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Autore: _eco    24/09/2011    6 recensioni
Caroline è cresciuta, e lui è stato soltanto un silenzioso spettatore che, ogni tanto – magari il giorno del suo compleanno – si faceva vivo, tanto per ricordarle che anche lei aveva un papà.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Forbes, Caroline Forbes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Sleeping (molto banale).
Personaggi: Bill Forbes (suona strano!), Caroline Forbes.
Ambientazione temporale: Poco prima della scioccante scena finale della 3x02. Immagino che sia stato Bill stesso ad incatenare Caroline e portarla in quella sudicia cantina.
N.d.a: Ok, credo sia tra le più brutte che ho scritto. Non è molto chiara, la capisco io che so cosa vuol dire. E questo non va per niente bene ._. Ma la posto ugualmente perchè, cavolo, aspetto l'arrivo del signor Forbes dalla prima stagione, e...lui non la uccide. Ok? xD A parte gli scherzi, sono piuttosto sicuro che non la uccida, perchè se lo fa si ritroverà parecchi nemici (e non parlo solo di Tyler e compagnia bella).
Qui le critiche me le aspetto proprio, quindi, su, cominciate pure!
Buona lettura :)

Sleeping
Addormentata -

 

Bill non ha mai avuto una buona memoria: non ricorda con precisione la fatidica canzone che ha fatto da colonna sonora al suo matrimonio, è continuamente indeciso sul fatto che la stanza d’ospedale dove ricoverarono Liz fosse la duecento-quattro o la quattrocento-due, ha dimenticato il colore delle persiane della sua vecchia casa.
Non ricorda il giorno in cui prese fra le braccia Caroline per l’ultima volta, semplicemente perché non si era premurato di imprimere bene quel momento nella mente, inconsapevole che non ce ne sarebbe stato un altro.
Era sera, l’orologio aveva da poco rintoccato la mezzanotte, e finalmente Caroline si era addormentata, dopo che Bill le aveva raccontato innumerevoli fiabe, accoccolati sul vecchio divano e sepolti da una montagna di plaid, il caldo fuocherello che scoppiettava nel camino.
Era giorno, il praticello umido per la recente pioggia estiva, e Caroline se ne stava con la schiena contro un pilastro di legno – parte della struttura di una consunta altalena – le braccia incrociate sul petto e l’espressione corrucciata. Due forti braccia la sollevarono da terra ma, per quanto Bill si sforzasse di scavare nei ricordi, il volto di quello che doveva essere un uomo – a giudicare dalla peluria bionda nelle braccia – non era altro che un ovale sfocato. A Bill non serve fare alcuno sforzo per sentire nitidamente la risata squillante di una bambina.
Era sera.
O era giorno?
Bill non lo ricorda, ma sa per certo che quegli attimi che gli si sono parati davanti agli occhi sono esistiti davvero.
Le ginocchia oscillano sotto il peso del corpo, le braccia tremano, i muscoli sono in tensione, ma lui non vuole fermarsi proprio lì.
Il corridoio è stretto e buio, l’aria è brutalmente assorbita dalle fredde mura di pietra, e Bill rabbrividisce ancora di più, stringendo fra le braccia quel fardello divenuto più pesante di quanto si aspettasse.
Caroline è cresciuta, e lui è stato soltanto un silenzioso spettatore che, ogni tanto – magari il giorno del suo compleanno – si faceva vivo, tanto per ricordarle che anche lei aveva un papà.
Caroline dorme, ma è ancora giorno.
Caroline non dorme, ha soltanto gli occhi chiusi e una forte dose di verbena nel corpo.
Gliel’ha iniettata lui stesso non appena si è accorto che stava recuperando coscienza, l’ha sentita sospirare, ha percepito il fischio dell’aria che non riusciva ad entrarle nei polmoni, ha raccolto il suo corpo quando è stato brutalmente privato di forze.
E ora eccola là: il viso stirato in una falsa espressione di serenità, le palpebre serrate, le labbra sottili e inespressive, i capelli dorati ad incorniciarle maldestramente il viso.
Appesa ad un filo troppo sottile per essere visto.
Bill stringe il ghiaccio, le mani bruciano per il freddo, ma non per questo allenta la presa.
Al contrario, la rafforza.
Non lascerà che cada e s’infranga al suolo.
C’è una porta di ferro proprio di fronte a lui, una sedia ancorata al pavimento di pietra al suo interno e catene arrugginite che emettono clangori assordanti al più piccolo movimento.
Bill avanza e volge un ultimo sguardo alla sua bambina cresciuta troppo in fretta.
Caroline non dorme, ma Bill vuole immaginare che lo faccia.

 

  
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