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Autore: Silene Nocturna    25/09/2011    5 recensioni
Salve a tutti!
Lo so, di solito a quest’ora si dorme, ma ci tenevo molto a pubblicare questa cosuccia sviluppata in un pomeriggio… Niente di nuovo, il fandom di DB è strapieno di fan fiction sulla coppia e soprattutto che trattano la tematica dell’abbandono di Vegeta, tuttavia mi è sempre piaciuto immaginare come hanno fatto a tornare insieme dopo il Cell Game.
Inizio con una One-shot e poi... si vedrà!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Ogni tanto mi ricordo di pubblicare anche sul fandom da me più seguito e mi meraviglio che sia arrivata l’ispirazione per la mia coppia preferita in assoluto su efp… Insomma, dovrebbero essere gli altri a scrivere fanfic per me, siccome ho indetto un contest esclusivamente su Dragonball …ed invece eccomi qui! Buona lettura^^

 

 

Bulma e la sera

 

 

Distesa sul verde prato del proprio giardino, la ragazza osservava rapita la volta celeste in solitudine. Il frinire dei grilli accompagnava le sue meditazioni, seguite dai tonfi sordi provenienti dalla Capsule 3. Nonostante fosse una scienziata ed il proprio compito era quello di travalicare i limiti imposti dalla natura, non c’era volta in cui non venisse affascinata dal cielo e dalle miriadi di stelle che splendevano come minuscoli fuochi.

La capsula gravitazionale si spense tutto ad un tratto: passi lenti e decisi sorpassarono Bulma senza che l’uomo la degnasse di uno sguardo. Lei invece, osservò la sua schiena ricca di quei segni provocati dall’allenamento, tornando quasi subito a volgere l’attenzione al cielo.

Lo sapeva, era certa che fra quelle stelle avrebbe potuto osservare anche il pianeta d’origine dei Saiyan; da tempo la scoperta aveva catturato la sua attenzione. Se la luce impiegava tanto tempo per raggiungere la Terra, da qualche parte nel cielo avrebbe perfino scorto il grande Vegeta-sei.

Avevi mormorato fieramente che non eri per niente preoccupato” Pensò Bulma, sospirando. Il tempo era denaro ed ormai non ostentava più tanta sicurezza quando si pronunciava il termine “Cyborg”. Difatti, pareva che il suo ospite fosse dedito completamente agli allenamenti. Le ferite erano quasi del tutto rimarginate dall’ultima esplosione. Potenza illimitata scaturita dalla sua aura in un giorno qualunque. ***

Stavolta il luogo predestinato era la terrazza della sua abitazione; in un modo o nell’altro sentiva la necessità di farsi avvolgere dalla brezza serale ed osservare la città completamente addormentata. O quasi.

Vegeta era accanto a lei, con la consueta posa a braccia conserte e pareva attratto dal satellite che troneggiava alto nel cielo.

- Sei preoccupato?- gli chiese, dando sfogo ai propri dubbi ma ricevendo in cambio l’ennesimo silenzio. – Goku è il combattente più forte dell’universo, ma adesso ci sei anche tu… No?- indirizzò le chiare pupille sul volto imperscrutabile del saiyan.

Stava davvero cercando di fare conversazione? Probabilmente parlare del peggior nemico non era il modo migliore per far breccia nella mente di un tipo orgoglioso come Vegeta. Sospirò ancora…

- Insomma, Vegeta! Perché non rispond…Oh- un’occhiata gelida e le parole le morirono in gola.

- Io non sono preoccupato- le disse scandendo bene ogni parola. – E se fosse come dici, allora non dovresti esserlo neanche tu, terrestre.

“Il suono improvviso dell’addio che mi ha chiamata. La mia voce si è bloccata, allora ho comunicato con i gesti il segno -Torna sano e salvo-“

Aveva accettato il significato di quelle parole, seppure in cuor suo racchiudesse una sorta di timore; era certa che una volta terminato quel periodo di quiete, il saiyan se ne sarebbe andato, e lei avrebbe dimenticato la profondità delle sue iridi. L’intensità del suo sguardo tempestoso che si abbatteva su di lei ogni qualvolta lo cercasse senza motivo.

Inaspettatamente, le emozioni si accumulavano al calar della sera e risultava troppo arduo reprimerle.

Mi hai cercato per la solitudine che porta il buio della notte.” Pareva voler dire lui senza inibizioni, mentre Bulma sgattaiolava nella camera da letto.

“Ti sbagli, è il giorno ad essere dannato; la notte non è buia, è intensa…come il blu. E viva, come me”si ripeteva, addormentandosi nella speranza che il mattino seguente nulla sarebbe cambiato.

***

Si era ritrovata ad osservare il medesimo scenario senza quella presenza che aveva lentamente imparato ad accettare; prima con timore, poi con interesse ed alla fine…

Trunks vagì piano, tanto per ricordarle che qualcosa di quell’uomo le sarebbe appartenuta per sempre.

“Ho mormorato che non ero triste ed ho messo le mie cuffie. Il paesaggio mi evita e si allontana sempre di più e lascia dietro la “me” di quel giorno”.

Bulma corrugò con rabbia le sopracciglia, tornando sui propri passi e lasciando che le tende ondeggiassero al vento lievemente.

Le sere d’estate erano le più lunghe e difficili da sopportare; sembrava che non ci fosse modo di acquietare il suo animo quando il sonno tardava ad arrivare o la spossatezza prendeva il sopravvento. Si guardò alle specchio vedendo un ritratto di famiglia incompleto; nonostante la gravidanza ed il tempo dedicato a donare attenzioni a suo figlio, era riuscita a non trascurare affatto il proprio aspetto.

Un improvviso fruscio la ridestò facendola voltare verso la portafinestra con il cuore in tumulto. Dinanzi a sé, nel buio della camera, riconobbe la sagoma di Vegeta; la sua bocca si spalancò per “l’agghiacciante” sorpresa. Il piccolo Trunks cominciò a piangere sommessamente e d’impeto l’orgoglio della donna ebbe il sopravvento.

- Guarda, l’hai spaventato!- gridò nel tentativo di cullare il bambino. – Cosa sei venuto a fare qui, Vegeta?-

Il saiyan ghignò; adesso quella donna aveva cominciato a trattarlo come facevano quei buoni a nulla degli amici di Kaaroth?

- Sono venuto soltanto a vedere come sta… mio figlio.- rincarò la dose lui, avanzando nella sua direzione.

“Non essendo capace di trattenere le lacrime che traboccavano, sarò scossa dalla macchina del tempo e tornerò ancora indietro.”

Bulma scosse la testa indietreggiando. Non era sua intenzione cedere dopo ciò che le aveva fatto, nonostante da tempo desiderasse il suo ritorno… Ma non l’avrebbe mai ammesso. Ebbe paura che l’interessamento di Vegeta fosse dovuto soltanto al fatto che il Trunks del futuro gli avesse dimostrato quanto poteva essere forte un mezzosangue; fatto sta che, riacquistato coraggio, ebbe nuovamente la volontà di sfidarlo. – Soltanto per questo? Non è che ti sono mancata?

- Che sciocche idiozie!- rispose il saiyan arrestandosi di colpo. Come diavolo faceva ad essere così presuntuosa?! Pensò, ripercorrendo i tratti di quel marmocchio.

Non sapeva che quella di Bulma era tutt’altro che presunzione; se solo non fosse stata così forte da tenergli testa, il suo sarebbe risultato soltanto un grido di disperazione che mascherava col solito atteggiamento sfrontato.

Ancora non si era abituato all’idea di averlo generato lui stesso…Trunks. Una volta, si sarebbe sentito appagato seminando distruzione e morte. Gli pareva difficile accettare che fosse capace di generare anche la vita.

- Béh allora possiamo anche fare a meno di te! Vero piccolino?- disse Bulma portandosi dinanzi al volto gli occhioni lucidi del figlio.

- Tsk! Non mi sembrava quando i Cyborg hanno distrutto il tuo elicottero- le rispose sprezzante il saiyan, poggiandosi allo stipite della finestra.

Indossava ancora la battle suit blu, una di quelle che gli aveva fabbricato lei.

- Non hai sentito?! Ti ho detto che qui non sei ben accetto!- continuò la scienziata cominciando ad utilizzare un tono più isterico.

- Adesso stai esagerando, donna- minacciò Vegeta digrignando i denti.

Non era più sua abitudine chiamarla in quel modo, ma Bulma era a conoscenza di quanto lui detestasse sentirla urlare come sua madre!

Dei passi sulle scale rimbombarono attirando l’attenzione dei presenti, e forse placando la lite ben più accesa che sarebbe scoppiata di lì a breve.

- M-Mamma, mi era parso di sentire la voce di…- una chioma lilla fece capolino sulla porta socchiusa, mentre un Trunks decisamente più adulto prese a scusarsi consapevole di aver interrotto un importante momento tra i due genitori di quella dimensione.

- Papà! Non credevo venissi a salutarmi- disse ingenuamente il ragazzo, lasciando perdere i convenevoli per l’emozione crescente.

- Infatti non sono venuto per questo- ribadì il genitore tornando ad osservare la donna.

- Via Trunks, non dar peso a tuo padre. Questa sera è di pessimo umore… Insomma, più del solito.

Come avrebbe fatto ad accogliere nuovamente Vegeta in circostanze simili? Perché mai avrebbe dovuto, dopotutto? Lui non demordeva, ritenendo che fosse un dovere quello di ospitarlo nella Capsule Corporation. Osservò, sbattendo le palpebre più volte, entrambi i suoi figli, incrociando lo sguardo mesto del ragazzo del futuro… Sospirò affranta: la risposta era lì, davanti ai suoi occhi.

- Forza tesoro, la mamma vi prepara una bella cena!- lo vide sorridere, accompagnando quell’espressione così spontanea con lo sguardo tipico di suo padre, e quando finalmente si fu avviato per primo, volse l’attenzione all’uomo rimasto sullo stipite della portafinestra che pensieroso osservava la volta celeste.

- Tu vieni, Vegeta?- stavolta aveva calibrato il tono; non era più di sfida, né pregno dell’intenzione di punzecchiarlo.

In un gesto che le ricordò la prima volta in cui l’aveva invitato a stabilirsi ed allenarsi alla Capsule Corporation, lo vide passarle dinanzi con lo sguardo cupo e basso, sorridendo compiaciuta.

- Oh insomma!

- Che c’è?!-

La donna non gli aveva neanche lasciato il tempo di sorpassarla che improvvisamente si era esibita in un’altra delle sue irritanti constatazioni.

- Hai la tuta completamente sudicia e… e… Cos’è quest’odore?! Non vorrai venire a cena così. I tuoi vestiti sono lì dentro, abbi la decenza di presentarti come si deve a tavola con tuo figlio!-

Bulma rise di gusto osservando il volto del proprio compagno tirarsi e poi con stizza girarsi dalla parte opposta; si era trattenuta fino a quel punto, ma non aveva mai resistito –nei momenti in cui Vegeta glielo concedeva- a prendersi certe libertà con il Principe, specialmente in privato.

- Quella Bulma!- mormorò tra i denti, prima di seguire il consiglio e togliersi finalmente quell’indumento di dosso.

“Tornerò ancora indietro, per Trunks… Ma anche per te, Vegeta.”

Quella sera, la terrestre si distese in un luogo decisamente insolito per molti degli abitanti della sua enorme casa; aveva ripercorso i fili d’erba ed il solco immaginario che lasciava durante i momenti in cui si sdraiava ad osservare il firmamento, poco distante dalla capsula d’allenamento per trascorrere brevi attimi di solitudine…Stavolta, fu sotto lo sguardo vigile del guerriero.

 

 

 

 

 

 

Lo so, di solito a quest’ora si dorme, ma ci tenevo molto a pubblicare questa cosuccia sviluppata in un pomeriggio… Niente di nuovo, il fandom di DB è strapieno di fan fiction sulla coppia e soprattutto che trattano la tematica dell’abbandono di Vegeta, tuttavia mi è sempre piaciuto immaginare come hanno fatto a tornare insieme dopo il Cell Game, quei due.

Non credo che questa storia sia conclusa qui, dato che mi piacerebbe continuare a svilupparla –anche se ammetto che la fine non mi convince molto-… Però non voglio fare vane promesse: quindi per il momento rientra nella categoria one-shot^^

Se la continuerò sarà soltanto con uno o due capitoli… Intanto spero che l’idea vi piaccia!

Ci tenevo a precisare che le parti in azzurro sono prese da una canzone, “Time Machine” della Vocaloid Miku Hatsune.

Il resto è farina del mio sacco!

Grazie a coloro che leggeranno… alla prossima,

Nihila

   
 
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