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Autore: Kim_HyunA    25/09/2011    7 recensioni
-Lo faresti davvero? Lasceresti sul serio il gruppo e tutto ciò che ami qui per scappare via con me?-
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La loro relazione era stata scoperta. Alcune fan erano riuscite chissà come a scattare delle foto a Jonghyun e Key mentre si baciavano durante un’uscita notturna. Se finora abbracci e mani intrecciate potevano lasciare spazio a dubbi e domande, quel bacio era la prova definitiva che quello che esisteva tra di loro andava ben oltre la semplice amicizia.
Le foto erano chiare, non c’era alcun pericolo di sbagliarsi: quelli erano senza ombra di dubbio i loro abiti e le loro pettinature.
La loro agenzia non aveva ovviamente reagito in modo positivo quando, il giorno seguente, quella foto aveva invaso internet e la televisione. Era diventata la notizia del giorno. Inutile dire che i ragazzi vennero severamente rimproverati dal loro presidente. Questi era chiaramente a conoscenza dei fatti, ma aveva sempre raccomandato loro di trattenersi da certi atteggiamenti quando erano in pubblico. Il fan-service era una cosa, avere una relazione vera era un’altra.
Decisero di non farsi vedere in giro per un certo periodo, nella speranza che la notizia venisse dimenticata, ma questo non avvenne. Lo scandalo era sulla bocca di tutti.
I fan erano divisi sulla questione, c’era chi, da sempre favorevole alla coppia, da ancora prima di scoprire che fosse davvero reale, continuava ad appoggiarli; ma la maggioranza, purtroppo, si era schierata contro l’uno o l’altro idol, colpevole di aver “rubato l’oppa amato”. Inoltre non mancava chi aveva iniziato a disprezzarli e criticarli aspramente dopo che la verità era venuta a galla.

Non era stato un periodo facile da affrontare per Jonghyun e Kibum. Se prima non avevano problemi nello stare vicini, nel toccarsi o nel baciarsi, ora sembravano quasi sentirsi in colpa, consapevoli di essere loro la causa dell’abbassamento di popolarità del loro gruppo. Poco li rincuoravano le parole degli altri componenti.
 
-Forse sarebbe meglio se ce ne andassimo di qui- la voce di Kibum risuonava vuota nella camera di Jonghyun, mentre, appoggiato sulle gambe dell’altro, si faceva teneramente accarezzare i capelli.
-Lo faresti davvero? Lasceresti sul serio il gruppo e tutto ciò che ami qui per scappare via con me?- Jonghyun era rimasto visibilmente colpito dalle sue parole.
-Si, lo farei. Partirei anche in questo momento. Niente potrà tornare come prima, qui non accetteranno mai quello che siamo- Kibum era quello che più stava soffrendo della situazione che si era venuta a creare, era stato lui che aveva insistito quella sera per uscire.
-Diamo loro una possibilità di capire, partecipiamo al fan signing di settimana prossima. Se vediamo che per noi non c’è davvero modo di restare, allora ce ne andremo. Va bene Bumie? Solo io e te-
 
Arrivò il giorno dell’incontro con i fan. Non solo Jonghyun e Kibum, ma tutto il gruppo era agitato non sapendo quale reazione avrebbero mostrato i fan. Eppure, nel momento stesso in cui uscirono all’aperto per raggiungere le loro postazioni al tavolo, sentirono un’esplosione di urla entusiaste e videro un mare di cartelli a sostegno del gruppo e della coppia. Rimasero inchinati a lungo in segno di riconoscenza e Jonghyun non poté fare a meno di commuoversi. Sentire il supporto dei fan era sempre una grande emozione che non riusciva mai a controllare ma questa volta aveva un significato doppiamente speciale.
Nonostante questo, quando si sedette al suo posto pronto per autografare i CD, pensò che forse quel giorno si era recato lì soltanto chi continuava a sostenere il gruppo, certo non chi aveva iniziato a disprezzarli. Tuttavia, non si lasciò intristire da quel pensiero, ma si rallegrò del calore che percepiva intorno a sé. Guardò Kibum: finalmente stava sorridendo di nuovo. Gli occhi di Jonghyun si illuminarono nel vederlo sereno.

L’incontro proseguì per il meglio e, verso la fine, quando le ultime fan se ne stavano andando, i ragazzi si alzarono mettendosi a parlare tra di loro o con alcuni membri dello staff. Kibum si era allontanato dagli altri per qualche istante per scambiare due parole con il manager. Quando si girò, notò una ragazza, nell’ultimo gruppo di fan rimaste, che aveva sul volto un’espressione minacciosa. La notò estrarre qualcosa dalla tasca. Era una pistola. Seguì, con il fiato sospeso, chi si trovasse di fronte a lei, nella traiettoria di quell’arma. Jonghyun. Senza pensarci nemmeno, corse subito nella direzione del ragazzo, urlando il suo nome per avvertirlo. Correva disperato, con il cuore in gola e colmo di paura.
Jonghyun si girò verso di lui sorridendo, del tutto ignaro di ciò che stava succedendo.
Nel momento in cui Kibum si era messo davanti al corpo dell’altro, le mani sulle sue spalle nel disperato tentativo di spostarlo da dove si trovava, partì il colpo.
Kibum provò un forte dolore e si sentì spingere in avanti, gli occhi spalancati mentre si accasciava a terra. L’espressione serena sul volto di Jonghyun si tramutò completamente nel giro di una frazione di secondo e tentò, seppur inutilmente, di trattenere il corpo dell’altro tra le sue mani.
Jonghyun urlò come non aveva mai fatto in tutta la sua vita, iniziando a versare un fiume di lacrime.
-BUMIE! BUMIE!- gridava il suo nome in preda alla disperazione. Vedeva il sangue fuoriuscire dal suo corpo e si spaventò, sentendosi impotente. Sorreggeva il suo volto tra le mani, mentre continuava a chiamarlo senza sosta.
-CHIAMATE UN’AMBULANZA- urlò disperato mentre gli altri del gruppo e lo staff si erano disposti a cerchio intorno a loro.
-Bumie… Bumie, non mi lasciare ti prego… Bumie-
Kibum aveva gli occhi socchiusi, faticava a respirare e sentiva un grande dolore al petto. Gli scese una lacrima.
-J-jong- mormorò senza forze -Ti amo, lo sai, vero?- stava utilizzando tutte le energie che gli erano rimaste per potergli parlare ancora una volta, forse l’ultima.
-Anche io ti amo Bumie, non dimenticarlo mai. Non mi lasciare. Continua a guardarmi, non chiudere gli occhi, ti prego… Ti prego, ho bisogno di te- Jonghyun piangeva senza sosta, incapace di aiutarlo in un qualsiasi modo.
Gli stringeva forte la mano, che si stava velocemente raffreddando, come se potesse trasmettergli il suo calore.
Kibum rivolse a Jonghyun un ultimo difficoltoso dolce sorriso, prima di chiudere gli occhi.
Jonghyun appoggiò la sua fronte alla sua in preda ai singhiozzi.

 
Era solo colpa sua quello che era successo a Kibum: se avesse accettato di scappare la sera stessa che glielo aveva proposto, senza convincerlo a partecipare a quello stupido incontro, ora sarebbe lì, al suo fianco, sorridente e pieno di vita come sempre. Invece era chiuso da più di due ore in sala operatoria e Jonghyun non riusciva a darsi pace. Stava lì, seduto in sala d’attesa con la testa tra le mani e gli occhi ancora gonfi di lacrime.
Anche Taemin, seduto qualche posto più in là, piangeva contro la spalla di Minho, il quale cercava di confortarlo tenendolo stretto a sé. Onew era fermo, con lo sguardo fisso nel vuoto, incapace di dire o fare qualsiasi cosa. Era visibilmente sconvolto.
-È solo colpa mia, è solo colpa mia- continuava a ripetere Jonghyun senza sosta.
-Hyung, non è colpa tua, non pensarlo nemmeno per un istante- Minho stava cercando di consolarlo, ma questa volta Jonghyun non riusciva ad ascoltarlo. Se fosse successo qualcosa a Kibum, non se lo sarebbe mai perdonato. Mai.
Non appena arrivò il medico, tutti lo guardarono impazienti. Jonghyun scattò in piedi e lo raggiunse.
-Come sta?- chiese, senza essere certo di essere pronto a ricevere la sua risposta. Il medico ci mise pochi secondi a rispondere ma furono per Jonghyun i secondi più lunghi che avesse mai vissuto. Si sentiva mancare il respiro.
-L’operazione è andata bene ma preferiamo tenerlo sotto osservazione per un po’, non è ancora fuori pericolo- se la tensione sembrava essersi alleviata con la prima metà della frase, con la seconda tornò più viva e più pesante che mai.
-Possiamo vederlo?- chiese Minho cautamente.
-Ora sta riposando nella sua stanza. Può entrare solo uno di voi-
-Vai Jonghyun, noi ti aspettiamo qua- lo incoraggiò Minho, quasi parlando al posto del leader che era ancora incapace di reagire alla situazione.
Jonghyun si sentiva a disagio nel lasciare esclusi gli altri tre, ma, allo stesso tempo, sapeva che era lui, e solo lui, quello che ora aveva più bisogno di vederlo.
Il dottore lo scortò nella stanza. Jonghyun era intimorito nel vedere vari tubicini attaccati a Kibum, gli facevano venire voglia di ricominciare a piangere. Lo vedeva inerme e indifeso, sdraiato in quel letto bianco. Avrebbe dato di tutto per essere al suo posto per non farlo soffrire come stava soffrendo.
-Posso parlargli? Mi sente?- chiese Jonghyun avvicinandosi al letto.
-Non lo sappiamo se ti può sentire, ma puoi provare lo stesso. Se fosse in grado di farlo, penso gli farebbe solo piacere sentire una voce amica-
Jonghyun prese posto sulla sedia accanto al letto, poggiando piano la sua mano su quella di Kibum. Il dottore chiuse la porta dietro di sé, lasciandoli soli.
-Bumie- iniziò piano, le lacrime gli solcarono nuovamente il volto -ti riprenderai, vero? Ne sono sicuro. Tu sei forte, ce la farai e tornerai ad essere come prima. Perché non mi puoi lasciare così. Io ho bisogno di te per essere felice. E quando starai meglio, se ancora lo vorrai, ti porterò lontano da qui, dove non ci conosce nessuno e potremmo vivere insieme sereni. Te lo prometto Bumie, farò tutto ciò che servirà per renderti felice-
La porta si riaprì.
-Mi dispiace, il tempo è scaduto, ora deve riposarsi- disse il medico.
Jonghyun sarebbe voluto restare, ma sapeva che non poteva. Tornò dagli altri.
-Come sta?- gli chiese Taemin non appena lo vide.
-È attaccato a delle macchine e ha una flebo. Gli ho parlato ma non so se può sentirmi.
 
Jonghyun passò la notte lì, su quelle scomode sedie, con la speranza che Kibum si risvegliasse. Non riuscì a prendere sonno per molto, la paura di perdere la persona che amava di più al mondo era troppo forte per abbandonare la sua mente.
Poté rientrare nella sua stanza solo in tarda mattinata. Lo salutò, quasi aspettandosi di sentire la sua voce in risposta e si mise a guardarlo. Si morsicò un labbro nel tentativo di trattenere le lacrime.
-Mi sento così in colpa per quello che ti è successo, vorrei poterti fare risvegliare, ma non ne sono capace. Non posso fare altro che stare qui, a guardarti, incapace di qualsiasi altra cosa-
 
Ogni giorno i componenti del gruppo andavano a trovarlo, sperando ogni volta che quello fosse finalmente il giorno in cui avrebbe ripreso conoscenza. Ma Kibum non mostrava alcun segno di miglioramento, era stabile, era fuori pericolo, ma non si svegliava.
 
Un pomeriggio, Jonghyun si trovava nella sua stanza d’ospedale, seduto ancora una volta al suo fianco, tenendo la sua mano tra le sue. Quel giorno gli era venuta un’idea: spesso si erano sentite storie di persone che si erano svegliate ascoltando la musica; per questo decise che avrebbe cantato. Solo per lui. Per farlo svegliare. Chiuse gli occhi, pregando che ciò che stava facendo funzionasse davvero e non fosse solo una stupida idea. Lo aiutava a non sentirsi completamente inutile. Ci stava mettendo tutto se stesso, tutta la sua anima, tutto il suo cuore; quel canto era come una preghiera. Gli scese una lacrima che, in preda alle emozioni, non era riuscito a trattenere.
-Perché stai piangendo?- la voce di Kibum era solo un debole sussurro, ma Jonghyun la sentì subito, forte come se fosse stato accanto alle sue orecchie.
-…Bumie…- Jonghyun si meravigliò di sentirlo e portò una mano al suo volto, accarezzandogli teneramente la guancia. Le lacrime continuavano a scendere copiose, ma quello di quel momento era un pianto liberatorio e di sollievo. Vedere nuovamente Kibum con gli occhi aperti, poter sentire ancora la sua voce, era tutto ciò che chiedeva Jonghyun.
-Come ti senti?- gli chiese, accennando un leggero sorriso.
-Perché stai piangendo?- ripeté Kibum piano, preoccupato nel vedere il volto arrossato di Jonghyun attraversato dalle lacrime.
-Avevo tanta paura… avevo paura di perderti, di non poterti più vedere e parlare, di non poter più ascoltare la tua voce o di abbracciarti. Io… è solo colpa mia- concluse con un filo di voce
-No, come puoi solo pensarlo? Se dobbiamo essere colpevoli, lo siamo entrambi, per quello che proviamo, per esserci fatti scoprire. Non hai nessun’altra colpa, nessuna-
Jonghyun si chinò per sfiorargli le labbra.
-Sono riusciti a prendere la colpevole?-
-Si, l’hanno fermata subito dopo, le altre fan non le hanno permesso di scappare-
-Perché ce l’aveva con te? Perché voleva… farti del male?-
-Manager hyung mi ha detto che si è rifiutata di parlare. Ma penso che il motivo sia piuttosto ovvio, no?- commentò amareggiato.
-Già…- sospirò, con la stessa punta di tristezza.
-Grazie-
-Per cosa?- domandò incuriosito Kibum.
-Per aver fatto questo per me, per non aver esitato neanche un secondo a proteggermi-
Kibum gli sorrise sincero.
-Lo farai davvero quello che mi hai promesso, Jong?-
-Mi hai sentito?- Jonghyun rimase stupito nel sapere che Kibum era riuscito a sentire ciò che gli aveva detto qualche giorno prima. Portò una mano verso Kibum, sistemandogli i capelli dietro le orecchie in un gesto affettuoso quando lo vide annuire.
-Si, lo farò davvero. Non appena uscirai di qua e avrai recuperato le forze, se vorrai ancora andartene, verrò con te. TI seguirei fino in capo al mondo se ti può rendere felice-
 
Tre giorni dopo Kibum lasciò l’ospedale, ormai completamente fuori pericolo. I componenti del gruppo si erano accorti che Jonghyun e Kibum stavano loro nascondendo qualcosa, l’avevano capito dalle loro espressioni e dal modo in cui parlavamo, ma non riuscivano a comprendere cosa fosse.
 
-Prendi lo stretto necessario e copriti bene in volto. Ci troviamo in aeroporto tra due ore-
-Ho paura-
-Possiamo restare se hai cambiato idea- Jonghyun si avvicinò a Kibum stringendolo tra le sue braccia, sentendosi in dovere di proteggere quel ragazzo che sembrava così timoroso in quel momento.
-No, non possiamo danneggiare così gli altri. Si meritano tutto il successo che stiam…stanno avendo. Non possiamo farli crollare per noi due. E poi, lo sai, in questo paese non saremmo mai accettati, mai-
-Già, hai ragione, siamo due esseri disgustosi che non meritano di vivere- Jonghyun ripeté con amarezza uno dei commenti più frequenti nei loro confronti.
-Non ci rimane altra scelta-
 
-Hyung, dove sono Jonghyun e Key? Non riesco a trovarli- Taemin chiese a Minho.
-Come non riesci a trovarli?- Minho lo guardò incuriosito, spalancando i suoi già grandi occhi.
-Sono usciti parecchie ore fa e non sono ancora tornati, sto iniziando a preoccuparmi-
-Hai provato a chiamarli sul cellulare?-
-Sono spenti-
Minho si alzò dal divano con un’espressione turbata sul volto e bussò alla stanza di Onew.
-Onew hyung, sai che fine hanno fatto Jonghyun e Key? Taemin dice che sono scompar… Che succede? Perché stai piangendo?- domandò preoccupato non appena vide che il volto del loro leader era bagnato dalle lacrime. Onew non riusciva a rispondere, per questo tese una mano verso Minho. Nella sua mano c’era una lettera.
-Cos’è?- chiese esitante, mentre Taemin l’aveva raggiunto al suo fianco.
Senza aspettare una sua risposta, che era certo non sarebbe arrivata, Minho iniziò a leggere ad alta voce la lettera.

“Quando leggerete questa lettera, noi probabilmente saremo già in volo. Non potevamo più rimanere lì, la situazione era ingestibile per tutti e la nostra storia vi ha creato solo problemi. Forse ora non lo penserete, ma è stato meglio così. Vi meritate di continuare quello che state facendo e di tenere alto il nome del gruppo, ve la caverete anche senza di noi, ne siamo sicuri.
Sappiate però che abbiamo sofferto molto nel prendere questa decisione, non è stato semplice. Ma penso che non sarà facile neanche per voi affrontare questa situazione.
Abbiamo preferito non salutarvi di persona, perché il dolore sarebbe stato troppo grande. Non vogliamo che ci ricordiate con le lacrime sul volto. Vogliamo che continuiate a portare nei vostri cuori i nostri sorrisi e noi faremo lo stesso con voi.
Onew, il nostro leader che si prende sempre cura di noi con amore. Anche se ti prendiamo sempre in giro per la tua goffaggine, sappi che ti vogliamo un mondo di bene. Non potremmo mai smettere di ringraziarti per tutto quello che hai fatto per noi in questi anni.
Minho, il pilastro del nostro gruppo, prenditi cura di Onew hyung, aiutalo e stagli accanto, prenditi cura anche del piccolo Taemin, non lasciarlo solo. Continua ad impegnarti come stai facendo e non arrenderti mai. Non smettere mai di essere il ragazzo forte e leale che sei.
Taemin, il nostro maknae che sta diventando grande. Lo sappiamo, tu sarai quello che soffrirà di più per la nostra decisione, sentirai più di tutti la mancanza della tua umma, ma resisti, ce la puoi fare. Continua a crescere bene come stai facendo e rendici orgogliosi di te.
Ci mancherete tutti quanti, indistintamente. Vi faremo avere i nostri nuovi numeri di cellulare, ma non vi diremo dove siamo diretti. Tra qualche tempo, non sappiamo quando, ci incontreremo ancora e ci potremo raccontare tutte le cose belle che abbiamo vissuto e i nuovi ricordi che ci siamo costruiti.
Vi preghiamo, non odiateci se facciamo questo. Vi potremo sembrare dei codardi a scappare così, senza lasciare spiegazioni, senza avervi nemmeno salutato faccia a faccia, ma credeteci, è meglio così.
Continuate a brillare, sempre.
Resterete per sempre nei nostri cuori, non scordatevelo mai.
I ricordi che abbiamo condiviso in tutti  questi anni insieme, rimarranno sempre in noi.
Vi vogliamo bene.

Jonghyun & Key”

  
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