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Autore: EvilQueen90    24/09/2011    5 recensioni
Sesta classificata a parimerito all'Anti-Usagi contest indetto da (setsuna) sul forum di EFP.
Dal testo:
Al sentire quelle parole, Amy si voltò verso di lui, cacciò indietro la timidezza e, fissandolo negli occhi violacei, gli rispose:
"Hai imparato a sognare, non è merito mio, ma solo tuo!"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taiki | Coppie: Ami/Taiki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta serie
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Prima di lasciarvi alla lettura un piccolo avvertimento: la shot parte della frase pronunciata da Taiki al termine dell’episodio n°177 ‘La cometa di Wataru’.
Buona lettura :)



<< Adesso riesco a capire il tuo discorso sui sogni e il desiderio di realizzarli. D’ora in poi ti prometto che farò tesoro anch’io dei miei sogni. >>

Dopo l’attacco da parte di Sailor Cuore di Ferro al loro professore di fisica, sventato grazie all’intervento di Sailor Moon, Amy e Taiki si trovavano davanti al grande telescopio ad osservare la cometa di Wataru.
In quella giornata, Taiki aveva capito tante cose sul carattere della ragazza.
Durante lo scontro contro l’automa del professore che l’aveva attaccata, sentì qualcosa cambiare dentro di lui. Tutto questo era dovuto alle parole ed all’atteggiamento della ragazza che, più volte, gli intimò di non colpirlo violentemente durante i suoi attacchi.
Nell’istante in cui la vide in pericolo, non esitò un attimo e, senza pensarci, si trasformò in Sailor Star Polvere di Stelle. Anche se la sua missione su quel pianeta non era quella di aiutare i terrestri, non riusciva ancora a spiegarsi il motivo che lo spinse a correre in soccorso della ragazza.
Si rese conto che Amy non gli era indifferente e, nonostante avessero visioni contrastanti, provava per lei qualcosa.
Quella ragazza, non solo era al suo stesso livello di bravura nei test scolastici, ma, a differenza sua, aveva la capacità di credere in un sogno e nella speranza che questo si realizzasse. Lui, in primo momento, rimase scioccato dalle sue affermazioni.
Come poteva una ragazza tanto intelligente dire questo?
Lui considerava la scienza come la ragione, gli studi, le ricerche, essa non aveva nulla a che vedere con i sogni e con l’amore.
Questo era ciò che credeva fino a poche ore prima.
Amy l’aveva illuminato ed ora, anche lui, poteva affermare di credere nei sogni e nella speranza, un giorno, di poterli realizzare.
Disturbato dalla curiosità delle altre ragazze, abbandonò il telescopio e si mise seduto in un angolo della stanza. Da lì si stupì di come, molte volte, si soffermò ad osservare lei e i suoi splendidi occhi color del cielo.
Si sorprese maggiormente quando dalla sua bocca uscirono queste parole:
<< Amy ti andrebbe se ti accompagnassi a casa? >>
Si era fatto tardi e non voleva che la ragazza tornasse sola. Inoltre, era preoccupato per un eventuale nuovo attacco da parte del nemico.
Nella sala regnò il silenzio e nei visi di Bunny, Marta e Morea comparve un velo d’invidia misto allo stupore per l’invito che un componente dei Three Lights aveva appena fatto alla loro amica. E lei, la ragazza in questione, diventò rossa e, con un filo di voce, acconsentì, scorgendo in lui, e nel suo sguardo, qualcosa di diverso rispetto alla freddezza ed al distacco di qualche tempo prima.

<< Ma che mi hai fatto? >>
Fu Taiki, con quella domanda, ad interrompere il silenzio e l’imbarazzo che si era creato nella strada verso casa.
Si sentiva cambiato, sentiva che gli stava accadendo qualcosa.
Provava sensazioni strane ed inedite. La testa pareva che prendesse il volo, era leggera, senza brutti pensieri o angosce; lo stomaco, anche se quella sera aveva saltato la cena, non brontolava, ma al suo interno sentiva un formicolio, come se ci fossero tante farfalle pronte a spiccare il volo. E il cuore. I battiti acceleravano quando respirava la stessa aria di quella ragazza.
Si sentiva come in un treno in corsa.
Al sentire quelle parole, Amy si voltò verso di lui, cacciò indietro la timidezza e, fissandolo negli occhi violacei, gli rispose:
<< Hai imparato a sognare, non è merito mio, ma solo tuo! >>
<< Non è vero! È grazie a te, se ora, inizio a vedere la vita in un’altra maniera! >>
Sentendo quel complimento, da quel ragazzo razionale e freddo come il ghiaccio, Amy si ritrovò a pensare che la cometa di Wataru avesse davvero qualcosa di magico e speciale: era riuscita a far sognare Taiki e aveva in parte sciolto il suo gelido cuore, distante, razionale e privo di emozioni.

Continuarono a parlare, mentre i loro occhi spesso s’incrociavano, creando l’atmosfera adatta per il momento in cui si accorsero che questo gioco di sguardi non bastava più. Scese il silenzio tra i due e, fu proprio in quell’istante che, le loro mani prima si sfiorarono e poi si strinsero rimanendo incollate tra loro come due calamite.

Il tempo per i due ragazzi volò. Giunse il momento che nessuno dei due voleva affrontare. Non volevano ancora separarsi, non subito, non così in fretta, ma erano giunti a destinazione e dovevano, a malincuore, salutarsi.
<< Bene allora… Ci vediamo domani a scuola! >> Una titubante Amy parlò per prima spezzando, suo malgrado, la magia di quell’istante.
<< Sì certo! >>
Continuarono a fissarsi e nessuno dei due si mosse; lei non aprì il cancello e lui non si voltò per andare via.
<< Beh allora buonanotte! >>
<< Buonanotte! >>
Le parole volarono arrivando fino in cielo, ma i due innamorati rimasero ancora là, fermi, imbambolati.
Gli occhi, incollati l’uno sull’altro, scrutavano il viso, il corpo, l’anima.
Le mani, ancora appiccicate, un po’ sudate per l’ansia, l’agitazione, la paura per quel momento tanto atteso da entrambi.
Le loro labbra, lentamente, si unirono in un morbido bacio, prima piano come per assaporarsi leggermente e capire che gusto si provava ad assaggiare chi si aveva di fronte; poi anch’esse divennero una cosa sola, il bacio si fece più profondo, più passionale, bramoso di qualcosa che tutti e due desideravano e sognavano, forse da tanto, forse solo da poche ore.
Non era questo ciò che contava.
Quando ci si accorge di amare una persona non si ragiona più con la testa, bensì con il cuore.
Amy questo lo sapeva da sempre e Taiki, grazie a lei, l’aveva scoperto quella notte stessa.
Entrarono nella casa, che Amy sapeva di trovare vuota, senza riuscire a staccarsi, tra continui baci e morbidi carezze.
Si fermarono in salotto, ancora insicuri, impauriti, per quello che gli stava accadendo.
I loro battiti, forti e veloci, andavano all’unisono; stavano diventando una cosa sola.
Taiki, voltandosi, notò un quadro che ritraeva la ragazza, la sua ragazza. Era fatto benissimo, il disegno riprendeva perfettamente i lineamenti del viso e i tratti del corpo.
Amy, notando il ragazzo incantato osservando il dipinto, gli domandò:
<< Che fai? Non ti basta vedermi in carne ed ossa? >>, e sorrise.
<< Guardo quel dipinto… È bellissimo! >> Fece una pausa e, voltandosi per guardare la ‘vera’ Amy, aggiunse << ma preferisco l’originale! >>
Scoppiarono a ridere e si diressero verso le scale per raggiungere la sua stanza.
Amy spiegò a Taiki che sua madre era fuori per lavoro, potevano, quindi, stare tranquilli.
<< Che bella camera! >>
La stanza di Amy era sempre ben ordinata. I libri erano sistemati in ordine e per argomento, il letto non aveva nemmeno una piega e su una sedia vi erano pochi vestiti ben piegati.
<< Vieni con me! >> Lo prese per mano e lo fece accomodare nel letto, spense la luce e lasciò che fossero le stelle e la Luna ad illuminarli.
Poco dopo si ritrovarono a guardare fuori dalla finestra.
<< La cometa ha esaudito il mio sogno! >>
<< E qual’era? >>
<< È un segreto! >> Lo fissò, certa che lui avesse intuito a cosa si riferisse.
<< Ha esaudito anche il mio! >>
Ad Amy non occorreva sapere quale fosse il sogno di Taiki, il suo cuore le aveva già dato una risposta. Il suo desiderio era stare insieme a lei, quella notte e tutte quelle che sarebbero venute.
<< Sai dovremo dare anche noi un nome alla cometa come ha fatto il professore! >> Le disse il ragazzo, mentre accarezzava i suoi morbidi capelli, ancora umidi dalla lotta contro il nemico.
<< Buona idea! E come la vuoi chiamare? >> Lo guardò sorpresa: l’amore aveva proprio trasformato il ragazzo che aveva accanto.
<< La chiameremo Mikou, che dici? >> Amy l’osservò perplessa. << Mi, Mizuno e Kou… Kou! Sono i nostri cognomi! >>
Si avvicinò e, baciandolo, gli sussurrò << Avevo capito cosa intendevi! >>
Sorrisero entrambi e trasportati dai baci, dai sogni e dal bagliore della loro cometa si sdraiarono sul letto, trepidanti nell’attesa di poter assaporare tutto l’uno dell’altra.
Si sfilarono la divisa scolastica e fu solo allora che la loro pelle, dopo tanta attesa, poté sfiorarsi.
I baci si fecero più insistenti e desiderosi, come non mai, l’uno dell’altra.
Il ragazzo delicatamente iniziò a sfilarle l’intimo che lei, per timidezza, non aveva ancora avuto il coraggio di togliere.
Le sganciò il reggiseno e, baciandole il petto, scese piano fino al suo seno; lei inarcò la schiena, piacevolmente colpita dai gesti d’amore di quel ragazzo che, in quel momento, le dimostrava di averla capita più di chiunque altro.
Taiki conosceva il suo carattere e la sua riservatezza; sapeva che, per lei, quella era la prima volta.
Si muoveva con estrema dolcezza e si fermò quando, baciandola, arrivò fino all’ombelico.
Non era sicuro che lei volesse proseguire e, anche se l’amava e voleva averla sua, aspettava un suo cenno, una sua mossa per andare avanti. L’avrebbe capita e rispettata se questa fosse stata la sua scelta.
Lei intuì cosa stesse aspettando il ragazzo e, avvicinandosi al suo orecchio, gli disse:
<< Ti amo Taiki, voglio che noi due diventiamo una cosa sola! >>
Fu allora che i due innamorati, cullati dalla notte stellata, dal loro amore e dai loro sogni si abbandonarono al loro desiderio di divenire l’uno il completamento dell’altro.
Fecero l’amore e rimasero abbracciati per tutta la notte.

Alle prime luci dell’alba Taiki scivolò silenzioso fuori dal letto della sua amata, si rivestì e la lasciò a malincuore, osservando però ancora per qualche secondo i lineamenti del suo viso e la forma delle sue labbra mentre dormiva.
Uscì e si recò a casa sua per prepararsi ad una nuova giornata di studio, di scuola, di fan sfegatate che lo aspettavano da ogni parte, ma soprattutto per prepararsi ad una nuova vita fatta di sogni e d’amore che avevano un solo nome: Amy.

C’è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò.




Il titolo e la frase finale sono tratti dalla canzone ‘Ho imparato a sognare’ dei Negrita. Se vi va fatemi sapere che ne pensate :)
Fede

  
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