Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Akrois    23/09/2011    7 recensioni
- Però Parigi non sarebbe male.
- Ho sempre voluto visitarla, tu no?
- L’ho vista una volta, con i miei genitori. Però sarebbe bello andarci tutti e quattro.- Rachel si ferma per un momento, la bottiglia di sambuca sospesa in aria – Santo cielo.
- Cosa?
- Ho smesso di pensare a noi come entità separate. Ormai non siamo più coppie o persone, ma un unico gulasch di braccia e gambe con quattro teste canterine.
- La mia è la più intonata.
- Ti piacerebbe.
[Finn/Rachel/Kurt/Blaine. Si accettano suggerimenti per il nome della ship. Magari "Firartine"?]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Svegliarsi alle tre di mattina e bere sambuca.

 

 

 

 

Ha i capelli annodati attorno al polso di Finn. Riesce a sentirli. Sono annodati così saldamente che neanche con una spazzola, un paio di forbici e una fiamma ossidrica riuscirebbe a snodarli. Si alza su un gomito lentamente, molto lentamente, e si guarda attorno.

Finn se ne sta spalmato al centro del letto come al solito. Tiene quei due chilometrici zamponi aperti e la bocca spalancata, accennando un sorriso mentre se la ronfa serenamente. La sua mano sinistra è mollemente poggiata sulla sua spalla e il suo polso è coperto dai suoi capelli.

La mano destra di Finn, invece, è poggiata sulle spalle di Kurt, che dorme raggomitolato accanto a lui. Sembra quasi un angioletto, illuminato dalla luce verde acido intermittente del neon fuori della finestra, con quel viso placido e i capelli sempre in perfetto ordine.

Blaine dorme con la faccia sulla pancia di Finn e metà corpo sopra di lei. Con una mano strinse quella di Kurt, mentre l’altra è poggiata sul petto dell’altro. Ricorda che Blaine diceva sempre che sentire le persone respirare, la notte, lo aiutava ad addormentarsi. Però Finn non respirava, lui grugniva di notte. Ma a quanto pare, a Blaine non importava.

Sbadiglia e allunga una mano alla ricerca di una bottiglia d’acqua. Peccato che non ci sia acqua, anzi, l’unica bottiglia che trova, fuori dall’isola sicura rappresentata da quel letto, è una bottiglia di sambuca con una macchia di rossetto sul collo. Ne butta giù un sorso, assaporando quella splendida sambuca italiana portata dai suoi genitori e il rossetto rouge coco di Kurt. Cioè, suo e di Kurt, ma in fondo è più di Kurt.

- Sei sveglia?- un sussurro interrompe il silenzio della notte (come se una notte newyorkese possa essere silenziosa) e Rachel osserva gli occhi di Blaine brillare nella luce verdina del neon – Me ne dai un goccio?

Rachel annuisce e gli passa la bottiglia, dedicandosi poi a districare i suoi capelli. Blaine si alza lentamente, riuscendo solo a causare un grugnito scocciato da parte di Finn, poco contento di sentir scomparire quel rassicurante tepore che sentiva sulla pancia.

Kurt mugola a sua volta e si stringe contro di lui.

Rachel riesce a snodare l’ultima ciocca proprio quando Finn decide di girarsi su un lato, spiaccicandosi Kurt contro il petto. Il ragazzo si lascia sfuggire un piccolo versetto gioioso, stringendosi contro di lui.

- Alle volte mi chiedo- dice Blaine scostandosi leggermente dai due e avvicinandosi a lei – se capisce chi è che lo abbraccia o pensa che sia io.

Gli toglie la bottiglia dalle mani e sorride – Senza offesa, ma la differenza di taglia tra te e Finn è a dir poco eclatante. Non potrebbe confondervi neanche fosse lobotomizzato.

Blaine abbassa il capo e Rachel si sente un po’ una merda – Ovviamente Kurt ama te.

- Come se mi fossi mai posto questo dubbio. - Blaine ride leggermente e Rachel lo segue, prima di buttare giù un sorso di sambuca.

Una goccia le fugge dalle labbra e rotola lungo il suo collo, scivolando fino ai seni, finendo poi per bloccarsi sulla sua pancia nuda. Non ci fa neppure più caso. Si è quasi abituata a stare semi-nuda (o anche nuda) in presenza di Blaine e Kurt, sebbene la regola dell’“intimo indossato” fosse stata una sua idea. Poteva persino dire che era più imbarazzante mostrarsi in lingerie davanti a Finn che davanti ai due.

- Le cose- disse porgendo la bottiglia a Blaine – cominciano a sfuggirci di mano.

 

 

 

 

- Voi mi amate- la voce chiocciante di Kurt accompagnò –l’alquanto teatrale- gesto con cui il ragazzo si sistemò il boa di piume rosa acceso sulle spalle, agitando il flute di champagne che aveva nella mano destra verso di loro – mi amate un sacco e non volete dirlo!- rise allegro, coprendosi la bocca con la mano inguantata di lamé argento.

Blaine rise con lui, le orecchie marroni che andavano su e giù mentre muoveva la testa – Ma lo sai benissimo che ti amo, Kurt!- esclamò divertito, gattonando sul tappeto fino alla poltrona su cui sedeva Kurt.

- Tu no, lo so che mi ami- disse il ragazzo facendogli cenno di stare fermo – dico a quei due là. - con la mano indicò vagamente Finn e Rachel, il primo che guardava il vuoto e la seconda ancora persa nel magico mondo del karaoke casalingo – Cosa?- domandò il ragazzo, sentendosi vagamente preso in causa.

- Dico che voi due siete follemente innamorati di me e non volete dirlo.- chiocciò Kurt accavallando le gambe – Diglielo anche tu Blaine!

Blaine annuì – Hai asso~lutamente~ ragione, amore.

- Rach – Finn gli allungò una leggera gomitata – Bette Davis e la Lepre Marzolina laggiù dicono che noi due siamo innamorati di lei.

- Di Bette Davis o della Lepre?

- Direi di Bette Davis.

- Io non sono Bette Davis!- esclamò Kurt – Io sono- abbassò lo sguardo, girò leggermente su se stesso – io sono - cercò di guardarsi da ogni angolazione – o mio Dio, io sono vestito malissimo!

- E adesso se ne accorge?- bofonchiò Rachel a bassa voce mentre selezionava una nuova canzone.

- Quando era uscita di casa era troppo ubriaca per rendersene conto- le sussurrò all’orecchio – ehy, Bette!- esclamò voltandosi verso Kurt – Hai notato la Lepre Marzolina?

- Quale Le- Kurt abbassò lo sguardo verso Blaine, che se ne stava allegramente accucciato a terra a cullarsi una bottiglia di vodka come un padre affettuoso che si coccola un figlio – Blaine! Santo cielo, togliti quelle cose di dosso!

- Ma me le hai messe addosso tu!- protestò Blaine coprendosi con una mano le orecchie di pelo marrone che svettavano felicemente sulla sua testa. Finn ridacchiò guardandoli e Rachel poggiò la schiena contro la sua spalla, troppo occupata a guardare le note susseguirsi sullo schermo del loro minuscolo televisore per prestare veramente attenzione alla scena.

- Comunque- disse Kurt cercando di ritrovare una certa compostezza (cosa piuttosto difficile per uno con addosso un boa di piume e dei guanti di lamé argento) – stavo dicendo che voi due siete innamorati di me. Ma siete troppo etero- un dito luccicante puntò Finn – e troppo donna- lo stesso dito puntò Rachel – per rendervene conto e ammetterlo.

- Rach- Finn punzecchiò di nuovo Rachel – Bette Davis dice che io sono troppo etero e tu troppo donna per amarla.

- Dì a Bette Davis che potrei essere anche un’arancia, ma l’amerei comunque per tutta la vita. Dopo Barbra e Patty, ovviamente.

- Sentito Bette?- Finn si voltò verso Kurt con un sorriso ebete dipinto sul viso – Rach ti ama un sacco!

Kurt lo guardò per qualche secondo, il viso poggiato sul palmo della mano – E tu mi ami, Finn?

Finn corrugò le sopracciglia – Che domanda è, Bette?- domandò poi ridendo – Certo che ti amo!

- Allora vieni qui- ordinò Kurt guardandolo negli occhi da una parte all’altra della stanza – e baciami.

Finn si voltò a guardare Rachel, poi sospirò e si alzò, avvicinandosi a Kurt.

 

 

 

 

 

- La colpa è prima di tutto mia- Blaine si prende un momento per bere – l’addetto al “cercare una casa che non costi quanto la retta di Harvard di un figlio stupido” ero io. Peccato che a New York le case abbordabili siano abbordabili solo per chi ha un reddito mensile di almeno trentamila dollari.

- Già. mi chiederò tutta la vita com’è che siamo finiti a strizzarci in quattro in un appartamento di tre stanze. Cioè, è deprimente.

Blaine ridacchia guardandola attaccarsi alla bottiglia – Non è poi così male, dai, ammettilo.

- Giusto. Non è male. Fa proprio schifo.

Blaine ride ancora, coprendosi la bocca con le mani per non fare rumore.

- Guardali- dice Rachel facendo un cenno in direzione dei due ancora addormentati – Kurt avrà i segni della dita di Finn ovunque, domani.

Blaine grugnì qualcosa – Lo tocco sempre come se fosse la cosa più preziosa del mondo- bofonchiò strappandogli la bottiglia dalle mani – poi di notte arriva quello che gli mette quelle dannate manacce da tutte le parti.- porge la bottiglia a Rachel – Scusa. È pur sempre il tuo fidanzato.

Rachel scuote la testa – Ormai è il fidanzato di tutti, qui dentro.

Blaine le sorride.

 

 

 

 

- Non capisco perché sono qui.

- Neppure io. Tu sorridi e fai finta di niente, eh?

Un ragazzo li salutò passando e Blaine rispose con un sorriso tirato da sopra al suo cosmopolitan.

- Kurt doveva essere qui- guaì Finn – io non ci volevo neanche venire! Odio questo genere di feste.

- Già. suppongo che il buffet ristretto non aiuti ad amarle.

- Esatto amico, esatto. – annuì convinto Finn – Insomma, che razza di festa è se non ci sono almeno le mozzarelline fritte? Che vita è senza mozzarelline fritte?- buttò giù il suo bicchiere tutto d’un fiato – Credo che cercherò il bagno.

-Magari dopo- disse Blaine – possiamo mollare tutto e andarcene da qualche parte.

- Sarebbe grandioso.- Finn sorrise e il cuore di Blaine si fermò per un lunghissimo, atroce, angosciante, mortificante secondo.

Se ne stavano nascosti in un angolo di quella friggitoria a cui Kurt neanche si avvicinava perché anche solo l’aria che vi aleggiava attorno era piena di grassi insaturi e si ingozzavano di cibi fritti senza il minimo rimorso.

- Questo posto è grandioso!- esclamò Finn con la bocca piena, sembrando così dannatamente fuori posto con il suo smoking impeccabile e capelli ingellati. Era un pesce fuor d’acqua. Il pesce fuor d’acqua più felice che avesse mai visto, doveva ammettere.

Blaine annuì distrattamente pucciando una patatina nella maionese.

- Ehy, amico- Finn lo guardò strano, una mozzarellina fritta stretta fra due dita – stai bene? È mezz’ora che stai lì a pucciare quella patatina, cioè, credo che metà patatina si sia decomposta o qualcosa di simile.

- Eh?- Blaine abbassò lo sguardo, notando che probabilmente da dieci minuti a quella parte lui stava pucciando le dita nella maionese e non la patatina – Dannazione.

- Secondo me sei un po’ ubriaco, amico.- Finn rise e si ficcò in bocca la mozzarellina, riuscendo a strozzarsi egregiamente.

- Finn, posso farti una domanda?

Finn sembrava un criceto particolarmente cretino mente si succhiava due litri di coca tutti assieme, ma riuscì comunque a connettere sufficientemente corpo e cervello per annuire.

- Perché hai baciato Kurt, la settimana scorsa?

Gli occhi di Finn gli ricordavano tantissimo Mordicchio, il lemure di quel film che aveva visto con la sua cuginetta di sette anni svariati anni prima.

- E perché continuate a baciarvi?

- Ti da fastidio?- domandò Finn con gli occhi più carinosi/cucciolosi/tenerosi/patatosi che avesse mai visto – Perché se ti da fastidio, davvero, smetteremo immediatamente. Solo che, insomma, non è poi così, cioè, come spiegarlo, non è che, insomma a me-

- A te piace baciare Kurt. - lo bloccò Blaine, preoccupato per l’entità della valanga di parole che stavano per rotolare giù dalle labbra di Finn.

- Sì, direi di sì.

- Ti piace baciare il mio ragazzo.

- Ripeto che se ti da fastidio possiamo benissimo smettere, insomma, non è proprio questione di vita o di morte e noi possiamo anche-

- Perché non baci anche me?

Finn lo guardò con due occhi grandi così e Blaine riusciva persino a capirlo. Probabilmente era il gel. Era troppo tempo che non se lo toglieva dai capelli, come minimo lo stava intossicando.

- Qui?

- Qui.

- Adesso?

- No, la prossima settimana. Venerdì alle cinque e quaranta ti va bene?

- Ah, sì- Finn sorrise rilassandosi sulla sedia – direi che va benissimo- Blaine premette le labbra contro le sue.

 

 

 

- Diciamo che è una parte che recita bene.

- Bene? Insomma, se voglio uscire con lui mi devo mettere in coda- Rachel butta giù un nuovo, lunghissimo sorso di sambuca – e chissà perché ci siete sempre tu e Kurt davanti a me.

- Beh, io accetto di vedere le partite di football assieme a lui. E Kurt, beh, Kurt è Kurt. Suppongo che in una scala d’importanza da uno a duecento Kurt sia duecento per Finn.

- Consolante.

- Vorrei ricordarti che Kurt è anche il mio ragazzo.

- Zitto, sfruttatore che trascini i ragazzi altrui alle feste dove il tuo non vuole andare.

- Non è colpa mia se Kurt non gradisce i miei amici.

Rachel corruga le sopracciglia, strappandogli la bottiglia dalle mani. – Okay, okay- Blaine scuote la testa – Kurt preferirebbe prendersi a manganellate negli stinchi piuttosto che uscire con i miei amici.

- Così va meglio.- annuisce Rachel restituendogli la bottiglia.

- Finn invece si trova bene con loro.

- Finn si trova bene con qualunque essere semovente che non pretenda da lui grandi sforzi intellettuali.

- Sì, probabilmente sarebbe in grado di intrattenere amabili conversazioni anche con delle biciclette.

- Dico, ma l’hai visto quando parla con la vecchietta del primo piano? Alle volte devo portarlo via di peso, altrimenti non se ne andrebbe mai.

- È il tipo di ragazzo che piace ai vecchi.

- E ai bambini.

- E alle persone di mezza età.

- Piace a tutti, direi.

Dall’altra parte del letto di sentì Finn grugnire. Blaine rimane a guardarlo mentre infila una gamba in mezzo a quelle di Kurt – Quand’ero più giovane il mio sogno era avere qualcuno con cui dormire. Hai presente quel mo mento in cui ti alzi e non capisci quali gambe sono le due e quali sono quelle della persona che ami? Ecco, sognavo quel momento.

- Non potrei mai confondermi fra le mie gambe e quelle moffette grasse che Finn chiama polpacci.

Blaine ridacchia.

 

 

 

Rachel li guardava in silenzio, accucciata su una poltroncina rossa anni trenta. Finn ogni tanto si voltava verso di lei e lei si limitava a piccoli cenni di assenso.

Kurt sorrideva appena, il viso arrossato e l’alito profumato di alcool mentre gli si avvicinava – Finn, guardami.

Finn si voltò istantaneamente verso di lui, sorridendo in maniera magnificamente beota. Blaine li guardò da arrampicato sulla poltroncina rossa anni trenta numero due, ammirando le mani di Finn che vagavano qua e là sul corpo di Kurt mentre i due si baciavano.

Lentamente.

Appassionatamente.

Famelicamente.

Come in uno di quei romanzi rosa che Kurt leggeva quand’era in bagno e che poi negava puntualmente di aver mai posseduto.

Kurt cadde sul letto, letteralmente coperto dal corpo dell’altro e mugolò piano, strusciandosi contro di lui.

- Cosa devo fare?- domandò Finn a non si sapeva bene chi – Cosa devo fare, adesso?

- Lo sai benissimo cosa devi fare.- disse Rachel gattonando sul letto, scivolando dietro le spalle di Finn – Devi amarlo.

- Amarlo?

- Sai come fare, no?- Blaine s’inginocchiò, poggiando i gomiti sul materasso – L’hai sempre saputo. Non pensare che sia difficile entrare nel tuo computer, Finn. La tua password è il tuo cognome.

Kurt ridacchiò e Finn arrossì – E tu che ridi?- domandò abbassando lo sguardo verso l’altro.

- Niente. Ricordo che quand’eravamo a casa la tua password era qualcosa tipo “HeMan93” o stupidaggini simili.

- A me piace HeMan!- esclamò Finn – E comunque, mi perdoni signor “LadyGagaandMadonnashouldgetmarryandmadetalentedgaysons”.

- Come diavolo hai fatto a capire che era la mia password?- Kurt lo guardò strano e Finn sorrise vittorioso – Ho le mie fonti.

- Ti odio, Finn Hudson.

Finn rise. Rachel gli si avvicinò, mordendogli un orecchio. Lui si lasciò sfuggire un leggero singulto – Fai l’amore con lui. Dimostragli che lo ami. Sai come farlo, no?

- Tu mi ami, Finn?

Finn guardò gli occhi chiari del fratellastro ottenebrati dall’alcool e sorrise – Certo che ti amo. Vi amo tutti. Vi amo davvero.

Rachel sorrise. Blaine annuì. Kurt si strinse a lui e lo baciò sulle labbra – E noi amiamo te.

 

 

 

 

- Mi sembra di essere in quel vecchio film- Blaine dondolò la bottiglia nel vuoto – sai quello in cui ci sono quei due gemelli e quel ragazzo che s’innamora di lei, poi di lui, poi si accorge di amarli entrambi?

- Manca solo Parigi, le sigarette e il tentativo di suicidio.

- Per carità!- Blaine le tira la bottiglia sorridendo – Ci tengo ai miei polmoni e alla mia pelle canterina.

- Però Parigi non sarebbe male.

- Ho sempre voluto visitarla, tu no?

- L’ho vista una volta, con i miei genitori. Però sarebbe bello andarci tutti e quattro.- Rachel si ferma per un momento, la bottiglia di sambuca sospesa in aria – Santo cielo.

- Cosa?

- Ho smesso di pensare a noi come entità separate. Ormai non siamo più coppie o persone, ma un unico gulasch di braccia e gambe con quattro teste canterine.

- La mia è la più intonata.

- Ti piacerebbe.

- Qualcuno ha parlato di gulasch?- Finn si volta verso di loro stropicciandosi gli occhi – Rach, la cucina ungherese mi resta sullo stomaco, lo sai.

- Saresti in grado di digerire anche i sassi, tu.

Finn ridacchia. La testa spettina di Kurt compare da dietro la sua spalla – Ragazzi, mi spiegate cos’è questo casino?- bofonchia allungandosi oltre la barriera umana/Finn, afferrando il polso di Blaine. Resta per qualche secondo ad osservare i numeri fluorescenti che brillano sul suo orologio, prima di sbiancare completamente – Sono le tre del mattino! Non abbiamo dormito neanche due ore!

- Suvvia Kurtie- Blaine allunga una mano e gli scompiglia i capelli sorridendo – tanto sei bello anche senza il tuo sonno di bellezza.

- Ti detesto.- mugugna Kurt nascondendosi dietro la spalla di Finn mentre questo ride.

- Comunque, sbaglio o vi ho sentito parlare di Parigi?- Finn rotola sul letto trascinandosi dietro Kurt nel movimento – Non sarebbe male andare in vacanza a Parigi.

- Con quali soldi, Finn?- domanda Rachel picchiettandogli sulla fronte con la punta delle dita.

- Non saprei. Potremmo imbarcarci su una nave, tipo Un viaggio lungo un sogno o roba così.

- Emigrazione temporanea? Mi piace l’idea. – Blaine ride – Ma che cosa c’è di buono da bere a Parigi? Mi rifiuto di andare in un qualunque posto in cui le mie bramose mani non possano stringersi attorno ad una bottiglia di buon liquore.

- Non sarebbe male provare l’assenzio.- afferma Kurt.

- Cos’è l’assenzio?

- Quella roba che bevevano in quel film con DiCaprio, Finn.

- Ah, sì, quello! Com’è che si chiamava- Finn si voltò verso Kurt – Eclipse o qualcosa del genere?

- Ti prego di non paragonare Total Eclipse con Eclipse. È come paragonare merda e cioccolato solo perché sono entrambe marroni.

- Ma cha brutte parole!- Blaine scoppia a ridere lasciandosi cadere sul petto di Finn, il viso vicino a quello di Kurt – Non mi ricordavo che fossi così cattivo appena sveglio.

- Non sono mai cattivo.

- E io sono un coniglietto pasquale, amore mio.

- Quelle orecchie ti donavano, però.- Rachel gattona fino al materasso umano che tecnicamente è il suo ragazzo e si lascia cadere al suo fianco.

C’è qualche momento di felice silenzio, in cui si sente solamente il respiro calmo dei quatto e il rumore leggero che fa la mano di Finn mentre carezza lentamente i capelli di Rachel, stringendola delicatamente a se.

- Sono disperato.

- Perché? – a Rachel comincia a pesare la lingua. Ha l’alito che sa troppo di sambuca e ora ha solo voglia di dormire.

- Ho sonno.

- Abbiamo tutti sonno Kurtie.

Blaine gli sorride e Kurt comincia a vedere una cosa tipo una luce in fondo al tunnel – Quindi dormiamo?

- Messi così?

- Finn non sta scomodo. Vero che non stai scomodo Finn?

Finn scuote la testa sorridendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le cifre brillanti sull’orologio di Blaine segnano le cinque del mattino. È ancora preso, ha mal di testa, non vuole alzarsi, il petto di Fin è caldo e comodo.

- Non dovrebbe essere male- sussurra la voce arrochita e sognante di Finn – Parigi, intendo.

- No, non sarebbe male.

- Però non credo che esistano alberghi con letti matrimoniali adatti a quattro persone.

- Ci stringeremo in un letto per due.

- Prendere due camere separate sarebbe un trauma.

- Già. – Kurt sorride e lo bacia delicatamente sul collo – Ormai sono abituato a questa vita.

- Però dobbiamo far sparire la sambuca. Sono stufo di starli a sentire mentre chiacchierano tutta la notte.

- Pensa al lato positivo, questa sera li abbiamo fatti smettere relativamente presto.

 

 

 

 

 

- Ehy, Kurt?

Kurt apre gli occhi e osserva un angosciante 06:12 lampeggiargli davanti agli occhi – Cosa c’è Finn?

- Ma sono tanto fastidioso quando mi metto a chiacchierare con la vecchietta del primo piano? No, perché, insomma, quella vecchietta è davvero simpatica e io non vorrei davvero smettere di parlare, perché, sia, poi dice sempre che somiglio tanto a suo marito quand’era giovane e-

- Nel nome di Barbra, Kurt- la voce di Rachel argina immediatamente il fiume di cazzate – digli che va benissimo che parli con la vecchietta, che noi amiamo vederlo parlare con la vecchietta e fatemi dormire almeno mezz’ora!

- Devo ripetere tutto quello che ha detto o hai capito da solo?

- No. Grazie ragazzi. Vi amo.

 

 

 

 

Blaine apre gli occhi alle 07:00 spaccate.

- Ami anche me?

- Ovviamente.- sbadiglia Finn – Saremo un caso affascinante per qualsiasi psicologo.

- Voglio dormire!- guairono in coro Kurt e Rachel.

Finn sorride e si poggia un dito sulle labbra, prima di ricadere addormentato sul cuscino.

Blaine sorride a sua volta e si riaddormenta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A.Corner___

Idee malate, gente, idee malate.

Ora, visto che la mia particolare antipatia per Blaine va lentamente crescendo di punta in puntata (non credo di poter sopravvivere ad un suo ennesimo assolo nella prossima puntata. Essere stato nello show per quindici puntate e avere 11 solo vuol dire che ha cantato praticamente in ogni dannata puntata in cui è comparso) e se voglio infilarlo da qualche parte devo farlo adesso, prima che tutta la trama che mi venga in mente è “Blaine che muore o perde la voce in maniera atroce”.

Scusate. Non amo questo personaggio, si nota?

 

 

 

No, non spiegherò perché non mi piace.

Anche se siete liberissime di chiedervi perché mi viene voglia di cavarmi gli occhi ogni beata volta che la telecamera si ferma su di lui o perché quando lui è entrato nel Glee Club la mia faccia era identica a quella di Finn, Puck o Artie. Ma questa è comunque un informazione che non lascerà mai le mie sublimi labbra spontaneamente.

 

Sorvolando la mia antipatia per Blaine e passiamo alle note della storia.

Dunque, tutto questo prende spunto da una frase che ho trovato su Tumblr (sempre sia lodato) accompagnata da uno screen. Avete presente quella scena in cui Finn e Rachel fanno i coniglietti batuffolosi trottolini amorosi dududadada e Kurt dietro li guarda con pura sufficienza? Ecco, quella.

A quell’immagine era accompagnata la frase “loro mi amano più di chiunque altro solo che non vogliono ammetterlo” o qualcosa del genere, sono troppo fusa per ricordarmi cosa dicesse esattamente.

Ed ecco com’è nata questa storia.

Ho sonno (anche se ho tecnicamente dormito più di dieci ore *sospiro*).

I film citati sono “The dreamers” , “Total Eclipse/Poeti dall’inferno” e l’ultimo film non esiste. In realtà “Un viaggio lungo un sogno” è il titolo di un film che compare in un episodio di Topolino che parla di immigrati. Oppure il titolo di un libretto per adolescenti modello tre metri sopra il cielo. Quindi, vi prego di pensarlo come il titolo di un film che compare in un episodio di Topolino, grazie.

Ah, è anche il titolo di una qualche roba dedicata ai non udenti.

Sottolineo la tesi “Topolino”.

 

 

 

Ah, per quanto io abbia cercato di restare nei personaggi, ormai mi sono fatta una mia felice visione dei loro caratteri e non riesco più a staccarmi. La onde per cui segnalo l’OOC. Lo segnalerò sempre, credo.

Per sicurezza.

 

 

 

 

 

Adesso basta. Vado a dormire. Visto e considerato che sono allergica all’utilizzo di una beta, probabilmente potrete vedere tempi sfasati, errori di battitura, etcetera etcetera.

Una volta segnalati, essi verranno corretti seduta stante e l’autrice aggiungerà un “mea culpa” in più ad ogni errore.

 

 

 

 

 

Non ho ancora capito cosa succederà di così atroce tra Blaine e Kurt.

Non ditemelo!

 

 

 

 

 

Nel caso si lascino, allora, sì, ditemelo.

Se non si lasciano allora no, non voglio sapere, non potrei sopportare il dolore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma magari non si lasciano. Magari sono solo una poveraccia a cui non piace la Klaine persa in un mare di amanti della Klaine.

Sob.

Sarebbero anche bellini poi. Il problema per me è Blaine. Non posso amare una coppia se metà dell’insieme mi risulta urticante.

Ri-sob.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si lo sto facendo apposta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non chiudete la pagina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non chiudetela!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La state chiudendo. Vi odio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non è vero. Vi amo un casino ♥

 

 

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Akrois