeva la risposta che avrebbe potuto ricevere, ma non voleva che lei gli mentisse. E non voleva rovinare la sua vita, adesso che aveva una possibilità di vivere normalmente. Era morto per lei, da eroe: se fosse tornato non avrebbe significato più niente, come se non fosse nemmeno accaduto.

Another aeroplane, another sunny place
I’m lucky, I know...
but I wanna go home
I’ve got to go home
Let me go home
I’m just too far
From where you are
I wanna come home

Le mancava. Era troppo, come se potesse sentire fisicamente la distanza che li separava, come una densa nebbia che la soffocava, togliendole il respiro mentre cercava di trattenere le lacrime che minacciavano di scivolarle lungo il viso.
Sapeva solo che non poteva stare lì. Doveva sapere... e giurò a se stessa che, in caso se ne fosse uscito con la solita scusa “voglio che tu abbia una vita normale, e con me non potresti averla” gli avrebbe fatto male. Molto male. Perché avrebbe significato che stava diventando uguale ad Angel, e il fatto che loro due fossero così diversi era probabilmente una delle cose che preferiva in lui: la sua capacità di essere unico, di riuscire sempre a sorprenderla - e questo ancora prima che riacquistasse la sua anima.

And I feel just like I'm living
someone else's life
It's like I just stepped outside
when everything was going right
And I know just why you could not come along with me
This was not your dream
but you always believed in me...

Eppure gli era sembrato di rinunciare a lei – a loro – proprio nel momento in cui le cose sarebbero potute migliorare: anche nel mezzo di quella confusione che era stata la sua casa un anno prima, sembravano aver raggiunto un equilibrio. O qualcosa di simile, almeno: una specie di relazione platonica – ironico, considerando i loro trascorsi – su cui le Potenziali avevano, secondo le sue fonti (ovvero, il suo udito da vampiro), un giro di scommesse riguardo ad un possibile ritorno di fiamma.

Another winter day
Has come and gone away
in either Paris or Rome
and I wanna go home
Let me go home

Ora, c’era solo una cosa che voleva: tornare da lui. Ed era per quello che si trovava all’aereoporto, aspettando di comprare un biglietto per il primo volo per Los Angeles. Okay, forse era stata una mossa un po’ avventata prendere qualche giorno di malattia dal lavoro e spedire Dawn a dormire da un’amica… ma, per una volta nella vita, aveva voluto mettere se stessa al primo posto. Non ci sarebbe stata un’Apocalisse negli unici due o tre giorni di relax che si era concessa in quasi dieci anni. Oddio. Sperava.

And I'm surrounded by
A million people I
still feel alone
Let me go home
Oh, I miss you, you know

Scosse la testa, pensando a quanto si erano sbagliate quelle ragazzine. Eppure…
Eppure cosa gli aveva fatto guadagnare tutta quella cosiddetta nobiltà d’animo, che gli ricordava l’idiota che era stato da umano?
Niente. Stupido, masochista William. E stupida anima, soprattutto.

Let me go home
I’ve had my run
baby, I’m done
I’ve gotta go home
Let me go home
It'll all be alright,
I’ll be home tonight
I’m coming back home

Guardò fuori dal finestrino dell’aereo, pensando a cosa avrebbe potuto dirgli, dopo tanto tempo. Probabilmente avrebbe potuto cominciare con un bel pugno sul naso. Se lo meritava, dopotutto, per averle fatto trascorrere tutte quelle notti insonni.
In ogni caso, lo avrebbe saputo poche ore dopo: quella notte sarebbe stata di nuovo con lui, tra le sue braccia. Oppure a pestarlo per averle spezzato il cuore, pensò con un sorrisetto amaro.

***

Doveva bussare.
Non doveva bussare.
Doveva bussare.
Non doveva bussare.
Sfiorò la porta con una mano, tenendo il palmo aperto, come una notte di molto tempo prima: era cambiati entrambi, da allora. Sperava che anche il seguito cambiasse.
Si morse il labbro, facendo per bussare, quando la porta si aprì. Eccolo. La guardò, come se stesse sognando. È buffo come puoi conoscere così bene qualcuno da arrivare quasi a leggerne il pensiero ma, al tempo stesso, avere l’impressione che sia esistito solo nei tuoi sogni, per quanto ne hai sentito la mancanza.
Un istante e - al diavolo i propositi di prenderlo a pugni - era tra le sue braccia, singhiozzando.
Di gioia, perché era certa che quello fosse il momento più bello della sua vita.
Di dolore, perché stava liberando tutte le lacrime trattenute per mesi.
Di sollievo, perché aveva vissuto molte volte quel momento, fino ad allora… ma solo in sogno.
Un abbraccio familiare l’avvolse, mentre sentiva una carezza rassicurante sui capelli.
“Shh… stai tranquilla, amore. Bentornata a casa”.

N.d.A.: cosa ne dite? Tenete conto che alcune parti risalgono a Febbraio, altre a questi giorni: spero di non aver creato confusione, perché ho cercato di alleggerire i pezzi già scritti che mi sembravano troppo deprimenti!!^^
Vi prego recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  
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